di Marco Ricci
Il Consiglio di Stato ha bocciato ex ante la valutazione di impatto ambientale ex post, così che in futuro, qualsiasi decisione prendano gli amministratori regionali, nessuno potrà dire che non si poteva sapere. Né la sentenza lascia troppe scappatoie per quegli impianti, realizzati senza la valutazione di impatto ambientale e che a tutt’oggi continuano ad operare. La sentenza del Consiglio di Stato emessa due giorni fa ha riguardato un impianto a biogas di 990 Kw di potenza, situato nel comune di Osimo e il cui progetto venne approvato nel 2011. Il dispositivo è netto nelle sue conclusioni e parla testualmente di “illegittimità della prosecuzione delle attività di realizzazione e di esercizio dell’impianto per cui è causa in assenza di previo esperimento della Via, ritenuta nella specie necessaria […] L’istanza va accolta con l’espresso ordine alle parti appellate di astenersi da qualsiasi attività comportante l’ulteriore prosieguo della realizzazione e/o dell’esercizio dell’impianto per cui è causa (fermo e impregiudicato, come è ovvio”. Cioè gli impianti illegittimi non solo non posso essere portati a termine ma non possono neppure operare.
La sentenza della suprema corte non solo ribalta una precedente sentenza emessa dal Tar, ma è anche nettissima sulla possibile introduzione di una Via postuma in grado di sanare le autorizzazioni illegittime. Una tale ipotesi di valutazione di impatto ambientale ex post, lo ricordiamo, era stata recentemente presentata dalla Giunta regionale e in parte recepita anche dalla relazione di maggioranza – approvata tra l’altro con i voti dei consiglieri Pd – stesa al termine della Commissione di indagine regionale sul biogas. Sia la proposta di giunta che la relazione della commissione erano state accolte con una metaforica salva di fischi da parte degli amministratori locali. “L’iter procedimentale della V.I.A. nel frattempo chiesta dalla società odierna appellante – recita ancora la sentenza – non è però sufficiente a legittimare ad oggi l’operatività dell’impianto, in considerazione della nota e consolidata giurisprudenza – anche europea – che non ammette una V.I.A. ex post”.
Più chiaro di così il Consiglio di Stato non poteva essere. Non solo andando a fermare l’impianto non sottoposto a Via, non solo stabilendo che la valutazione di impatto ambientale ex-post non sarà sufficiente a sanare l’illegittimità dell’opera, ma oltretutto andando a richiamare “la nota e consolidata giurisprudenza” che non ammette una tale procedura postuma. Una bocciatura, di conseguenza, di quasi tutti gli impianti costruiti nelle Marche negli ultimi anni e dei tentativi, stante la legislazione vigente, di sanarne l’illegittimità. C’è solo da augurarsi che questa volta – dopo tutti i pasticci burocratico/amministrativi della Regione Marche – a Palazzo Raffaello qualcuno recepisca la sentenza prima di commettere altri errori e magari prima che venga approvata la proposta Spacca di sanatoria. Proposta che il Consiglio Stato ha già indirettamente bocciato.
Sfugge a questo punto come la politica regionale possa essersi considerata in una botte di ferro nel momento in cui ha ipotizzato di sanare gli impianti con la proposta di legge contenente la Via ex-post. E come possa aver assicurato la legittimità e la costituzionalità di una proposta che a questo punto la sentenza del consiglio di stato rende irrealizzabile. A meno che, ancora una volta, la Regione Marche non decida di sfidare tutto e tutti per andare poi di nuovo a sbattere la testa contro il muro.
