Destra di Popolo: il simbolo di Crucianelli
e i consigli di Pambianchi
Carelli: “Con Deborah cambia l’urbanistica”

MACERATA VERSO LE ELEZIONI - Due ex Pd con la Pantana. L'avvocato porta avanti la sua crociata contro il sindaco uscente e si presenta alla conferenza stampa dei candidati della civica guidata da Bernabei. Il presidente della commissione urbanistica spiega le ragioni che lo hanno portato a candidarsi con I Popolari per l'Italia

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Alcuni candidati della civica Destra di Popolo. Al centro il capolista Marco Bernabei e la candidata sindaco Deborah Pantana

di Claudio Ricci

(Foto di Lucrezia Benfatto)

La destra riparte dal centro. Il centro storico sarà infatti il tema portante del programma di Destra di popolo, una delle 5 civiche della coalizione guidata dalla candidata sindaco Deborah Pantana che conta anche sulle formazioni di Forza Italia e Popolari. I 22 componenti, 9 donne e 13 uomini, sono stati ufficialmente presentati oggi nella sede del comitato elettorale della Pantana in Galleria del Commercio. Colpo di scena: l’intervento a sorpresa dell’avvocato Graziano Pambianchi, decano della politica maceratese ormai in guerra aperta contro il Pd e soprattutto contro il sindaco uscente Romano Carancini. Già presente al lancio della campagna elettorale della Pantana al cinema Italia (leggi l’articolo), Pambianchi è tornato a sostenere la candidata di centrodestra dopo la definitiva rottura con il suo partito.

Graziano Pambianchi durante l'incontro della Pantana al cinema Italia

Graziano Pambianchi durante l’incontro della Pantana al cinema Italia

«Il rilancio del centro deve ripartire da una visione globale – ammonisce Pambianchi – senza farsi provocare dalle trovate del sindaco Carancini, come quella di scendere in piazza e affrontare a viso aperto i commercianti durante la loro protesta per la chiusura al traffico di piazza della Libertà. Quale fu l’effetto? Prendersi un sacco di insulti ma guadagnare in visibilità e voti. Non cercate lo scontro diretto in campagna elettorale, il sindaco lo può usare a proprio vantaggio. Il progetto deve appartenere ad una visione di insieme che parta dal recupero abitativo del cuore cittadino. Un ritorno alla residenzialità che non può fare leva su studenti o stranieri. Ma che deve muovere i passi da incentivi o sgravi per le ristrutturazioni di case come quelle, ad esempio, di via Spadalavini, via Gioberti o via S. Maria della Porta dove gli edifici versano in condizioni indecenti. E’ solo uno degli interventi per la dignità del cittadino che deve stare alla base di qualsiasi progetto per la città».

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Il logo della civica prende spunto da un dipinto di Mario Crucianelli ispirato al noto “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo

Il ciclone Pambianchi scuote le coscienze degli uomini di Destra di Popolo che, come spiega il capolista Marco Bernabei, «Nasce dall’aggregazione di persone intorno ad un simbolo. Il simbolo è quello creato 20 anni fa dall’architetto Mario Crucianelli, ispirato dal noto quadro “Quarto Stato” di Pelizza da Volpedo. Crucianelli, con una premonizione geniale, sostituì i tre personaggi in primo piano (nell’originale erano tre sottoproletari) con tre persone appartenenti al ceto medio. Da qui una lista i cui componenti sono quasi tutti lavoratori, professionisti, commercianti o artigiani attenti e consapevoli alle richieste della cittadinanza maceratese». Quattro i punti in programma a partire proprio dal rilancio del centro storico.

