Ricorso infondato. Il Consiglio di Stato ha confermato ieri la sentenza del Tar che annulla l’autorizzazione per la centrale a biogas di Sarrocciano. Stessa sentenza anche per gli impianti di Osimo e Camerata Picena. Sono illegittime quindi le autorizzazioni rilasciate senza la preventiva sottoposizione a screening di Via ed escluse da tale procedura sulla base della sola soglia dimensionale (potenza degli impianti). I primi commenti di soddisfazione sono del Comitato Salute Territorio Corridonia: “Grazie al ricorso del Comune e del Comitato è stata fatta giustizia.
La sentenza n°4730/2014 con la quale il Consiglio di Stato respinge il ricorso della VBIO1 rende l’autorizzazione per la centrale a biogas di Sarrocciano definitivamente nulla. I ricorsi della Provincia di Macerata e della Regione Marche sono stati, invece, ancora una volta uno sperpero inutile di soldi pubblici e ce la metteremo tutta affiché non si perda altro tempo e risorse. La Provincia ora deve rivedere la Via positiva, concessa contro la normativa europea, e la Regione non deve autorizzare tutto di nuovo! Il tempo stringe e le elezioni regionali si avvicinano”
Leggi il dispositivo integrale della sentenza
(g.c.)
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Questa sentenza è la pietra tombale anche per la VIA postuma, recentemente tirata fuori dal cilindro da Spacca e dai suoi sodali nel tentativo di porre rimedio ad un disastro voluto esclusivamente dalla Giunta Regionale ed esclusivamente per favorire corposi interessi privati, ai danni di migliaia di cittadini inermi e destinati (negli errati disegni di lor signori) ad essere assoggettati ad un potere avido ed arrogante.
Al tempo stesso, questa sentenza, con la commistione tra politica ed affari che ha reso palese, dovrà azzerare ogni velleità di ricandidatura di Spacca, protagonista diretto e centrale di una delle vicende più squallide e più vergognose che hanno interessato la Regione Marche ed i marchigiani.
Invece di preoccuparsi di trovare appoggi alla sua terza candidatura, Spacca inizi a cercare qualche buon avvocato per sé e per i suoi fidati assessori (Giannini, Petrini e Donati), visto che tra poco dovrà essere chiamato a rispondere personalmente, in sede civile e dinanzi alla Corte dei Conti, per gli atti illegittimi compiuti dalla Giunta nonostante la pendenza di un ricorso alla Corte Costituzionale, le diffide, gli inviti a sospendere ogni cosa, la giusta e sacrosanta rivolta dei cittadini.