*** AGGIORNAMENTO DELLE ORE 20.30
Non si è fatto attendere, dopo la sentenza, un comunicato da parte della rete di comitati che da anni si batte contro gli impianti a biogas che, oltre a commentare la decisione del consiglio di stato, lanciano due domande alla politica. “Il Consiglio di Stato – si legge nel testo – ha fatto giustizia di tanta inettitudine ed arroganza, condannando imprenditori e Regione. A proposito dell’impianto a biogas di Osimo, il Consiglio di Stato ha chiarito che l’iter procedimentale della V.I.A. nel frattempo chiesta dalla società odierna appellante, … non è però sufficiente a legittimare ad oggi l’operatività dell’impianto, in considerazione della nota e consolidata giurisprudenza – anche europea – che non ammette una V.I.A. ex post. In un colpo solo il Consiglio ha fatto strame della Proposta di Legge nr. 384 del 23.12.2013 e della recente relazione della Commissione d’inchiesta approvata dalla maggioranza del Consiglio Regionale, che, dopo aver minimizzato su colpe e responsabilità degli strapagati dirigenti, aveva individuato proprio la via postuma come strumento per uscire dall’impasse. Due domande: 1) Che gli imprenditori non facciano le cose gratis, almeno di norma, è lecito, ma perché funzionari e politici regionali si sono posti in questa situazione, e purtroppo ci hanno portato la Regione ed i cittadini marchigiani, gratis et amore dei? 2) Resteranno al proprio posto gli strapagati dirigenti della regione, dopo cotante plateali dimostrazioni di efficienza, e continueranno a percepire i lauti premi di risultato (fino a 30.000 € annui)?
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Alla Regione Marche rimane la scappatoia della Via Crucis.
Insomma, proprio una bella notizia per Spacca, Giannini, Malaspina & Company! A quale santo si rivolgeranno adesso per parare le cause di risarcimento che attiveranno (in maniera infondata) le imprese del biogas speculativo e quelle (fondate) dei cittadini e dei Comuni, vere parti lese di questo colossale imbroglio ai danni della collettività?
Se la Regione Marche deciderà di portare avanti la legge porcata sanatoria del biogas sarà un atto di guerra nei confronti dei cittadini. L’eventuale appoggio di qualsiasi consigliere comunale a tale proposta di legge sarà solamente dettato da propri interessi personali o da collusioni affaristiche con i prenditori del biogas…per non dire peggio. I consiglieri regionali sono avvisati! E vediamo se Spacca ha ancora il coraggio di dire “LE CENTRALI VE LE TENETE!”
SPACCA DIMETTITI
Bello fare i politici e percepire lauti stipendi assieme a dirigenti. Quando si concluderà l’indagine della Procura di Ancona chiuderemo il cerchio, rimanendo a noi (poveri) cittadini solo le conseguenze, in termini economici e di salute. Se un privato fa un danno gli sequestrano il conto corrente, ed allora FATE UN SEQUESTRO PREVENTIVO DI TUTTI GLI STIPENDI, PENSIONI CHE HANNO PRESO E ANDRANNO A PRENDERE E DATELI PER I RISARCIMENTI…….
Sono scandalosi,non hanno il senso del limite.Più che una Giunta una armata Brancaleone.Dovrebbero dimettersi altro che terzo mandato per Spacca.
Di seguito il comunicato dei Comitati in Rete:
IL CONSIGLIO DI STATO FA “GIUSTIZIA” DELL’INETTITUDINE E DELL’ARROGANZA DI SPACCA E DEGLI IM-“PRENDITORI”
Abbiamo più volte definito surreale la testardaggine vuota con cui politici regionali (Spacca, Malaspina, Sollazzi e Giannini soprattutto), strapagati ed inefficaci dirigenti della Regione Marche, im-“prenditori” del settore energetico (chi non ricorda le esternazioni del Sig. Pesaresi), hanno cercato di imporre alle nostre comunità le obsolete ed economicamente perdenti centrali a biogas.
Abbiamo più volte anche scritto e detto che le motivazioni vere andavano cercate nel ricco “bottino” che le normative italiane promettevano: oltre 600 milioni di Euro di benefici pubblici in 12 anni.
