di Gabriele Censi
La conferenza dei servizi non decide ancora, un altro rinvio a mercoledì 5 settembre alle ore 16 per la decisione sulla centrale a biogas a Petriolo. Intanto l’attenzione sulle scelte che devono essere prese in Regione cresce. Oggi erano 4 i consiglieri presenti: la vicepresidente Paola Giorgi (Idv), Enzo Marangoni (Lega per le Marche), Francesco Acquaroli (Pdl) e Angelo Sciapichetti (Pd). Delegazione rafforzata anche per la Provincia di Macerata che ha partecipato alla conferenza dei servizi con ben 4 funzionari e la vice presidente Paola Mariani, per ribadire ancora una volta la posizione contraria alla realizzazione della centrale che mette in imbarazzo la politica regionale. Anche il leader nazionale dell’Idv Antonio Di Pietro si sarebbe interessato al problema chiedendo all’assessore Donati una dettagliata relazione e si attende per domani un suo intervento con una interrogazione alla Camera dei Deputati.
Ogni eccezione sul progetto diventa motivo di rinvio. Dopo la scelta degli alberi di copertura e la cubatura, stavolta la discussione si è incentrata sulla fidejussione per gli oneri di smaltimento. Il Comune ha fissato la cifra in 800.000 euro contro gli 80.000 proposti dalla ditta. Controversa anche la questione viabilità per la strada stretta di accesso e i conseguenti problemi di sicurezza. La Imac avrebbe superato il problema con una diversa allocazione dell’impianto, ipotesi accolta dalla Regione ma rigettata dal Comune. Proprio oggi su un terreno confinante, con la pioggia, il proprietario ha rimosso una vistosa quercia.
I petriolesi anche oggi si sono recati in massa al Palazzo regionale. I cittadini hanno simbolicamente bruciato con un falò le copie delle tessere elettorali per alzare il tono della protesta, come annunciato nei giorni scorsi (leggi l’articolo). Cori da stadio e numerose pannocchie di mais (quelle che saranno usate per alimentare la centrale) posizionate nel piazzale del palazzo della Regione hanno movimentato la protesta. Al loro fianco anche Adriano Mei, referente dell’associazione “Comitati in rete”. Un tema quello delle piccole centrali sul territorio che interessa e preoccupa non solo a Petriolo come ha illustrato l’avvocato Bommarito con la sua inchiesta su Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). Comitati civici locali si organizzano e combattono contro interessi economici che devono trovare la giusta composizione con gli interessi alla salute e alla sicurezza.
«Il comitato “Petriolo per il Territorio” ricorda, inoltre, – si legge in una nota – che ad oggi si sono svolte ben quattro conferenze dei servizi ma, nonostante le evidenti contrarietà tecniche ed istituzionali verso la centrale, i funzionari regionali dimostrano un comportamento rivolto alla chiusura verso il dialogo e all’approvazione della centrale. Si tenga presente che sul territorio regionale sono già state autorizzate, nel giro di pochi mesi, oltre 50 centrali e non c’è una regolamentazione regionale così come invece è stata fatta per il fotovoltaico.
Nel corso della conferenza dei servizi del 28 agosto, sia il Comune di Petriolo che la Provincia di Macerata hanno espresso parere negativo all’ impianto per una serie di motivazioni tecniche reali, ma questi atti continuano a non essere ritenuti pertinenti».
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Aggiornamento: Anche il leader nazionale dell’Idv Antonio Di Pietro si sarebbe interessato al problema chiedendo all’assessore Donati una dettagliata relazione e si attende per domani un suo intervento con una interrogazione alla Camera dei Deputati.
Le centrali a biogas sono un’altra follia per devastare un territorio già abbondantemente compromesso.
I sistemi alternativi e più sicuri ci sono, fotovoltaico. geotermia, eolico etc. Come possiamo organizzare manifestazioni come Herbaria, fiere del tartufo dei prodotti tipici ed a poca distanza avere impianti simili? I politici che decidono per noi senza chiederci prima cosa vogliamo sono folli, a volte criminali, irresponsabili, ignoranti e inutili. Stiamo definitivamente perdendo la possibilità di creare ricchezza utilizzando il territorio per le sue peculiarità, uniche e invidiate da tutti. Quando l’avremo distrutto quale eredità lasceremo alle generazioni future?
quest’estate andando in Cadore ho visto una centrale a biomassa e sugli inceneritori c’era scritto gigante “VAPORE ACQUEO” quindi ipotizzo che non provochi tutto questo inquinamento!!
daltronde è stata costruita tra le montagne più belle d’Italia
inoltre a Dobbiaco (Dolomiti di Sesto cioè patrimonio dell’UNESCO) c’è una centrale a biomassa che riscalda tutto il paese oltre che produrre energia (vista con i miei occhi)… eppure è stata costruita tra le montagne più belle d’Italia anzi del mondo
a sto punto mi chiedo: “o sono matti loro a costruirle in certi posti o siamo matti noi a non volerle!!”
mha
Concordo con Rizado, quando dice che i politici prendono decisioni senza consultare il Popolo. Che i panneli solari sui campi coltivabili, invece che sulle case, ed oggi le centrali biogas stiano allargandosi a dismisura significa che c’è chi ha interesse a investire in questi tipi di produzione. Non si sono volute le centrali nucleari per timore di disastri, ma qui il disastro del territorio e dell’agricoltura – di cui ci sarà sempre più bisogno – è visibile…
I comitati di lotta si colleghino, pure insieme ad altri comitati di lotta per altri motivi e problemi, onde formare una forza d’urto maggiore. Ciò servirà per dire ai politici: “Noi esistiamo come forza politica. Voi non esistete più”.
A Corridonia si è formato un comitato di proposta e di lotta su un argomento che non intendo dire, per ora. Ebbene, la condizione è che nel comitato non ci sia la presenza di partiti e di uomini politici. Avete capito? Ci siamo arrivati.
Se per politici si intendono i “rappresentnti del popolo” mi sembra logico che non ascoltino il popolo ogni volta che devono prendere una decisione.
I politici devono tenere conto del mandato ricevuto dal popolo, ma questo è assente tra una elezione e l’altra e delega ogni cosa ai propri rappresentanti.
Ho detto più volte che il problema è la mancata partecipazione delle persone alla vita sociale e civile della comunità. Tutti siamo cittadini e quindi tutti dobbiamo fare politica. E’ inutile mandare a casa gli attuali nostri rappresentanti se poi ritorniamo nelle nostre case e continuiamo adelegare ad altri.
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“Ciò servirà per dire ai politici: “Noi esistiamo come forza politica”.”
Mi domando da chi è composta una forza politica? Da politici?