di Giancarlo Liuti
Visto che il mese di marzo è dedicato alla donna, mi pare giusto, stavolta, parlare di quattro donne maceratesi, due nate in città e due in provincia, che proprio in questi giorni hanno avuto gli onori della cronaca e suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica.
Il primo posto spetta senz’altro a Laura Boldrini, già portavoce dell’Onu per i rifugiati politici, eletta nelle file di Sel e ora presidente della Camera dei Deputati. Il discorso che lei ha pronunciato dopo la designazione a un incarico così importante (solo due donne, prima, nella storia della Repubblica: Nilde Jotti e Irene Pivetti) è stato un messaggio di solidarietà verso gli ultimi della terra sostenuto dall’esperienza maturata alle Nazioni Unite, reso attualissimo per l’omaggio alla figura di Papa Francesco e caratterizzato dall’appello, rivolto all’intero Parlamento italiano, di aprirsi al mondo (un discorso che Michaela Biancofiore del Pdl ha rozzamente disprezzato – questo è il suo stile e magari fosse soltanto il suo! – definendolo scritto da Nichi Vendola, quasi a dire che la Boldrini non è nessuno). Nata a Macerata nel 1961, Laura si è poi trasferita coi genitori a Jesi. Ma lasciatemi fantasticare che qualcosa dell’aria di questa città le sia entrato nei polmoni col primo vagito ed è quell’antico civismo per cui l’intolleranza e l’egoismo sociale non vi hanno mai preso il sopravvento. Un saluto, dunque, a Laura Boldrini: questo marzo è suo.
Ma a Montecitorio è salita un’altra donna, maceratese e non solo di nascita: Irene Manzi, 35 anni, già funzionario della Provincia per i beni e le attività culturali, poi vicesindaco e assessore alla cultura della giunta Carancini e adesso deputato nella lista regionale del Pd. In quanto maceratesi, lei e la Boldrini erano state precedute, nel lontano 1948, solo dalla democristiana Maria Pucci, che risiedeva sì a Macerata ma era nata a Catanzaro. Donna, giovane e approdata al Pd senza alcuna precedente militanza politica, la Manzi è figlia, su scala nazionale, di quell’esigenza di cambiamento di generazione e di genere che ormai è ineludibile a ogni livello. Il suo impegno da deputato? Intende occuparsi, in aula e in commissione, del settore della cultura. Il suo carattere? Tranquillo, tollerante, non incline agli eccessi. E, come per la Boldrini, chissà che qualcosa dell’aria di questa città non le sia entrato nei polmoni col primo vagito. Un saluto, perciò, vada pure a Irene Manzi: Macerata può dire che questo marzo appartiene anche a lei.
Intendiamoci: non si creda che la mia personale soddisfazione per il successo di queste due donne dipenda dalle loro scelte di campo, che ovviamente possono non essere condivise da chi ne ha fatte altre di segno diverso. Del resto sappiamo quanto sia difficile la formazione di un nuovo governo e quanto sia probabile che prima o poi si torni a votare, la qual cosa significherebbe, per entrambe, l’abbandono di Montecitorio. No, non è questo il punto. La mia soddisfazione riguarda Macerata e il fatto che l’elezione della Boldrini e della Manzi è stata un segnale – uno dei pochissimi – di legittimo orgoglio per una città cui voglio bene. Al saluto, allora, aggiungo la speranza che se anche si tornasse a votare tutte e due vengano rielette. Per i loro meriti, certo. Ma, consentitemi questo pur opinabile soprassalto di patriottismo cittadino, perché esse sono di Macerata.
La terza donna che marzo ha portato alla ribalta è la morrovallese Sara Giannini, assessore regionale del Pd per industria, artigianato e sostegno all’innovazione nei settori produttivi, materie, queste, in cui rientra l’idea-forza della “green economy”. Ora è noto che, tradotta nei fatti, questa idea si è indebolita e ha cambiato colore, passando dal “green” (il verde, tipico della natura) al “brown” (il marrone, con sfumature escrementizie). E questo perché la speculazione ha colto al volo l’occasione fornita da leggi che danno consistenti incentivi finanziari a chi realizza, nelle campagne, impianti fotovoltaici e biogas per produrre, in teoria, energia pulita. Non metto in dubbio la buona fede dei legislatori. Sta di fatto però che un agguerrito numero di imprenditori privati (la cosiddetta e onestissima società civile) ha snaturato lo spirito di quelle norme, ne ha eluso le regole e ha messo a ferro e fuoco l’agricoltura, il paesaggio e l’ambiente approfittando anche dei varchi procedurali apertigli dalle pubbliche istituzioni, cui – stranamente ? – è sfuggita di mano la distinzione fra “green economy” e “brown economy” (la centrale “Vbio2” di Loro Piceno ha provocato una fuoriuscita di liquami che inquinerà, forse per anni, il Fiastra fino al Chienti, e un incidente simile si è verificato pure a Morrovalle, il paese della Giannini).
