di Marco Ricci
Sono state pubblicate oggi le due diverse relazioni con cui si è chiusa la commissione regionale di inchiesta diretta a esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e eoliche delle Marche. Istituita dal Consiglio regionale lo scorso 23 aprile, presieduta dal tolentinate Francesco Massi, la relazione del presidente è uscita di minoranza, con i soli voti favorevoli dei consiglieri Francesco Acquaroli (Centro destra Marche), Giancarlo D’Anna (Gruppo misto), Elisabetta Foschi (Forza Italia) e Massi (Nuovo centro destra). Ad ottenere più consensi la relazione del consigliere Pd Paolo Perazzoli. che ha invece raccolto cinque voti favorevoli (leggi l’articolo). Una relazione – votata dai consiglieri Pd Perazzoli, Enzo Giancarli, Francesco Comi, Luigi Traversini e dell’Idv Paolo Eusebi – che sembrerebbe appoggiare la “Via postuma” proposta recentemente dalla Giunta Regionale e bocciata invece non solo dalla relazione di minoranza ma anche recentemente dal Pd maceratese.
Prima di entrare nel dettaglio delle relazioni è forse utile riportare uno dei passaggi conclusivi, comune ad entrambi i testi, che forse riassume bene l’imbuto in cui si è infilata la regione e il livello di scontro che è stato raggiunto con i cittadini, i sindaci, i comitati ma anche con le imprese. “In conclusione – si legge nei due testi – la Regione Marche, in questa vicenda degli impianti della Green Economy ha scritto e vissuto una pagina amara della propria storia. Percepita lontana e indifferente rispetto alla tutela dei vari interessi in gioco. Una inerzia che è sembrata essere una accondiscendenza verso una sola parte, ma oggi anche quella parte si schiera contro la Regione, minacciando azioni di risarcimento danni esattamente come tale azione di risarcimento danni è minacciata dai Comitati o dai Comuni”.
Limitandoci alle vicende del biogas, le relazioni hanno molti passaggi in comune, non solo dove si identificano le responsabilità degli uffici. Così è ad esempio quando si critica la mancanza di confronto con i territori (“è probabile che la Giunta Regionale abbia, in qualche modo, pensato di avere una sorta di delega in bianco per gestire il settore Biogas e Biomasse senza perdere tempo in dialogo e confronto con la Comunità”. O quando si parla del “blitz” dell’assessore Petrini da cui partì “la corsa all’investimento e all’incentivo […] L’Assessore Petrini presentò l’emendamento per innalzare la soglia per le procedure Via da 250KW a 1MW nella legge di assestamento al bilancio 2011 senza che ne sapesse nulla anche la IV° Commissione”. E di nuovo quando si censura – in maniera leggermente diversa nei due testi – la giunta e l’assessore Giannini che rilasciò agli uffici una lettera in cui si invitava in qualche modo a non tener conto di quanto assunto all’unanimità dal consiglio regionale (“la spinta temporale di rilasciare le autorizzazioni alle imprese al fine di consentire ad esse di accedere agli incentivi più vantaggiosi entro il 31.12.2012 non giustifica una indiscriminata delega in bianco al servizio, né la lettera che la Giunta ha inviato, a giugno 2012, al Dirigente regionale competente esortandolo a prescindere dai rilievi espressi dal Consiglio Regionale”).
Allo stesso modo entrambe le relazioni riportano una frase dell’ingegner Calvarese, all’epoca responsabile del procedimento ed oggi sotto indagine assieme ad altre dodici persone: “gli organi politici mi dicevano di accelerare le procedure per raggiungere gli obbiettivi prefissati di produzioni di energia e oggi mi trovo indagato per avere accelerato le pratiche e le relative procedure”. Ed entrambe sottolineano l’entrata in campo di imprenditori affermati: “L’esperienza politica ci dice che quando in un settore economico diventano operativi imprenditori grandi e famosi, il cittadino ha sempre la percezione che il potere politico possa essere, in qualche modo influenzato e condizionato nelle linee e nei programmi. Proprio per questo l’azione della Giunta doveva essere, quantomeno, più paziente, aperta al confronto, rassicurante”. Ma ancora più netta, nelle due relazioni, è la censura per la mancata individuazione iniziale delle aree idonee e non idonee alle centrali, “come se quanto avvenuto per il fotovoltaico non avesse insegnato nulla”.
