Dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna non trovano conferma le voci circolate negli ultimi giorni in merito ad un possibile interessamente dell’istituto emiliano nei confronti di Banca Marche. L’istituto afferma che non c’è sul tavolo alcun dossier relativo a Banca Marche o a una delle altre banche poste in amministrazione straordinaria da Banca d’Italia. Dunque se nel 2007 – ai tempi della possibile cessione dell’istituto marchigiano da parte delle Fondazioni azioniste – ci fu un forte interessamento della Bper, ora questa possibilità non dovrebbe più essere sul campo.
I tempi per una cessione dell’istituto non si preannunciano in ogni caso brevi. Sebbene si parli di avvicinamento da parte dei commissari nei confronti di altri istituti bancari, voci che però non hanno trovato conferma, l’obiettivo primario sarebbe adesso quello di riportare in pareggio i conti di Banca Marche. Cosa che ovviamente potrà avvenire solo quando si avrà una stabilizzazione del valore del portafoglio crediti, dunque una valutazione esatta dello stato degli impieghi nonché delle loro garanzie. Augurandosi che le rettifiche e le perdite siano terminate. Al momento però non ancora tutte le posizioni creditizie sono state esaminate, in particolare quelle inferiori al milione di euro. Inoltre – come solo pochi giorni fa ha rimarcato l’aggiornamento congiunturale di Banca d’Italia sull’economia marchigiana – la ripresa nelle Marche sembra ancora lontana. Con con un calo nel secondo semestre del 2013 del 7.7% del settore delle costruzioni e prospettive pessimistiche a breve termine. Un’ulteriore criticità che rischia ovviamente di pesare sul portafoglio crediti dell’istituto, la cui esposizione nel settore edilizio è come si sa notevole.
Senza un’esatta valutazione dello stato della banca sarà dunque difficile arrivare ad un vero e proprio valore per l’istituto marchigiano e all’apertura dell’aumento di capitale. Si immagina così che stabilire un prezzo per Banca Marche non sarà ipotizzabile almeno prima dell’inizio del prossimo anno, sempre che non si debba arrivare al secondo semestre del 2014 per giungere a una quotazione e per chiudere le operazioni.
In ogni caso, nonostante il commissariamento, le aste sui titoli Banca Marche non sono state sospese. E in due sedute, a fronte di 50.000 euro di scambi, il titolo ha perso il 20% del proprio valore scendendo a toccare gli 0.29 euro per azione. Una mancata sospensione che da una parte potrebbe agevolare l’uscita di qualche piccolo azionista non più interessato al titolo o magari a corto di liquidità e che dunque necessita di disinvestire da Banca Marche. Ma che dall’altro lato suscita malumori. Sebbene il prezzo delle azioni a cui verrà sottoscritto il futuro aumento di capitale sarà evidentemente dettato da una due-diligence e non da ridotti scambi che creano quotazioni non sempre allineate al reale valore di una banca, un piccolo azionista ha scritto al dg Luciano Goffi chiedendo la sospensione delle contrattazioni.
“Approfitto della sua disponibilità e sensibilità”, si legge nella lettera, “e mi permetto di segnalarle che, nelle ultime quattro aste di contrattazioni, la capitalizzazione della banca ha perso il 34% del suo valore e precisamente 190 milioni di euro con soli 88 scambi pari a 92.635,74 euro. Ciò”, prosegue la comunicazione a Goffi, “compromette ulteriormente la buona immagine della banca e getta ogni settimana sempre più nello sconforto i suoi 40.000 azionisti. Le chiedo gentilmente se può vagliare, assieme ai due commissari Feliziani e Terrinoni, l’opportunità di richiedere la sospensione a tempo indeterminato delle contrattazioni nel circuito della internalizzazione sistematica delle azioni Bm. Visto che ciò è già accaduto nel listino ufficiale per la Banca Popolare di Spoleto non appena essa è stata commissariata. E che l’agenzia Moody’s ha sospeso la valutazione di rating sulla nostra banca in assenza di dati contabili ufficiali che non saranno resi noti per un anno. […] Mi domando se sia giusto e sensato scambiare questo titolo”, termina la lettera, “il cui prezzo, frutto solo di speculazione, al momento non rappresenta assolutamente la realtà patrimoniale e reddituale della banca. E l’investitore non è posto nella condizione di valutare lo stato di salute della stessa essendo privo delle più elementari informazioni.”
