Aumentano tasse e costi della politica
E gli evasori ringraziano il Comune

MACERATA - L'amministrazione Carancini ha sospeso l'implementazione della lotta all'evasione fiscale, mancano accertamenti per non meno di 5 o 600mila euro. Troppi assessori e troppe inutili sedute del Consiglio comunale. Meno dirigenti ma il direttore dell'Apm guadagna 134mila euro. Serve maggiore sobrietà e minore disinvoltura nell'utilizzo del denaro pubblico

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Luciano Gasparri

Luciano Gasparri

di Luciano Gasparri *

Avrei preferito, in questo periodo, astenermi dal fare pubblicamente commenti sui lenti e mediocri anni dell’amministrazione Carancini, ma il rispetto che devo all’istituzione, per via dei quasi 40 anni lavorativi trascorsi al suo interno, insieme alla sgradevole e ostentata celebrazione dei fasti, mi spinge a ricordare, sia pure sommariamente, alcuni argomenti che ritengo non di secondo piano, che mi sono cari, ma che non hanno mai meritato attenzione da parte del Palazzo. Le mie critiche, in sintesi, riguardano le spese non necessarie che non diminuiscono (vedi in particolare i costi della politica), noncuranza sul fronte delle entrate (vedi sospensione per 2 anni di un semplice strumento organizzativo di lotta all’evasione in vigore dal 2001), tasse ed imposte che aumentano, anzichè essere ritoccate in ribasso, disinvolta gestione del patrimonio pubblico. A parer mio, senza scomodare la oramai desueta alta amministrazione, sono sufficienti tali aspetti a caratterizzare negativamente una giunta. Il comune di Macerata, con un primato nazionale non proprio invidiabile, sapete perchè è fra i primi in Italia come numero di sedute di Consiglio comunale, avente da molti anni ridottissime competenze? Il motivo è che esiste un calendario annuale che stupidamente prevede 3 o 4 sedute al mese, indipendentemente dalla presenza o meno di argomenti da trattare. Come conseguenza spese non irrilevanti quali gettoni per i consiglieri, personale in servizio, spese generali, a fronte di brevi sedute che il più delle volte terminano-ovviamente-per l’ora di cena. Qualcuno potrà dire che non è compito del sindaco di convocare le riunioni, ma se avesse voluto, Carancini di certo avrebbe potuto frenare l’andazzo, ma per convenienza se ne è ben guardato.

Il sindaco Romano Carancini con l'assessore Narciso Ricotta

Il sindaco Romano Carancini con l’assessore Narciso Ricotta

Sempre nell’ambito dei costi della politica, il sindaco uscente non ha voluto cogliere la favorevole occasione dell’elezione a deputato dell’allora vicesindaco Irene Manzi per diminuire di almeno un’unità l’inutile pletora di assessori, ma-come si dice- con una fava ha preso due piccioni: ha placato l’ambizione di Ricotta ottenendo in cambio un Consiglio comunale meno irrequieto. E ora mi pare che Ricotta ricambi con signorilità la gentilezza. Sarebbe facile sottolineare la contraddizione fra il numero degli assessori rimasto invariato e quello dei dirigenti, ai quali spetta la gestione con la relativa competenza e responsabilità, invece diminuito. Accolgo con favore e sono certo che possa esserlo anche da parte dell’opinione pubblica la dichiarazione di Mandrelli circa la Giunta con 6 assessori, anzichè gli 8 attuali. Finalmente un segnale del buon senso di cui Mandrelli stesso è provvisto che va nella direzione che da sempre auspico.  Fra gli argomenti poi che il sindaco annovera a suo favore c’è la sforbiciata (mi pare che così la chiami) dei dirigenti. Su questo punto mi sento, nel più completo disinteresse dei sindacati un tempo molto più vivaci e meno dediti alla politica, di spendere due parole nel senso che giudico irresponsabile e superficiale la riduzione tout court dei dirigenti, senza rendersi conto delle inefficienze che vengono così generate. Il sindaco si allontani ogni tanto dalla sua nutrita segreteria e potrà meglio comprendere il significato delle mie parole. Sono invece curioso di sapere se Carancini si è accorto che, nonostante la sforbiciata, il direttore dell’Apm, azienda partecipata con appena il 99,618% delle quote, vanta uno stipendio di 134mila euro, di fatto il doppio di quello dei dirigenti comunali e 40mila euro in più di quello del segretario generale del Comune. Forse il sindaco ha dimenticato di mettere il simbolo delle forbici fra gli indirizzi generali che vanno dati alle partecipate o forse, ma non ci credo, l’Apm l’ha disposto ad insaputa del comune. E lo stesso dicasi per il caso degli apicali della Smea che fu uno dei motivi che ritardarono l’acquisizione da parte del Cosmari. Figli (società partecipate) e figliastri (comune). Per restare nell’ambito della spesa e delle entrate qualche tempo fa ebbi modo di scrivere che gli evasori ringraziano il Comune che per 2 anni ha incredibilmente sospeso l’implementazione della lotta all’evasione fiscale con mancati teorici accertamenti per non meno di 5-600 mila euro, somma che sarebbe potuta servire per diminuire la pressione fiscale o per aumentare l’area di detrazione. Effettivamente non si riesce a comprendere il motivo di tale stolta decisione. Dabbenaggine, cattiva amministrazione, interessati consigli? Un solo cenno, richiamandomi alla sinteticità di esordio, all’utilizzo del patrimonio comunale assegnato alla galassia del cosiddetto associazionismo. Abbiamo circa 70 locali comunali dai quali si ricava meno di 200 euro all’anno. Mi si dice anche che a volte sono scarsamente utilizzati. Tutto questa noncuranza non mi pare saggia e nè risponde a criteri di buona amministrazione pubblica.  Pur comprendendo le finalità sottese alle concessioni mi sia consentito un richiamo ad una maggiore sobrietà e minore disinvoltura nell’utilizzo del denaro e del patrimonio pubblico.  Macerata merita di più. Infine un’annotazione personale per uno sgarbo che non riesco a perdonare e mi fa sentire vittima di mobbing, dal momento che non ho ancora ricevuto il giornalino che esalta con studiato anticipo le imprese del sindaco. Provo a fare due ipotesi:non mi viene inviato perchè arriva solo a chi vota Carancini oppure sono finite le copie perchè è andato a ruba come il famoso numero di Charlie Hebdo.

* Luciano Gasparri, dirigente comunale in pensione

 



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