Grosse novità – anche se non tutte positive – sul fronte della vicenda degli impianti a biogas nelle Marche, una brutta storia veramente allucinante (ma sicuramente illuminante per capire chi veramente comanda nei palazzi regionali) che ha visto sino ad oggi, da un lato della barricata, i cittadini impegnati da tempo a difendersi dalle assurdità e dalle prepotenze delle politiche agricole ed energetiche regionali e, dall’altro, la stessa Regione Marche oggettivamente schierata a sostegno delle richieste e delle aspettative dei vari speculatori e dei vari furbastri che si sono buttati in gran fretta nell’affarone della “green economy” strumentalmente intesa (cioè per finalità fortemente speculative, e non certo per scopi di produzione di energia pulita e di risparmio energetico).
Alla fine, com’è ormai noto, dopo diversi mesi di mobilitazione e di “vera” informazione sulle centrali a biogas e a biomasse fornita dai cittadini direttamente coinvolti (informazione cioè non taroccata, come quella sin qui propinata purtroppo in abbondanza anche dalle istituzioni), si è delineato uno scandalo bello e buono, tale da coinvolgere i vertici politici, burocratici ed istituzionali delle Marche e portato avanti sino all’inverosimile contro la ragione e il buon senso e nonostante la resistenza, a volte peraltro di mera facciata, delle Province e dei Comuni interessati, in gran parte governati da maggioranze politiche di centrosinistra omogenee a quella al potere in Regione.
Motore reale ed insostituibile della protesta è stata però, indubbiamente, l’opposizione consapevole, informata e determinata di combattivi comitati di cittadini sorti un po’ ovunque in tutta la Regione (ad eccezione della provincia di Ascoli Piceno, perché qui, nel proprio bacino elettorale, il bioassessore regionale all’ambiente, il sambenedettese Sandro Donati – dell’IDV, ma sino a qualche giorno fa in rotta totale con il suo partito, che l’ha apertamente sfiduciato proprio su questa storiaccia delle centrali a biogas –, evidentemente è riuscito a porre un’efficace barriera protettiva).
Una sollevazione popolare, istituzionale e politica che, a seguito di un’ulteriore mozione di stop del Consiglio Regionale, approvata con una inedita maggioranza trasversale sulla quale torneremo in seguito, alla fine ha indotto la Giunta Regionale ad una clamorosa, anche se tuttora parziale, marcia indietro e quindi a rivedere il proprio piano energetico (sì, proprio quello che sino a qualche giorno fa costituiva l’alibi strumentale per far passare in gran fretta e senza guardare troppo per il sottile tutte le autorizzazioni richieste), a decidere di stabilire al più presto quelli che sono i siti non idonei (ma questa non sarebbe stata la prima cosa da fare?) e ad imporre la valutazione di impatto ambientale, la VIA, per tutti gli impianti di potenza superiore a 250 kilowatt.
Una posizione certo molto diversa da quella sin qui tenuta dalla Giunta, a palese testimonianza di un vero e proprio terremoto in atto all’interno dei territori marchigiani e delle stesse forze politiche di maggioranza, anticipata da uno scarno comunicato del Presidente Gian Mario Spacca, uscito nei giorni scorsi dal suo apparente distacco dalla vicenda, e motivata con l’insorgenza di presunti fatti nuovi e significativi (in realtà, nuovi per modo di dire: le posizioni contrarie di Comuni e Province erano infatti già emerse sin dall’inizio; ed anche l’ultima mozione del Consiglio Regionale, quella dell’11 settembre, in verità ha ricalcato una mozione sostanzialmente analoga del 12 giugno scorso, all’epoca tranquillamente gettata nel cestino come carta straccia).
In ogni caso, meglio tardi che mai. Attenzione, però, perché resta ancora in ballo la questione principale, cioè i 15 impianti, tutti – o quasi tutti – mostri da 999 kilowatt e tutti frettolosamente già autorizzati dalla conferenza regionale dei servizi in spregio alla VIA, alle osservazioni di Asur ed Arpam ove comunque presentate, alle posizioni dei Comuni e delle Province, alle proteste dei cittadini. Su quest’ultimo aspetto, peraltro decisivo, la Giunta per il momento ha infatti traccheggiato, decidendo di richiedere un parere all’Avvocatura regionale per capire se con una nuova legge potrà bloccare le autorizzazioni già concesse, passaggio indispensabile per verificare se nelle Marche esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, alcuni finalmente garantiti con le procedure minime di valutazione, peraltro già previste dalla legge oltre che dal buon senso, ed altri mandati invece allo sbaraglio, sfortunati per essere incappati nelle richieste di autorizzazione presentate più tempestivamente e quindi solo per questo dato temporale già approvate dalla Regione senza garanzia alcuna in termini di salute, vivibilità, tutela dell’ambiente, sostenibilità per l’agricoltura.
