Teresa Lambertucci, segretario provinciale del Partito Democratico
Teresa Lambertucci, segretaria provinciale del Pd, interviene sul tema biogas:
«Il Parlamento Italiano ieri ha approvato la legge di conversione del decreto “Competitività”: il testo definitivo on contempla più la Via postuma, che era contenuta nel decreto legge. Si ribadisce quindi che la Via deve essere preventiva. Contestualmente in questi giorni, molta stampa (specie testate e riviste a carattere nazionale) per condizionare l’esame della legge, ha agitato lo spettro delle richieste di risarcimento danni miliardarie che le imprese costruttrici avanzerebbero alla Regione Marche che, negli anni 2011/2012 ha rilasciato numerose autorizzazioni alla realizzazione e all’esercizio di impianti a biogas/biomasse senza Via preliminare per effetto della legge regionale 3 del 2012, poi dichiarata incostituzionale. Lo spauracchio del risarcimento del danno a carico della collettività è, ed è stato, il leitmotiv su cui ci si è mossi prima e dopo. Prima, in fase di rilascio delle autorizzazioni, quando la Giunta regionale ha deciso di non sospendere gli iter autorizzatori pur in pendenza di un giudizio di legittimità costituzionale, ma ha accelerato i procedimenti medesimi avallando conferenze dei servizi fatte senza la necessaria pubblicizzazione e informazione e negando ogni richiesta di contraddittorio con sindaci, amministratori e cittadini interessati da tali impianti. Dopo, con la Via postuma, proposta prima in sede regionale, poi europeo, seppure con scarsi risultati, e infine nazionale, scaricando sul governo l’onere di trovare una soluzione agli errori commessi nei territori. Per non dire che il decreto legge. ha tentato di condizionare, e in un primo momento ha condizionato, l’adozione dei provvedimenti cautelari nel corso dell’indagine preliminare svolta dalla Procura della Repubblica di Ancona, per corruzione, concussione, violazione di norme edilizie ecc. a carico di 3 funzionari della Regione Marche e 15 persone tra imprenditori e progettisti.
Il giudice penale ci dirà della responsabilità penale, fino a quel momento vige il principio di non colpevolezza, e quello civile ci dirà della fondatezza della pretesa risarcitoria. Tuttavia, non si può non configurare, in capo a chi oggi reclama di essere vittima di un “romanzo” amministrativo, almeno un “concorso” consapevole nell’adozione dell’atto contrario alle norme comunitarie e all’interesse pubblico. Conoscendo dell’eccezione di costituzionalità, sicuramente la Regione, ma anche gli stessi imprenditori ai quali l’autorizzazione non era stata ancora rilasciata, avrebbero ben potuto fermare quei procedimenti e richiedere di nuovo l’autorizzazione passando per la Via. Scegliere di non farlo, per motivi economici legati agli incentivi, ha messo a rischio l’intera operazione, con il concorso di tutti gli attori e a danno, questo si, dei cittadini e degli enti locali a cui è stata negata la salvaguardia degli interessi generali.
Per il futuro è auspicabile che gli impianti biogas/biomasse siano realizzati e incentivati a “km zero”, ossia a servizio di attività agricole o di trasformazione di prodotti agricoli, alimentari, zootecnici ecc., che siano “proporzionati” all’attività principale e che siano preceduti dalla valutazione e dal contemperamento di tutti gli interessi ambientali e paesaggistici coinvolti. In questi anni, con la scusa delle fonti rinnovabili, si sono prodotti ingenti danni, con immense distese di pannelli fotovoltaici e con impianti a biogas/biomasse in zone non idonee e per dimensioni eccessive. Ciononostante, siamo ancora ben lontani dagli obiettivi del protocollo di Kyoto. E’ opportuno ripensare alla politica energetica regionale».
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Tutto ciò è musica per le mie orecchie e sarebbe bene che se lo stampassero bene in testa anche gli esponenti del PD in Regione, che sinora hanno sostanzialnente avallato le posizioni di Spacca, Giannini, Petrini & Co., con grande discredito dell’istituzione e disonorando il partito democratico.