Una centrale Biogas a Matelica?
Il No degli ambientalisti

Il WWF: "Un business a scapito dell’agricoltura di qualità e dell’ambiente"

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Dalla Sezione Regionale WWF Marche riceviamo:

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Il NO del WWF


Non bastavano il proliferare degli impianti di fotovoltaico a terra, che in questi ultimi anni sono spuntati come funghi in mezzo ai vigneti del Verdicchio DOC del nostro territorio (l’ultimo in ordine di tempo sorgerà in loc. San Giovanni di Foro), o i progetti di megaimpianti eolici che incombono ancora come spade di Damocle sui crinali dei nostri monti. Adesso il Comune di Matelica sarebbe in procinto di autorizzare anche la costruzione di una grande centrale alimentata a biogas, della potenza di 999 kWe, in loc. Pezze, nei pressi del depuratore sul fiume Esino, peraltro anche in un’area vincolata dal punto di vista archeologico. L’impianto avrebbe lo scopo di produrre biogas tramite fermentazione naturale delle biomasse, che verrebbe poi utilizzato per la cogenerazione di energia elettrica e termica, in parte valorizzata sia nello stabilimento stesso, che ceduta alla rete pubblica. Secondo quanto scritto sul progetto dell’impianto, che è stato inviato nel giugno scorso alla Provincia di Macerata per l’autorizzazione della V.I.A., le materie prime utilizzate per la fermentazione saranno insilati di mais, sorgo, triticale erba medica e loietto pre-appassito. In realtà, date le precedenti esperienze in altri impianti analoghi costruiti in Italia, si è visto che queste materie prime vegetali non riescono mai ad essere sufficienti per garantire un’adeguata produzione di biogas tale da rendere l’impianto auto-sostenibile e quindi poi si finisce sempre con il far ricorso ai liquami e alle deiezioni prodotte dagli allevamenti di animali, in particolare suini, guarda caso, molto numerosi lungo la bassa Vallesina. Di questo, ne è convinto il Comune di Cerreto D’Esi che, con un’apposita Delibera del 10/11/2011, ha già espresso parere negativo alla costruzione della suddetta centrale. Secondo il Comune di Cerreto D’Esi, infatti, la centrale di biogas determinerà su tutto il territorio delle pesanti ricadute, in termini ambientali ed economiche, a causa dell’inquinamento dell’aria dai cattivi odori sprigionati dall’impianto, costruito vicino al confine tra i due Comuni, ma soprattutto dall’andirivieni delle autobotti per il trasporto del liquame provenienti dalla bassa Vallesina, che sarebbero costrette ad attraversare il centro abitato di Cerreto. Ci si chiede, quindi, perché questa centrale non viene costruita nella bassa Vallesina, vicino ai principali allevamenti di suini, risparmiando quindi anche sui notevoli costi del trasporto dei liquami? Il motivo è semplice: le popolazioni dei comuni della bassa Vallesina, molto popolosi, sono contrari alla centrale proprio per l’inquinamento dai cattivi odori sprigionati dall’impianto e quindi si è preferito ubicarla in una zona di campagna dell’alta Vallesina, dove la densità della popolazione è più bassa e di conseguenza i cittadini hanno anche meno voce in capitolo in termini elettorali… In linea di principio, come WWF siamo contrari alla produzione di energia elettrica mediante grandi centrali biogas di 1 MW, cioè della massima potenza consentita, come quella che si vorrebbe costruire a Matelica. Tali impianti infatti, per poter rendere a pieno regime, necessitano di grandi quantità di prodotti agricoli, normalmente destinati all’alimentazione, che invece vengono letteralmente “bruciati” per produrre energia elettrica o termica. Le conseguenze di tutto ciò sono inevitabili: acqua di irrigazione e terreni in affitto sottratti agli agricoltori veri, prezzi dei foraggi in rialzo, estensione della monocoltura e coltivazione spinta. Quindi abuso di pesticidi e di concimi chimici, inquinamento delle falde acquifere, mentre il foraggio che verrà a mancare agli animali dovrà essere importato da oltremare, al prezzo di nuovi dissodamenti di terre vergini e di sconvolgimento di ecosistemi fragili. La fertilità dei terreni ci rimetterà da noi e nei paesi da dove importiamo le materie prime per mangimi. Il tutto all’insegna di un’agricoltura sempre più meccanizzata e chimicizzata. E’ evidente quindi come il biogas non abbia nulla a che fare con l’ecologia. É solo un meccanismo per produrre profitti speculativi approfittando di una situazione di incentivi anomali per le “rinnovabili”, che non hanno alcuna possibilità di essere mantenuti nel medio-lungo periodo. É quindi un meccanismo perverso che darà il colpo di grazia definitivo all’agricoltura, specie a quella di qualità, come quella legata al Verdicchio DOC di Matelica. Oltretutto a discapito anche degli utenti finali, perché si produrrà energia “pulita” a costi cinque volte quelli dell’energia termoelettrica, mentre le spese saranno riversate sulla bolletta dell’energia elettrica, raggiungendo quindi il doppio “risultato” di spennare i cittadini e rovinare gli agricoltori!
Un “business”, del resto, che si sta espandendo in tutta Italia, anche nelle Marche, come in contrada Bore Chienti, vicino Villa San Filippo di Monte San Giusto, dove però la popolazione si sta ribellando e si sta organizzando in comitati in difesa della salute, dell’agricoltura e dell’ambiente.
Auspichiamo che questo avvenga anche tra i cittadini di Matelica e Cerreto D’Esi, come WWF saremo al loro fianco!



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