Report sulle giunte Meschini e Carancini
15 anni di urbanistica e malaurbanistica
Il “cerchio magico” di Romano

LE PRIMARIE E I "POTERI FORTI" - Capogruppo per 10 anni, prima dei Ds e poi del Pd, ha sempre avallato le sciagurate scelte sulla cementificazione selvaggia. In questa campagna elettorale si dipinge e viene dipinto dai suoi supporter come alfiere della difesa del suolo: e' una mistificazione della realta. Nei suoi 5 anni da sindaco non ha mai condannato il passato, anzi spesso lo ha lodato e ha assecondato la proliferazione dei vari supermercati. I poteri forti risorgono e si rimodellano in varie operazioni: dall'Oasi alla variante ex Vam, fino al polo natatorio di Fontescodella

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L'avvocato Giuseppe Bommarito

L’avvocato Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito

Veramente paradossali e dense di voluta confusione sone le battute e le accuse al vetriolo che, secondo la velenosa vulgata caranciniana, stanno circolando nel Pd e dintorni a proposito delle questioni urbanistiche. Da un lato ci sarebbe Bruno Mandrelli, in testa nel primo round delle primarie, accusato con forza di essere un palazzinaro perché negli incontri pubblici sinora svolti hanno presenziato alle sue iniziative anche i protagonisti delle principali operazioni di malaurbanistica avvenute nella città di Macerata, e quindi, per una sorta di proprietà transitiva, indicato come naturale prosecutore di tale politica; dall’altro, ecco invece Romano Carancini, sindaco uscente e cavaliere senza macchia e senza paura, piazzatosi però secondo alle primarie, che sarebbe contro i poteri forti e avrebbe messo all’angolo i cattivi ed i manigoldi, i quali proprio per questo ora vorrebbero la sua pelle, utilizzando a tal fine appunto il cavallo di Troia Mandrelli.
carancini supermercati nuovaPer cominciare a sgombrare un po’ di confusione bisogna innanzitutto ricordare ai molti smemorati che la ricostruzione precisa delle vicende urbanistiche di cui si parla e che oggi vengono disinvoltamente usate a fini interni come clave (Valleverde, la terra regalata dell’Ircr in via Valenti, l’Oasi vicino ai Cappuccini, via Trento, piazza Pizzarello, la cittadella dello sport, il palazzetto mancato di Villa Potenza, il nuovo polo natatorio eccetera), nonchè delle documentate responsabilità politiche dei vari personaggi in questione, tutti facenti capo al Pd, è avvenuta solo e soltanto su questo giornale, peraltro ad opera del sottoscritto. Nessun altro in precedenza lo aveva fatto e, se questo lavoro non fosse stato effettuato, oggi ancora si parlerebbe di tali situazioni in termini di lamentazioni del tutto generiche e generali, facilmente contestabili da parte degli autori di siffatti scempi.
E allorchè in questi ultimi anni Cronache Maceratesi ha parlato di queste storiacce il Pd e la Giunta Carancini, pur potendo intervenire per ribattere, si sono guardati bene dal chiarire, dal contestare (ce la ricordiamo ancora la mitica assemblea pubblica sull’urbanistica promessa dal Pd maceratese poco più di un anno fa, e mai organizzata) ed anche dal riconoscere le proprie responsabilità. Di questa linea del silenzio in attesa che la bufera passasse è stato un campione, ad esempio, proprio l’attuale assessore Narciso Ricotta, già fiero oppositore di Carancini, del quale un giorno sì e l’altro pure progettava la defenestrazione, ed oggi, dopo essere entrato in Giunta nel 2013, altrettanto fiero sostenitore del sindaco uscente. Beh, lo vogliamo dire che il buon Narciso, in questi giorni ai banchetti in strada per sostenere Carancini contro i poteri forti, a quei tempi, allorchè era segretario cittadino del Pd e poi capogruppo, tutte quelle operazioni le ha difese strenuamente e di alcune (in particolare il Suap Giorgini, il tentativo di far andare in porto l’assurda operazione della cittadella dello sport, il via libera all’attuale collocazione dell’Oasi) è stato addirittura in qualche modo anche diretto protagonista?