Non la tiro per le lunghe – si legga in proposito l’ampio articolo di Giuseppe Bommarito su Cm – e mi limito a sottolineare che presso la Procura di Ancona è in corso un’indagine su privati e funzionari regionali per abuso d’ufficio, truffa e associazione a delinquere. Indagine pure sui politici? Non risulta, per ora. E mi astengo da ogni sospetto. Tuttavia la Regione ha pur avuto un ruolo nell’autorizzare quegli impianti, nell’escludere, per un solo kilowatt di differenza, l’obbligo della valutazione di impatto ambientale e nella costante sordità rispetto alle vibrate proteste di ben cinque sindaci della nostra provincia. Un po’ misteriosa, questa Regione, col presidente Spacca che ora si schiera con indignata fermezza contro l’eventuale malaffare ma solo dopo avere appreso dell’inchiesta della magistratura. E con Sara Giannini che esclude qualsiasi responsabilità politica dicendo che la legge tassativamente imponeva di concedere le autorizzazioni nonostante le due mozioni consiliari con cui se ne chiedeva la sospensione. Ne prendo atto. Resta però che il suo nome è rimbalzato nei giornali rendendola una delle nostre importanti donne di marzo. “Green” o “brown”? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma sarebbe stato tutto più “green” se lei – da donna – avesse speso qualche parola a favore delle mille “garibaldine” di Matelica che sono scese in piazza contro le industrie insalubri. In tal modo avrebbe pienamente meritato l’aureola positiva – “green”, non “brown” – di maceratese del marzo 2013.
E vengo alla numero quattro: Paola Antolini, civitanovese, titolare di “Donna & Uomo In”, che ha lanciato la proposta di istituire una moneta locale diversa dall’euro allo scopo di stimolare il consumo di prodotti di qualità a un prezzo scontato. Come si chiamerà questa moneta? “Civitino”, “Paolino” o, in omaggio al primo cittadino ora in carica, “Corvattino”? L’idea, già realizzata in altre parti d’Italia, non piace molto allo Stato, se non altro perché non prevede il rilascio dello scontrino fiscale e quindi incoraggia l’evasione. Tuttavia è una proposta che ancora una volta pone lo spirito di Civitanova all’avanguardia, in provincia, nel campo della novità e dell’iniziativa imprenditoriale. Cose, queste, da non sottovalutare. Ed ecco perché Paola Antolini merita di entrare fra le donne maceratesi del marzo 2013. Un saluto, e auguri, pure a lei.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
No comment!
Brown economy… neologismo azzeccatissimo! Bellissimo articolo soprattutto il passaggio sulla Giannini!!!
…….il moto perpetuo del………
Le tonne le tonne le tonne sempre sse tonne…..
Gli uomini mai, me raccomanno….
Non concordo con la scelta del dott. Liuti. Visto che è il mese di marzo quello in cui si festeggia la donna, usando lo stesso attacco del suo articolo, non avrei scelto le donne “in carirera” menzionate nell’articolo, bensì altre, magari meno note perché non hanno riempito le pagine della cronaca in quanto i loro meriti sono quasi esclusivamente quelli di aver fatto carrira grazie ai parititi di appartenenza. La mia scelta sarebbe caduta su quelle che meglio rappresentano la nostra società, quelle che si da per scontato che sono nate e vivono nel nostro teritorio, senza sorprenderci più di tanto, ma che quotidianamente lo fanno vivere e gli danno il loro contributo. Avrei parlato di quelle donne che con il loro lavoro, le loro capacità, i loro sacrifici vivono la loro vita con tutti noi “poveri mortali” e che spendono la loro intelligenza nella e per la nostra società. Certo che per fare questo ci si sarebbe dovuti impegnare in una ricerca della realtà del nostro teritorio e sarebbe occorso diverso tempo. E’ molto più facile sfogliare le pagine patinate delle riviste per scegliere di chi parlare utilizzando come strumento di cernita solamente il luogo di nascita.