C’è quindi da attendere qualche giorno ancora per comprendere in qual modo la Giunta Regionale (sulla quale già pende l’impugnativa del Governo nazionale rispetto alla legge regionale del marzo 2012, che non a caso aveva escluso la VIA dagli impianti a biogas sino al 999 kilowatt) deciderà di uscire da una situazione gravissima da essa stessa creata senza discriminare tra le varie popolazioni interessate dagli impianti a biogas. Certo è che, qualora non si ripristinasse un’indispensabile parità di trattamento, la Regione, come ente e nella persona dei suoi vertici istituzionali e burocratici, sarebbe sommersa da ricorsi di ogni tipo e da elevatissime richieste risarcitorie. Nel frattempo, come è stato peraltro già anticipato, tutti i comitati sparsi nelle Marche si stanno già attivando e attrezzando in questo senso.
In attesa degli ulteriori sviluppi, che non mancheremo di seguire, facciamo però un piccolo passo indietro per tornare alla mozione di stop approvata dal Consiglio Regionale nei giorni scorsi, precisamente l’11 settembre, molto importante anche per capire come si sono mossi nella vicenda i nostri rappresentanti in seno alla massima assise della Regione Marche.
Quasi in contemporanea – è bene qui sottolinearlo perché si tratta di una circostanza che ha travolto un’altra delle strumentali argomentazioni a sostegno dei megaimpianti sinora autorizzati – c’era stato però un comunicato quasi a sorpresa della Coldiretti marchigiana, ove si affermava con nettezza e senza la minima perplessità che gli impianti a biogas vanno bene solo se di piccole dimensioni, a filiera corta e a servizio effettivo delle aziende veramente agricole, e al tempo stesso si manifestava tutta la contrarietà, in quanto dannosi per l’agricoltura e finalizzati solo ad una grossolana speculazione fatta con soldi pubblici, ai grossi impianti da 999 kilowatt, esattamente quelli sinora fortemente voluti, con l’appoggio del Presidente Spacca, dalla triade regionale del biogas a tutti i costi Donati-Petrini-Giannini. Che dire di questa interessante presa di posizione? Di certo che si è trattato di un bel pugno sotto la cintola per coloro che in Regione, per far passare il bioinganno del quale ci stiamo occupando, si sono nascosti, tra le varie cose, anche dietro le paroline magiche del doveroso sostegno all’agricoltura marchigiana!
Ma ancora più interessante è ciò che è avvenuto l’11 settembre nei solitamente ovattati palazzi regionali. La mattinata era cominciata tumultuosamente con un incontro dei vari comitati marchigiani con il Presidente del Consiglio Regionale e con tutti i capigruppo regionali, durante il quale, tra cagnare trasversali e pesantissimi riferimenti all’assessore Donati, erano volate parole grosse e minacce esplicite di esposti alla Corte dei Conti e di dirette azioni risarcitorie da parte di centinaia di cittadini imbufaliti con la Regione. Subito dopo si era passati all’assise regionale vera e propria, dove, sia pure con molte assenze e con pesanti spaccature nei principali partiti, il Consiglio Regionale aveva infine votato, con una maggioranza di sedici consiglieri contro nove, quella mozione sopra ricordata che chiedeva alla Giunta di rivedere il piano energetico (anche perché – incredibile, ma vero – gli obiettivi di produzione di energia alternativa assegnati alla nostra Regione sono stati già sostanzialmente raggiunti), di imporre la VIA per tutti gli impianti al di sopra dei 250 kilowatt e comunque di sospendere in via di autotutela le autorizzazioni già concesse, proprio in quanto rilasciate senza l’effettuazione della VIA (cioè, in pratica, tutte quelle sin qui autorizzate).
E qui, come è già noto, tutti i principali partiti al momento del voto si erano spaccati, dando così vita ad una maggioranza che più trasversale non si può, con notevoli sorprese anche per quanto concerne i consiglieri regionali eletti in provincia di Macerata. Sul punto però è bene essere precisi al massimo, perché la questione è di estrema importanza e i lettori meritano di essere informati in maniera corretta.
Tra i pasdaran degli impianti a biogas, quelli che volevano andare avanti a tutti i costi, fregandosene altamente delle osservazioni dei cittadini, delle Province e dei Comuni interessati, e che quindi hanno votato contro la mozione di sospensione, troviamo i nostri piddini (nel senso di PD) Sara Giannini e Angelo Sciapichetti. Per la prima non c’erano dubbi, visto che sin dall’inizio, dopo aver sapientemente dirottato sul terreno confinante di Corridonia, esattamente al di là del confine comunale, un impianto che rischiava di sorgere nel territorio a lei caro di Morrovalle, è stata dura e pura sulle posizioni portate avanti dalla Giunta: autorizzare tutto prima possibile, comunque entro il 31 dicembre 2012, perché altrimenti chi di dovere avrebbe perso gli ingentissimi finanziamenti regionali. Quanto a Sciapichetti, beh, credo che nessuno in tutta la provincia ed anche in tutta la regione sia riuscito a comprendere la sua posizione, dapprima di pieno sostegno ad uno dei comitati (quello di Petriolo) in lotta contro la conferenza regionale dei servizi, conclusasi proprio un paio di settimane fa con il rilascio dell’ennesima l’autorizzazione per l’ennesimo impianto a biogas, per passare poi spericolatamente al voto contrario alla mozione che chiedeva di sospendere le autorizzazioni rilasciate, peraltro da lui motivato in modo ancora più spericolato proprio con gli errori della Regione in materia. Mah, chi ci capisce è bravo!!! Sempre dalle parti del PD è risaltata, e sicuramente non è stata gradita dai suoi concittadini, l’assenza del consigliere Francesco Comi, proprio per il fatto che pure la città di Tolentino è interessata da uno o forse anche due impianti a biogas in dirittura d’arrivo. Così come certamente non è sfuggita e non è piaciuta, passando al campo avverso, la strana ed incomprensibile astensione di Francesco Massi, capogruppo PDL, non saprei dire come motivata ma comunque singolarmente difforme dal prevalente voto del centrodestra di appoggio alla mozione di sospensione del megabiogas.
