di Marco Ricci
Viridis Energia, la società operante nelle energie alternative e che possiede le quote degli impianti a biogas di Corridonia e Loro Piceno, hanno inviato una lettera aperta al senatore Pd, Mario Morgoni, l’esponente provinciale che più di altri si è mosso perché dal decreto competitività – licenziato in prima battuta dal governo e poi modificato durante il passaggio parlamentare – sparisse la cosiddetta Via Postuma. La lettera – inviata per conoscenza a Matteo Renzi e alla responsabile nazionale Pd per l’ambiente, Chiara Braga – porta le firma dell’ad di Viridis, Claudio Gigli, e del presidente Paolo Pesaresi. Pesaresi, lo ricordiamo, è entrato nel fascicolo d’indagine aperto sulla questione biogas dalla Procura di Ancona senza che gli siano stati però contestati i pesanti addebiti di corruzione e di truffa ai danni dello Stato rivolti ad altri indagati (leggi l’articolo), ma con addebiti legati più che altro ad eventuali violazioni di carattere amministrativo e ambientale su cui Pesaresi ha già dato la propria versione (leggi l’articolo)
La Viridis, prima di chiedere al senatore Morgoni un pubblico confronto televisivo costruttivo per comprendere quale sia la possibile via d’uscita per salvaguardare i “legittimi investimenti” della società, sottolinea come la soluzione trovata in origine dal Governo Renzi “andava ad individuare una soluzione razionale ed equilibrata, un atto legislativo del fare, un segnale di concreta speranza che, senza inutili e controproducenti scorciatoie, avrebbe potuto dipanare una intricata giungla burocratico-legale in cui vivono e si alimentano i Comitati del No a prescindere, quei soggetti che con il loro insensato ostruzionismo vogliono bloccare ogni forma di sviluppo e cambiamento di questo Paese.”
La Viridis ripercorre dal proprio punto di vista l’intera vicenda e parlando di “straordinaria, o meglio, di italiana follia”, partendo dall’abrogazione da parte della consulta della legge regionale 3/12, una legge con soglie “17 volte più severe e cautelative” rispetto alla normativa nazionale. “Come è possibile che a Cattolica si possa oggi realizzare legittimamente un impianto biogas da 50MWt senza screening di Valutazione di Impatto Ambientale e se invece a Gabicce se ne è costruito uno di soli 3MWe questo debba vedere annullata la sua autorizzazione e mandati i bulldozer a demolire tutto?”
Dopo aver parlato del “falso ambientalismo dei Comitati del no a prescindere” i quali, secondo la società, avrebbero fatto “terrorismo ambientale su tutto il territorio regionale, facendo leva sui comprensibili ma ingiustificati timori della popolazione, con il silenzio o peggio la collaborazione di certa classe politica interessata a cavalcare movimenti pretestuosi per guadagnare consenso elettorale”, la Viridis afferma in sostanza di essersi trovata, insieme ad altre società, immersa nelle sabbie mobili burocratiche e domanda al senatore Morgoni “su quale ipotesi tecnico-legislativa sta alternativamente lavorando” per risolvere la situazione. “Questa è la domanda che, insieme a noi, le pongono Giordano, Luigi, Johnny, Matteo e tutte le altre 60 persone che ogni giorno si svegliano e vanno a lavorare con passione, responsabilità e professionalità per produrre energia rinnovabile nei nostri impianti biogas.”
Pesaresi e Gigli, concludono poi prendendo di mira la campagna mediatica di diffamazione che sarebbe stata condotta nei confronti delle società del gruppo e dei suoi amministratori. “Si è cercato, maldestramente, di accomunarci a certi fenomeni corruttivi al momento soltanto ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Ancona ed a carico di altri soggetti – si legge nella lettera – E’ già stato dato mandato ai nostri legali di querelare tutti i soggetti che hanno diffamato le nostre Società ed i suoi rappresentanti e di richiedere di essere immediatamente interrogati dai Pubblici Ministeri. Crediamo fermamente nella Giustizia ma troviamo poco commendevole la sua strumentalizzazione mediatica finalizzata ad influenzare gli organi legislativi in questo momento chiave di conversione in legge del Decreto competitività. Ci auguriamo che la sola conclusione di indagini preliminari non diventi una pretestuosa argomentazione e giustificazione per non trovare una soluzione ad un problema reale che ha colpito aziende serie che fanno della legalità un principio fondante del proprio agire”.
