di Marco Ricci
Anche la Carilo, l’istituto di credito controllato al 78% da Banca Marche e per la restante quota dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto è stata commissariata dalla Banca d’Italia che ha posto alla guida dell’istituto di credito Claudio Gorla. Il decreto del Mef, che ha disposto lo scioglimento degli organi di amministrazione e controllo della Carilo su proposta di Via Nazionale, è datato 17 febbraio. Solo il 29 la Banca d’Italia ha effettuato la nomina del commisario. Le motivazione con sui l’istituto è stato posto in amministrazione straordinaria sono contenute nell’ormai famoso articolo 70 del Testo Unico Bancario, nello specifico dove si parla di gravi perdite di patrimonio.
Date le piccole dimensioni dell’istituto i numeri con cui ci si confronta sono piccoli, nell’ordine delle decine di milioni di euro di perdite, con la Fondazione che avrebbe in qualche modo sempre contestato la quantità di rettifiche imposte all’istituto dalla capogruppo commissariata. Una prima assemblea che solo pochi giorni fa avrebbe dovuto approvare il bilancio era slittata, non è chiaro se per l’indisponibilità dei rappresentanti della Fondazione, come alcuni sussurrano, ad approvare il bilancio consolidato 2013. La decisione di Via Nazionale doveva in ogni caso essere stata presa all’incirca da un mese. Banca d’Italia, come per Banca Marche e Medioleasing, assicura il proseguio delle attività di Carilo, secondo i canoni di sana e prudente gestione, perseguendo “l’azione di risanamento e rafforzamento patrimoniale del gruppo”.
Era nell’aria che, dopo Banca Marche e Medioleasing, anche l’ultimo istituto del gruppo potesse essere posto in amministrazione straordinaria. Sebbene le perdite non siano ovviamente dello stesso ordine di grandezza di quelle emerse in Banca Marche e nella società di leasing, il deterioramento del portafoglio crediti e le conseguenti rettifiche hanno portato alla decisione di oggi, dopo mesi di frizione più o meno nascoste tra i due soci. Da tempo si era conoscenza della necessità di ricapitalizzare la banca così come delle intenzioni della Fondazione Carilo di trovare una soluzione che consentisse al piccolo istituto di muoversi con le proprie gambe staccandosi dal gruppo. Sia in passato che in tempi molto più recenti erano stati diversi gli interessamenti per entrare nel capitale di Carilo, iniziative che si erano spinte fino alla una due diligenze aperta dalla Popolare di Vicenza prima che Banca Marche finisse in gestione provvisoria.
Solo qualche settimana fa l’ipotesi di un aumento di capitale aveva preso maggiore concretezza, un aumento di capitale che si sarebbe dovuto aggirare intorno ai 15 milioni di euro. Tra i due soci, Banca Marche e Fondazione, non ci sarebbe stata però identità di vedute su come procedere, con la Fondazione Carilo che avrebbe spinto per un aumento che non contemplasse l’emissione di strumenti obbligazionari subordinati del tipo Upper/Lower Tier. In questo scenario, infatti, Banca Marche avrebbe dovuto trovare le risorse necessarie alla sottoscrizione delle obbligazioni subordinate da liquidità in qualche modo proveniente dalla stessa Carilo. Un’operazione considerata quindi dalla Fondazione vantaggiosa per la capogruppo ma svantaggiosa per l’istituto di Loreto e per il socio di minoranza. Ma tant’è che adesso, almeno per qualche tempo, la possibilità di un aumento di capitale è sfumata, sebbene il nuovo commissario – paradossalmente – potrà agire senza tener conto dei due soci e dei loro vertici, tra cui gli stessi commissari Feliziani e Terrinoni che guidano Banca Marche. Claudio Gorla, ovviamente, agirà però secondo le indicazioni di Banca d’Italia.
A bilancio 2012, ricordiamo, il piccolo istituto marchigiano aveva circa 630 milioni di impieghi con crediti deteriorati pari a poco meno dell’11 per cento e un capitale appena inferiore ai 60 milioni di euro.