Per la sospensione delle autorizzazioni, e sempre a proposito dei nostri consiglieri regionali, si sono invece espressi, confluendo nell’inedita e trasversale maggioranza di 16 contro 9, Paola Giorgi (IDV), che molto si è spesa dal versante della maggioranza nella vicenda del biogas, nonché Francesco Acquaroli (PDL), Erminio Marinelli (gruppo “Per le Marche”) ed Enzo Marangoni (gruppo “Popolo e Territorio”).
La partita non è comunque ancora finita e riserverà ancora molte sorprese, anche in considerazione del recentissimo diniego del TAR Marche di provvedimenti cautelari che nel frattempo bloccassero l’iter delle autorizzazioni già concesse. D’altra parte, la posta in gioco è altissima, costituita com’è da centinaia di milioni di euro in incentivazioni pubbliche destinati ad essere pagati da tutti noi senza un’oggettiva esigenza e senza utilità alcuna per l’ambiente e l’agricoltura (e alla faccia dello spending review) a gruppi imprenditoriali che nulla c’entrano, se non in maniera fittizia, con il settore agricolo. Un giochetto sinora avallato dalla Giunta Regionale e dalla sua maggioranza di centrosinistra, che, se non sarà del tutto stoppato, consentirà infatti ai proprietari dei megaimpianti in via di realizzazione di mettersi in tasca – ricordiamolo ancora una volta per far meglio arrabbiare i lettori – tolte le spese e tenendoci bassi, ma proprio bassi, oltre un milione di euro l’anno da moltiplicare per 15 anni, la durata delle incentivazioni pubbliche riconosciute.
Il tutto grazie ad una Regione sfacciatamente debole con i forti e brutalmente forte con i deboli, a palese vantaggio di pochi (gli aspiranti beneficiari delle notevolissime incentivazioni pubbliche, che, guarda caso, fanno in gran parte riferimento al fabrianese, cuore pulsante della green economy in salsa marchigiana) e ai danni di migliaia e migliaia di cittadini lasciati senza tutela, i quali da un giorno all’altro rischiano di trovarsi (o già si stanno trovando) vicino casa, vicino alla scuola dei loro figli, nei pressi del ristorante dove ogni tanto vanno a mangiare o del bar dove si recano per una partita a carte, accanto a riserve naturali che dovrebbero essere valorizzate e non offese, grossi mostri tinteggiati di verde – spacciati per strutture ecologicamente ineccepibili – che “digeriscono” le peggiori schifezze, che puzzano, che causano un rumore continuo, che emettono polveri sottili, che richiedono un via vai continuo di camion carichi di liquami, di letame, di mais sottratto alla normale funzione alimentare, anche di rifiuti di ogni genere (tanto chi mai potrà controllare il carico di centinaia di autocarri e autoarticolati?) che poi finiranno come concime sui campi.
A questo punto, sperando nella definitiva vittoria della ragione in Regione (anche se qui in ballo non c’è solo una vocale, ma una serie di interessi corposissimi), non resta che attendere gli ulteriori sviluppi della vicenda, insieme all’ennesimo immancabile comunicato dell’ormai improponibile assessore Donati, il quale sicuramente ci ribadirà che la Regione Marche ha sempre tenuto in somma considerazione l’ambiente e la salute dei marchigiani.
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La regione Marche vincola la partecipazione ai bandi regionali nell’agroindustria e l’accesso ai finanziamenti relativi all’utilizzo di prodotti agricoli di provenienza regionale.
Basta questo per avere un’idea dell’approssimazione con la quale venga gestita la faccenda.
Da una parte si incentivano i prodotti di qualità e lo sviluppo agroindustriale, dall’altro si incentiva un’agricoltura di massa che sottrae terreni e risorse, in netto contrasto con le prime ipotesi.