Ed abbiamo più volte ripetuto che non temevano le azioni della ” troica” marchigiana perchè avevamo ragione, avremmo saputo difenderla ed eravamo disposti anche a citare la Regione Marche presso la Corte Europea di Giustizia. Troppo chiare sono infatti la direttiva comunitaria sulla disciplina di V.I.A. e la sentenza della Corte Costituzionale n. 93/2013.
Ora il Consiglio di Stato ha fatto “giustizia” di tanta inettitudine ed arroganza, condannando im-prenditori e Regione. A proposito dell’impianto a biogas di Osimo, il Consiglio di Stato ha chiarito che “l’iter procedimentale della V.I.A. nel frattempo chiesta dalla società odierna appellante, … non è però sufficiente a legittimare ad oggi l’operatività dell’impianto, in considerazione della nota e consolidata giurisprudenza – anche europea – che non ammette una V.I.A. ex post”.
In un colpo solo il C.di S. ha fatto strame della Proposta di Legge nr. 384 del 23.12.2013 e della recente relazione della Commissione d’inchiesta approvata dalla maggioranza del Consiglio Regionale, che, dopo aver minimizzato su colpe e responsabilità degli strapagati dirigenti, aveva individuato proprio la “via postuma” come strumento per uscire dall’impasse.
Due domande :
1) Che gli im-prenditori non facciano le cose gratis, almeno di norma, è lecito, ma perché funzionari e politici regionali si sono posti in questa situazione, e purtroppo ci hanno portato la Regione ed i cittadini marchigiani, “gratis et amore dei”?
2) Resteranno al proprio posto gli strapagati dirigenti della regione, dopo cotante plateali dimostrazioni di “efficienza”, e continueranno a percepire i lauti premi di risultato (fino a 30.000 € annui)?
Tutt’altro che fiduciosi nelle capacità di Spacca e dei suoi Uffici continueremo a vigilare perché, prima o poi, giustizia sia fatta e certa gente paghi, finalmente, con le proprie tasche.
CITTADINI NON SUDDITI
Bommarito, i santi ai quali si potranno rivolgere sono sempre i soliti, a cominciare da San Prelievo Fiscale e dai Santissimi Tagli ai Servizi Pubblici.
Quanto ci costa l’ufficio legale della regione! Quanto ci costa Spacca?
Tantissimo….considerando che un eventuale ricorso degli imprenditori potrebbe ricadere come al solito nelle tasche di noi contribuenti ….
@ Ivana Pennesi . L ufficio legale della regione , che in realtà è suddiviso in quattro , consta appunto di quattro dirigenti che da soli costano circa 420 mila euro l anno , più altri sei o sette avvocati con qualifica non dirigenziale. Più ovviamente altre persone.Ma la cosa buffa è che la regione , spesso, per difendersi in giudizio non si appoggia all ufficio legale interno ma invece a uno studio di Roma , con costi la cosa buffa è che la regione , spesso, per difendersi in giudizio non si appoggia all ufficio legale interno ma invece a uno studio di Roma , con costi evidentemente che si moltiplicano.
Solo un commento.
Grazie al Consiglio di Stato e adesso tutti a casa. Problema. Casta intoccabile quella dei politici e dei dirigenti pubblici. Lì sono, purtroppo per noi e lì rimarranno. Mi verrebbe solo da aggiungere, un po’ di dignità dovrebbe consigliare a questi personaggi di mettersi da parte e rimanere in silenzio. Tanto i danni comunque sia li pagheremo sempre noi cittadini.
Quattro dirigenti che dovrebbero rifare una bella ripassatina di diritto comunitario, materia sulla quale sono parecchio carenti. Se fossero dipendenti di una ditta privata sarebbero stati cacciati a pedate per le mostruosità legali delle quali si sono resi protagonisti. Il parere legale più meritorio è quello però di ottobre 2012 quando durante la votazione del famoso emendamento “Comi”, se ne uscirono con una “non costituzionalità in merito alla revoca in autotutela delle autorizzazioni concesse e successiva sottoposizione a VIA”….