Foto di gruppo dei candidati
Alfredo Caldarelli, Fabio Massimo Conti, Deborah Pantana e Arrigo Antolini
di Gabriele Censi
Una lista con un obiettivo ambizioso: rifare il Pdl a Macerata mentre a livello nazionale quelle che furono le componenti del partito trionfatore alle elezioni del 2008 si sono frantumate in tanti gruppi e correnti. Si tratta di “Tradizione e Futuro – Alleanza per Macerata” che unisce due progetti in un primo momento distinti: quello di provenienza forzista, di Arrigo Antolini e Alfredo Caldarelli, e quello della destra con il consigliere Fabio Massimo Conti. Dunque una lista piena fino al massimo di 32 componenti con la somma delle due forze che si evidenzia anche nel simbolo. C’è il tricolore ma anche lo sfondo azzurro, lo descrive Cardarelli, che poi lascia la parola ai due coordinatori che affiancano la candidata sindaco Deborah Pantana. Arrigo Antolini si affida ad un foglio di appunti, giustificandosi scherzosamente con l’età, e prendendo dunque la parte della tradizione lasciando al giovane Conti quella della grinta. ‘Incarichi’ poi confermati della stessa candidata sindaco che battezza la lista come “quella a cui tiene di più”.
Arrigo Antolini
Antolini spiega subito il perchè della candidatura: «Mi sono rotto le scatole di sentire gente che si lamenta e si piange addosso, la città va alla deriva e nessuno fa nulla per fermarla. Molti sono insoddisfatti di Carancini e le lottizzazioni della sinistra. La riscossa del centrodestra parte da qui, l’impresa è alla portata, nel programma i nodi da sciogliere sono: meno tasse, dove è possibile; sanità più efficiente; sistema dei rifiuti virtuoso e non lucrativo. Tema a parte il centro storico, ormai abbandonato a se stesso. Poi turismo, valorizzazione del patrimonio artistico, tutela dell’ambiente ed accoglienza. Il clima è cambiato con la candidatura di Deborah e ora Macerata è al centro del dibattito politico. Serve aria nuova».
Fabio Massimo Conti
Poi il co-coordinatore della lista pone il tema del nuovo ruolo del sindaco capoluogo in mancanza della Provincia ripreso subito da Fabio Massimo Conti: «Avrà più poteri di rappresentanza dell’intero territorio, Deborah Pantana è persona capace e in grado di ricoprire questo ruolo. La città ci è stata lasciata in stato comatoso ma possiamo rilanciarla. Il centrosinistra è diviso, dopo le primarie è evidente la contestazione interna. Sette su 13 consiglieri del Pd non si ricandidano, lascia l’assessore Blunno, si schierano contro i consiglieri Savi e Lattanzi, lasciano Bianchini e Carlini che con Pensare Macerata fanno un finto accordo. In totale 14 su 24 non lo appoggiano più. Sono tanti i segnali di crisi dentro il centrosinistra mentre noi siamo uniti con 7 liste, impresa non facile realizzata con tanti ostacoli e manovre di personaggi che hanno guardato ad interessi personali e non politici».
Alfredo Caldarelli
Richiamato più volte nella presentazione di stamattina all’Hotel Claudiani il rettore Unimc Luigi Lacchè: «E’ lui che ha salvato Macerata riportando i corsi in città, non Carancini – dice Fabio Massimo Conti – e la giunta che faremo avrà la delega alla Cultura e all’Università, unica vera industria maceratese, il resto è andato via tutto». Di figlio in padre su questo prende la parola anche Giulio Conti che rilancia proponendo una facoltà di Agraria: «Lacchè ha fatto del bene a Macerata, avevamo la vocazione sanitaria, è stata distrutta ora ci resta quelle universitaria, ci sono tutte le strutture e le competenze necessarie per questo progetto”. Non restano fuori i temi sempre cari alla destra della sicurezza e del ‘prima gli italiani’, ci torna Fabio Massimo: “La microcriminalità aumenta anche per la politica dell’immigrazione. Il Comune spende 9 milioni di euro per il sociale che vanno nelle tasche delle associazioni di sinistra per raccogliere voti, le famiglie degli italiani devono per prime avere accesso ai fondi».
Giulio Conti
«E’ l’inizio di un nuovo centrodestra – dice Deborah Pantana ringraziando Giulio Conti in prima fila – siamo partiti 4 anni fa in uno studiolo di corso Cairoli ed ora siamo qui con un esperimento che riuscirà. La prima cosa è il lavoro, nessuno ha dato risposte quando ho convocato un consiglio aperto sul tema, Macerata deve tornare città dei servizi. C’è un fermento culturale che non va avvilito, non bastano 4 pupi e la fiera del libro che nessuno conosce, mio figlio di 7 anni mi dice andiamo a Civitanova che qui non c’è niente».
Chiude Conti senior, profetico, rivolgendosi alla candidata, dopo aver rimarcato la presenza oltre la quota di legge di donne («…e sono anche tutte belle»): «Cara Deborah, il progetto è ambizioso però se vai al ballottaggio batti Carancini». E fuori microfono: «Ma io sono un ottimista».
(foto Massimo Scoponi)
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Quasi più ambizioso che rifare l’orologio del Cinquecento, per il discorso del predellino approfitterei del passaggio da Macerata della Mille Miglia, così vien tutta una rievocazione.
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