«La proposta di legge sulle biomasse approvata dalla giunta regionale il 16 dicembre (DGR1682_13 Pdl Biogas) è di tipo “difensivo”, risponde cioè ma all’esigenza di intervenire rispetto a una situazione di disparità e scongiurare il rischio di risarcimenti ingentissimi». Così il presidente Gian Mario Spacca nel corso della conferenza stampa di questa mattina, presenti gli assessori all’Energia Maura Malaspina e all’Industria Sara Giannini, a proposito della pdl che consente ai soggetti che hanno già ottenuto l’autorizzazione per la realizzazione di impianti biomasse a presentare una “Via postuma che sanerebbe la situazione”. Già chiesti 13 milioni di euro di danni. “Quello dell’energia è un tema molto importante, soprattutto in una regione come le Marche, che è la più industriale d’Italia e che, nel contempo, ha puntato su un secondo motore di crescita basato su turismo e ambiente. I tempi sono maturi per fare il punto sulla strategia del Pear. Con il Piano energetico e ambientale attualmente in vigore, sono state compiute scelte molto forti dal momento che le Marche erano e sono una delle ultime regioni italiane per produzione di energia elettrica. Il deficit è molto forte, intorno al 50%”.
“Di fronte a tale deficit – ha aggiunto Spacca – il primo obiettivo del Pear era di avvicinarsi al fabbisogno di energia elettrica attraverso la produzione locale da fonti rinnovabili. Un obiettivo che è stato conseguito in maniera molto relativa. Il secondo obiettivo era limitare la produzione da combustibili fossili che hanno maggiore impatto sull’ambiente. Su questo, l’azione della Regione è stata negli anni assolutamente coerente: sono state interrotte, infatti, le procedure per le due centrali turbogas, San Severino e Corinaldo, ed è stata disincentivata la nuova centrale turbogas a Falconara”. Il Pear si basa su tre assi principali con priorità alle fonti rinnovabili, insieme a risparmio energetico e cogenerazione distribuita, al fine della copertura del deficit regionale.
L’obiettivo del Burden Sharing, ossia la regionalizzazione del target di produzione energetica da fonte rinnovabile elettrica e termica attribuito dalla Ue all’Italia, rappresenta la principale sfida dei prossimi anni, considerato anche il rischio di commissariamento connesso al mancato raggiungimento dell’obiettivo regionale assegnato. Il Burden Sharing assegna alle Marche la quota di condivisione dell’obiettivo di produzione da fonti rinnovabili del 15,4% rispetto ai consumi lordi di energia. Obiettivo rispetto al quale le Marche sono in forte ritardo. Al 2012 il deficit energetico regionale è pari a -3.899 GWh (-48,9%) rispetto a un fabbisogno di 7.991 GWh (Dati Terna). Una delle sfide che la Regione aveva lanciato con il Pear adottato nel 2005 era quella di ridurre il forte deficit attraverso la generazione distribuita e le rinnovabili, rigettando le altre strade possibili, nucleare e grandi impianti turbogas.
“La sfida rimane aperta – ha aggiunto Spacca – Se da un lato la crisi ha contribuito alla stabilizzazione dei consumi energetici, dall’altro non è pensabile, auspicando una ripresa dell’economia, il perdurare di questa situazione di deficit che influisce pesantemente sul costo finale dell’energia penalizzando il sistema produttivo marchigiano e che espone le Marche al commissariamento per il mancato rispetto degli obiettivi assegnati”. Il contributo alla riduzione del deficit, apportato dalle singole fonti rinnovabili, dà la misura del problema. Tolto il fotovoltaico (che ha fornito un importante contributo, ma che non ha, nei prossimi 5 anni, prospettive di crescita paragonabili a quelle degli ultimi 5) e l’idroelettrico (già al limite di sfruttamento delle risorse), restano eolico, geotermia e biomasse. Le Marche sono la regione italiana con meno eolico (e non per mancanza di vento), la geotermia non potrà portare (con la tecnologia attuale) un contributo consistente. Quanto alle biomasse, le Marche sono ben al di sotto del target: rispetto a un obiettivo di 360 GWh previsto al 2015, gli impianti realizzati al 2012 contribuiscono per 109,7 GWh. Il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi su questa specifica fonte rinnovabile è dunque evidente. In questo contesto si inserisce la proposta di legge approvata il 16 dicembre scorso.