E’ del tutto improprio fare paragoni con altre nazioni nelle quali le condizioni, le estensioni, le produzioni, le rese, le remunerazoni, le tipicità sono completamente diverse dalle nostre
http://noallecentrali.blogspot.it
Oggi hanno autorizzato la centrale di Petriolo…nemmeno una delle richieste dei cittadini è stata accettata. Richieste legittime con tanto di riferimenti bibliografici scientifici e ben documentati come ad esempio la copertura delle vasche del digestato (cosa che viene richiesta obbligatoriamente da altre regioni e da altre nazioni CIVILI come la Germania, l’Austria e la Svezia!!!). La giunta di sabato ci ha gettato fumo negli occhi facendoci sperare di poter aggrapparci ad un briciolo di speranza, non tanto nella non realizzazione della centrale a biogas, ma almeno nel rispetto delle leggi e del buon senso. Buon senso al quale tutti i funzionari ed in primis Calvarese e Minetti (i responsabili dell’ufficio che ha approvato questa centrale) dovrebbero attenersi e che invece non è stato fatto. Venerdì sera il caporale Calvarese durante una assemblea pubblica a Torre San Patrizio ha pubblicamente detto che se gli costruissero una centrale a biogas anche lui protesterebbe! SE QUESTO FIGURO E’ A CONOSCENZA DI COSE CHE COSTITUISCONO PERICOLO PER LA SALUTE PUBBLICA, HA L’OBBLIGO MORALE E CIVILE DI FAR EMERGERE QUESTE COSE. CON IL SUO ATTEGGIAMENTO PILATESCO COMPIE UN GRAVE DANNO AI MARCHIGIANI E AL TERRITORIO. Non è possibile passare sopra questi argomenti, occorre una risposta civile e democratica a questi politici che per l’ennesima volta passano come un trattore sopra i cittadini favorendo i falsi imprenditori e gli speculatori del biogas!
Continua lo sperpero di soldi pubblici pagati da tutti noi a favore di pochi. Dove sono le associazioni pseudo ambientaliste? Una regione che investe in un marchio QM (qualità Marche) come è possibile che trovi nel proprio assessore all’agricoltura un sostenitore di queste posizioni che nulla hanno a che vedere con la qualita?. Qualità non è solo quella dei prodotti ma è anche quella dell’ambiente e del territorio, sosteniamolo con forza. Vista la trasversalità denunciata nell’articolo spero i Marchiagiani prendano atto che in Regione c’è puzza di stantio, …..è ora di aprire le finestre…….!!!!!!!!
Resto stupido, incapace di comprendere tanta stupidaggine..
Tra politici incapaci o corrotti, dirigeniti a libro paga degli speculatori finti fautori della green economy, situazione italiana che va sempre peggio, disoccupazione, perdita di posti di lavoro, ecc. ecc. ecc.
Non so: stanno forse aspettando che qualcuno cominci a mettere una taglia sulla loro testa???
Caro Avvocato…non smetterò mai di ringraziarla per illuminarci con le sue perle di verità e saggezza. Il suo senso civile è uno dei fari che ci spinge e continuerà a lottare per far emergere la realtà su questi soprusi che la regione sta perpetrando in nome della “Green Economy”, in qui la parola green indica non il verde, l’ambiente, la natura ma il colore del DIO DENARO! Denaro che ha ampiamente foraggiato le tasche dei loschi figuri che lei ha sopra indicato. Il silenzio assordante sulle questioni del biogas, unite alle loro posizioni politiche, della Giannini, di Comi e soprattutto di Spacca è quanto di più vergognoso e disgustoso il PD maceratese possa esprimere. Sintomo anche di una crisi di questa classe politica e di una lontananza dalla popolazione e dai loro elettori. Lo sconforto è immenso in questi giorni in tutti noi, ma la consapevolezza che persone come lei (pur non essendo interessato direttamente dalla costruzione di una centrale a biogas) appoggino la nostra battaglia ci fornisce ancora qualche speranza
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perdonate gli errori di battitura e di ortografia…troppa foga e trasporto di fronte agli articoli dell’avvocato Bommarito! 🙂
Mentre la Comunità Europea delibera la riduzione dei gas serra mediante investimenti sul risparmio e incentivi anche sulle biomasse e sui biogas (è previsto un piano fino al 2050), mentre la Germania ha 1700 impianti a biogas, l’avv. Bommarito vuole chiudere anche quelli che non sono nemmeno stati aperti. Insomma, Petriolo fuori dalla CEE. Vorrà dire che ci mangiamo i codici e le 200.000 leggi che il Bel Paese lascerà in eredità all’umanità. Però c’è anche il tecnico dell’agricoltura Seghetti che pretende di parlare a nome degli agricoltori. Lasciamolo dire a loro che cosa vorrebbero. L’esperto ci dice che noi abbiamo tipicità agricole da rispettare. Va bene. E allora favoriamo gli allevatori della razza marchigiana permettendo anche l’alimentazione con la soia transgenica, che non fa male a nessuno, e smettiamola di sognare allevamenti di vacche da latte, che da noi non ci sono mai state, se non in numeri piccolissimi.