I due testi però presentano anche molte differenze e non di poco conto, in particolare per quanto riguarda le responsabilità politiche e le proposte su come risolvere la situazione. In modo molto più incisivo, sin dai primi paragrafi, la relazione Massi punta il dito sulle responsabilità della politica, pur rilevando grandi responsabilità degli uffici e censurandone in più di un punto l’operato. Le conclusioni della relazione Perazzoli sono ancora più severe con gli uffici, quasi che su di essi sembrerebbero venir scaricate quasi tutte le responsabilità.
Per certi versi sorprendenti sono le conclusioni della relazione di maggioranza redatta da un consigliere Pd e votata dai consiglieri Pd che – proprio ieri – avevano espresso critiche alla proposta della Giunta regionale sulla Via postuma. Dopo infatti l’invito ad operare “una chirurgica asportazione degli impianti o parte di essi che, verificati anche con procedure ex post, non risultino conformi ai parametri di sicurezza e salubrità della popolazione circostante”, nel testo della maggioranza si legge che “l’adozione del principio ambientale di precauzione suggerisce che a tutti gli impianti sia applicata la procedure di VIA sia essa preventiva o postuma (valutazione ex ante ed ex post)”. La relazione di minoranza era invece molto più drastica e, per certi versi, più chiara. Più chiara anche sul futuro di quegli impianti le cui autorizzazioni sono state annullate dai tribunali amministrativi e che, secondo la relazione Massi, “debbono essere chiusi e con la rapida procedura di spegnimento coordinato con l’Arpam”. Inoltre, in questo testo, si invita alla revoca in autotutela delle autorizzazioni uniche rilasciate senza espletamento della Via e al procedersi “in caso di lavori e/o attività iniziati alla immediata sospensione dei medesimi”. Dunque la bocciatura alla proposta di Via postuma, “poichè la stessa potrebbe configgere nuovamente con la disciplina comunitaria e con il D.Lgs. 152/2006, determinando ulteriore contenzioso”, ventilando il problema dell’incostituzionalità.
Leggendo tra le righe, seppure in modo diversamente sfumato nei due testi, la Regione esce piuttosto male da questa vicenda. Sia dal punto di vista politico che da quello amministrativo. “Mi sarei aspettato – ci ha dichiarato il presidente della commissione d’indagine Massi – un diverso atteggiamento della Giunta in questi ultimi giorni, anche perché il contenzioso viene dal basso, da sindaci non solo dell’opposizione ma di ogni colore politico. Ora non si può dare la colpa solo ai tecnici”, qui Massi è entrato nelle conclusioni della relazione di maggioranza, “perché non ci si è fermati quando bisognava farlo. Ora la proposta della giunta creerà altri contenziosi e se la maggioranza pare essersi fermata, gli input che riceve sono diversi. Credo in ogni caso, vista la situazione, che nessuna legge regionale sia in grado di risolvere la situazione e forse sarà necessario un intervento dello Stato”.
Il testo completo delle due relazioni nel sito della Regione Marche.
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Se non fosse vero sarebbe da farci un film. Le conclusioni dell’unica Commissione sul Biogas, Presieduta dal consigliere NCD, Massi ha concluso i lavori iniziati nell’aprile dello scorso anno, con due relazioni; una a maggioranza della MAGGIORANZA DI SPACCA (5 componenti,compreso COMI) ed una di minoranza della minoranza (4 compreso Massi) .Risultato ! Una volta si diceva che SI è approvata a maggioranza ,la relazione della MAGGIORANZA.
