di Marco Ricci
In vista dell’imminente scadenza dei due mesi di gestione provvisoria, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha firmato il decreto di scioglimento degli organi amministrativi di Banca Marche. Questo presuppone che entro breve, si immagina tra venerdì e lunedì, l’istituto di credito sarà a tutti gli effetti posto in amministrazione straordinaria da Banca d’Italia, in una prospettiva di continuità rispetto alla gestione attuale.
I commissari Feliziani e Terrinoni, attualmente alla guida dell’istituto di credito, saranno infatti ricevuti domani a Roma in via Nazionale. Questo lascia supporre, come avevamo già anticipato (leggi l’articolo), che con ogni probabilità saranno ancora loro, terminata la gestione provvisoria, a guidare la banca durante il periodo di amministrazione controllata che deve portare l’istituto di credito a quell’aumento di capitale necessario per il ritorno alla piena operatività. Ricordiamo che l’amministrazione controllata ha una durata di un anno, prorogabile al massimo per ulteriori otto mesi. Al termine del periodo, prima della cessazione delle loro funzioni, i commissari provvederanno perché siano ricostituiti gli organi dell’amministrazione ordinaria.
Sempre nelle prossime ore, si presume domani, Banca d’Italia indicherà anche i nomi dei componenti del Comitato di Sorveglianza composto, così come prevede il Testo Unico Bancario, da tre a cinque membri che andranno ad affiancare i due commissari. Sia il Ministero dell’Economia che Banca d’Italia sono invece tenuti entro quindici giorni a pubblicare per estratto nella Gazzetta Ufficiale rispettivamente il decreto di scioglimento degli organi amministrativi di Banca Marche e i decreti di nomina dei commissari e dei membri del comitato di sorveglianza.
Non c’erano dubbi che i tempi fossero ormai stretti e che Banca d’Italia stesse optando per una politica di continuità, con un passaggio dalla gestione provvisoria all’amministrazione controllata dovuta in buona parte a vincoli tecnici, tra i quali appunto la scadenza entro fine mese dei due mesi non rinnovabili di gestione provvisoria. Una soluzione dunque soft, maturata in più di due mesi, che non dovrebbe indicare alcuno scossone particolare se non appunto il definitivo scioglimento degli organi amministrativi.
E’ chiaro comunque che l’aumento di capitale, che ad oggi pare essere di quasi 500 milioni, necessiti di tempi forse più lunghi di quanto supposto qualche mese fa. Non era altresì immaginabile che Feliziani e Terrinoni riuscissero nel breve tempo dell’amministrazione controllata a porre di nuovo Banca Marche alla piena operatività. Va considerato infatti che la vera è propria apertura dell’aumento di capitale necessita di una procedura di per sé piuttosto lunga e complessa.
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Tanto tuono’ che piovve…
oltre la verità ufficiale si saprà mai come stanno veramentele cose?
Speriamo che i commissari possano finalmente occuparsi dei veri problemi di bmarche: piano industriale,aumento di capitale( con una cifra definitiva e non schizofrenicha),ripresa della attivita’ ordinaria.Certo,senza piu’ l’apporto prezioso dei mitici personaggi che si sono dati( opportunamente direi ) alla fuga sara’ piu’ dura e difficile,ma restano ancora dietro le quinte i Gazzani,gli Ambrosini che qualcosa di buono ancora possono fare per la loro banca del ‘territorio’,tornarsene a casa come hanno fatto i loro protetti e non farsi mai piu’ vedere.I settori piu’ svariati dai quali provengono( nessuno o quasi legato al mondo della finanza) li reclamano a gran voce,tornino a fare il loro lavoro per il bene della collettivita’ e ‘ del territorio’…grazie
Se ancora esistesse la vergogna, tutti quelli che hanno succhiato dalla “grande poppa”, adesso dovrebbero trar fuori i soldini e aumentare il capitale non di 500 milioni ma di un miliardo, per ridare credito alle piccole imprese, quelle che hanno tirato la carretta, le uniche che hanno creato ricchezza nella regione Marche e hanno sempre reinvestito gli utili nell’azienda e nel territorio. Invece di tanti bla, bla, dai soliti quacquaracquà e di soldi neanche l’ombra, “capitani d’impresa con le pezze ar culo”.
notizie gia vekkie……piuttosto perche non fate un ‘intervista a tanoni?
Spiace dover constatare che spesso l’impressione del semplice cittadino è più precisa e immediata di quello delle autorità preposte…
Si accettano scommesse su quale grande impero del male bancario raccatterà i rimasugli della BdM…
@Renzo Serrani
Questa non è pioggia è grandine……e con chicchi grandi come uova.
si infatti una bella intervista a Tanoni… ma perchè non considerare i dipendenti come vivono questa situazione, ai tanti giovani lavoratori che ho conosciuto presso la mia filiale, in quanto precari, non riconfermati certo non per colpa loro! meriterebbe sentire anche il loro punto di vista!
Redde rationem villicationis tuae: iam enim non poteris villicare”: rendimi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare –
Vangelo di Luca 16,2
Mi capita sovente di vedere il grande banchiere Costa (quello che aveva lasciato la banca in sicurezza tanto per intenderci) passeggiare tranquillamente. Vorrei dirgli qualcosa, ma non riesco a trovare le parole. Potete darmi qualche suggerimento?
