di Marco Ricci
“Questi signori non credano di salvarsi grazie ai tempi di prescrizione e quant’altro poiché il danno subito dagli attuali 400 azionisti che si sono finora affidati a noi è stimato in circa 30 milioni.” Con queste parole, l’avvocato Corrado Canafoglia, responsabile regionale dell’Unione Consumatori, ha espresso la determinazione degli oltre 400 azionisti privati nel rivalersi per i danni subiti verso i passati vertici di Banca Marche. Su mandato degli aderenti all’associazione Dipendiamo Banca Marche e di quella dei piccoli azionisti jesini, sono state inviate 31 lettere di diffida a Massimo Bianconi, ai quattro ex vice direttori – Giorgi, Cavicchi, Dall’Aquila e Vallesi – e ai due collegi sindacali e ai due consigli di amministrazione in carica dal 2006 al 2012, oltre che alla PriceWaterhouseCoppers, la società che revisionò i bilanci di Banca Marche. I destinatari sono accusati di avere affondato i conti della banca e il valore delle azioni, da 2 euro a 0,219 euro l’una.
Nessuna azione è stata invece mossa nei confronti della stessa Banca Marche. Il motivo, ci ha spiegato Sandro Forlani, è quello di tutelare di rilancio dell’istituto e non di comprometterne il futuro con un’azione che, se vincente, potrebbe aggravare i conti della banca. “La nostra intenzione – ha detto il presidente di Dipendiamo BM – quello è di lottare per salvare Banca Marche e la banca del territorio.” Forlani ha così preso le distanze dall’intervento del presidente dell’associazione iesina, Bruno Stronati, il quale ieri aveva in qualche modo agitato lo spauracchio di ritirare i conti correnti qualora, la soluzione in atto, non tenga conto dei piccoli azionisti.
Tornando alla richiesta di risarcimento, che ha preso anche le mosse oltre che dalle recente sentenza della Banca d’Italia che ha comminato oltre 4 milioni di euro di sanzioni agli ex vertici dell’istituto, anche le ipotesi accusatorie mosse dalla Procura di Ancona e l’analoga iniziativa, messa in campo dai commissari Feliziani e Terrinoni, che alcuni mesi fa inviarono agli ex vertici simili lettere di diffida. I commissari, nella loro comunicazione, avevano espressamente parlato di bilanci falsi fin dal 2006.
La prima iniziativa degli azionisti rappresentati da Corrado Canafoglia, sarà la richiesta alla Camera di Commercio di Ancona di aprire un tavolo ufficiale di conciliazione a cui chiamare tutti coloro che sono stati raggiunti dalla richiesta di risarcimento. “Vediamo chi verrà – ci ha spiegato Canafoglia – e certamente l’opinione pubblica ne verrà messa al corrente”. Le due associazioni, oltretutto, sono intenzionate a costituirsi come parte lesa nell’eventuale processo penale che dovesse aprirsi, in merito alle vicende che hanno contribuito a creare il dissesto dell’istitituto, presso il tribunale di Ancona.
Dopo aver parlato, durante l’incontro avvenuto questa mattina, di “panorama disasostro” e di un dissesto che non ha nulla da invidiare ai casi Parmalat e Monte dei Paschi, i rappresentanti degli azionisti hanno sottolineato la valenza sociale del dissesto Banca Marche, un dissesto che ha colpito non solo gli azionisti ma i dipendenti. Particolare attenzione, dunque, anche alla soluzione che stanno mettendo in campo Feliziani, Terrinoni e Inzitari. Forlani, il quale ci ha parlato di un futuro incontro previsto a breve con i tre commissari, da una parte ha rimarcato come la soluzione, che ovviamente deve essere tesa a salvare la banca, debba tutelare gli azionisti, garantendogli non solo una possibilità di recupero ma anche la possibilità di rientrare in gioco nell’operazione di salvataggio in atto.