Cerasi, volevi dire “resto stupito” e non stupido, come hai scritto. Immagino che volevi dire che resti stupito. Sennò ti mandiamo in consiglio regionale. Vedo però che sei un uomo del dialogo: gli altri sono corrotti, finti ecologisti e speculatori e chi è d’accordo con loro è una persona al libro paga. Vedo che Bommarito ha fatto scuola: chi non è d’accordo è un furbastro avvelenatore sempre in mala fede. Però, amici miei, è una scuola vecchia, è quella del PCI anni ’70 che non ha mai portato niente di buono.
@claudiob. Che c’entra la vecchia scuola del PCI? In ogni caso quale vecchia scuola mi suggerisci di seguire? Quella della DC? Quella del PSI? Quella del PSDI? Quella del PRI? …..
Certe operazioni speculative non sono né di destra, né di sinistra, né di centro. Sei d’accordo?
@ claudiob
Stupido ha 2 accezioni.
La prima (riferita al sottoscritto) voleva essere (ma non si è capito) stupore e meraviglia; la seconda era che non comprendevo tanta stupidità (altrui)
Senza per forza dividere in cattivi e buoni anche un bambino di 5 anni si sarebbe reso conto che la legge sugli impianti, fino a 999 kw, era quantomeno zoppa, lacunosa, imprecisa….
E guarda caso le propose (tutte approvate) erano tese alla realizzazione di grossi impianti, non certo di piccole strutture….
(lo stesso è avvenuto per il fotovoltaico)
Possibile mai che tale legge (zoppa lacunosa e imprecisa) è stata mal partorita, nonostante la schiera di tecnici, avvocati, esperti?
Possibile mai che (guarda caso le coincidenze) appena partorita si sono presentati gli sciacalli?
Possiible mai che nessuno (Assessori, Consiglieri, Dirigenti, ecc.) non avesse letto attentamente la legge (prima della promulgazione) rendendosi conto che era malfatta?
Possibile mai che, non dico il giorno dopo ma almeno un mese dopo, nessuno in Regione si era accorto che con questa legge avevano fatto una oceanica c@zz@t@ e che pertanto andava modificata subito onde evitare l’arrivo (certo sicuro e garantito) di sciacalli e squali che si sarebbero ingrassati con i soldi pubblici???
Siccome non credo ad un Amministrazione Regionale composta soltanto da inetti, imbranati, incompetenti ed incapaci allora mi chiedo: non è che per caso tale legge è stata fatta APPOSTA in questo modo?
E se è stata fatta in questo modo APPOSTA: perchè???
Per Claudiob
Guardi che si sbaglia, io non sono affatto contro gli impianti a biogas, solo che, pensandola come la Coldiretti marchigiana (che credo possa rappresentare il mondo dell’agricoltura molto meglio di lei e di me messi insieme) e come tecnici specializzati di ogni colore politico, ritengo che le centrali a biogas debbano essere a filiera corta, debbano avere una potenza intorno ai 250 kilowatt, debbano essere utilizzate da vere imprese agricole, debbano “digerire” quanto meno in prevalenza i prodotti di scarto (liquami e letame compreso) dell’azienda che ospita l’impianto, non debbano sottrarre alla coltivazione di prodotti alimentari ettari ed ettari di terreno fertile, non debbano richiedere decine di viaggi al giorno in andata e ritorno di camion che portano anche rifiuti, non debbano sorgere vicino a case, scuole, ristoranti, maneggi, riserve naturali.
Sono invece assolutamente contrario, e lo ribadisco con forza, ai megaimpianti da 999 kilowatt che servono solo ad enormi e vergognose speculazioni fatte con soldi pubblici e con l’intercessione della Regione Marche, a favore di pochi personaggi ben supportati politicamente e ai danni dei cittadini che abitano nei paraggi delle centrali destinate a sorgere, che la Regione Marche ha lasciato in mezzo ai guai, considerandoli come carne da macello.
Quanto agli impianti a biogas sorti in Germania, si informi meglio e verifichi se in quel Paese sono consentite le vere e proprie porcate che qualcuno vorrebbe realizzare da noi.
Grazie Gianfranco Cerasi. Quello che dici è discutibile, però grazie perché anche se non entri nel merito cerchi di capire e dialogare. Io non credo che i nostri politici siano solo un pò incompetenti. Credo che siano disposti a tutto pur di non decidere nulla e vanno dove li porta il vento.
PEZZENTI ED INDEGNI DI ESSERE STATI ELETTI (anche quelli che solo ora, votando la mozione, sono diventati paladini del popolo). In spregio alla salute dei marchigiani e della bellezza del nostro paesaggio, meglio apprezzato dagli stranieri che non da loro, spero siano cancellati al più presto dalla memoria e dalla cronaca politica, non prima di averli visti tirar fuori i soldi a risarcimento dei danni causati. Si chiama CLASS ACTION e sta aspettando che noi cittadini marchigiani la invocheremo a tutela dei nostri interessi, non c’è TAR e giudice che tenga!!! LURIDI MANEGGIONI, perchè non spiegate pubblicamente a tutti, le ragioni della vostra posizione dopo il no alla mozione regionale?
