Biogas, la minoranza consiliare a Sparvoli:
“Chiarezza sulla legge regionale”

MATELICA - Interpellanza al Sindaco sulla posizione che assumerà in merito alla Via postuma. I consiglieri regionali Foschi e Marangoni: "Denunciata a livello nazionale la commistione politico-affaristica del Pd". L'assessore Malaspina: "L’ordinanza del Consiglio di Stato, non ha nulla a che vedere con la proposta di legge della Giunta"

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biogas_matelica2di Monia Orazi

Un’interpellanza a risposta scritta sulla centrale a biogas è stata inviata al sindaco Paolo Sparvoli, per sapere se si dichiarerà contrario alla proposta di legge regionale che ammette a posteriori la valutazione di impatto ambientale per le centrali esistenti. Nel documento, che prevede una risposta entro trenta giorni da parte del primo cittadino, figura la firma di tutti i consiglieri di minoranza di Matelica RipartiAmo Alessandro Casoni e Sandro Botticelli, di Matelica Insieme Massimo Montesi, Matteo Aringoli, Fiorella Marzioli, Fabrizio Massari, Alessandro Belardinelli e dal consigliere indipendente Adriano De Leo. “L’interpellanza risponde ad un’esigenza di chiarezza e di metodo amministrativo, che i consiglieri di opposizione tutti insieme – spiegano i firmatari –  hanno sentito di porre responsabilmente al sindaco a seguito della votazione unanime del 23 novembre scorso su una mozione congiunta relativamente a controlli e interventi sull’impianto biogas di località Pezze a Matelica. In questa fase non occorrono proclami in materia biogas, ma è necessario garantire, da chi è all’interno delle istituzioni un controllo ed uno stimolo efficaci”. La proposta di legge regionale per la sanatoria delle autorizzazioni illegittime alle centrali a biogas esistenti, aveva avanzato la possibilità di applicare una valutazione di impatto ambientale posteriore rispetto alla realizzazione dell’impianto, ipotesi bocciata da una recente sentenza del consiglio di Stato in merito alla centrale a biogas di Osimo. Per il tribunale amministrativo di secondo grado, la giurisprudenza consolidata in sede europea, non ammette valutazioni di impatto ambientale a posteriori e nel dispositivo di sentenza viene specificato come le centrali illegittime vadano fermate. In questa ipotesi potrebbe rientrare anche la centrale di Matelica. E’ tuttora pendente un ricorso al Tar di un comitato di cittadini contrario alla centrale. La minoranza chiede in merito una precisa presa di posizione di Sparvoli: “La recente e nuova proposta di legge regionale 384, cosiddetta “v.i.a. postumo”, potrebbe seguire si ritiene, i requisiti della precedente legge regionale bocciata dalla corte costituzionale. Per questo motivo sta ottenendo la contrarietà di molti sindaci, comunità locali e partiti politici. Questa norma, come la precedente, non dà certezza di garanzie di legittimità, neppure tutelando il territorio ed i suoi abitanti. E’ noto che l’amministrazione regionale consulterà i sindaci interessati ed appare dalle notizie dei giornali che è in corso una indagine della magistratura riguardante gli iter di approvazione degli impianti. Per tutti questi motivi intendiamo sapere con urgenza se il sindaco, in sede regionale, si dichiarerà contrario e si opporrà alla proposta di legge regionale”.

In merito alla centrale il sindaco Paolo Sparvoli, proprio durante la discussione della mozione a novembre, si era detto favorevole alla tutela della salute dei cittadini e a vigilare affinché l’impianto rispettasse tutte le prescrizioni di legge. In quell’occasione maggioranza e minoranza hanno votato compatte per prevedere una serie di controlli e verifiche sull’attività della centrale in località Pezze. Sono numerosi gli incontri avuti tra l’amministrazione comunale ed i proprietari dell’impianto, in particolare alla fine dello scorso anno quando si sono avuti problemi con le grosse balle di erba essiccata destinate alla centrale ed uno sversamento nel fiume Esino.

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fatto quotidiano

L’inchiesta sul quotidiano “Il fatto” di oggi

 

Sul tema intervengono i Consiglieri regionali di Forza Italia, Elisabetta Foschi e Enzo Marangoni:  “La proposta di legge attualmente in commissione IV relativa alla sanatoria per la previsione della VIA postuma deve essere immediatamente bloccata in virtù dell’ordinanza del Consiglio di stato che, intervenendo sul caso di Osimo, esplicita chiaramente come non sia possibile la valutazione d’impatto ambientale successiva all’autorizzazione dell’impianto a biogas. Unica possibilità attuabile oggi è la revoca delle autorizzazioni già date e prive di VIA, per consentire alla Regione Marche di autotutelarsi.” Foschi ed Marangoni  nella nota, evidenziano l’inchiesta pubblicata oggi su “il Fatto Quotidiano” nella quale si denuncia a livello nazionale la commistione politico-affaristica del PD, partito d’affari del biogas nelle Marche. “Andrebbe a questo punto anche rivista la relazione della Commissione Consiliare di inchiesta sul biogas votata a maggioranza dal centro sinistra, nel punto in cui auspica, erroneamente, l’applicazione della VIA postuma”.

Maura Malaspina

Maura Malaspina

In replica alle dichiarazioni rilasciate da Forza Italia, l’Assessore all’Ambiente ed Energia, Maura Malaspina precisa:

Torno di nuovo sull’argomento – afferma – perché continuo a leggere interpretazioni quantomeno imprecise e superficiali, quando non totalmente sbagliate, in merito all’ordinanza del Consiglio di Stato sull’impianto di Osimo. Ribadisco quindi quanto più volte detto in questi giorni, a partire dal fatto che quella del Consiglio di Stato, relativa all’impianto di Osimo, è un’ordinanza e non una sentenza e non ha dunque valore definitivo. Parliamo inoltre di un’ordinanza non generale, ma che ha rilevanza esclusivamente nell’ambito del procedimento in questione, ossia l’impianto di Osimo. Quanto sancito in essa, quindi, non ha valore erga omnes, ma solo per le parti in causa e assolutamente non sconfessa la Giunta regionale sulla Via postuma. In secondo luogo quella del Consiglio di Stato è un’ordinanza emessa sull’appello di un comitato contro la sentenza del Tar Marche che aveva respinto il ricorso presentato dallo stesso comitato contro l’autorizzazione regionale all’impianto di Osimo. Il Consiglio ha sospeso l’esecutività della sentenza e ha ritenuto sospesa anche l’autorizzazione all’impianto. Sospendere significa che l’atto esiste, ma non è efficace. La società si è difesa deducendo che nel frattempo aveva presentato istanza di Via. Il giudice ha evidenziato che essendo esecutivo il provvedimento oggetto dell’ordinanza, la Via deve essere effettuata preventivamente. Diversa è l’ipotesi di un’autorizzazione annullata e non solo sospesa, che comporta il riavvio del procedimento autorizzatorio con l’espletamento della Via non precedentemente ottenuta. Dunque – conclude Malaspina – la verità dei fatti è chiara anche se molto lontana dai commenti strumentali di questi giorni: l’ordinanza del Consiglio di Stato, non ha nulla a che vedere con la proposta di legge della Giunta regionale, diretta proprio agli impianti la cui autorizzazione sia stata o venga annullata. Questi sono i termini precisi della vicenda e su questo possiamo confrontarci, ma sono inaccettabili le interpretazioni inesatte e spesso anche fantasiose, che generano soltanto confusione nell’opinione pubblica”.

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