Dicembre 2012, inaugurazione della lottizzazione Valleverde

Dicembre 2012, inaugurazione della lottizzazione Valleverde (foto Benfatto)

Così come ben presente nei banchetti pro Carancini, e naturalmente oggi in strenua lotta contro i poteri forti, c’è anche chi, legato per rapporto organico alle cooperative rosse ed all’epoca in perfetta sintonia con chi oggi mette all’indice perché legato ai comitati d’affari, fu decisivo qualche anno fa, nell’intento di favorire una società legata proprio a quelle cooperative, per far saltare la realizzazione a costo zero del nuovo palazzetto dello sport a Villa Potenza con annessa riqualificazione del centro fiere (ormai a pezzi) e possibile salvataggio del Cemaco, ora in quasi default.
Ma il colmo della coerenza nel contrasto ai poteri forti ce lo regala proprio Romano Carancini, il quale, per ben dieci anni, dal 2000 al 2010, durante tutti gli anni delle sciagurate giunte di Giorgio Meschini, è stato il potente capogruppo consiliare dapprima dei Ds e poi del Pd, e di tutte quelle operazioni porta quindi anche lui la totale paternità. Basta infatti andare a leggere i suoi interventi in Consiglio comunale per rendersi conto che, dall’alto della sua rilevantissima posizione di leader consiliare dell’intero centrosinistra, Carancini non ha mai speso nemmeno mezza parola per scagliarsi contro quelle operazioni e contro i grandi manovratori del Pd maceratese, cioè i mitici poteri forti. Anzi, Romano attaccò duramente chi contrastava le operazioni in questione e le sostenne a spada tratta, dalla prima all’ultima: per avere conferma di ciò, siccome “carta canta e verba volant”, basta andare sul sito del Comune e pescare i resoconti di quelle sedute del Consiglio comunale e delle sperticate lodi caranciniane alle brillanti operazioni che oggi, con un evidente ed ipocrita magheggio, cerca di scaricare sulle spalle di altri.

 

Graziano Pambianchi e Narciso Ricotta il giorno dell'inaugurazione di Valleverde, tuttora quasi deserta

Graziano Pambianchi e Narciso Ricotta il giorno dell’inaugurazione di Valleverde, tuttora quasi deserta (foto Benfatto)

Carancini è riuscito a smarcarsi sulla questione del Suap Giorgini solo perché, esplosa nella fase finale della seconda giunta Meschini, essa non fece in tempo ad arrivare in Consiglio e si tradusse solo in una sorta di impegno della stessa Giunta Meschini, sicchè potè, senza entrare in palese contraddizione con se stesso, impegnarsi nella precedente campagna elettorale, quella del 2010, contro quella dannosissima operazione. Comunque Romano, non appena eletto, sul Suap Giorgini tenne botta – e di questo gliene ho sempre dato atto – ed altrettanto fece sulla penosa vicenda della cittadella dello sport, affiancandosi per la sua parte alla forte campagna di stampa di questo giornale e lasciando sperare che, sia pure faticosamente, stesse veramente cercando di costruire qualcosa di nuovo.

Dopo di che, però, Romano meditò a lungo di andare contro la Provincia che aveva osato ridurre l’ingentissima volumetria della minitematica; espropriò di fatto il Consiglio Comunale di ogni potere in materia di urbanistica con il giochetto delle varianti non significative di competenza della sola giunta; ha assecondato la proliferazione in città dei vari supermercati ed ipermercati (emblematici quello sorto sulle rovine dell’ex Vam, con tanto di regalo di volumetria, l’altro delle cooperative rosse in via Dante che doveva portare al mantenimento in città dell’istituzione scolastica gestita dai Salesiani, e l’ultimo infine in via Velini nella lottizzazione Simonetti); ha lasciato d’imperio a metà la già assurda “riqualificazione” di via Trento; ha inaugurato Valleverde definendola un’operazione brillante e avveniristica; aveva nominato Renato Perticarari nel Consiglio di Amministrazione del Cosmari; sulla vicenda dell’Ircr in via Valenti dapprima parlò pubblicamente di vicenda molto grave e poi qualche giorno dopo fece marcia indietro inventandosi una presunta “macchina del fango”; negli ultimi mesi ha cercato in tutti i modi di regalare alla Saba Italia s.p.a. una cifra enorme e assolutamente fuori dal mercato e da ogni logica per acquistare il ParkSì, contro l’opinione del suo partito, della sua maggioranza, dell’opposizione e dell’intera città.