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Spacca mente sapendo di mentire. Spacca e tutta la sua giunta (Giannini in primis) sanno che stanno compiendo l’ennesimo obrobrio legislativo prorogando le autorizzazioni di centrali a biogas che il TAR sta via via dichiarando nulle per gli effetti della incostituzionalità della legge 03/2012. Questi politicanti da strapazzo pensano solo a proteggere gli interessi dei loro amici (potenti) prenditori del biogas. Se delle richieste di risarcimento ci sono, non vedo perchè debbano pagarle i cittadini sanando quello che non è sanabile con un’altra legge anticostituzionale. Spacca dall’alto della sua arroganza politica si pone sopra alla magistratura annullando gli effetti delle sentenze. Dopo le sentenze TAR di Camerata Picena, Corridonia e quella della Corte Costituzionale, costoro vogliono nuovamente porre una pezza che farà più danni di quelli che ci sono ora. Si preparino costoro a richieste di risarcimento milionarie da parte dei cittadini per gli impianti non sottoposti a VIA e per quelli sottoposti a VIA postuma (illegittima). Ma non pensino di farla franca anche i consiglieri che dovessero votare questa proposta di legge. Li guarderemo uno per uno negli occhi al momento del voto e vediamo se avranno il coraggio di difendere ancora l’indifendibile. Questa amministrazione ha palesemente sbagliato politica sulle energie alternative da anni (fotovoltaico selvaggio, scandalo maxi eolico e biomasse…) e pensa di risolvere le sue mancanze in questa maniera? Se lo scordino!!!
Il presidente Spacca mente, la Giannini mente , sara’ anche come lei dice ma il deficit energetico del 50% della nostra regione e’ concreto. Indichi quali possibili soluzioni al problema, la critica si!……..ma indicare delle possibili soluzioni e’ indispensabile.
Gli scandali sono stati messi a tacere, mi auguro che chi di dovere si stia adoperando per fare chiarezza. L’ energia è una delle principali fonti del malaffare in Italia, e le notizie lette sulla stampa di come è stato gestito l’eolico nelle marche vanno in quella direzione. Mi auguro che i cittadini non siano costretti a pagare nei prossimi anni le scelte di oggi Sia in termini di disastri aambientali che onerose. Chi ha elementi per meglio valutare li renda pubblici.
IL PESCE IN BARILE E’ VENUTO A GALLA E… PUZZA!
SVEGLI, COMPAGNI, ORMAI IL PARTITO DEMOCRATICO – RENZI O NON RENZI – E’ ASSERVITO AL GRANDE CAPITALE, ALL’ALTA FINANZA, ALLE MULTINAZIONALI, AI GROSSI INTERESSI, BUTTANDO A MARE GLI INTERESSI DEI LAVORATORI, DEI PENSIONALI, DEI PICCOLI PRODUTTORI, DELLA POVERA GENTE.
COMPAGNI, BUTTIAMO A MARE QUESTA GENTAGLIA TRADITRICE E RIPARTIAMO DA ENRICO BERLINGUER. OPPURE, LA DESTRA STATALISTA CI FREGHERA’ I VOTI.
Non sono io a dover dare soluzioni al problema dell’approvigionamento energetico. Ci sono i politici che devono farlo, ma devono farlo bene. Non con il proliferare selvaggio di impianti fotovoltaici e centrali a biogas. Non con la semplificazione amministrativa che favorisce solo meccanismi speculativi. Non con leggi anticostituzionali che servono solo a favorire alcuni speculatori che tentano solo di arricchirsi alle nostre spalle. Energie alternative, green economy si ma con attenzione alla tutela del territorio, del patrimonio dei cittadini e dei loro diritti. Il fotovoltaico facciamolo sui tetti, non a terra (come non hanno fatto). Le biomasse sfruttiamole in maniera intelligente, non creando ulteriori rifiuti e danni. Ad esempio il PEAR indica la provincia di Ascoli come quella con più disponibilità di biomasse….come mai lì non c’è nessuna centrale a biomasse/biogas? Questi sono solo due argomenti. Abbiamo proposto le nostre idee a Spacca, ci ha definiti seri e preparati ma poi ci ha girato le spalle e ha favorito solo i suoi amichetti. A chi giova tutto questo? A pochi…a discapito dei cittadini e di una politica energetica seria e consapevole.
