Mariella Tardella sostiene Mandrelli
con la lista “Macerata Capoluogo”

VERSO IL BALLOTTAGGIO - Il consigliere Savi conferma la costituzione della civica che vede in prima linea la presidente della Maceratese: "C'è voglia di cambiamento dinanzi ai poteri forti che governano da 5 anni questa città con arroganza e autoreferenzialità". Maurizio Saiu (Pd): "Se un sindaco uscente perde è perchè ha governato male. E ha perso giocando sporco"

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 Maria Francesca Tardella, presidente della Maceratese

Maria Francesca Tardella, presidente della Maceratese

 

Se vince Mandrelli scende in campo anche la Tardella. La notizia, anticipata due settimane fa da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo), trova l’ufficialità in un comunicato stampa del consigliere comunale Alessandro Savi che annuncia la nascita della lista “Macerata Capoluogo”. Una civica che appoggia la candidatura di Bruno Mandrelli e che andrà a supportare il centrosinistra solo in caso di vittoria dell’ex segretario Pd al ballottaggio di domenica. La lista “Macerata Capoluogo” sarà formata da diversi esponenti della società civile in cui spicca ovviamente il nome di Maria Francesca Tardella che sta facendo grandissime cose alla presidenza della Maceratese Calcio.

 

Alessandro Savi

Alessandro Savi

Alessandro Savi commenta anche il risultato di domenica: “Il dato oggettivo di questo primo turno di primarie è la vittoria di Bruno Mandrelli, consigliere comunale, contro Romano Carancini, sindaco di Macerata. Il primo in campo da tre settimane, il secondo in campo da mesi. Carancini con sei assessori su otto schierati al suo fianco, Mandrelli in nettissima minoranza istituzionale. Inoltre il sindaco, spero suo malgrado, ha potuto contare sul voto di alcuni esponenti di centrodestra, qualcuno dei quali sarà anche candidato nelle liste civiche della coalizione avversaria. Le condizioni erano le più avverse possibili eppure Bruno ha vinto queste primarie. E, per soli 19 voti, dovrà affrontare il turno di ballottaggio di domenica prossima. Se Mandrelli riuscirà a portare al voto tutti coloro che lo hanno votato al primo turno, con ogni probabilità sarà il sindaco di Macerata, diversamente la partita sarà tutta da giocare. Mi duole sottolinearlo, ma è un dato di fatto: Carancini non unisce. La sua gestione dell’amministrazione comunale in questi cinque anni è stata un esempio di isolamento di una nicchia di poche persone al comando della città del tutto incapaci di ascoltare: forze politiche, consiglieri comunali e, più in generale, la stessa cittadinanza si sono trovati per cinque anni di fronte a scelte già fatte, ad un muro di autosufficienza, arroganza e autoreferenzialità. Uno stile, questo, dimostrato anche nella competizione elettorale non priva di scorrettezze e dai toni tutt’altro che sobri, quasi come non si trattasse di una scelta tra due esponenti dello stesso partito. Un partito che il sindaco – arbitrariamente e con uno stile quasi manicheo – divide tra una parte buona (quelli lo appoggiano) e i “poteri forti” (quelli che non lo appoggiano), dimenticando che in città il vero “potere forte” è proprio lui che ha sistematicamente nominato i propri amici ai vertici istituzionali. Questo stato di cose deve necessariamente cambiare”.

Maurizio Saiu, membro della segreteria provinciale Pd

Maurizio Saiu, membro della segreteria provinciale Pd

CON MANDRELLI – L’intervento di Maurizio Saiu: “Ho atteso un giorno in più per esprimermi sul risultato che ci hanno consegnato le urne domenica notte perché volevo davvero interrogarmi su cosa significassero i numeri che abbiamo ottenuto e cosa quei numeri volessero dirci: cosa vogliono dirci i cittadini di Macerata? Cosa vuole la gente? E adesso, dopo aver parlato con le persone che quei numeri li hanno costruiti, penso che il risultato sia chiaro, non solo Mandrelli ha vinto ma è Carancini ad aver perso. Mi spiego meglio, perché potrebbe sembrare una cosa ovvia e di parte detta cosi in maniera semplicistica. Non è semplicistica, ma è semplice. Bruno Mandrelli ha vinto perché, oltre al mero dato numerico, in queste due settimane di campagna elettorale ha svegliato la città dal torpore in cui era caduta durante cinque anni di individualismo, in cui più che pensare al bene comune si è gestita la macchina amministrativa senza tener conto del Consiglio comunale e dei pareri dei cittadini. Bruno Mandrelli ha vinto perché, nonostante il suo avversario lo accusi di essere sostenuto solo dai gerarchi di partito e da “forze oscure”, i quasi 1.800 voti ci dicono l’esatto opposto (a meno che Carancini non creda che ci siano 1800 gerarchi di Partito o che ritenga, offendendoli, che questi 1.800 cittadini si siano lasciati soggiogare da “forze oscure”!). Bruno Mandrelli ha vinto con una squadra giovane alle spalle accompagnata dall’esperienza, perché non ci possono essere foglie nuove se si tagliano le radici. Carancini ha perso, ancor prima di domenica, quando ha giocato sporco, utilizzando i soldi dei contribuenti per la sua campagna elettorale, inondando le cassette personali con uno spot elettorale che doveva essere invece uno strumento di tutto il Consiglio Comunale. Carancini ha perso, quando ha deciso di voler andare avanti comunque, quando qualsiasi sindaco uscente, sconfitto con questi numeri, avrebbe rinunciato al ballottaggio, benchè previsto dal regolamento delle primarie, congratulandosi con il suo competitor e mettendosi al lavoro, perché l’avversario vero sono gli schieramenti a noi contrapposti e non il Partito Democratico. Carancini ha perso perché, un sindaco uscente se ha, come vuol far credere lui, governato bene non perde il primo turno delle primarie, lo stravince. I cittadini hanno valutato i fatti e hanno scelto una speranza, insomma credono più nel progetto di Mandrelli che nella favola di Carancini, che di favola si tratta dato che più della metà dei votanti o non crede a quello che vede o forse non ha visto niente per 5 anni, evidentemente la nuova storia non è stata una bella storia. Per tutti questi motivi domenica dobbiamo tornare nei seggi, ancor più determinati della scorsa settimana, chi già lo ha fatto domenica scorsa ma anche quelli che domenica avevano fatto una scelta differente. Ci vuole impegno per poter rendere Macerata una città migliore, una città governata davvero per i cittadini”.

 

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