E se viene valutata con una certa positività la soluzione ipotizzata, qualche perplessità viene sollevata dalle due associazioni e dall’avvocato Canafoglia sulla cessione dei crediti deteriorati a Fonspa. Oltre a chiedere attenzione sul valore dei crediti ceduti, lo stesso Forlani ha ricordato come cedere quei prestiti potrebbe voler dire, in futuro, far uscire dalle Marche magari ingenti possibilità di recupero. La cessione, lo ricordiamo, riguarda quei crediti più difficili da esigere che verrebbero coperti con la garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, un’operazione di alleggerimento che ha anche lo scopo, riducendo gli impieghi, di abbassare il patrimonio di vigilanza necessario a Banca Marche e, in ultimo, la quantità di capitale fresco (stimato tra gli 800 e i 1000 milioni di euro) che dovrà essere immesso a breve attraverso un aumento di capitale.
Forlani, però, auspica che almeno in parte Banca Marche possa partecipare a quest’operazione di gestione dei crediti deteriorati che dovrebbe andare in capo a Fonspa, l’ex Credito Fondiario il quale, con l’ingresso nel gruppo Tages, si è ricollocato sul mercato come società specializzata per questo tipo di operazioni. “Perché non pensare, a questo proposito, all’utilizzo di Medioleasing – ci ha spiegato Forlani – e in ogni, caso, magari non nell’imminente, il recupero di questi crediti oggi in default potrebbe consentire agli azionisti, se l’istituto partecipasse all’operazione, di riprendere in parte quanto oggi hanno visto andare in fumo.”
Gli azionisti che volessero partecipare all’azione risarciatoria possono contattare le due associazioni.
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Se i piccoli chiedono 30 milioni i grossi quanto chiederanno, ma sono piccoli? Con me sono fortunati non mi devono neanche un centesimo sono povero…come si dice TRE SONGO ‘E POTENTI: ‘O PAPA, ‘O RE E CHI NUN TENE NIENTE.
Traduzione per gli Italiani: Tre sono i potenti: il papa, il re e chi non ha nulla. ?
Tutto giusto, ma qui occorre agire con i sequestri preventivi dei beni di dirigenti ed amministratori, IN FRETTA!!!
Se è quando, dopo i vari lunghi gradi di giudizio, si riuscirà a mettere mano nei conti correnti italioti ed esterofili degli eventuali colpevoli ci si accorgerà che, questi eventuali colpevoli, saranno tutti nullatenenti e/o morti di fame…..
Rileggendo l’articolo nella sua totalità, ho avuto problemi con il telefonino, rilevo un paio di cose, la prima è che azionisti e dipendenti sono due questioni differenti da trattare, i primi sono stati presi in giro dalla governance e dai controllori di Banca Marche e, quindi, vanno risarciti perchè spesso estranei all’attività dell’Istituto, hanno investito i propri denari su delle palesi falsità (tutto super accertato, ma nessuno dei protagonisti ancora in galera). I dipendenti, invece, sono persone che, nell’esercizio delle loro funzioni, corrono il rischio di non essere pagati o di venire licenziati ed usufruiscono del servizio sindacale e della copertura degli ammortizzatori sociali. Spesso, poi, hanno spocchiosamente sostenuto le politiche della Banca ed hanno avuto privilegi che altri lavoratori di pari grado intellettivo, si sono solo sognati.
Per quanto riguarda Medioleasing, posso supporre che la società è ancora più compromessa della Banca Marche, in quanto ha già assorbito parecchia immondizia confezionata dalla Banca medesima. Le prove sono, per esempio, i capannoni mai realizzati del Gruppo Calamante, ma pagati per intero da Medioleasing e, probabilmente, con denari che sono confluiti sulla stessa Banca a copertura di posizioni dubbie dello stesso Gruppo e, ad andare a scavare, di queste operazioni (su immobili) ce ne potrebbero essere diverse.
Non sono neanche fiducioso dell’operazione di salvataggio del gigante Golia ad opera del Davide
05 Settembre 2014
BANCA MARCHE E FONSPA: CHI GARANTISCE PER IL TERRITORIO?
DI MASSIMO GIANANGELI
Jesi –
BANCA MARCHE E FONSPA: CHI GARANTISCE PER IL TERRITORIO?