Siamo alla comiche finali…
A casa tutti, subito
Sig. Sparapani, lei dice di non essere deputato alla soluzioni della problematica dell’approvviginamento energetico,a ragione, ci sono i politici. Dice anche di aver proposto delle idee al Pres. Spacca, se ne elencasse alcune servirebbero a vivacizzare il dibattito e migliorare la conoscenza sul tema ai noi lettori Grazie!
Il biogas è fattibile solo laddove ci siano degli effettivi scarti e sottoprodotti da lavorazioni alimentari, da allevamenti. Niente colture energetiche o solo in minima parte e il metano prodotto non deve essere bruciato ma purificato ed immesso n rete. Controlli delle materie prime in ingresso e del digestato in uscita per evitare il fenomeno di bioaccumulo degli xenobiotici. basta con gli incentivi a pioggia, basta con progetti fotocopia che poi non vengono rispettati. Chiediamo anche una qualifica ed aggiornamento costante degli operatori per evitare il proliferare di incidenti come a Loro Piceno, Bivio Cascinare. Adozione di linee guida per la gestione del digestato. Queste sono solo alcune delle proposte che abbiamo fatto oltre a proposte di legge come quella presentata dai comitati in rete ad ottobre 2012 che prevedeva la sospensione in autotutela delle autorizzazioni concesse per palese vizio di incostituzionalità della legge 03/2012 e susseguente sottoposizione a VIA. Quella proposta fu rigetttata al mittente sulla base di un parere infondato dell’ufficio legale regionale (lo stesso che non si accorse della incostituzionalità della 03/2012, lo stesso della ridicola VIA postuma e di tante altri strafalcioni legali). Basta o devo continuare?
@ bravo Luca Sparapani, apprezzo i suoi commenti, da sempre, però le devo dire una cosa per onestà intellettuale, e tanto rispetto che ho per i vari comitati in giro per l’Italia: le vostre battaglie rischiano di essere poco credibili se all’interno dei comitati viene fuori che c’è chi ha utilizzato la buona fede della gente per fare campagna elettorale per le prossime amministrative magari candidandosi a sindaco, addirittura in un comitato ce ne sono due di candidati sponsorizzati dalle varie fazioni politiche…questo significa portare in giro la gente e voi dovete smascherare queste persone ed estrometterle altrimenti i comitati non sono più credibili.
La ragione delle centrali a biomasse viene giustificata al fine di un miglioramento delle sorti climatiche del Pianeta ma, gli studi sugli impatti ambientali indotti dalla combustione di biomasse in impianti industriali per la produzione di elettricità, inducono grande cautela e quindi è legittimo il dubbio sul loro reale beneficio. Non bisogna trascurare il fatto che le biomasse che saranno usate come combustibile, anche dopo depurazione dei fumi prodotti, provocheranno l’immissione nell’ambiente di quantità non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti (polveri sottili ed ultra sottili, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, diossine..) con effetti potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione esposta.
E nel bilancio ambientale, occorre sommare anche le emissioni prodotte dal traffico pesante indotto dall’entrata in funzione dell’impianto e parte integrante della attività dell’impianto stesso, ovvero tutti gli automezzi necessari per i conferimenti di biomasse e per il ritiro e lo smaltimento delle ceneri.
Delle emissioni di polveri fini ed ultrafini di ossidi di azoto, di policiclici aromatici di diverse decine di mezzi pesanti al giorno, lungo tutto il percorso che giornalmente dovranno coprire, spesso non si trova traccia nei documenti autorizzativi.
E spesso nulla si dice sul ruolo di queste emissioni prodotte dal traffico e di quelle della centrale, nella formazione di ozono e di polveri fini ed ultrafini di origine secondaria, ovvero inquinanti pericolosi che si formano in atmosfera, a distanza dalla fonte, per reazioni chimiche e fotochimiche degli inquinanti primari (ossidi di azoto, idrocarburi).
In questo caso, riteniamo sia doveroso dare il giusto peso alla salute umana, rispetto alla salute dell’atmosfera del Pianeta e, secondo il nostro parere, non si può privilegiare (economicamente) un discutibile contenimento delle emissioni di gas serra, e un sicuro guadagno dell’impresa, se questa scelta aumenta i rischi sanitari della popolazione esposta.
