Tregua a Macerata
nel segno di Marcolini
Il suo nome mette tutti d’accordo

VERSO LE REGIONALI - Ad una settimana dalle primarie, l'assessore fa il pieno nella sua città. Al cinema Italia Mandrelli e Carancini escono dal ring: "Con lui anche per evitare che il baricentro decisionale delle Marche si sposti definitivamente a nord". Messaggio all'avversario Ceriscioli: "Non si può dipingere un quadro di macerie indistinte"

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Da sinistra: Paolo Micozzi, Pietro Marcolini, Romano Carancini e Bruno Mandrelli

 

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IL CANDIDATO – Pietro Marcolini nell’incontro al cinema Italia ad una settimana dalle primarie regionali

 

di Claudio Ricci

(foto di Guido Picchio)

Se c’è una cosa che mette d’accordo i due sfidanti Pd alle primarie a Macerata, Romano Carancini e Bruno Mandrelli, questa è il nome di Pietro Marcolini. Il maceratese che domenica prossima, nelle primarie regionali, affronterà Luca Ceriscioli, stamattina nella sua città, ha fatto il pieno di stima e affetto in un cinema Italia affollato (circa 300 i presenti) dai vertici di partito e da molti cittadini. Sul nome di Pietro Marcolini il Pd di Macerata trova piena unitarietà a conferma di quanto era emerso già nei mesi scorsi quando – prima della sua scesa in campo per le regionali – molti esponenti del partito gli avevano proposto la candidatura a sindaco di Macerata, senza passare dalle primarie.

In prima fila ad ascoltare l’arringa del febbricitante Marcolini – “Il mio stato di salute può creare una drammaturgia interessante” ha scherzato il candidato nell’apertura del convegno introdotto dalla giornalista Chiara Sentimenti –  c’erano il senatore Mario Morgoni, la deputata Irene Manzi, sindaci e amministratori della provincia, il rettore Luigi Lacchè e i volti storici del centrosinistra maceratese come l’onorevole Adriano Ciaffi.

Con Marcolini sul palco oltre Carancini e Mandrelli anche il segretario cittadino Paolo Micozzi. Misurate come sempre le parole dell’assessore regionale che pure non ha risparmiato sferzate all’avversario Ceriscioli e al suo staff, giudicati privi di proposte innovative concrete.«Ho sentito solo critiche e nessuna cosa positiva fatta – ha detto Marcolini – Ciò che lasciano emergere dopo 20 anni di governo regionale, provinciale e comunale del Pd è uno quadro di macerie indistinte. Durante le primarie occorre che la competizione non annichilisca l’orgoglio di appartenere ad un partito cha ha governato la nostra regione in tempi difficili, conseguendo risultati importanti se si considerano anche le avversità dei tempi. Io non ho cariche di partito a differenza di Luca che è vicesegratario regionale e che dovrebbe riconoscere un principio di corresponsabilità nelle scelte operate dal Pd a tutti i livelli fino a quello locale».

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Romano Carancini e Bruno Mandrelli in sintonia nel sostegno a Marcolini

Un passaggio quest’ultimo che lascia pensare anche allo strappo maceratese tra partito e amministrazione. Solo un sospetto. Al cinema Italia non c’è spazio per le diffidenze della competizione cittadina. I due avversari, che introducono sul palco il candidato di Macerata non si stuzzicano mai, anzi. Sono sintonici nell’affermare il prestigio di una candidatura sia “per il livello culturale e intellettuale (dice Mandrelli) sia per “lo spiccato equilibrio politico e amministrativo” (sottolinea Carancini).

Il rischio, rilevato con forza da entrambi è “vedere assecondati i piani di una certa politica regionale che vuole il baricentro decisionale spostato a nord della regione”.  Entrambi rinnovano l’appello ai presenti a condurre parenti, amici e conoscenti al voto di domenica. Il valore da riconoscere a Marcolini viene suggerito dalla sua storia e dalle sue scelte amministrative che, come ricorda il primo cittadino “Hanno evitato il default a Comuni e Province”.

Un cavallo di battaglia, quello dei conti a posto, che lo stesso assessore al Bilancio pone al centro della sua relazione al pubblico. «Abbiamo operato scelte concrete – evidenzia Marcolini – detraendo dall’amministrazione regionale 300milioni di euro per evitare il collasso degli enti locali. Non occorre essere sindaci delle Marche ( il riferimento è allo spot di Ceriscioli) ma saper lavorare con i sindaci avendo un orizzonte. La buona politica non deve eccitare i municipalismi perchè questo è un atteggiamento pericoloso e criminale». L’analisi dei risultati conseguiti e delle prospettive passa poi per la roadmap già tracciata all’incontro all’Abbadia di Fiastra (leggi l’articolo). Politica territoriale: “Occorre pensare regionale – sostiene Marcolini  – Le aree interne vanno ripensate non come problema ma come soluzione al problema. Solo riqualificandole e incentivando la qualità della vita possiamo porre rimedio alle alluvioni che portano a valle acqua e detriti, causando i continui allagamenti di Fano, Civitanova e San Benedetto”. Lavoro e impresa: “Prioritaria è la riconversione del 40% delle industrie marchigiane – dice il candidato –  verso un’ innovazione dettata, da attenzione all’ambiente – da qui la proposta di una moratoria per gli impianti fotovoltaici a terra –  alla cultura e alle nuove tecnologie”.

Il pubblico al cinema Italia. in prima fila Mario Morgoni, Irene Manzi e Luigi Lacchè

Il pubblico al cinema Italia. in prima fila Mario Morgoni, Irene Manzi e Luigi Lacchè

 

marcolini“Obiettivo da perseguire – aggiunge – senza lasciarsi scappare il treno di 1,2 milioni di euro dei prossimi fondi europei. Opportunità che può essere colta solo attraverso una progettazione strutturata e condivisa tra enti, associazioni di categoria con l’apporto fondamentale dell’università”.

Passaggio caustico sulla riforma costituzionale indirizzata, dice l’assessore: “Ad accorciare la catena decisionale e ad accentrare l’allocazione delle risorse verso il governo centrale tramite la clausola di supremazia, che, in caso di contenzioso, mette lo Stato in condizioni di vantaggio rispetto agli enti locali”. Una rivoluzione quella del titolo V che secondo Marcolini si fa sentire fortemente sulle materie di competenza regionale: trasporti, servizio, sviluppo economico e sanità. “In merito a quest’ultima – dice il candidato – siamo in sofferenza. Chi lo nasconde? Dobbiamo ricreare una rete dei servizi tra ospedale, rsa, assistenza domiciliare e familiare. Tutto questo nel massimo confronto su costi e benefici con gli amministratori locali». C’è spazio per un ultimo appello ai cittadini: “Voi mi conoscete. Voglio bene a questa regione, al suo territorio e alla sua storia. Per questo mi offro per un governo che sia senza pregiudizi per i prossimi cinque anni”.

 

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