Esprimiamo forti perplessità e dubbi in merito alle recenti notizie riguardanti presunte soluzioni della annosa “vicenda Banca Marche”, ad opera del “salvator della patria” FONSPA (ex Credito Fondiario, oggi di controllato da Tages Groups). A riguardo, il MoV 5 Stelle presenterà quindi due interpellanze: una in Parlamento, proposta dalla deputata Donatella Agostinelli, ed una in Consiglio Comunale a Jesi dove la Banca ha sede e territorio direttamente interessato agli sviluppi della vicenda, viste anche le circa 5/600 unità lavorative direttamente dipendenti in BM residenti in tale comune ed in quelli vicini.
Poco si è detto sulla gravità delle pesanti sanzioni commisurate da Banca d’ Italia agli ex manager di BM, che per altro dovrebbero presumibilmente essere versate in prima battuta dalla stessa Banca Marche, con possibilità poi di rivalsa sui responsabili. La cifra stabilita per tali sanzioni sarebbe di circa 4 milioni di euro, pari al costo di circa 130 posti di lavoro per un anno.
Ancora meno si è detto della citata operazione di “salvataggio” Fospa-Banca Marche, annunciata guarda caso, proprio nel periodo di ferragosto. A nostro parere è trapelato ben poco, rispetto alla rilevanza che la stessa potrebbe avere per tutto il nostro territorio.
Sembrerebbe che Fonspa voglia rilevare i crediti deteriorati, in incaglio o sofferenza, di Banca Marche, alleggerendo quindi la banca di tale carico, per un valore nominale che risulterebbe di circa 5 miliardi di euro ed un valore al netto degli accantonamenti che parrebbe attorno a circa 3 mld di euro. Ciò permetterebbe l’uscita dal commissariamento di Banca Marche, trasformata così in una sorta di “goodbank” alleggerita dei “crediti tossici”.
Se confermate le notizie stampa, i rischi per Fonspa sarebbero in qualche modo “mitigati” dall’ intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, cioè il consorzio obbligatorio riconosciuto da Banca d’Italia cui aderiscono, fornendo anche le risorse finanziarie necessarie, tutte le banche italiane (ad eccezione di quelle di credito cooperativo) allo scopo di garantire i depositanti delle banche consorziate: in buona sostanza, se Fonspa riuscisse a far rientrare i crediti rilevati per un importo superiore ai circa 3mld con cui pare dovrebbe prenderli in carico, otterrebbe dei guadagni; in caso contrario parrebbe esserci una quota di copertura da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Risulta ad oggi presumibile, poi, che con la prossima ricapitalizzazione di BM per quasi un miliardo di euro, la stessa Fonspa diventerebbe primo azionista della banca, diventandone di fatto “padrona”, mettendo sempre più fuori gioco non solo le fondazioni bancarie che attualmente detengono la maggioranza (CaRis-JESI, CaRi-MACERATA e CaRi-PESARO) ma anche i piccoli azionisti, specie se risultassero fondati i dubbi su possibile azzeramento del valore nominale delle quote (caso TERCAS docet),
Sorgono spontanee molteplici domande: come verrà costruita l’operazione? Quanti crediti verranno effettivamente acquisiti direttamente da Fonspa? Se BM non riesce a far rientrare i crediti deteriorati, come e perché ci dovrebbe riuscire Fonspa? Forse questi crediti, seppur deteriorati, varrebbero in effetti molto più del valore per il quale verrebbero rilevati? Oppure è possibile che Fonspa li possa inserire in qualche fondo o strumento finanziario ad alto rischio da rivendere poi a clienti ed operatori?
Oppure Fonspa potrebbe iniziare a riscuotere le ipoteche, immettendo così un patrimonio enorme nel mercato immobiliare (questione che pare sia stata sollevata persino dallo stesso Governatore Spacca in Consiglio Regionale lo scorso 8 luglio)? Ed in tal caso, con che effetti sul mercato stesso, specie per quel che riguarda il nostro territorio, jesino e regionale? E perché il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi non può garantire direttamente BM anziché girare ad un terzo soggetto le proprie coperture? E’ previsto o prevedibile, prima o poi, un intervento dello Stato o, più in generale, del pubblico, per coprire in qualche modo con soldi dei cittadini i “disastri” passati emersi nella loro gravità in quest’ ultimo anno?
Come già accennato, Fonspa, soggetto esterno ed estraneo al territorio, controllato dal gruppo internazionale TAGES GROUP di Panfilo Tarantelli, ne uscirebbe quasi certamente azionista di maggioranza di BM, con buona pace di Spacca e del PD che da anni si fanno grandi con quella che oggi si configura una “favola della banca del territorio”.