il sindaco Carancini dopo l'approvazione del progetto esecutivo delle piscine di Fontescodella lo scorso dicembre

OTTOBRE 2012 – Il sindaco Carancini (al suo fianco l’assessore Ricotta) illustra l’approvazione del progetto esecutivo delle piscine di Fontescodella. Entro breve sarebbero dovuti partire i lavori (foto Benfatto)

Insomma, una metamorfosi quasi completa. Ma il meglio di sé, sempre parlando di poteri forti, Carancini lo ha dato però sulla vicenda del polo natatorio di Fontescodella, che, come più volte ho scritto, non è solo un caso da manuale di inefficienza ed incompetenza amministrativa, ma integra una vicenda altrettanto esemplare di cedimento e sudditanza, in tutto e per tutto, alla Fontescodella Piscine s.p.a. ed ai suoi influenti soci di riferimento, tutta svolta a favore di pochi amici e ai danni dell’intera città (e – sia detto per inciso – è proprio questa vicenda, con il milione e mezzo di euro che a tutti i costi doveva essere indebitamente riconosciuto alla Fontescodella Piscine s.p.a., che ha segnato il mio distacco da Carancini, nei primi atti della sua amministrazione più volte da me invece sostenuto e difeso).

Bruno Mandrelli, da segretario Pd e in Consiglio comunale, ha spesso e volentieri crticato l'operato della Giunta Carancini

Bruno Mandrelli, da segretario Pd e in Consiglio comunale, ha spesso e volentieri crticato l’operato della Giunta Carancini

A fronte di ciò, è francamente ridicolo che la polemica contro Bruno Mandrelli (il quale nel secondo mandato Meschini, quello più disastroso, nemmeno siedeva in Consiglio Comunale e che ha pubblicamente annunziato che la sua giunta e le società partecipate non vedranno la presenza di nessuno dei grandi scienziati della malaurbanistica maceratese) venga condotta da Carancini & Associati attribuendogli la colleganza e la comunanza di interessi con quei poteri forti che paradossalmente sono invece ben inseriti nel cerchio magico caranciniano e che dallo stesso Carancini, dapprima come capogruppo e poi come Sindaco, sono stati rappresentati e favoriti in lungo ed in largo; polemica assurda portata avanti solo perché alcuni personaggi protagonisti delle vicende di cui stiamo parlando hanno partecipato ad alcuni incontri pubblici o hanno detto che voteranno Mandrelli (con la stessa logica, quindi, se per caso Pacciani fosse ancora in vita ed oggi, casualmente di passaggio a Macerata, dicesse che vorrebbe votare per Mandrelli, quest’ultimo dovrebbe essere ritenuto complice dei delinquenti che trenta anni fa hanno ucciso una ventina di persone nei paraggi di Firenze).
Certo, anche Bruno Mandrelli, che del Pd maceratese è stato segretario nei primi due anni del mandato di Carancini e dal 2010 è tornato nell’assise consiliare, ha la sua parte di responsabilità in questi fatti, se non altro perché, ad eccezione di diverse stilettate sulla vicenda delle nuove piscine, non ha preso pubblicamente la dovuta distanza da queste storiacce e non ha avuto la forza di condannarle e di ammettere le responsabilità del suo partito: insomma, anche lui in qualche modo si è fatto catturare dalla nefasta logica dell’omertà di partito. Però nel 2012 si è dimesso in polemica con il camaleontico Carancini e sul flop delle nuove piscine, visto l’immobilismo ancora oggi perdurante, non ha mai smesso, sia pure inutilmente, di insistere affinché venisse trovata una soluzione alternativa.
Detto questo, ognuno all’interno del Pd e della sua area di riferimento è libero di pensarla come vuole, di sostenere chi vuole e di condurre con gli argomenti che ritiene più opportuni la polemica elettorale in questi ultimi infuocati giorni prima del ballottaggio, ma, per favore e per pudore, Carancini ed i suoi lascino cadere la polemica sui poteri forti, che, oltre ad essere una chiara mistificazione della realtà, rischia di divenire per loro un autentico autogol.



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