Banca Marche ha annunciato oggi la messa a disposizione delle aziende di una nuova linea di credito per il pagamento delle tredicesime e delle imposte. I finanziamenti, destinati alle imprese di tutti i settori economici, avranno la forma del prestito chirografario con un massimale per azienda di 60.000 euro e con una durata di 12 mesi. La linea di credito è caratterizzata da condizioni particolari e da un iter semplificato in grado di assicurare tempi di erogazione veloci.
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..bper non e’ messa un gran che bene,(tier 1 all’ 8,5 %), semmai il gruppo ubi potrebbe farci un pensierino(tier 1 all’13%), e visto che hanno chiuso molte filiali della popolare di ancona,quelle che ho visto sono osimo, passo treia, appignano,….non ci sarebbe nemmeno troppa sovrapposizione, ma chissa sara’ solo fantafinanza, in quanto alle quotazione sarebbe opportuno congelarle per evitare a qualcuno preso dal panico di farsi male, che senso a vendere A .29????
che due bocce che avete fatto!!!! ….la compro io bdm…..quanto mi date??????
Attendiamo proposte di acquisto da parte di Giuseppe Starnari,oltre alla banca e’ anche interessato ad assumere i 3000 dipendenti,assorbire le 300 filiali ed accontentare i 40000 azionisti privati?Finalmente un illuminato di quelli che cercavano Masera e Spacca,peccato sia uscito allo scoperto troppo tardi.
Riguardo alla sospensione del titolo mi auguro che qualcuno,compresi i ns commissari si occupi il prima possibile del problema.Che senso ha continuare caprinamente a far si che bmarche si spenga come un cerino e che il suo valore( virtuale per fortuna) si azzeri senza senso e logica.Ripeto l’appello all’opinione pubblica ed a tutti coloro che seguono le vicende della banca di porre attenzione e sollecitare un dibattito su di un problema non di secondo piano,il valore della banca e delle sue azioni.Quello che scrive l’azionista a Goffi( che conosco e che non sono io) e’ sacrosanto.Sembra un problema secondario,ma una banca che non vale niente e’ destinata a morire,come puo’ realizzarsi un aumento di capitale e chi puo’ essere interessato a comprare una banca che vale pochi euro?Sembrerebbe piu’ un problema di chi ha le azioni( ed il sottoscritto le ha) ma la cosa riguarda il futuro dei dipendenti,delle filiali,in poche parole di tutta la banca.Richiedo scusa alle varie associazioni di azionisti privati,inermi,dormienti e silenti,ma questa sarebbe l’unica battaglia per cui varrebbe la pena svegliarsi ed uscire allo scoperto,vedano un po’ di dare un senso alla loro esistenza,per statuto dovrebbero tutelare e difendere i diritti degli azionisti.Commenti e considerazioni,anche discordanti sono gradite.
signor nardino lei e’ rimasto all italia di craxi!!! vedra’ sotto la nuova gestione quanti ne rimarranno dei 3000 dipendenti e delle 300 filiali…..la banca delle marche e’ un soggetto di diritto privato che vale quello che vale,verra’ pagato meno del suo valore (quindi nei fatti niente) e dovra’ fare utili nel piu’ breve tempo possibile,con buona pace dei suoi dipendenti e delle sue filiali…..
