“Il pasticciaccio della Giunta Regionale sulle centrali a biogas”

Per il Movimento Cinque Stelle Tolentino "I verbali del consiglio regionale testimoniano i giochi, le tattiche, le acrobazie di una classe dirigente che forse ha dimenticato che sull’etica dovrebbero poggiare le sue fondamenta"

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L’area in cui dovrebbe sorgere la centrale a biogas alluvionata nel 2011

Dal Movimento Cinque Stelle Tolentino riceviamo:

Tutto secondo pronostico. Tutto tristemente scontato.

Temporeggiando e svicolando, i consiglieri regionali della Regione Marche servono sull’untuoso piatto dei soliti maggiorenti un pessimo arrosto che causerà non pochi bruciori di stomaco a noi cittadini “comuni”, unica autorità cui sarebbero costituzionalmente tenuti a rispondere. La storia è nota, il pasticcio combinato dalla Giunta Regionale sull’affaire Biogas è talmente evidente che persino la presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha impugnato per presunto vizio di incostituzionalità. L’intento, neppure nascosto, è quello di mungere la gravida vacca dei finanziamenti pubblici alle “rinnovabili” favorendo la proliferazione di una fitta macchia di leopardo di piccole e piccolissime centrali che punteggerà la Regione da nord a sud per la gioia di pochi. Già, perché da tempo i cittadini, i comitati spontanei e numerosi sindaci (ci spiace rimarcare come l’amministrazione di Tolentino sia in grave e preoccupante controtendenza) si sono levati contro questo scempio ambientale senza ricevere alcuna risposta dalla maggioranza dei consiglieri regionali, evidentemente più preoccupati per la stabilità della loro poltrona che per la salute dei loro rappresentati.

Cosa è stato deciso nella seduta dell’Assemblea Regionale del 16 ottobre? Le centrali già autorizzate, verranno realizzate; su quelle future si rimane piuttosto sul vago; la Regione individuerà entro quaranta giorni le aree non compatibili con la costruzione degli impianti; sino a tale momento non ne verranno autorizzate di nuove.

I verbali del consiglio regionale testimoniano i giochi, le tattiche, le acrobazie di una classe dirigente che forse ha dimenticato che sull’etica dovrebbero poggiare le sue fondamenta. Come potranno i Signori Consiglieri che hanno avallato tutto questo sgravarsi dalla responsabilità dello scempio compiuto verso il millenario lavoro rurale che ha costruito il territorio che li ospita? Le Marche: la nostra casa, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, i frutti della nostra terra. Costoro hanno svenduto tutto questo. Quello che noi chiamiamo albero e fiume, loro lo chiamanoguadagno. Farebbero bene a tenere a mente, che il potere di rappresentanza di cui dispongono è l’alta espressione della volontà politica della comunità dei cittadini marchigiani. A loro è affidato un mandato, affinché dispongano dellacosa pubblica per il bene di tutti e non dei particolari interessi di qualche oscuro mandante. Forse ignorano che il tempo del feudalesimo è terminato. Sappiano, costoro, che la democrazia, che ritengono di plasmare a proprio uso e piacimento, dispone di armi potenti e che al momento del prossimo voto, ne siamo certi, quegli stessi cittadini che essi sembrano ritenere sudditi avranno buona memoria. E per loro l’urna sarà amara, amarissima. Come il puzzo di bruciato con cui inonderanno, da qui a breve, le nostre amate Marche.



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