Permettetemi una precisazione, dal sole24ore del 09/09/2012: l’energia prodotta in Italia dai dati Terna è superiore ai 120.000 megawatt su un fabbisogno di punta di meno della metà, le energie “verdi” rappresentano ben oltre un quarto dell’offerta teorica con ben 13.000 MW,….
Insomma di energia ne abbiamo troppa e nessuno costruirebbe centrali a biogas senza i contributi statali che paghiamo noi in bolletta e contribuiscono negativamente a rendere il costo dell’energia più alto d’Europa. Basta centrali, gli impianti devono essere piccoli e a servizio solo dell’azienda agricola che li costruisce. Costruiamo case che consumano poco e ristrutturiamo le vecchie. Questa è la condotta virtuosa che può garantire un futuro al territorio ed ai nostri figli.
@ claudiob
Cercherò di essere chiaro.
Se prevedo un “incentivo” dovrebbe essere ovvio che devo mettere dei precisi paletti, anche perchè l’incentivo (come per il solare) viene pagato da tutti i cittadini.
Quindi se l’intento è agevolare la realizzazione di impianti che possano servire all’agricoltura locale inanzitutto vedrò che tipo di aziende ci sono sul territorio.
Se le aziende non sono enormi dovrebbe essere ovvio che l’impianto deve essere commisurato all’azienda…
E solo all’azienda: se un privato vuole fare un megaimpainto tale impianto NON piò rientrare in questi casi.
Oppure si fa la legge regionale, fingendo di volerla fare per i locali, ed invece è solo un’escamotage per far realizzare megaimpianti ad uso e consumo (non del territorio) ma qualcuno che, attraverso l’incentivo, ci si arricchisce…
E questo sembra il caso di queta astrusa legge regionale.
Ma ammettiamo per un secondo che, quando hanno (mal)pensato questa legge, avevano tutti un tasso alcoolemico nel sangue esagerato e che, pertanto, la legge (che nelle migliori intenzioni doveva servire alle comunità locali) è venuta fuori una porcata immane…
Ripresi dalla sbronza (e vedendo che “stranamente” arrivavano richieste di centrali proprio di 999KW, cioè un peletto sotto il massimo consentito, che caso strano, onde evitare chili di autorizzazioni e documenti!!!) sarebbero dovuti correre immediatamente ai ripari, bloccando tutto e modificando la legge in senso restrittivo….
Se NON lo hanno fatto è legittimo dubitare dell’imbecillità….
E non credo sia un delitto suppore che, forse, qualcuno tra i tanti che hanno avuto sottomano la legge, diciamo, è stato “un pochino disattento”, finendo per agevolare una speculazione a spese della collettività???
E non credo sia un delitto supporre che, forse, per qualcuno questa disatenzione non era frutto di tontoloneria ma di un disegno ben preciso…
Comunque la si pensi non c’è da stare allegri. Questa classe dirigente o è composta da imbecilli o da pericolosi affaristi. La gestione degli incentivi, vedi anche il fotovoltaico, è da far rabbrividire…
Per Bommarito.
Grazie di avermi risposto. E’ un atteggiamento gentile che veramente apprezzo. Un impianto da 999 kwatt non è mega – impianto. A casa mia ho un impegno di potenza di 3,5 kwatt e dunque con un impianto così ci vanno avanti circa 300 abitazioni e dunque 1000 persone o al massimo 1500, visto che un conto è la potenza impegnata e un altro è quella erogata. Gli impianti non sottraggono ettari e ettari di terreno. Su una cosa ha ragione, però. Con che cosa li mandiamo avanti? Ma può la Regione infilarsi così strettamente nelle scelte degli imprenditori? No. Non siamo mica in Cina. Sarebbe meglio che si facessero impianti con i liquami e col letame e anche con i rifiuti urbani, ma poi ci sono problemi con lo zolfo. Insomma questi elementi inquinano. Il mais no. Vede, c’è sempre il rovescio della medaglia.
Sulle sovvenzioni pubbliche sono assolutamente d’accordo. Se l’affare c’è gli imprenditori lo facciano. Se non c’è trovino altri sistemi. Infine, mi permetta: non è giusto che lei faccia credere che chi sta vicino ad un impianto è carne da macello perché non è vero e perché aumenta quel senso di vittimismo che rapidamente si trasforma in reazione violenta e ingiusta. Le reazioni emotive non aiutano, la stima reciproca, i ragionamenti nel merito si.
I prefetti?
Vorrei essere smentito su quanto scrivo: “Sembra che il danno ambientale maggiore di una centrele a biogas è che per darle da “mangiare” occorrono 300 ettari di mais. Il 60% della biomassa deriva infatti non da scarti di agricoltura, come generalmente si ritiene, ma da mais prodotto appositamente sottraendo territorio all’agricoltura, risorse all’alimentazione umana e animale e una quantità enorme di acqua, necessaria per fare cresce il mais”.