Leonardo,i lavoratori,attraverso anche i sindacati,avrebbero dovuto dire la loro quando bmarche era appetibile e tutti la volevano.La lungimiranza delle fondazioni,con in testa Gazzani( si guardino i lavoratori su YOUTUBE INTERVENTO GAZZANI ASSEMBLEA CARIMA)ha impedito che cio’ accadesse,ma quello era il momento di protestare e di dire la loro,non oggi.Forse qualcuno ha pensato che cosi’ facendo,ovvero tacendo,avrebbe salvaguardato il proprio posto di lavoro,ma cosi’ non e’ ed oggi l’incubo ritorna,ma con una banca disastrata.Gli stessi lavoratori avrebbero dovuto dire la loro quando sono stati costretti ad inseguire i clienti fin dentro le case per convincerli a sperperare altri risparmi con i vari ed inutili a.c.( anche qui dove erano i sindacati?) .Risultato di questa inerzia sono disastrosi per l’istituto,i dipendenti,i clienti,gli azionisti,per cui cosa facciamo il muro del pianto? Oggi c’e’ solo da sperare in una rinascita di bmarche,fatta da persone competenti che sappiano fare banca e non panini e che la salvaguardia dei posti di lavoro sia garantita dai risultati e non dalle raccomandazioni e dalla politica.Detto cio’ grande solidarieta’ per i lavoratori di bmarche
Pur non essendo un addetto ai lavori, l’otto Marzo scorso commentavo “…Se le ragioni del deficit di bilancio derivano principalmente da finanziamenti concessi ad imprese immobiliari senza le necessarie garanzie, occorre disporre di un piano industriale finalizzato all’immediato rientro delle somme erogate o all’iscrizione di ipoteche volontarie da parte dei beneficiari. All’esito positivo delle garanzie l’istituto espropria il bene immobile o in alternativa acquisisce quota parte del diritto di proprietà commisurato al valore del finanziamento allegramente concesso. L’eventuale amministrazione controllata o il fallimento delle iniziative imprenditoriali intraprese troveranno comunque l’istituto tra i creditori privilegiati. Credo che questa sia l’unica alternativa al commissariamento della Banca….”dopo i furbetti del quartierino che con la locazione finanziaria triplicavano i valori della bolla immobiliare, la mia non è stata altro che una scontata profezia. Quello che non comprendo sono le tante manine rosse con pollice verso che ricevetti sette mesi fa.
Arriverà un “padrone” che avrà il suo territorio di riferimento, e il nostro territorio sarà un territorio di conquista…
Si delineano 12 mesi di sofferenze, ma necessari per gestire una situazione da paura, una situazione che porterà scelte inevitabili, decisioni impopolari, cambiamenti radicali, stravolgimenti di relazioni, razionamenti di credito, insomma nulla sarà più come prima, e diciamo meno male, anzi sarà il minore dei mali possibili...
Parola d’ordine girare pagina!
A Renzooooo sveglia! Senza essere addetti ai lavori e frequentare le austere stanze delle Fondazioni o di Fontadamo, batava essere “faccisti” come diceva il grande Dino Risi. Guardavi le facce furbe di qualcuno, addormentate di molti altri membri di CDA delle Fondazioni e della Banca stessa e capivi, che prima o poi, la grandine – non la pioggia- sarebbe arrivata.
@Alex: purtroppo nonostante avessi intrapreso una fulgida carriera bancaria, non sono mai arrivato a sedere in un CdA così austero, come lo definisci tu, per cui, ho avuto contezza dei fatti attraverso queste righe, per il tramite dell’ ottima Alessandra e dell’ altrettanto efficiente Marco, le cui penne hanno saputo per mesi essere lo specchio attento della realtà.
Dici che avrei potuto capire, ma ritengo che in quegli scranni qualcuno non abbia voluto capire la tempesta che si sarebbe abbattuta su di loro, ma prima ancora sulla banca, sui suoi azionisti, sui clienti e in ultima analisi sul territorio tutto.
Oggi sono un senior professional della mia banca, non siedero’ mai nel suo CdA, ma se aprono a professionalita’ esterne, mi candiderei volentieri….;)
A parte le boutade, auspico che per la “cassa” – come si diceva a Macerata un tempo, torni a splendere il sole
@ Renzo
Ovviamente ho buttato la questione, come si dice, in vacca. In questo momento le uniche cose serie sono le cazzate. Ho fatto una osservazione di tipo lombrosiano perchè la faccia non dice bugie: e le facce della vecchia dirigenza non mi ispiravano tanta fiducia. Per quanto riguarda le “magnifiche sorti progressive” per dirla alla comunista, della Banca delle Marche, non credo che ci sia da aspettarsi nulla. La banca di territorio così come l’abbiamo conosciuta è finita. Rimarranno solamente dei punti vendita con delle insegne e bassa manovalanza. Con la proprietà del capitale finiranno altrove tutte le altre funzioni di direzione.
Visconte De Tocqueville, secondo me Lei è un “faccista” alla Dino Risi, ma allora perché Le viene voglia di dire qualcosa al grande banchiere di cui c’ha detto al commento 10, non teme di svegliarlo di soprassalto?
Caro Giorgi,
nonostante i miei 4/4 di nobiltà, come si dice sono “da bosco e da riviera”. Posso avere un linguaggio aulico, ma anche abbassare la mia dialettica a livello di taverna da angiporto. Ed è questo quello che vorrei fare quando incrocio l’augusto marchese.
Caro Visconte, praticandolo io stesso, approvo l’essere “da bosco e da riviera”. Per quanto riguarda il linguaggio da taverna d’angiporto da tenere al cospetto di certi marchesi, qualora Lei si sentisse a corto d’ispirazione, Le suggerisco di fare una ricerca nella lingua genovese, in rete vedo che qualche utile suggerimento è reperibile.