di Marco Ricci
Il testo del decreto agricoltura-ambiente, licenziato dal Governo Renzi e controfirmato dal Presidente della Repubblica, e che contiene – come avevamo anticipato alcuni giorni fa (leggi l’articolo) sulla base delle bozze in circolazione – la possibilità di ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale postuma per qugli impianti, tra cui quelli a biogas, per cui la procedura era stata esclusa al momento dell’autorizzazione, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è da ieri a tutti gli effetti in vigore. Il decreto legge consentirà la prosecuzione dell’attività anche per gli impianti a biogas sprovvisti di Via, questo fino all’ottenimento dell’atto definitivo da parte della Regione Marche. Rispetto alle versioni preliminari, il testo definitivo pone però un tetto di sei mesi all’operatività degli impianti privi di valutazione di impatto ambientale.
“Nei casi in cui debbano essere sottoposti a verifica di assoggettabilità postuma – si legge al comma 4 dell’articolo 15 del decreto 91 del 24 giugno – anche a seguito di annullamento dell’autorizzazione in sede giurisdizionale, impianti già autorizzati e in esercizio per i quali tale procedura era stata a suo tempo ritenuta esclusa sulla base delle soglie individuate nell’Allegato IV alla parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e nella legislazione regionale di attuazione la procedura di verifica di assoggettabilità è svolta a norma dell’articolo 6, comma 7, lettera c), del predetto decreto legislativo, ferma restando la prosecuzione dell’attività fino all’adozione dell’atto definitivo da parte dell’autorità competente e, comunque non oltre il termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.”
L’impianto a biogas di Loro Piceno
La nuova legge, stando a una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato la Via postuma in constrasto con la “consolidata giurisprudenza europea”, rischia però di portare a nuovi ricorsi. Al momento è comunque una vera e propria ciambella di salvataggio non solo per le Marche ma anche per le altre Regioni che avevano autorizzato impianti per la produzione di energia senza sottoporli a Via. Il pasticcio per le Marche nacque con l’inserimento in un testo di legge che aveva ben poco a che fare con l’ambiente (“Assestamento di Bilancio 2011”) di un articolo che andava ad escludere la Via per gli impianti di potenza inferiore al megawatt. Successivamente, a marzo 2012, la materia venne disciplinata dalla Regione con l’ormai famosa legge 3, legge poi finita sotto la lente della corte costituzionale su ricorso del Governo Monti, lo stesso Governo che impugnò le nomine di una decina di dirigenti regionali. Prudenza avrebbe voluto che la Regione Marche, così come richiesto dal Consiglio Regionale, sospendesse le procedure autorizzative in attesa del pronunciamento della Consulta. Ma la Giunta non solo tirò dritto nelle proprie intenzioni ma, attraverso l’assessorato all’Industria, chiese agli uffici di ignorare l’invito del Consiglio. Questo finché la Corte Costituzionale non bocciò definitivamente buona parte della legge 3/2012.
Nel frattempo sono fioccati (e fioccano ancora) i ricorsi ai tribunali amministrativi, sia da parte dei sindaci e dei comitati che si battono contro le centrali, sia da parte degli imprenditori che hanno investito nel biogas e che non possono certo dirsi soddisfatti. Molti degli impianti realizzati secondo le norme regionali sono infatti divenuti illegittimi e sulla Regione pende adesso il rischio di ricorsi milionari. La Giunta, a fino 2013, aveva cercato una via d’uscita dal vicolo cieco in cui si era infilata. E lo aveva fatto tentando di introdurre la Valutazione di Impatto Ambientale postuma per quegli impianti che ne sono sprovvisti. Particolare non di poco conto, la proposta prevedeva che l’autorizzazione fosse concessa con le norme in vigore al momento dell’ottenimento dell’autorizzazione. La Regione, nel frattempo, ha infatti individuato quali aree risultino idonee agli impianti a biogas e quali no. Un provvedimento tardivo questo – come se l’esperienza del fotovoltaico non avesse insegnato niente – e che ha portato a un evidente cortocircuito, con le Marche che hanno autorizzato impianti su aree che essa stessa ha poi ritenuto inidonee. La proposta della Giunta fu comunque letteralmente sommersa da una salva di fischi, tra cui anche quelli del Partito Democratico. E così, della proposta Spacca-Giannini-Malaspina, non se ne fece più niente.