E’ vero tutto ciò? E se è vero, i geni da Spacca in giù, della maggioranza e dell’opposizione, cosa hanno in testa? La “renela”, come dicono ad Ancona? Dove troveremo tutti questi ettari e tutta questa acqua, noi che stiamo andando verso una forte flessione agricola ed una forte penuria d’acqua?
La gente comune, i lavoratori, i disoccupati si stanno incazzando ogni giorno di più. Ma questi politici, forti di un’idea democratica fasulla, inesistente, al di fuori dei desideri del Popolo, fanno finta di nulla, credendo che “ha da passà a nuttata”. C’è il rischio che il mattino non sia radioso. Anzi, che non ci sarà un mattino col sole che sorge.
Ormai, il Popolo è un’appendice senza senso. Non conta nulla di fronte a questa Casta politica di merda. D’altra parte il governo nazionale impersonato dal un lacchè della Trilaterale e del Gruppo Bilderberg cosa fa se non fare di testa sua contro gli interesso del Popolo?
Ho purtroppo perduto la speranza che un barlume di intelligenza sia rimasto nella mente di questa Casta ottusa. Nè mi illudo che i Comitati contro il biogas possano ottenere qualcosa. Intanto, la stragrande maggioranza del Popolo non sa nulla del Biogas, per cui saranno sempre piccole percentuali gli interessati a questo problema. Avrebbero, allora, bisogno di ACCENDERE L’INTERESSE del Popolo con azioni eclatanti CONTRO LA CASTA POLITICA, ormai ODIATA dalla maggioranza del Popolo.
La Casta sta, intanto, boccheggiando nell’azione di rendersi ancora credibile. A Destra, riesumano la salma di Berlusconi. A Sinistra, più svegli, “inventano” una diatriba col giovane Renzi, che fa il gioco delle parti con la vecchia nomenklatura del PCI-PDS-DS-oggi PD, facedo la farsa del “rottamatore” senza, però, dire a D’Alema, a Bersani, a Fassino, eccetera, a Silenzi, alla Giannini, alla Mariani: “Avete magnato alle spalle del Popolo italiano per troppo tempo. Bene, adesso fuori dalle palle. Non più in lista, ma a casa!”. Non c’è nulla di nuovo nel PD da rottamare, nè nel giovane Renzi, tanto simpatico, ma senza quegli aut-aut che lo renderebbero credibile.
Forse, non rimane che la lotta diretta del Popolo, senza più intermediari, o rappresentanze. Purtroppo, senza più strutture partitiche “cuscinetto”, c’è il rischio che si vada incontro ad un qualunquismo senza fine, oppure a quelle forme di intervento diretto sui politici colpevoli, forme su cui non oso esprimermi. Ormai il dado è tratto e non sarà possibile fermarsi, o ritornare indietro.
Se le centrali dovessero mai essere msse in funzione, ho paura che non avranno vita facile. Credo che i proprietari facciano meglio a trovare un accordo sui controlli, prima di iniziare, o sarà una sequela di denunce e richieste di sospensione dell’attività.
Li circonderemo di centraline, tecnici e avvocati.
Bommarito ieri mi ha spiegato che lui non è contrario al biogas, ma vuole centrali piccole alimentate con liquami e soprattutto a filiera corta. Ha ragione? Certo che ha ragione. Siccome la centrale produce gas e calore è chiaro che il calore va consumato lì vicino. Allora immaginiamo come dovrebbero andare le cose. Sotto il liceo classico di Macerata o comunque nelle cantine di corso Cavour mettiamo la centrale da 250 kwatt che scalda e fornisce elettricità al massimo a 10 appartamenti. Chissà come saranno contenti quelli di corso Cavour che hanno almeno 5 o 6 centrali che vanno avanti con i liquami e senza mais! Se quella tecnologia non va bene bisogna dire le cose come stanno: noi siamo contrari alle direttive della Comunità Europea e ai nostri amici tedeschi gli dobbiamo dire che hanno torto a fare il biogas a casa loro e noi non le faremo per niente. Una tecnologia “piccolo è bello” già esiste. Si chiama stufa a carbone. Tutto sommato è meno inquinante di quello che si pensa perché ha residui della combustione pesanti che si depositano nel giro di 5 km. Siete d’accordo?
@Claudio.
colgo nei suoi interventi, del tecnicismo manicheo addomesticato all’uopo.