Utilizzando il linguaggio di Matteo Renzi a proposito dei favori recentemente fatti dalla maggioranza di centrosinistra a favore delle lobbies del gioco d’azzardo, la proposta di legge di Spacca & Company a favore delle imprese del biogas, che punta a far rivivere autorizzazioni ormai irrimediabilmente decadute, è solo una “marchetta” espressa in favore delle imprese marchigiane del biogas speculativo.
da wilkipedia
“Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte, 50% – 80%, metano) prodotto dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici provenienti da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici o fanghi di depurazione, scarti dell’agro-industria…”
Se per alimentare una centrale a biogas sottraggo 300 ettari di territorio alla coltivazione alimentare per produrre erba da digestare insieme ai liquami faccio un operazione lucrosa per il prpprietario della centrale ma estremamente dannosa per la collettività che viene sottratta delle coltivazioni locali con conseguenti possibili importazioni alimentari da paesi terzi. (come alcuni cittadini riescono a rovinare anche le migliori tecnologie).
La questione energetica va affrontata con correttezza e sincerità da tutti in particolare da chi dovrebbe essere il fiore all’occhiello della nostra popolazione: gli amministratori regionali.
Dalle pagine web dell’ENEA si possono trarre innumerevoli informazioni come per esempio che il consumo energetico italiano al pari di quello della nostra regione è pressochè suddiviso in tre grandi fette della torta energia: trasporti, 30% civile ed industri in misura molto minore i consumi per l’agricoltura.
Se considerassimo semplicemente il 30% dei consumi di enegia afferenti al patrimonio edilizio esistente ci renderemmo immediatamente conto, a causa della scarsa qualità del costruito, che almeno il 70% di quel 30% è energia sprecata, che se ne va dalle finestre, dalle pareti, dai tetti delle nostre case di scarsa qualità energetica.
Seguitando a semplificare è immediatamente comprensibile che prima di produrre nuove quantità di energia con la costruzione di nuove centrali anche se ecologiche ma correttamente realizzate e gestite, bisognerebbe utilizzare bene l’energia che già abbiamo a disposizione, GLI SPRECHI VANNO ELIMINATI con il ricorso anche ad incentiivi sostanziosi.
Se invece come accade ora gli interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici ed aziende sono tenui, i consumi e gli sprechi tendono costantemente ad aumentare giustificando il ricorso a nuove centrali e magari ecco riapparire il fantasma del nucleare: massima espressione dell’opulenza energetica sprecona.
La produzione energetica italiana attuale, se non vi fossero sprechi nell’utilizzo di energia, sarebbe sovrabbondante e ci potremmo anche permettere di chiudere alcune delle centrali a carbone più obsolete.
Leggere che una giunta regionale fa ricorso a legislazione di emergenza per impedire il pagamento di danni a privati che in teoria dovrebbero aver applicato nel loro operato altrettante norme (varate dallo stesso organo legislativo) la dice lunga sulla qualità della politica amministrativa regionale!
Facciamoci gli auguri che sia il fondo del barile.
(per chi vuole approfondire l’interessante tema dell’energia può iniziare dal link qui sotto)
http://www.efficienzaenergetica.enea.it/politiche-e-strategie-1/politiche-e-strategie-nelle-regioni/sistemi-informativi-energetici-regionali/bilanci-energetici-regionali/
il ns governatore mi ricorda Superciuk: ruba ai poveri per dare ai ricchi…
In linea di principio sono d’accordo con Spacca…
Il “problema” è però sempre il solito: da dove/da chi (e come) procedere ?
La scaletta, a mio modo di vedere, potrebbe essere:
1. Disincentivazione (= maggiore tassazione, a tutti i livelli) a costruire/acquisire edifici/attrezzature di classe inferiore alla A (anche A+);
2. Adeguamento (o dismissione) degli edifici e delle attrezzature (veicoli compresi) energeticamente inefficienti;
3. Promozione degli impianti di co-generazione (anche micro) di prossimità, in particolare quelli da fonti rinnovabili;
4. Promozione della mobilità (sia delle persone che delle merci) sostenibile/efficiente.
Ecco, se si facesse un percorso del genere nel giro di una 20ina d’anni l’intera regione potrebbe essere energeticamente autosufficiente.
Và anche detto che però lo Stato incasserebbe molto meno da un punto di vista delle accise: forse per questo non si fà ?
si scambiano 5 figurine di spacca per una di pizzarotti, scambio equo mi sembra
Il solito commento del montanaro che non c’entra un piffero con l’argomento. COMPLIMENTI!!!