di Gabriele Censi
(foto di Andrea Petinari)
Tarda un pò ad iniziare la conferenza sul territorio, ieri sera al cinema Italia, dal titolo “Paesaggio Bene Comune. Come governarlo. Perché tutelarlo“. Gli organizzatori del Movimento 5 Stelle di Macerata attendono invano di riempire la sala ma poi li rincuora il relatore Paolo Berdini: «Siete stati ambiziosi, non siete pochi in un giorno infrasettimanale e su questi temi, io ne faccio molte di conferenze, e so bene che non è facile». La candidata sindaco Carla Messi aveva aperto la serata su questo: «Forse i maceratesi hanno ritenuto l’argomento non interessante. Ma è una valutazione sbagliata, basta guardare gli scheletri di immobili sparsi sul territorio e i capannoni nei campi che deturpano le campagne. Il paesaggio è un bene comune e ci riguarda nella vita quotidiana». Questo concetto viene sviluppato nella serata che va avanti due ore. Con gli appassionati interventi di Antonio Pagnanelli, architetto maceratese, il citato Berdini, urbanista noto anche per i suoi interventi in programmi televisivi di approfondimento quali Report e Presa Diretta, romano ma con le origini a santa Vittoria in Matenano, Riccardo Picciafuoco, referente tecnico del Forum Paesaggio Marche e Maurizio Sebastiani, presidente di Italia Nostra Marche.
Non è stato un comizio elettorale anche perchè gli ospiti non erano formalmente attivisti del movimento (seppure il candidato alla presidenza della Regione Giovanni Maggi in conclusione li ha ‘battezzati’: «il vostro programma coincide con il nostro quindi siete dei 5 Stelle». «A nostra insaputa» risponde Picciafuoco). Un racconto sul territorio maceratese visto da lontano e da vicino. Macerata si sviluppa su un piano regolatore del 1967 di Luigi Piccinato: «La città di oggi – spiega Pagnanelli – con Collevario, Piediripa, Sforzacosta e la zona sportiva a Fontescodella è stata disegnata allora. Poi si sono fatte solo aggiunte di nuove case a popolazione costante. La miopia della politica non è riuscita ad individuare le problematiche della città costruita: il piano della Giunta Meschini prevedeva 1,5 milioni di metri cubi di cemento, per tre quarti di edilizia residenziale, per soddisfare una popolazione aggiuntiva di 20 mila persone»
Paolo Berdini ripercorre la storia virtuosa del popolo italico citando esempi lungo secoli di storia: «la prima regola del vivere civile è nella costruzione della città, succedeva anche nel medioevo. Dal 1994 tutto è stato cancellato in nome di uno sviluppo che poi ha prodotto oggi il crollo delle quotazioni degli immobili. Abbiamo tanti motivi di fierezza, mi piace l’Italia del biomedicale che dopo il terremoto in Emilia ha ripreso a produrre e esportare più di prima. L’italia degli esempi virtuosi del passato come i Crespi d’Adda che a fine ottocento edificarono il borgo con i servizi per tutti i ceti sociali. Dalla legge sulle case popolari fatta da Luigi Luzzatti nel 1903, un liberale di destra, siamo passati agli scandali della Quadrilatero con accordi tra centrodestra e centrosinistra, il ‘catturare valore’ senza costi per il pubblico sbandierato dal maceratese Baldassarri e dall’umbra Lorenzetti (oggi ai domiciliari) si è trasformato nel silenzio ad un intervento di 120 milioni messo da Lupi nel decreto del Fare del Governo Letta».
«Non ci sono i soldi – continua Berdini – ci dicono, però a Roma il costo della metropolitana passa da 2 a 6 miliardi di euro, si fa il Mose a Venezia con 5 miliardi e mezzo e poi scoprono che in mare i bulloni arrugginiscono». Un excursus ampio dell’urbanista romano che si conclude con l’invito a tornare al bello, anche a Macerata, una città che il bello lo rappresenta nella sua storia. Poi viene proiettato un filmato che raccoglie alcune testimonianze a favore della legge regionale di iniziativa popolare firmata da 9000 cittadini e promossa da 92 associazioni, portata in consiglio e lasciata ferma fino a renderla carta straccia con la scadenza della legislatura.
«Paolo Petrini, fondatore di Slow Food, l’ha definita un’avanguardia da prendere ad esempio da tutte le regioni – ha detto Riccardo Picciafuoco – e si riassume in quattro punti fondamentali: il paesaggio è un bene comune, stop al consumo del suolo, piani di area vasta, partecipazione delle comunità locali alle decisioni. Il paesaggio rappresenta lo spirito di una comunità. E nonostante non si è voluto discutere della legge non non molliamo perchè se c’è la mobilitazione dei cittadini alla fine i risultati arrivano. Un esempio è il caso recente a Portonovo: il Comune voleva alienare l’edificio degli ex mutilatini, voluto don Gnocchi, per fare cassa. I cittadini riuniti in comitato hanno fatto un progetto per il recupero dell’edificio a vocazione turistica. Abbiamo messo gratuitamente a disposizione progetti e idee che si sono trasformate in un business plan approvato dal consiglio comunale che ha messo in minoranza il suo sindaco».
Maurizio Sebastiani e Paolo Berdini
Si infervora nel suo intervento Maurizio Sebastiani con l’invito ai candidati a discutere del documento “Le Marche che vogliamo” che ha ricompattato il modo ambientalista: «Non è il Pil che segna il benessere della gente, il nuovo governo regionale deve avere come obiettivo il miglioramento della qualità della vita e la tutela delle risorse territoriali. L’attività di risanamento idrogeologico dovrà rappresentare il maggiore impegno della Regione per i prossimi cinque anni. Bisogna studiare i fiumi, non trattarli con la cura della ruspa. E’ necessario potenziare il trasporto pubblico su ferro. Fondamentale è la partecipazione di cittadini nei processi decisionali. I candidati prendano l’impegno di inserire il nostro documento nel loro programma»
Un impegno lo prende nei saluti finali Giovanni Maggi: «Nel nuovo Governo a 5 Stelle delle Marche o anche nella malaugurata ipotesi se saremo all’opposizione, riprenderemo la proposta di legge del Forum»
Il documento Le Marche che vogliamo
La proposta del Forum Paesaggio Marche
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Non l’ho saputo in tempo altrimenti sarei venuto. Non voto M5S ma trovo l’iniziativa di grande interesse e attualità. Finalmente non si parla più di “Territorio” di “Ambiente” ecc., tutti termini consumati che non hanno avuto alcun successo di critica e di pubblico. Giustamente il tema centrale è oggi quello del Paesaggio perchè ingloba ed evoca naturalmente, nell’immaginario collettivo, il concetto de bellezza.
Silvano, sei sempre stato e rimani un grande.
Quanto agli amici del M5S mi scuso anche io per l’assenza ad un tema così interessante, ma avevo un impegno pregresso e non sono potuto venire. Di che si è parlato? Ci fate una sintesi?