la proposta di Liuti è interessante ma lascerei al pubblico la “scelta delle finaliste”. Le 4 maceratesi indicate, infatti, non rappresentano tutto l’universo delle nostre donne di valore. Io ne aggiungerei altre che in poco tempo hanno dimostrato tutta la loro grinta e competenza PER i maceratesi (e non per la loro carriera). Mi viene in mente Paola Giorgi, per esempio, con la sua battaglia per bloccare gli impianti a biomasse e biogas; una donna che è in prima linea PER il territorio maceratese e non per se stessa. Le altre: la bravissima Boldrini rappresenta l’Italia, non certo Macerata; di Sara Giannini stento a ricordare qualche buona azione per il territorio (eccezion fatta per il suo alveo elettorale); la Manzi, oltre ad aver fatto parte della peggior giunta maceratese, deve ancora far qualcosa per cui considerarla sopra allo zero (può essere anche sotto);la neoparlamentare Fucsia, invece, una cosa l’ha fatta! ha fatto scena muta nella giunta per le elezioni e non ha detto una parola sull’ineleggibilità di Berlusconi.
All’interno del Testo Unico delle Leggi Elettorali, d.p.r n° 361 scritto il 30 marzo 1957 vige ancora un articolo, l’articolo 10:
1. Non sono eleggibili inoltre:
1) coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta.
Ripeto il concetto: secondo me la nostra maceratese deve esser scelta per ciò che ha fatto per questa comunità e non per la sua carriera
————- OT OT OT OT OT OT OT OT ———
Volevo salutare calorosamente l’edicolante a Collevario che mentre sceglievo il giornale stava leggendo Cm e se n’è uscita con: “Ma sto Marco Travaglio de MC commenta sempre!!!! Ma sempre li sta????”
No, non sto sempre su Cm, ogni tanto vengo a prendere anche i giornali da te! Saluti! 🙂
Liuti, ma scherza o è serio??? Io all’inizio pensavo che fosse una presa in giro… ma sul serio queste???? Oo
Dopo i Fantastici 4 delle Primarie 2012 ecco le Fantastiche 4 della Primavera Femminile 2013!
Poltronopoli, la Laura B. fa il bis! Dopo il trombato assume anche la figlia di papà: e meno male che stava con gli umili…
http://ilportaborse.com
CONCORDO PIENAMENTE CON GABELLA, COME NON MENZIONARE PAOLA GIORGI, LA QUALE STA DIFENDENDO IN TUTTI I MODI IL TENTATIVO DI SCEMPIO DEL NOSTRO TERRITORIO DA PARTE DEI SOLITI POTERI FORTI!!!!! …ORA, DOPO LE INCHIESTE DA PARTE DELLA FINANZA SONO SALITI TUTTI SUL CARRO DEI VINCITORI, MA PER FORTUNA LA GENTE NON DIMENTICA FACILMENTE CHI STA DA SEMPRE DALLA LORO PARTE! …DISPIACE CHE UN GIORNALISTA MOLTO ATTENTO COME LIUTI SI SIA DIMENTICATO DI NOMINARLA!!
Per dare prova delle loro qualità di genere, le due donne ,il Consigliere Regionale Giorgi e l’Assessore Regionale Giannini, potrebbero partecipare entrambe all’assemblea pubblica promossa dai Comitati sul Biogas, in programma stasera a Trodica di Morrovalle, alle ore 21,15 presso l’Hotel San Crispino. La presenza sarebbe gradita, inoltre soprattutto dai Cittadini che a Morrovalle e Corridonia, hanno contribuito nei relativi Collegi alla loro elezione .Ad oggi, entrambe, non hanno dato mai riscontro del loro operato , con una Pubblica Assemblea tra la Gente da cui hanno ricevuto ampio mandato ,con le migliaia di preferenze ricevute. Non è mai troppo tardi! Stasera potrebbe essere per loro l’OCCASIONE GIUSTA.