Punto primo il rispetto del paesaggio (e la salute delle persone) che è unico e irripetibile, ed il nostro è particolarmente bello.Bisogna ragionare anche in un contesto più ampio, e cioè perchè continuare a divorare i migliori terreni di fondovalle, con zone industriali, commerciali (con capannoni vuoti) ed ora anche di mostri di cemento con maxi comignolo? Piccolo è bello sì! Nella Germania che lei nomina, non hanno inventato nulla! Semplicemente hanno capito che per avere un impatto ambientale minimo, ci volevano impianti minimi, di fotovoltaico e di biomasse, li hanno collegati in rete, ed ora producono più energia verde (quella vera) più di noi! Addirittura ora sono passati ai motori wolkswagen come mini generatori di energia. I tedeschi sono anche quelli che hanno bonificato il sito più inquinato e industrializzato del mondo da 150anni, il bacino della Ruhr, trasformando i vecchi opifici in musei e ambienti polifunzionali. Noi ancora continuiamo a costruire mostri e favorire gli speculatori. Siamo ancora al martello e scalpello dell’era pre-industriale!! Ciaoooo………
Claudiob lasci stare i tedeschi, noi proviamo a imitarli, solo che o reinterpretiamo a nostro modo le loro idee o arriviamo in ritardo, come nel caso dell’eolico, che da loro sta per essere abbandonato per il rapporto costi-benefici svantaggioso, mentre noi, a breve, assisteremo alla devastazione di un territorio ai confini con il parco dei Sibillini. Dicevo dell’italica attitudine al piegare delle buone idee alle proprie necessita’. Come mai in Germania gli impianti per la produzione di calore ed elettricita’ sono a servizio di condominii o interi quartieri, nei quali, gli appartamenti vengono realizzati con tecnologie atte a ridurre gli sprechi e le perdite? Perche’ invece in Italia questi impianti occupano ettari di terreno o, comunque, coinvolgono ampie zone e, nonostante questo pesante impegno di risorse, gli unici che ne traggono beneficio (economico) sono solo i proprietari della terra, le societa’ che se li intestano e le ditte che le costruiscono? Lei Claudiob, non ci trova qualcosa di strano?
Tanto per rendervi conto di cosa sia avvenuto in conferenza dei servizi per la centrale di Petriolo..il verbale secondo il funzionario Calvarese
http://noallecentrali.blogspot.it/2012/09/verbale-conferenza-dei-servizi-imacdoc.html
Per favore in questa vicenda non parliamo di paesaggio da difendere quando nelle Marche e ancora oggi costruiamo male e ovunque, abbiamo permesso immensi casermoni a fianco meravigliose case di campagna e ora ce la prendiamo con un centrale a Biogas. Ma chi coscientemente è andato a votare contro il nucleare si aspettava che le cose sarebbero continuate come sempre?
Pure con questa storia del metano ci vogliamo comportare come lo struzzo:la m***a nei paesi di estrazione a noi portatecela raffinata coi tubi, grazie.
L’unica controindicazione di Petriolo è che mi sembra troppo lontana dalle grandi vie di comunicazione: i camion che portano la materia prima fanno troppa strada.
È troppo potente? Meglio o meglio farne di più ma che siano più piccole?
@interfc
sinceramente non capisco il senso del suo intervento, dove vuole arrivare…
Intanto il Giappone ha abbondonato definitivamente il nucleare, la Germania è sulla stessa strada (c’entra qualcosa la scelta energetica verde e intelligente che hanno fatto!!??), e la Francia è su quella strada. Le centrali a biogas, se tutto andrà a favore degli speculatori ne saranno quasi una decina in provincia e non una. Per quanto riguarda il paesaggio, se sono state fatte delle porcate senza sensibilità negli anni scorsi, dobbiamo continuare a ridurlo ad un porcile ancora oggi e nel futuro?
Cavecanem, non l’avevo letta. È chiaramente nei diritti di chi abiterà lì attorno farsi ripagare in qualche maniera. Ci sono miliardi di studi per calcolare il valore di un bene così singolare come il territorio quando vede impiantarsi enormi centrali. Poi c’è da capire come ripagare tutti se con soldi, se rifornendo la case lì attorno con l’energia prodotta. Più c’è il pagamento al comune delle tasse, ma queste difficilmente si sgarrano.
Ora non conosco il caso specifico come si stanno organizzando però è un diritto.
Ringrazio molto il fun di guerre stellari obionekenobi. In fondo mi ha dato del tecnico. Non ho capito però da chi sarei addomesticato. A me non me ne viene nulla.
A cavecanem rispondo che effettivamente è vero quello che dice, anche se Bommarito non sarebbe d’accordo con lei. Veda, il fatto è che per fare le cose come Dio comanda è necessario avere pochi riferimenti normativi e certi. Non va bene che la Regione fa una normativa e dopo la vuole cambiare appena quella incomincia a funzionare. Guardi che questo è il punto. Di questo passo nessuno è più sicuro di nulla e gli investimenti non si faranno più, né quelli buoni, né quelli sbagliati. Il biogas non va bene perché noi non ce le abbiamo tutte queste produzioni da mettere dentro? Può darsi che sia vero, ma quando lo Stato (o Regione) fa una norma in realtà firma un contratto con gli imprenditori che ci mettono tempo, soldi e le loro aspettative personali di vita. Io negli occhi della gente che vuole dare lavoro e guadagnare non vedo la cupidigia, ma il terrore e non sanno più nemmeno da chi si devono difendere. Lei lo sa che probabilità ha un imprenditore di andare sotto processo penale? 1 su 1. Possibile che sono tutti delinquenti?