Da Erminio Marinelli, consigliere regionale “Per le Marche”:
“Il PD regionale deve prendere atto del cambio di rotta che fa onore al PD maceratese sulla questione biogas. I conti a livello politico sono chiari e vanno fatti. La Lambertucci insieme ai Sindaci sta smentendo lo scempio causato dalla “green economy alla Spacca” e un assessore maceratese come la Giannini non può restare in silenzio: o fa ritirare la proposta di legge sanatoria oppure trae le conseguenze del suo operato e da le dimissioni in quanto non rappresenta più il territorio e il suo partito ma solo la difesa propria e di Spacca. Al presidente Spacca, il quale nel corso dell’anno ha più volte manifestato arroganza nei confronti dei Comitati e dei Sindaci, faccio un invito: ponga la fiducia anche sull’approvazione di questa legge e vediamo cosa succede in Assemblea. Ne ha il coraggio? I segnali non sono confortanti né per la Legge sanatoria né per il suo fautore Spacca che su questo terreno potrebbe lasciare definitivamente le sue ambizioni di una terza candidatura. Infine manifesto la mia solidarietà all’amico Francesco Massi che ha portato avanti con equilibrio i lavori della Commissione d’inchiesta resistendo in questi mesi a fare dichiarazioni pubbliche sul biogas per non falsare i risultati dei lavori. Oggi il PD regionale (al contrario del maceratese) ha deciso di annacquare la relazione finale della commissione e la colpa è anche di Francesco Comi, candidato maceratese alla direzione regionale del partito. In fondo cosa si può pretendere quando si chiede al controllore di essere controllato?”
Il PD regionale continua a tutelare sé stesso, Comi al solito è una canna al vento (non è il candidato regionale adatto). Teresa, che ne pensi?
La VIA postuma, e quindi la proposta di legge in sanatoria della Giunta Regionale, non si può fare e si pone in contrasto tanto con le norme nazionali, quanto con quelle comunitarie, oltre ovviamente alla Costituzione e alla molteplice giurisprudenza in essere. Questo lo sa bene il Presidente Spacca e lo ha sempre saputo, tant’è che è andato a chiedere al Ministero dell’ambiente e al Governo, per il tramite della Conferenza Stato Regioni, che si sono guardati bene dall’accontentarlo, di fargli una legge “ad personam” o meglio “ad impiantum” che gli consentisse di fare una VIA postuma e sanare il tutto, come lo si evince chiaramente da quanto è possibile leggere nella relazione della Commissione d’inchiesta a firma del Presidente di cui riporto uno stralcio delle conclusioni al punto 7: “…Ciò è confermato dalla circostanza che lo stesso Presidente Spacca ha richiesto alla Conferenza Stato Regioni e al Ministero dell’Ambiente una norma statale e regionale che disciplini e permetta subito la procedura di V.I.A. ex post. Ebbene, quand’anche la richiesta del Presidente dovesse essere assecondata, si riproporrebbe, con grande probabilità, il problema dell’incostituzionalità di siffatta disciplina per contrasto con la direttiva comunitaria 2011/92/UE, immediatamente vincolante per gli Stati membri.”
Se la VIA postuma fosse possibile a cosa serviva andare a chiedere al Ministero e al Governo affinchè facessero una legge che permettesse di fare la VIA postuma?
Alcune considerazioni: la commissione di inchiesta consiliare è stata istituita diversi mesi fa, ben prima che il PD provinciale di Macerata assumesse la posizione di venerdi scorso sulla pdl relativa all’assoggettabilità a VIA postuma per gli impianti già autorizzati. Gli stessi verbali (di duplice orientamento) erano noti già la settimana scorsa, quindi sempre antecedenti. Tuttavia, non penso che il testo votato dai consiglieri del PD (Comi incluso) sia contrastante con quanto deliberato dal PD provinciale che ha chiesto alla Regione e ai suoi rappresentanti di aprire una fase di concertazione con i territori e una fase di approfondimento giuridico sulla legittimità del testo che prevede l’assoggettabilità a VIA degli impianti già autorizzati sulla base non della legge attuale ma di quella previgente. Il PD non ha – e non poteva evidentemente farlo – espresso giudizi sulla costituzionalità della norma o sulla fondatezza giuridica delle motivazioni, lasciando queste valutazioni alla fase di approfondimento. Il PD ha – e questo lo rivendico con forza – deciso di restituire voce ai territori e ai cittadini prima di decidere su un tema così sentito. Gli atti di accusa, qualora ci fossero i presupposti, è bene lasciarli alle Procure e agli organi giudicanti, per i quali la sottoscritta nutre sincero e profondo rispetto. Quanto alla politica, contemporaneamente al deposito delle relazioni da parte della commissione consiliare, la maggioranza consiliare ha deciso di aprire quella fase articolata di approfondimento tecnico, giuridico e di farlo concertatamente con i sindaci, in perfetta e assoluta coerenza a quanto deciso venerdi scorso in direzione provinciale. Pertanto, da parte mia, al momento nessun imbarazzo ma un sincero apprezzamento a chi ha rappresentato la posizione politica alla riunione di maggioranza regionale.