Adesso arriva il turno del Governo Renzi con una norma in parte comprensibile e in parte criticabile che, oltre a permettere l’attività di impianti al momento privi di autorizzazione ambientale, lascia un punto in sospeso. Quale normativa, al momento della nuova procedura di Via, dovranno utilizzare le Regioni? Quella attuale, che nelle Marche individua le aree idonee alle centrali a biogas, o quella precedente che non prevedeva la zonizzazione? Un particolare non di poco conto questo, considerato come molti impianti si trovano su aree oggi definite non idonee. In un caso o nell’altro, non è difficile essere profeti, fiocheranno ricorsi, o da parte dei sindaci e dei comitati o da parte degli imprenditori.
FOTOVOLTAICO – In una regione con il più alto rapporto tra potenza prodotta da impianti fotovoltaici e dimensioni del territorio, stanno sollevando tra gli imprenditori marchigiani più di un malumore alcuni articoli di legge presenti questa volta nel provvedimento in materia di sviluppo economico licenziato dal Governo Renzi il 13 giugno. Il testo prevede un ridimensionamento dei contributi concessi per vent’anni a chi realizzò gli impianti fotovoltaici. Il sistema incentivante in vigore garantiva l’acquisto dell’energia prodotta da parte del Gestore dei Servizi elettrici a tariffa concordata, con un aggravio nelle bollette pagate dai cittadini che spesso ha fatto discutere. Il decreto approvato dal Governo propone due possibilità ai produttori di energia da impianti fotovoltaici con potenza superiore ai 200Kw. Nella prima ipotesi la tariffa incentivante verrebbe “rimodulata”, cioè ridotta, dal 1 gennaio 2015, con l’applicazione di un fattore di riduzione crescente in base alla durata del periodo residuo ed erogata per un periodo di 24 anni (anziché i 20 anni oggi previsti). Nella seconda ipotesi prevista, i titolari possono optare per un riduzione del 10% dell’incentivo oggi riconosciuto, anche in questo caso con decorrenza 1 gennaio 2015. Secondo un parere dello studio legale Onida di Milano, la nuova norma sarebbe però incostituzionale in quanto “peggiorativa” della precedente. Il parere, che riporta tra l’altro diverse sentenze della Corte Costituzionale a favore dell’interpretazione negativa della nuova norma, sarebbe stato inviato al Presidente della Repubblica. La rimodulazione dei contributi potrebbe evidentemente creare problemi a chi in Regione ha realizzato gli impianti, facendo saltare il conto economico. Il Governo, probabilmente consapevole di questo, ha previsto delle modalità agevolate di accesso al credito per far fronte ai mutui contratti con le banche. Stando ai dati riportati dal Gestore, ad aprile 2014 nelle Marche gli impianti superiori ai 200Kw di potenza e interessati alla nuova normativa sarebbero oltre 1000 su un totale di 32.000. Rimanendo alla sola provincia di Macerata, dove la produzione totale è pari a 300 Mw, gli impianti interessati sarebbero circa 240.
MERLONI CHI? – Il governo ha nei giorni scorsi indicato Francesco Merloni come uno dei commissari che dovrà affiancare Raffaele Cantone alla guida dell’Autorità Anticorruzione (Anca). Alcune testate nazionali hanno pensato all’imprenditore marchigano. E invece no. Il Merloni di cui si parla non è l’ex ministro bensì un professore universitario già estensore di diverse proposte per contenere e combattere i fenomeni corruttivi.
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Il link al decreto legge 91 del 24 giugno 2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale
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Per fortuna che Renzi proprio in questi giorni ha dichiarato che è ora di finirla con gli inciuci e con le pastette! Se questo è il nuovo corso di Matteo, se questo è il “cambiare verso”, penso veramente che, nonostante il 41%, fosse concettualmente più onesta la vecchia Democrazia Cristiana da tanti (me compreso) a suo tempo così criticata.