Di seguito il comunicato ufficiale: «Il Ministro dell’Economia e delle Finanze – si legge – con Decreto del 17 aprile ha disposto, su proposta della Banca d’Italia, lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo della Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A., appartenente al gruppo bancario Banca delle Marche, e la sua sottoposizione alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi dell’ art. 70, comma 1, lett. b) del Testo Unico Bancario. Con provvedimento della Banca d’Italia del 29 aprile è stato nominato Commissario straordinario della società il dott. Claudio Gorla e, come componenti del Comitato di sorveglianza, i professori Fabrizio Di Lazzaro, Gustavo Olivieri e Marcello Clarich. Gli Organi straordinari si sono insediati oggi. L’avvio della procedura di amministrazione straordinaria della banca segue l’analogo provvedimento adottato nei confronti della capogruppo e della controllata Medioleasing, al fine di proseguire l’azione di risanamento e rafforzamento patrimoniale dell’intero gruppo bancario. La Procedura, che opera sotto la supervisione della Banca d’Italia, adotterà tutte le misure necessarie a garantire lo svolgimento dell’attività aziendale secondo i canoni di sana e prudente gestione. La banca prosegue regolarmente la sua operatività».
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Ma quando lo diamo un’altro cavalierato a costa??? Bianchi perche non lo vieni a ritirare ???
Se Carilo fosse stata rilevata e successivamente gestita con le competenze e la professionalita’ della fondazione Carima oggi non si troverebbe in questa situazione.Ma una cosa giusta,magari per sbaglio proprio no?…Quando si dice che ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere,parole sante e disattese
assurdo commissariare una banca come Carilo che è governata da manager capaci e onesti che sono rimasti fuori da tutti gli scandali. Se non si volevano avere disturbi nell’azione della banca d’Italia sia medioleasing che carilo andavano commissariate subito, perchè questo stillicidio?? altro che assicurare la sana e prudente gestione. La fondazione Loreto ha osato parlare e l’hanno zittita con il commissariamento. Qual’è l’obiettivo finale che Roma ha definito per il gruppo?? ce lo dicano cosi ci mettiamo il cuore in pace (dato che il portafoglio è oramai vuoto)…
SOLO AL FINE DI FARE COMPRENDERE AI CITTADINI, LETTORI, PERCHE’ VI SIA QUESTO STILLICIDIO DI CATTIVE NOTIZIE SUL GRUPPO BANCA MARCHE RIASSUMO LA QUESTIONE NEI DUE MODI IN CUI POSSONO ESSERE AFFRONTATE LE CRISI BANCARIE IN ITALIA:
1) I PARTITI DECIDONO DI SALVARE LA BANCA IN CRISI PRESERVANDO IL PROPRIO POTERE, CASO MONTE DEI PASCHI, ED A TAL FINE SI DANNO SOLDI PUBBLICI ( TREMONTI BOND ) E SI SCEGLIE UN GRUPPO DIRIGENTE INTERNO AI PARTITI, VEDI MISTER PROFUMO ( CANDIDATO A SOSTITUIRE PRODI NEL PD ) OFFRENDO COMUNQUE GARANZIE CHE LA NUOVA GESTIONE NON SARA’ INTERESSATA DA POSSIBILI AZIONI GIUDIZIARIE ( FALSO IN BILANCIO ECC.ECC. );
2) COMMISSARIARE LA BANCA IN CRISI AFFIDANDO LA GESTIONE A BANKITALIA SENZA PROCEDERE AL SALVATAGGIO DELLE POSIZIONI DI POTERE DEI PARTITI ALL’INTERNO DELLA BANCA, QUESTO E’ IL CASO DI BANCA MARCHE E A CASCATA DELLE SUE CONTROLLATE, ANCHE SE A BEN VEDERE FU FATTO UN TENTATIVO DI SALVARE LE POSIZIONI DI POTERE DEI PARTITI ALL’INTERNO DELLA BANCA MARCHE DESIGNANDO RAINER MASERA ALLA PRESIDENZA DELLA BANCA, TENTATIVO NON RIUSCITO PERCHE ‘ “Non ci sono i presupposti per rafforzare nell’immediato il patrimonio” , INSOMMA NON C’ERANO SOLDI PUBBLICI E/O PRIVATI DA UTILIZZARE A TAL FINE.
Queste afFondazioni……..