La candidatura di Comi alla segreteria regionale del PD sin dall’inizio non mi ha convinto e l’ho considerata un passo falso di Mario Morgoni e della nuova dirigenza provinciale, se non altro perchè tale scelta è frutto di un accordo fra le correnti renziane della prima e della seconda ora e l’area dem, accordo di vertice fatto a tavolino, che è la negazione del nuovo modo di fare politica di Matteo Renzi.
Oltre tutto, Comi, approdato all’area renziana all’ultimo giro, non rappresenta certo il nuovo, nonostante la giovane età, e comunque in più occasioni ha manifestato metodi arroganti (due anni fa non si degnò nemmeno di rispondere ad una lettera mia e dell’Associazione La Rondinella di Corridonia, che chiedevamo un incontro con la Commissone Regionale Sanità per parlare di droga e dipendenze varie in una regione che è al primo posto in Europa per tasso di mortalità da sostanze stupefacenti), scarsa presa nell’opinione pubblica persino nella sua città, cioè a Tolentino (vedi le ultime elezioni comunali, perse in maniera pesante) e notevoli incertezze nell’azione politica (emblematica la mozione sul biogas da lui presentata nei mesi scorsi, senza poi presentarsi in aula a votarla, così contribuendo in maniera decisiva ad affossarla con la fantomatica e ridicola storiella del suo “rapimento” da parte di Spacca).
Oggi ritroviamo Comi che nel Direttivo Prov.le dice no alla VIA postuma per il biogas e attacca la gestione politica della vicenda effettuata dalla Giunta Regionale, mentre due giorni dopo in Regione, nella Commissione d’inchiesta presieduta da Massi, scarica la maggior parte della responsabilità delle oscenità accadute sui funzionari regionali e in qualche modo, appaiandosi alla Giannini, legittima la VIA postuma per salvare gli impianti del biogas speculativo.
Due cose per finire: a) i cittadini e gli enti locali che stanno lottando contro il biogas speculativo si meritano altri rappresentanti in Regione; b) sinceramente la candidatura di Comi alla segreteria regionale del PD fa acqua da tutte le parti, a partire dalla conferenza stampa di presentazione, laddove tutte le affermazioni fatte da Comi potevano essere tranquillamente rivoltate contro di lui.
Le relazioni delle “due” commissioni d’inchiesta si concludono con un nulla di fatto. Relazioni scialbe e annacquate che non prendono in considerazione il reale problema della gestione di questo scandalo. La relazione della minoranza che strizza un occhio ai prenditori del biogas ed usata come mezzo per dare addosso al PD e a Spacca (giustamente) e la relazione della maggioranza che strizza un occhio e porge la guancia ai prenditori del biogas e si scaglia contro i burocrati regionali salvando quello che si deve salvare: le poltrone dei consiglieri, assessori e Spacca! Insomma una vera presa dei fondelli. Resta comunque il fatto che si naviga a vista, senza alcuna certezza…nemmeno quella del diritto. La centrale di Corridonia continua a funzionare nonostante la sentenza del TAR che ne ha decretato la nullità della autorizzazione concessa della regione, intimando lo spegnimento. Non solo la centrale non è stata spenta, ma nessuno si prende la briga di farla spegnere. Quando un coraggioso (si chiamano così coloro che rispettano la legge) farà rispettare le sentenze, fregandosene delle minacce (senza alcun fondamento) di ritorsioni e risarcimenti ad opera di qualche bravo di Don Abbondio?
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@Luca Sparapani:
i bravi erano scagnozzi di Don Rodrigo, non di Don Abbondio. Quest’ultimo fu impaurito dai bravi.
Se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare, direbbe il Manzoni
COMI COERENZA ZERO!!!!!!
YES MAN DI SPACCA!!!!
Le Regioni e i Comuni prima autorizzano e poi revocano, prima di autorizzare hanno pensato a pensare?
Il sindaco di Loro Piceno che dice?
Silenzio?
La uno la due o la tre?? salvate il soldato Spacca
@ filosofo: ha perfettamente ragione, chiedo venia! un errore imperdonabile