Cosa ne sarà quindi del personale, dei precari storici che da anni lavorano in Banca Marche (circa 180 unità), della rete di filiali, del rapporto con la nostra PMI, fondamentale per l’economia locale? Qual è il piano industriale che ha intenzione di proporre questo nuovo probabile “padrone” della banca? Quali garanzie ha chiesto la politica in tutta questa situazione?
Proprio su questi aspetti, la partnership di Fonspa renderebbe più che legittima qualche preoccupazione: nota è la vicenda che ha visto in difficoltà circa un centinaio delle precedenti 142 unità lavorative proprio nel passaggio da Credito Fondiario a Fonspa e che ha evidenziato una prevedibile attenzione prioritaria del management di TAGES group alle attività della Banca, non certo alle tutele occupazionali (vedere ad esempio qui e qui).
Altrettanto noto è il ruolo di gestione degli “esuberi” cui è stato chiamato l’ attuale presidente dei Fonspa, Piero Gnudi (ex ministro del Governo Monti, ex presidente di IRI ed ENEL, considerato da alcuni una sorta di ministro ombra al MISE del Governo Renzi) con la nomina a commissario dell’ ILVA.
Il silenzio delle Fondazioni bancarie che controllano attualmente BM e soprattutto, della politica, dei sindaci dei territori coinvolti e del presidente Spacca a tal riguardo è assordante.
Con le due interpellanze sopracitate chiederemo in sede istituzionale tutte le possibili delucidazioni ed i possibili chiarimenti sulla vicenda, anche in nome di quella trasparenza sempre decantata da tutti e troppe volte non attuata.
Chiediamo inoltre di conoscere quali garanzie sono state richieste dalla politica e dal Governo per tutelare, oltreché i pur legittimi interessi di banche e cosiddetti imprenditori, anche e soprattutto l’economia del territorio, legata a doppio filo con gli esiti della vertenza BM.
Riteniamo inoltre opportuna una nuova pubblica audizione nella competente Commissione Consiliare a Jesi del Presidente di CaRisJ come già avvenuto negli scorsi mesi.
Jesi, 5 settembre 2014
MoVimento 5 Stelle – Jesi
email: [email protected]
web: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/jesi/
PROVE GENERALI DI RIVOLUZIONE: vedo che la schiera di cinici egoisti si allarga e la minaccia di una fuga dalla banca viene urlata da piu’ persone.Siamo tutti sfascisti o forse vogliamo dopo avere subito angherie,umiliazioni ed ingiustizie di tutti i tipi che vengano finalmente considerati e tutelati i ns diritti?Chi decide le ns sorti deve sapere che questa volta non la passera’ liscia se solo pensera’ di mandarci al macello.Siamo tanti(43000) ,siamo clienti fedeli della banca prima di essere azionisti, ma una cosa e’ rimanere legati alla ns banca un’altra sarebbe farlo per Tages( a proposito ma chi l’ha mai sentita nominare,andate a vedere su internet chi e’ Tages a chi fa capo ed ognuno tragga le sue conclusioni.
riguardo al tentativo di conciliazione tra azionisti e banca psso la camera di commercio,per conoscenze professionali legate alla mia attivita’ sono pronto a scommettere che fallira’.Banca marche non si presentera’ o meglio ancora si presentera’ per poi far redigere la dichiarazione di fallita conciliazione.E con 49,50 euro di spese pagate alla camera di commercio per diritti di segreteria li gioco e’ fatto.
Detto cio’ cosa aspetta la magistratura a mandare in galera alcuni dei miei presunti quanto improbabili ‘ amici’?IIn galera non si inquinano le prove,non si distraggono beni e capitali e pur di uscire torna la memoria
#G Nardino L’ultima rivoluzione nella penisola a forma di stivale e’ avvenuta il 3 Settembre 1943.
La prossima guerra, semmai, portera’ la contro-rivoluzione. Ecco perche’ stiamo diventando sempre piu’ poveri.
