Banca Marche, un puzzle in via di definizione
Possibile l’ingresso di un partner

Lo scenario, ancora in movimento, si basa per ora sull'intervento del Fondo Interbancario e sulla cessione dei crediti deteriorati a Fonspa. La soluzione potrebbe basarsi anche su un terzo pilastro: l'ingresso di un nuovo socio. L'ingresso del Fitp visto come segno di fiducia nel futuro. Gianuario (Cisl): "Pochi elementi per valutare, aspettiamo chiarezza"

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Banca_Marche_Jesi (5)di Marco Ricci

Per Banca Marche si sta ormai intravedendo una soluzione, ma allo stato delle cose si dovrebbe forse parlare di un puzzle in via di definizione. Con le prime tessere che ancora debbono incastrarsi tra loro e altre, magari, ancora da immaginare. Il punto di partenza dell’operazione che si sta mettendo in atto è l’assenza di un istituto di credito con la volontà di coprire autonomamente quei 600-800 milioni di euro necessari a ricapitalizzare Banca Marche. Un’evidenza che ha spinto i commissari e Banca d’Italia a percorrere altre strade le quali, in un certo senso, sembrerebbero garantire maggiormente una certa autonomia dell’istituto.

I due primi tasselli del puzzle dovrebbero essere a questo punto il più che probabile appoggio del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e la cessione a Fonspa del portafoglio dei crediti deteriorati. Sebbene l’intervento del Fitp non sia ancora stato deliberato, il Fondo potrebbe entrare nel capitale dell’istituto con 100 milioni di euro, oltre a porne altri 500 milioni a garanzia nell’operazione di cessione del portafoglio non performante. Da tale cessione – i crediti deteriorati hanno un valore tra i 3 e i 4 miliardi di euro – Banca Marche ne avrebbe tre diversi benefici. Da una parte la riduzione degli impieghi (con conseguente riduzione del funding-gap), poi il riposizionamento a patrimonio di Vigilanza delle coperture, infine il recupero dalla vendita di una somma che potrebbe oscillare intono al miliardo di euro. Né l’intervento del Fitd né la cessione del portafoglio sono stati deliberati, ma tanto è sufficiente per immaginare quale sia il quadro di massima entro cui si stanno muovendo i commissari, ovviamente con il benestare di Banca d’Italia.

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Banca Marche

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Banca Marche

Nel puzzle dei commissari Feliziani, Terrinoni e Inzitari non è poi escluso che entri anche un partner bancario, tutt’altro. Alcune voci dicono che sia già stato individuato, altre lo negano, è però plausibile che la soluzione finale immaginata si basi su tre, non su due soli, pilastri: il Fidt, Fosnpa e il partner industriale. I tempi, ovviamente, saranno brevi ma non brevissimi – con ogni probabilità si arriverà a dopo l’estate – dunque ci sarà tempo per nuove sorprese.

La strategia messa in campo, per volere o per necessità, lascia supporre il mantenere Banca Marche come banca del territori. E’ noto come la stessa Banca d’Italia abbia riconosciuto quanto l’istituto dal punto di vista operativo stia dando segnali confortanti se non fosse per il portafoglio deteriorato. Anche la tenuta dei depositi, di fronte al dissesto e alle tante notizie giudiziarie, è letta come un’indicazione di quanto il brand Banca Marche abbia una forte valenza territoriale. E anche se l’Abi dichiarò di non voler mai più un’altra Tercas, l’ormai probabile ingresso del Fondo Interbancario deve essere letto come un messaggio di fiducia, in particolare da Banca d’Italia, nel futuro dell’istituto.Un messaggio, ovviamente, rivolto anche all’eventuale cavaliere bianco che vedrà ridotto, dall’intervento del Fidt, il capitale necessario per essere della partita. Una partita diventata troppo grande per un singolo istituto.

L’assenza di un partner bancario nelle prime ipotesi di soluzione emerse in questi giorni ha allarmato parte dei sindacati, seppure il quadro sia in completo movimento. Il timore, nato nell’immaginare il solo intervento del sistema, è quello che il sistema possa poi spezzettare l’istituto. I segnali, però, sembrano tutti di segno contrario. E se alcuni aspetti della soluzione, come ad esempio la cessione dei crediti deteriorati, vengono apprezzati dai rappresentanti dei lavoratori, la mancanze di notizie certe ha creato preoccupazione. Ieri, a questo proposito, è intervenuto il segretario generale della Fiba-Cisl, Giovanni Gianuario.

Il segretario regionale della Fiba-Cisl, Giovanni Gianuario

Il segretario regionale della Fiba-Cisl, Giovanni Gianuario

“Le notizie giornalistiche apparse nel fine settimana – ha detto Gianuarionon consentono di formulare valutazioni poiché la soluzione di sistema ipotizzata non si connota come strategica, bensì di passaggio. Se l’ora idea della Banca d’Italia fosse questa, saremmo di fronte a una soluzione ponte che lascia aperti tutti i dubbi sul futuro del gruppo. Interrogativi sulla Governance, sull’organizzazione aziendale futura, sull’occupazione ed sul rapporto con il territorio restano senza risposta, almeno con gli elementi ad oggi trapelato per meglio dire fatti trapelare. L’incontro tra il Presidente Spacca ed il Governatore Visco – conclude il segretario regionale della Fiba – ha individuato questo approdo? Vista la presenza in azienda di advisor e di una task force per la due-diligence sul credito non performante, riteniamo che le ipotesi di lavoro siano avviate. Ci aspettiamo perciò dichiarazioni Aziendali chiarificatrici.”

 

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