Dal governo Renzi l’assist
per salvare le centrali a biogas

Nel decreto agricoltura spunta la Via postuma che sembra tarata ad hoc per la Regione Marche. Sarebbe stato inserito su pressione di alcuni politici marchigiani in una delle tante versioni dei ddl in discussione

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Matteo Renzi durante una visita a Pesaro

Matteo Renzi durante una visita a Pesaro

di Marco Ricci

Un comma inserito all’interno dell’articolo 24 del decreto agricoltura in discussione in Consiglio dei Ministri tenta, con un colpo di spugna, di sanare gli impianti a biogas dichiarati illegittimi dai tribunali amministrativi, lasciandone proseguire l’attività e concedendo la possibilità di ottenere una valutazione di impatto ambientale ex-post. Il codicillo, pare inserito su pressione dei parlamentari e dei politici marchigiani (non maceratesi) su una delle tante versioni dei ddl in discussione, sembra tarato su misura per la Regione Marche e per le sue centrali a biogas illegittime, dopo che il Consiglio di Stato aveva definito inammissibile – anche per con la consolidata giurisprudenza europea – la possibilità di una valutazione di impatto ambientale postuma, stabilendo l’immediato fermo della centrale di Osimo su cui la suprema corte si era pronunciata.

Dunque niente via postuma secondo il Consiglio di stato, stop all’attività delle centrali illegittime e semaforo rosso alla Regione Marche la quale, dopo aver proceduto come un treno contro tutto e tutti, aveva continuato a concedere autorizzazioni prive di Via anche di fronte ai ricorsi pendenti. E se il governatore Spacca, affiancato dagli assessori Sara Giannini e Maura Malaspina, aveva visto affondare in un mare di proteste la recente proposta di introdurre la Via ex-post, a togliere le castagne dal fuoco al Governatore ci prova desso il governo Renzi, dopo che da Ancona si era più volte implorato l’intervento del legislatore nazionale.

Una protesta davanti alla Regione del Comitato di cittadini di Petriolo contro la centrale a biogas

Una protesta davanti alla Regione del Comitato di cittadini di Petriolo contro la centrale a biogas

Il ddl in esame da parte del governo stabilisce infatti che per gli impianti già autorizzati e in esercizio – e che debbano essere soggetti a “verifica di assoggettabilità postuma anche per annullamento in sede giudiziaria dell’autorizzazione e per i quali tale procedura [Via, ndr] era stata esclusa” – l’attività potrà proseguire fino all’adozione dell’atto definitivo di autorizzazione. Il successivo rimando agli allegati al codice ambientale fa chiaramente rientrare nelle nuove disposizioni gli impianti a biogas con potenza inferiore ad 1 Mw per i quali, fino al 2010, proprio la Via non sarebbe stata necessaria.

Il governo dunque, con questo comma, salverebbe di fatto  gli impianti a biogas illegittimi, lanciando una bella ciambella di salvataggio alla politica della Regione Marche, vanificando d’altra parte non solo le battaglie dei cittadini e dei comitati ma anche le proteste di tanti sindaci – molti dei quali del Partito Democratico – che avevano duramente censurato la politica regionale. Non è però ancora detta l’ultima parola. Il decreto, discusso ancora sabato, non è stato ancora licenziato dal Consiglio dei Ministri né sottoposto al Presidente della Repubblica il quale, in ogni caso, non potrà non tener conto dei pronunciamenti del Consiglio di Stato. Sarà anche da capire come la prenderanno i renziani della regione Marche che – solo qualche mese fa – si erano duramente scagliati contro la proposta Spacca. Una proposta non affatto dissimile da quella presentata adesso dal governo centrale.

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