Per saperne di piu’, basta leggere “La Fattoria degli Animali” – G Orwell
Buona lettura
DJ
Mi piacerebbe sapere se nel prossimo aumento di capitale ci sarà qualche cretino che abbocca e compra azioni Banca Marche! Svegliatevi! Vi fregano solo soldiiiiiiiiiii
Come posso contattare l’Unione Consumatori o l’avv. Corrado Canafoglia? Grazie
Sarei felice di sbagliare,ma penso che i responsabili del disastro non abbiano avuto la tempra morale di mantenere le loro sostanze,ben consapevoli di tutte le conseguenze della loro gestione della Banca,e che abbiano avuto tutto il tempo,volendo,di far sparire anche la pigna della colla.C’è di mezzo anche la proverbiale lentezza della nostra giustizia,tanto invisa,a ragione,agli investitori stranieri.L’unico valore,secondo me il più alto,del quale è ben difficile liberarsi è la libertà personale,da tirare ora in ballo secondo previsioni legali,non per spirito di vendetta ma per rivalutare il principio di responsabilità,etico prima che giuridico,ridotto ai minimi termini per una grande maggioranza.Secondo me la strada preferibile per tutti è la sopravvivenza e l’auspicabile ripresa della Banca,grazie alle quali si potrebbe e si dovrebbe evitare il temuto azzeramento dei valori azionari ,con possibilità del loro recupero,anche se lento e lungo. Giovanni Bonfili.
@carlo valentini : per partecipare alla class action prima bisogna iscriversi all’ associazione azionisti privati banca marche con sede a jesi, firmare il modulo e sei a posto!!
Ma perche poi il fidt deve garantire 800 milioni a fonspa??? Non li puo’ garantire direttamente a bm?? Chi ci deve guadagnare su questi crediti che dicono deteriorati ma ci immobili in controparte? Qui anche la politica marchigiana si sta giocando la credibilita’!!!
Dajie jo la RIVOLUZIONE a cui mi riferisco e’ molto piu’ semplice ed ovviamente incruenta: in poche parole,un gruppo di pecorono( gli azionisti privati(,me compreso ovviamente)dopo essere stati tosati,ingannati,derisi e presi in giro in assemblea dalla banda bassotti e dal capogregge con il doppiopetto ed il sorriso smagliante,si sono svegliati dal loro lungo letargo,hanno deciso di farsi sentire e far valere i loro sacrosanti diritti,di rendere un pochino piu’ difficile le manovre per scannarli( dopo numerose tosature resta solo di mangiarseli).Questi ex pecoroni,diventati lupetti,come tutti gli ex buoni diventeranno poi cattivi ed useranno tutte le armi che hanno per difendersi.In pratica per i lupi anziani sarebbe stato piu’ facile mangiarsi delle pecore piuttosto che dei cuccioli di lupo.E se poi i lupetti avranno modo e tempo di crescere…cosi’ siamo rimasti in tema di fattoria…
Quotiamo @nardino nel suo primo commento. Sensata la posizione di Forlani: non attaccare la banca ma agire con forza contro chi ha provocato i disastri. Se la conciliazione fallirà, al meno i tizi si tengano impegnati in tribunale per i lunghi anni delle cause italiane. Si eviterà che facciano altri danni altrove o, perché no, di nuovo dalle nostre parti.
@furio e basta
Come detto in altri post,i dipendenti della BDM sono dei poveretti in tutti i sensi.
Uno come lei che usa il termine “spocchiosi” si commenta da solo.
I benefit di cui godono??Il tasso intellettivo??Ammortizzatori sociali??
Un dipendente Banca Marche che viene assunto oggi e’ laureato con minimo 105 all’universita’,guadagna 1.350 euro mensili ha tredicesima e un premio sul badget che se va bene si attesta intorno ai 1.000 euro,lei e’ rimasto a 20/30 anni fa’.
Non ricordo casse integrazioni per il comparto bancario.Parlo perche’ ho un amico che ci lavora e si fa’ il culo.
La guerra e’ sempre tra poveri,un come lei non lo definisco spocchioso ma protagonista,il classico protagonista italiano che parla senza sapere e alimenta queste battaglie.
Guardi Vaccai, che non ci crede nessuno che i dipendenti di Banca Marche sono dei “poveretti in tutti i sensi”. Sono dei dipendenti e, come tali, dovrebbero sapere che possono correre il rischio di non essere pagati o di venire licenziati e, fino a pochi anni fa, erano convinti che questa “possibilità” fosse quasi impraticabile.
