Dopo la visita alla centrale biogas di Morrovalle e all’audizione pubblica indette dalla Commissione d’inchiesta regionale sullo scandalo “biogas Marche” di mercoledì scorso (leggi l’articolo), e la successiva assemblea di Trodica nella stessa sera, il “Comitato salute e conservazione del territorio” interviene con una nota stampa che pubblichiamo integralmente:
“Alla visita dell’impianto biogas della Campomaggio 86, purtroppo, non sono potuto essere presenti i tecnici dei Comitati in Rete. Abbiamo ascoltato attentamente le spiegazioni forniteci dagli esperti che lavorano per l’azienda: la centrale a biogas – dicono – è all’avanguardia e la gestione dell’impianto insieme alla stalla rispetta il quadro normativo vigente. C’è dell’altro.
La proprietà si è dimostrata gentile e disponibile a consegnarci la documentazione che finora i pubblici uffici non ci ha fornito. La situazione sembrava idilliaca. Noi abbiamo da sempre espresso di non avere alcun pregiudizio negativo nei confronti di qualsiasi imprenditore. Vogliamo, però, che siano rispettati i diritti costituzionali alla libera attività economica e alla tutela della proprietà privata. E questo deve valere anche per tutti coloro che vivono e lavorano vicino alle centrali a biogas.
Ci pare molto strano che, se tutto va bene come dicono loro, vi siano nella proprietà in questione sei edifici abusivi, silos collegati alla centrale a biogas abusivi, parti dell’impianto sottoposte a sigilli e un’indagine della Procura di Macerata tuttora in corso. Ma non vogliamo parlare soltanto dei gravi aspetti edilizi e gestionali. C’è la questione ambientale e sanitaria che ci sta particolarmente a cuore. Accertamenti del Corpo Forestale hanno dimostrato che la fertirrigazione viene fatta, nonostante esista un divieto categorico, in una zona vulnerabile ai nitriti. In alcuni pozzi dell’impianto sono state rilevate dall’Arpam, a marzo 2013, concentrazioni di alluminio, cromo totale, ferro, manganese, nichel, piombo, nitriti ben al di sopra della legge. Il procedimento di bonifica del sito, avviato dalla Provincia di Macerata, è fermo per via dell’impugnazione dell’atto da parte dell’azienda. Altre problematiche legate alle emissioni in atmosfera sono sorte, durante l’audizione della Commissione presso l’hotel San Crispino, da parte dei cittadini presenti.
Non vogliamo arrogarci il potere di giudicare l’intera vicenda, ma vogliamo celeri e rassicuranti informazioni sulla salubrità del nostro territorio. Per questo, nel corso dell’incontro pubblico svolto nella serata, insieme ad Adriano Mei e all’Avv. Corrado Canafoglia si è discusso del ruolo attivo che i cittadini devono avere nella questione biogas. E’ necessario che i cittadini si coalizzino e comincino un’azione extragiudiziale, tramite delle deleghe che si possono firmare contattando il comitato, in modo da affiancare il lavoro della Procura, difendere i diritti violati e perseguire i colpevoli. C’è da farlo fin da subito. Durante il sopralluogo, infatti, abbiamo appreso la notizia che per lo sversamento di liquame da parte della centrale a biogas di Loro Piceno, il quale ha causato l’inquinamento del Fiastra e la moria dei pesci, i colpevoli hanno pagato soltanto un’ammenda di “ottocento” euro per il ripopolamento del fiume. Ottocento euro e nessuna bonifica. Non è possibile che si continui su questa strada”.
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