Viridis energia a Lambertucci e Morgoni:
“Scelte scellerate, danno erariale
da 1,5 miliardi di euro”

CASO BIOGAS - La società che possiede le quote delle centrali di Corridonia e Loro Piceno interviene sul no del Parlamento alla valutazione di impatto ambientale postuma

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Una centrale a biogas

Una centrale a biogas

Viridis Energia, la società operante nelle energie alternative e che possiede le quote degli impianti a biogas di Corridonia e Loro Piceno, risponde ai recenti interventi del senatore Morgoni e della segretaria provinciale del Pd, Teresa Lambertucci (leggi l’articolo):

Prendiamo tristemente atto che il Legislatore ha optato per non concedere ai soggetti ingiustamente colpiti dalla Sentenza 93/2013 della Corte Costituzionale, tra cui gli impianti a bioenergie autorizzati in Regione, la possibilità di effettuare la c.d. “Via postuma, in continuità di esercizio”. Ci rammarica constatare come speculazioni politiche di natura locale (nel 2015 ci sono le elezioni regionali nelle Marche…) abbiano avuto la meglio sulle ragioni del buon senso e del bene comune. Soggetti che non pagheranno mai per le loro scelte politiche scellerate hanno caricato la collettività di un danno erariale potenzialmente superiore a 1,5 miliardi di euro, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Pagherà forse il senatore Morgoni o la signora Lambertucci quando lo Stato verrà chiamato a risarcire tali ingenti danni? Troveranno loro un nuovo posto di lavoro a tutti coloro che lo perderanno? Dove sta il senso di responsabilità della politica? Restiamo letteralmente allibiti del fatto che il senatore Morgoni dichiari, “candidamente”, “di non avere soluzioni” al pasticcio burocratico-legislativo delle bioenergie pur essendo stato un soggetto chiave nell’abrogazione della c.d. “Via postuma” all’interno del Decreto Competitività. Di fronte ad un problema importante e serio come si fa a dire di “No” ad una soluzione razionale ed equilibrata senza essersi neanche preoccupato di proporre una alternativa? Le argomentazioni a supporto dei soggetti politici che si sono “accaniti” sui vari paradossi legislativi e giudiziari subiti anche da aziende serie e responsabili come la nostra sono tanto vuote quanto confuse. Il solito “polpettone politichese” senza né capo né coda: si pongono problemi ma non si ipotizzano soluzioni, si distrugge ma non si costruisce, si parla solo di forma fine a stessa senza entrare mai nel merito degli argomenti. Riprendendo la celebre frase di Deng Xiaoping, si continua a discutere unicamente del colore del gatto senza preoccuparsi minimamente se questo sia in grado o meno di catturare il topo. Il Governo Renzi si è proposto come il “Governo del fare”, alcuni suoi compagni di partito per il momento si sono limitati a “dis-fare” sul tema delle bioenergie. Come si pensa di uscire dalla profonda crisi in cui versa il nostro Paese se si continua ad affrontare i suoi problemi con logiche politiche così dannose? Come si pensa di stimolare gli investimenti e creare posti di lavoro con discorsi vuoti di ogni e qualsivoglia concretezza? Per usare un eufemismo, ci sorprendono gli inviti alla “prudenza” ed a “fare autocritica” nell’investire rivolti dal Senatore Morgoni. Parimenti ci sbalordiscono le accuse di “concorso consapevole” genericamente fatte dalla Signora Lambertucci alle imprese del settore. Chi parla, evidentemente, o ignora la realtà dei fatti o preferisce darne una rappresentazione strumentale e faziosa. Le imprese, tra cui quelle delle rinnovabili, lottano in Italia contro una burocrazia assurda ed un legislatore spesso “distratto”, a volte persino incoerente ed inaffidabile. Tutti gli investimenti che le società del gruppo Viridis hanno fatto erano e sono assolutamente coerenti con gli obiettivi comunitari in materia di sviluppo delle energie rinnovabili nonché pienamente conformi alla normativa vigente, nazionale e regionale, in materia autorizzativa e di rispetto ambientale. Essere prudenti per noi vuol dire agire sempre e comunque nel pieno rispetto della legalità. Su questo non accettiamo lezioni da nessuno. Come possono alcuni politici non sapere che le direttive comunitarie non sono di principio auto-applicative e che queste, oltre a dover essere recepite dai vari stati membri prima di diventare legge, non impongono obblighi in capo ai singoli