Questa convinzione, a volte, ha generato delle conflittualità con aziende di cui sono consulente, proprio per la presunta “intoccabilità” di molti di loro. Non glielo dice un sovradimensionato o uno che le cose non le sa, perché le vivo tutti i giorni.
Di amici che lavorano in BdM ce ne ho tanti anch’io ed hanno la mia totale e sincera solidarietà, ma, ripeto, nella moltitudine di persone che vi lavorano, in passato ho trovato atteggiamenti spocchiosi che non mi sono piaciuti affatto e di cui posso farle un lungo elenco (a partire dai vertici).
Per quanto riguarda i nuovi assunti, giocoforza, è l’esempio meno calzante che poteva fare e spero ne capisca da solo il perché.
Per quanto riguarda il discorso degli ammortizzatori sociali, non ho parlato di cassa integrazione (che al momento non è concessa), ma, per esempio, dei pensionamenti anticipati di cui godono i bancari e a condizioni molto favorevoli, del fatto che la Banca “non possa fallire”, mentre altre aziende, in questo periodo specialmente, lo fanno in tutte le maniere, del fatto che lo Stato (quindi NOI), intervenga a salvare le Banche medesime se in difficoltà, mentre a noi non ci salva nessuno. Queste sono delle differenze evidenti, che le sono sfuggite.
Ah, un ultimo appunto a proposito di povertà, si vada a vedere la differenza che c’è tra poveretto e poveraccio (soprattutto a livello di argomenti).
Cordialità.
@ furio e basta
Il termine che ho usato poveretti e’ solo per dire che i dipendenti non sono la causa del macello BDM .
Poi una banca etica e trasparente e’ difficile che fallisca da questo nasce il luogo comune del dipendente bancario intoccabile.Se lei parla con i vertici e questi sono anche spocchiosi,avra’ trovato il raccomandato di turno,pallone gonfiato e mi dispiace per lei,purtroppo questa e’ la vera carenza della banca che non utilizza la meritocrazia,per i nuovi assunti e’ dal 1999 che il contratto e’ cambiato come le dicevo,e lo stipendio non mi sembra alto 1.350 euro al mese!!(lo prendono 700 persone laureate)Poi per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali o casse integrazioni,di aziende private che ne hanno usufruito in ITALIA ce ne sono talmente tante che ci vorrebbe un dizionario per menzionarle tutte.
In ultimo mi piacerebbe sapere quanto dichiara nella denuncia dei redditi cosi’ da poter capire quanto lei STATO contribuisca a salvare baracca e burattini.(spero che non sia uno dei 10 milioni di abitanti che dichiarano 15.000 eruo lordi annuali),perche’ anche i dipenti di banca contribuiscono………
Sig. Vaccai, il termine poveretti, significa “poveretti”, se non hanno colpe per il dissesto Banca Marche, saranno, al massimo, innocenti.
Per quanto riguarda il fallimento delle banche (parlo di SPA), lei sa meglio di me che esistono banche zombie che sono morte e sepolte e neanche loro lo sanno, ma continuano a lavorare (ergo che la procedura fallimentare non le riguardi).
I vertici sono spocchiosi di natura, poi, a cascata ci sono dipendenti che assumono “atteggiamenti divini”, magari riferendosi ai loro capi, magari perché lo sono di carattere o magari perché tentano di emularli(pensi che, negli anni di boom economico, gli operai di alcune fabbriche facevano i gradassi solo perché il loro titolare aveva cambiato vettura).
Da come è erudito sull’argomento, pare che abbia un parente stretto, recentemente assunto da Banca Marche e che rischia grosso (se così fosse, ha il mio pieno sostegno e le auguro di risolvere positivamente la vicenda).
Da ultimo, le chiedo di fidarsi sulla mia “potenzialità contributiva”, perché ho dato e sto dando e non mi sento un salvatore di nessuno. So solo che quando ho chiesto qualcosa a questo Stato (parliamo di piccoli rimborsi per momentanei impedimenti al lavoro), non ho ricevuto un centesimo.
Ultimissima annotazione, non sono stato io a metterle i pollici versi.