In risposta all’invito dell’ottimo Nardino, ritengo anche io che debba essere quantomeno normato lo scambio delle azioni, dato che le contrattazioni di partite di piccola entità a prezzi risibilipossa causare ancor più un danno, oltre ai tanti che conosciamo.
Per di più ritengo che gli scambi succitati non siano espressione di un vero e proprio mercato, luogo,per definizione di dottrina economica dove si forma il prezzo tra la domanda e l’offerta, ma attualmente sono solo prese di posizione tra chi deve monetizzare e chi ritiene ancora di dare fiducia alla propria banca.
Il fatto poi che al momento BdM non interessi a altre banche, non lo vedo così tragico: ritengo per prima cosa che il periodo non sia dei migliori, sia per i tanti problemi di stabilità del sistema ( Basilea 3 sta arrivando e ogni istituto in casa propria guarda i suoi conti e deve fare window dressing, risolvere i suoi problemi di incagli, di esuberi e quant’altro), sia per il fatto che se i commissari non daranno prestouna impronta decisa che tracci una strada compiuta, una policy aziendale ben delineata che dia modo di interpretare con un certo grado di certezza la reale situazione della banca, non ci potranno essere serie intenzioni di acquisto, non speculative.
Banalizzo con un esempio: chi interessato all’acquisto di un’auto usata, ne comprerebbe una malandata, senza sapere cosa in effetti servira’, ma sopratutto spenderà per rimetterla in sesto?
Ad anno nuovo, a bilancio 2013 chiuso e certificato, allora si potrà valutare la situazione, fare un vero esame degli asset che danno valore all’istituto al netto di quanto i soliti noti hanno mandato in malora: avremo un valore più reale della banca e delle due azioni!
Sarnari,qualsiasi offesa ma craxiano no….sono stato sarcastico nel suo primo commento,concordo pienamente con il secondo( Craxi a parte) .Se Lei legge i miei commenti al riguardo( sportelli,numero dei dipendenti,ruolo nefasto dei sindacati e della politica,inermi quando dovevano farsi sentire,inutilmente attivi quando non serviva piu’) si ricredera’
Concordo altresi’ con le considerazioni di Orville,quando parlavo di bmarche paragonandola al conte Mascetti( borioso e spiantato che vive di ricordi) intendevo proprio quanto da lui affermato.Altro che selezione degli imprenditori( divisi tra buoni e cattivi,speculatori e benefattori,ecc) c’e’ solo da ripartire,ristrutturare,sistemare,ricreare valore e non disastri,riappropiarsi del ruolo principale di una banca ora si del territorio e SOPRATUTTO FARE PULIZIA DEFINITIVA DELLA VECCHIA GESTIONE E DI QUANTI RICONDUCIBILE AD ESSA CONTINUANO A NASCONDERSI INDISTURBATI A FONTEADAMO.TUTTI A CASA OER ORA E UNA VOLTA ACCERTATE LE RESPONSABILITA’ IN GALERA.Cosi forse clienti,investitori,pretendenti si riavvicineranno alla ns banca
Riguardo al valore del titolo e del suo sistema di negoziazione( ripeto folle,demenziale,a mio modesto parere attualmente illegale) riassumo a chi fosse interessato alcuni dati:
ULTIME 4 ASTE: PERSO IL 34% DEL VALORE PARI A 190.670.000 (centonovanta seicentosettanta milioni di euro) CCN SOLI 88( ottantotto)SCAMBI PER UN VALORE COMPLESSIVO DI 92.635( novantaduemilaseicentotrentacinquemila euro)?E’ normale tutto cio’,o c’e’ almeno qualcosa di strano e che andrebbe subito corretto?Attendo considerazioni gradite in merito
APPELLO ALLA BPER NON SIETE INTERESSATI NEANCHE GRATIS?OGGI IL TITOLO VALE 0,260 MA ENTRO POCO ANDRA’ A ZERO,PER CUI FOSSI IN VOI CI FAREI UN PENSIERINO.