La legittimazione della VIA postuma, fortemente voluta da Spacca e dal PD marchigiano, è una vergogna, uno schifo, uno schiaffo in faccia ai giudici amministrativi che hanno sentenziato in senso contrario e soprattutto ai cittadini ed ai comitati, appoggiati in diversi Comuni proprio dal PD e spesso governati dal centrosinistra, che si sono battuti negli ultimi due anni contro una speculazione decisa a tavolino da pseudoimprenditori appoggiati in tutto e per tutto dai vertici regionali. Una speculazione decisa a scapito di cittadini inermi, costretti a subire tutte le conseguenze negative di una manovra di pura speculazione per l’altrui arricchimento.
Sono curioso ora di sentire cosa avranno da dire Teresa Lambertucci, Mario Morgoni e Francesco Comi, nonchè i vari Sindaci di area PD, che, a parole, si sono sempre pronunziati contro la VIA postuma. E mi piacerebbe anche sapere cosa faranno, in sede di discussione in parlamento per la conversione del decreto legge, i nostri parlamentari Mario Morgoni e Irene Manzi.
In ogni caso la questione non finisce qui, perché la Corte Costituzionale sarà alla prima occasione utile chiamata di nuovo a pronunziarsi sulla legittimità di un atto legislativo del parlamento italiano che, proprio alla vigilia della presidenza italiana dell’Unione Europea, consapevolmente va contro le direttive europee in materia ambientale.
La legge non è uguale per tutti. Se ti chiami Pisaresi, Mirloni, Tinoni o Lizzarini ci sarà sempre un Renzi o uno Spacca di turno che farà una leggina per te. La mia amarezza è immensa, non esiste giustizi in Italia, esiste solo la legge del più forte, del più mafioso, del più corrotto o del più massone. Questo è il nuovo PD, il nuovo corso tanto voluto dagli italiani. Questo ci meritiamo noi popoli di serie b. Questo è quello che riescono a fare i nostri deputati PD, MANZI e MORGONI in primis. Su Petrini meglio non esprimersi. È evidente che i soldi sono arrivati anche a Roma e non si sono fermati solo ad Ancona
Di certo Ronzi e Spicca, visti in zona Morrovalle per una cenetta a tre, non erano li per caso, ne tantomeno per visitare il santuario di San Gabriele, guarda caso proprio li vicino ce né un altro di santuario. P.S. questo avveniva a distanza di alcuni giorni dall’incoronazione del MESSIA………accipicchia che tempismo ma soprattutto che riforma!!!!
Renzi è un Berlusconi in formato ridotto. Chiacchiera, chiacchiera,… ma poi fa gli affari dei soliti potenti. Compagni, c’è un detto popolano: “Se ha la vocca, allora magna”. Lui forse no. Ma è un Dux… che comanda tutto e ha in mano tutto… non ha bisogno de magnà. Ma tutti quelli che sono corsi in soccorso del Dux vincitore, la vocca ce l’hanno o vonno magnà.” Buon appetito… alla faccia di Balotelli, che è negro e guai a chi ce lo tocca.
L’idea di energia a basso costo e a basso impatto ambientale è una blasfemia in questo paese…..
«… siete un popolo a metà tra orrore e foklore. Siete proprio abituati alle vostre schifezze. Ogni volta noi pensiamo che voi italiani finalmente avete toccato il fondo, e invece no! State lì che scavate. Scavate. Scavate. E andate ancora più giù. Più giù. Raschiate.»
(da https://www.youtube.com/watch?v=jDdDlYjNrdo)
L’avv. Bommarito ha posto dei quesiti a determinate persone, penso che il loro assordante silenzio sia una risposta piuttosto eloquente! Quanto fatto dal governo è degno del peggior regime totalitario, poichè non vi può essere democrazia se non vengono tutelati e riconosciuti dai governi di un nazione diritti fondamentali quali il diritto di uguaglianza dinanzi alla legge, di imparzialità delle istituzioni e sopratutto il diritto di avere un giusto e imparziale processo, anche di carattere amministrativo. Questa brutta vicenda proietta delle lunghe e tenebrose ombre del passato sull’intera nazione.