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Cari signori,
il problema è politico. Non si possono fare scelte così importanti in tema ambientale, che interessano il territorio e la popolazione che su di esso vive, lavora, investe e soprattutto respira, senza averlo coinvolto!!! ARPAM, ASUR perchè non debbono dare la loro valutazione preventiva, per opere così importanti e delicate?
Perchè fare centreli da 999kw, come i cocomeri che un tempo vedevamo vendere a “69 lire 1/2 kg”, ingannando visivamente chi doveva acquistare?
Perchè non farle più piccole ed alimentarle con scarti locali, come in Trentino?
Perchè farle arrivare con autobotti, da chi sa dove e senza controllo?
Voi investite sì, per contro il popolo vuole investire in salute.
Il problema è che le aziende del biogas sono andate avanti nell’iter procedimentale pur sapendo che la legge n. 3/2012 era sotto impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale, accettando così i rischi dell’eventuale pronunzia di incostituzionalità, che poi è arrivata.
Esse avrebbero potuto cautelativamente sottoporsi a VIA preventiva, ma se ne sono ben guardate, perché, confidando negli accordi politici sottesi con i vertici della Regione Marche, avevano fretta di arrivare in tempo utile alle incentivazioni economiche.
A mio avviso le richieste risarcitorie, presentate a puro titolo intimidatorio e per supportare il tentativo di ottenere un’assurda VIA postuma (palese contraddizione in termini), dovranno tenere conto di ciò, come dovranno tenere conto delle implicazioni e delle future risultanze del procedimento penale in corso.
Se poi, alla fine, le richieste risarcitorie risultassero fondate, ci sarà la responsabilità risarcitoria del Presidente e dei componenti della Giunta Regionale che, nonostante gli inviti e le mozioni a sospendere tutto in attesa della pronunzia della Corte Costituzionale, hanno preteso di andare comunque avanti.
Aggiungo che, a fronte di tutto ciò, i veri soggetti danneggiati sono i Comuni che hanno dovuto sopportare tali impianti, ad oggi del tutto illegittimi e da demolire, nel loro territorio ed i cittadini che hanno dovuto subirne le conseguenze in termini di ambiente e vivibilità.
Premetto che ne capisco veramente poco, però una cosa la so e chiedo a Voi che avendo un’azienda non potete non essere esperti in materia:
a Zurigo, praticamente quasi al centro della città, esiste una centrale a biogas che per sapere che c’è bisogna leggere i cartelli. Da noi le centrali a biogas più che vedersi si sentono.
Da che dipende?
Facce da bronzi di Riace?
A me piacerebbe sapere chi fa i controlli. Non è che tutto si risolve in autocertificazioni?
Se siamo a questo punto la colpa è dell’arroganza della Giunta Regionale Spacca. Per fortuna che i vari comitati hanno lottato, insieme poi ai Comuni. Altrimenti, avremmo avuto la solita finale all’italiana che genera mugugni, ma nulla più.
Per evitare il Far West e lo sfascio generale dobbiamo sostenere la Magistratura, le Forze dell’Ordine e di Controllo, come pure le Forze Armate rinnovate, in previsione queste della instabilità che entro venti anni avremo per i problemi con i Musulmani e gli Africani immigrati.
Mi piace dare un riconoscimento al Senatore Morgoni per la sua battaglia, quasi solitaria. Auguro che la Casta politica ritorni ad essere la Classe politica della mia giovinezza. Altrimenti, i cittadini si rivolgeranno altrove… Non tanto a M5S, quanto ad una Destra incisiva che non sia scendiletto di Berlusconi, come Fratelli d’Italia e Lega.
Alla mia domanda anziché una risposta ho ricevuto 2 “MENO”. Così date ragione a chi pensa male ed evidentemente non avete una risposta decentemente credibile.