La stoccata finale di Bruno Mandrelli
“Macerata torni ad essere
una città civile”

PRIMARIE - Vibrante chiusura della campagna elettorale con Carancini (e Stefania Monteverde) nel mirino: "Diciamo basta a questa autoreferenzialità e alla logica militare del chi non è con me è contro di me. Hanno messo in piedi una propaganda esasperata". All'assessore alla cultura: "Non può permettersi di paragonarsi a Giacomo Matteotti. Non si è resa conto del livello di irreverenza che hanno raggiunto"

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(In alto la galleria fotografica di Lucrezia Benfatto)

Bruno Mandrelli: "Hop chiesto di avere alle mie spalle la bandiera del Partito Democratico"

Bruno Mandrelli: “Ho chiesto di avere alle mie spalle la bandiera del Partito Democratico”

 

di Matteo Zallocco

“Ora basta, mandiamolo a casa”. Non sono le parole testuali di Bruno Mandrelli ma è il succo del suo discorso finale all’Asilo Ricci per la chiusura della campagna elettorale. Nel mirino del candidato Pd, che ha rivendicato l’orgoglio di appartenere al partito, c’è il suo avversario alle primarie di domenica, il sindaco uscente Romano Carancini. E così tra gli applausi costanti di un pubblico molto numeroso, Mandrelli ha chiuso, testualmente: “Non vi dirò che comunque vada sarà un successo, vi dirò invece che possiamo e dobbiamo vincere. Per noi e per la città di Macerata. Perché Macerata torni ad essere quella città civile che conosciamo ed amiamo, perchè Macerata merita di più e di meglio e non possiamo permetterci di tradirla. La nostra vittoria è la vittoria di Macerata, la nostra sconfitta equivarrebbe alla sconfitta della volontà di convivere civilmente, alla sconfitta di quella sobrietà che è una nostra caratteristica, di quella discrezione che fugge dagli annunci, dagli spot, dall’uso improprio delle risorse pubbliche. Sarebbe la sconfitta di quel senso profondo di moralità che si frappone alla disinvoltura di chi pensa che si possa dire e fare tutto e il contrario di tutto e che comunque domani sia un altro giorno nel quale ci si dimentica cosa si è fatto e detto il giorno prima. La sconfitta del centrosinistra aperto e forte che rappresentiamo. La nostra sconfitta sarebbe la vittoria dell’antipolitica, la vittoria della logica militare del chi non è con me è contro di me. La vittoria della lacerazione, della spaccatura, dell’incomprensione. No, proprio non ce lo possiamo permettere. E non lo permetteremo”.

Elezioni Bruno Mandrelli (2)

Bruno Mandrelli con Nicola Perfetti

Bruno Mandrelli con Nicola Perfetti

Prima del concitato finale Mandrelli aveva criticato i mezzi utilizzati dal suo competitor in questa campagna elettorale: “Hanno messo in piedi una propaganda esasperata, esagitata, sovradimensionata rispetto all’appuntamento delle primarie. Fino ad oggi noi siamo stati composti, ma stasera qualche sassolino me lo voglio togliere”. Più volte nel corso della serata si è fatto riferimento al giornalino inviato a tutte le famiglie a spese del Comune a pochi giorni dal voto (leggi l’articolo). Si è parlato del megafono utilizzato da Carancini per pubblicizzare le proprie iniziative sottolineando che era uno strumento vietato dal regolamento delle primarie. E più di una volta Mandrelli ha ripetuto una frase forte: “Macerata torni ad essere una città civile”. Insomma, è finito il limite di sopportazione nei confronti di Carancini e dei suoi metodi. Che tre anni fa avevano portato alle dimissioni di Mandrelli da segretario del Pd. E se prima criticava il modo in cui il sindaco stava amministrando la città, oggi critica anche il modo in cui ha affrontato questa campagna elettorale. E’ stato un Mandrelli più duro rispetto alla serata dell’11 febbraio quando – sempre nella cornice dell’Asilo Ricci – si toglieva la cravatta, presentava le sue priorità e criticava alcune operazioni dell’attuale amministrazione con una certa chiarezza: “Con i soldi pubblici io non scherzo” (leggi l’articolo). Questa sera ha risposto a distanza a Carancini. Prima difendendo Paolo Micozzi: “Sono intollerabili gli attacchi che ha ricevuto il segretario a cui sono arrivati a dire che non può parlare e chi i partiti non vanno considerati”. Poi sullo Sferisterio: “Non so a chi si riferisca Carancini, ma quando io ero assessore alla cultura l’Arena Sferisterio rappresentava l’Italia in Europa. Ora è primo in serie B. Micheli è un bravo direttore artistico ma come sto ripetendo da anni va cambiato lo statuto: il sindaco di Macerata non può essere il presidente dell’Associazione Sferisterio, ci deve essere un professionista”.

Elezioni Bruno Mandrelli (1)

Paolo Micozzi, segretario Pd

Paolo Micozzi, segretario Pd

 

Ma la critica più forte è stata quella nei confronti dell’assessore alla cultura Stefania Monteverde, braccio destro di Romano Carancini: “Il diverbio in Consiglio comunale tra lei e Deborah Pantana (leggi l’articolo) è stato di una violenza inaudita ma la Monteverde non può permettersi di paragonarsi a Giacomo Matteotti che è morto per difendere le sue idee. Oggi Macerata deve chiedere scusa alla memoria di Matteotti. La Monteverde non si è resa conto del livello di irreverenza che hanno raggiunto. L’autoreferenzialità di questo sindaco e di qualche assessore e la loro logica militare hanno recato gravi danni a questa città”.

Prima di Mandrelli ha parlato il segretario Pd Paolo Micozzi che ha ricordato a Carancini che “oltre al sindaco e alla Giunta esistono anche i consiglieri comunali e le forze politiche ed è grave rivolgersi ad un consigliere dicendo che rappresenta solo se stesso quando invece è stato eletto. Ognuno di noi – ha detto Micozzi – in questa campagna elettorale ha fatto delle scelte ed io ho scelto Bruno Mandrelli perché ha dimostrato di essere una persona disponibilissima al gioco di squadra e ha un profondo rispetto per le istituzioni”.

Al centro la professoressa Ines Corti, moglie di Bruno Mandrelli

Al centro la professoressa Ines Corti, moglie di Bruno Mandrelli

Il medico Gabriele Maolo

Il medico Gabriele Maolo

Sono intervenuti a sostegno di Mandrelli anche Gabriele Maolo (responsabile del Centro di Diabetologia dell’ospedale di Macerata), l’architetto Silvia Straffella e il consigliere comunale Maurizio Romoli, in qualità di agricoltore. Il dottor Maolo si è detto dispiaciuto di “aver trovato ieri quel giornalino del Comune sulla cassetta della posta. Evidentemente il competitor di Bruno ha paura. Io sono stato orgoglioso di aver partecipato a questa campagna elettorale. L’ho fatto perché condivido le idee e i progetti di Bruno Mandrelli e Pietro Marcolini.  Andare a votare domenica è importantissimo perché si eleggeranno il sindaco di Macerata e il presidente della Regione”.

Presenti in sala, oltre ai giovani che compongono la squadra di Mandrelli, gli assessori Marco Blunno e Federica Curzi, il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, il presidente del Consiglio comunale Romano Mari e i consiglieri comunali Bianchini, Lattanzi, Blanchi, Savi, Borgiani, Garufi, Gasparrini, Orazi, Del Gobbo e Tacconi.

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