soggetti? L’autocritica di certo non sta a noi visto che abbiamo sempre rispettato norme e regolamenti, ottenuto legittime autorizzazioni, ma che ora vediamo queste ultime diventare “carta straccia” ed in nostri impianti trasformati in paradossali “abusi edilizi” penalmente perseguibili. Che fine ha fatto la certezza del diritto? L’autocritica forse dovrebbe farla buona parte della classe politica di questo Paese che sta ottenendo da molti anni un’inarrestabile susseguirsi di record negativi, dal crollo del Prodotto Interno Lordo all’aumento del Debito pubblico, passando per l’esplosione del Tasso di Disoccupazione giovanile. Nella edizione 2014 della indagine “Doing business” (letteralmente, “Fare impresa”) condotta e pubblicata dalla Banca Mondiale, l’Italia è al 112 posto su 185 paesi al mondo in tema di “Autorizzazioni/Permessi di costruire” dietro paesi come Ucraina, Etiopia, Botswana, Mozambico e Sri Lanka. Anche grazie a questa “grave deficienza” il nostro paese è al 65° posto in termini assoluti di attrattività dietro paesi come Macedonia, Ruanda, Colombia e Bulgaria. Senatore Morgoni, chi dovrebbe fare “un minimo di autocritica”? Signora Lambertucci, a chi vanno mosse le accuse di “concorso consapevole”? La responsabilità di tutto ciò è di chi fa impresa investendo o di chi continua a buttare sabbia nel motore della crescita economica di questo disgraziato Paese? Relativamente alle allusioni circa l’operato della magistratura fatte recentemente da esponenti politici di spicco del Maceratese, constatiamo un latente giustizialismo misto ad un garantismo di circostanza. Come si fa a dire che “L’inchiesta della magistratura vorrà pur dire qualcosa” e subito dopo affermare “Spero che si risolva tutto in una bolla di sapone…”. Oppure “Il giudice penale ci dirà della responsabilità penale, fino a quel momento vige il principio di non colpevolezza…Tuttavia, non si può non configurare…”. La presunzione di innocenza, come lor signori sanno benissimo, è principio costituzionalmente garantito. Come può allora una sola conclusione delle indagini condizionare l’operato del Legislatore? In un Paese civile non è forse questo profondamente scorretto e contrario al dettato costituzionale? Ma che cosa succederà ora? Che effetti avrà sugli impianti biogas marchigiani la scellerata scelta di abrogare la c.d. “Via postuma in continuità di esercizio”? Nessuno di noi ha la sfera di cristallo e sono ancora molte le variabili in gioco, sia in ambito penale che amministrativo. Di sicuro la costante giurisprudenza comunitaria e nazionale ha da tempo acclarato la legittimità della Via postuma come soluzione per casi analoghi ai nostri, riconoscendo in essa una soluzione di razionale equilibrio tra tutela della salute e dell’ambiente ma anche della iniziativa economica privata. Ovviamente ci auguriamo che la situazione si risolva rapidamente e per il meglio anche in forza del recente esito positivo della prima Valutazione di Impatto Ambientale e del conseguente avvio della procedura di rinnovamento dell’autorizzazione unica regionale. Diversamente, sul lato civile, ovvero quello del risarcimento del danno, il quadro risulta dal nostro punto di vista tristemente chiaro con le prime due cause risarcitorie per circa 30 Milioni di Euro già da noi avviate innanzi al Tribunale di Ancona. Da imprenditori responsabili e legati al proprio territorio ci addolora la concreta ipotesi di vedere soddisfatte le nostre richieste risarcitorie a carico della comunità indistinta nonostante le responsabilità siano chiare ed individuabili a carico della politica e della burocrazia nelle varie fasi delle vicende, non ultima quella più recente. Preferiremmo di gran lunga che fossero chiamati a pagare individualmente i veri soggetti responsabili di questa storia paradossale. Di certo, dobbiamo prendere tristemente atto che nella nostra regione investire in progetti imprenditoriali innovativi è una “missione impossibile” quando ci sono di mezzo politica e pubblica amministrazione, una gara ad ostacoli che vede via via ridursi il valore degli investimenti e conseguentemente le opportunità di occupazione per i nostri giovani. Tutto il resto sono chiacchiere. Concludiamo ricordando che siamo ancora in attesa di ricevere una conferma ufficiale dal Senatore Morgoni per il confronto pubblico televisivo da noi richiesto.

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