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Marco Bernabei illustra le proposte programmatiche di Destra di Popolo. Al suo fianco Deborah Pantana

«Bisogna rilanciare il brand del centro – spiega Bernabei – attraverso il coinvolgimento delle eccellenze artigiane che gravitano intorno al capoluogo. Si potrebbero aprire delle vetrine in cui i marchi, come Tod’s o Paciotti possano esporre la propria merce. Occorre poi pacificare i rapporti tra amministrazione e commercianti spesso vessati da decisioni esclusive e penalizzanti. Non voglio più assistere alle proteste di piazza. Se, una volta vinte le elezioni, non riusciamo in questo si va tutti a casa. Zona Pip, Valleverde: mantenimento degli impegni presi dalla giunta Meschini sulle infrastrutture viarie (l’agognato svincolo della superstrada di San Claudio) e sul trasferimento delle aziende che hanno acquistato i lotti nei tempi previsti dagli accordi nel 2008, con conseguente introito per le casse comunali. Realizzazione di infrastrutture viarie utili e verosimili e cura delle strutture esistenti: sottopasso della ferrovia a Collevario, razionalizzazione delle rotatorie, riparazione delle superfici stradali, cura degli spazi Ortocoop al mercato ortofrutticolo di Piediripa. “Macerata città giardino”: cura e mantenimento degli spazi verdi, delle aree pedonali e ciclabili e delle vie di accesso alla città. Macerata può e deve prendere esempio da altri centri come Civitanova San Benedetto, o Grottammare».

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La presentazione deic candidati nella sede elettorale di Pantana

La candidata Pantana riporta le proposte della civica ad una visione programmatica d’insieme: «Ripartire dalla progettualità complessiva sul centro per un’azione più diffusa e capillare sulle frazioni. La prima cosa da fare è incentivare il flusso sia di visitatori che di maceratesi, togliendo telecamere, pilomat e catene che chiudono la piazza. Realizzare il parcheggio di Rampa Zara e cercare un accordo con la proprietà del Parksì (senza comprare la struttura visto che è già del Comune) per liberare il primo piano, riservarlo ai residenti e sgomberare piazza Vittorio Veneto dalle strisce gialle, rendendola pedonalizzabile». Poi l’attacco a Carancini sull’operazione Valleverde: «Come tante altre cose, è una sua incompiuta. Non ci ha creduto vivendo nel suo limbo di progetti irrealizzabili come il polo natatorio. Bisogna accelerare l’iter per lo svincolo di San Claudio riallacciando i rapporti, oggi deteriorati, con il comune di Corridonia. Sul centro ortofrutticolo dico che non si può pensare di amministrare se non si è in contatto con chi lavora in quelle condizioni, a partire dall’igiene precaria dei bagni. Pensare di risolvere tutto poi con la vendita di ortaggi on line è quanto meno ridicolo. Bisogna tornare al rapporto con la gente e con le diverse realtà della città, come hanno fatto e continueranno a fare i rappresentanti di Destra di Popolo».

luigi carelli

Luigi Carelli

Tra gli illustri passati dalle file dal Pd allo schieramento della Pantana c’è anche il consigliere Luigi Carelli. Circa un anno fa il presidente della commissione Urbanistica entrò in rotta con il Pd per questioni che lo vedevano al centro di alcune vicende giudiziarie (leggi l’articolo) . «La maggioranza del partito mi voleva fuori dalla commissione urbanistica e mi attaccarono – ricorda Carelli -. A quel punto lasciai il Pd. Da quel momento il mio percorso si è sempre più discostato dalla maggioranza e dal sindaco Carancini. Oggi ho ritenuto opportuno candidarmi con Deborah perché condivido diversi punti del suo programma. Di fatto è un accordo programmatico prima che ideologico, tanto che rimango un uomo di centro candidandomi con i Popolari e non con altre liste». Al centro del patto Carelli-Pantana la convergenza su temi di urbanistica e infrastrutture. «Sono sempre stato critico su alcuni punti portati avanti da Carancini. Prima di tutto l’acquisizione del Parksì. Un’operazione a dir poco non sostenibile e semplicemente fallimentare. L’amministrazione poi ha sempre prestato poca attenzione all’efficienza degli uffici comunali nelle pratiche per il cittadino.  Parlo di edilizia privata e non varianti urbanistiche. Gli uffici tecnici sono sempre intasati e i cittadini devono aspettare ore anche solo per un semplice permesso. Altro punto fondamentale è l’avvio della Mattei- La Pieve. Basta con gli spot elettorali, l’opera va realizzata senza promettere oltre. Lo sblocco della quadrilatero potrebbe essere l’impulso giusto per realizzarla. Occorre poi pensare alle manutenzioni ordinarie di strade, marciapiedi e infrastrutture pubbliche che sono ferme da almeno 4 anni».

 



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