Michele Lattanzi con alcuni componenti della lista dei Comunisti Italiani
IL CANDIDATO SINDACO – Michele Lattanzi, consigliere comunale uscente dei Comunisti Italiani. Dal 2000 al 2010 è stato assessore ai servizi sociali della Giunta Meschini
di Claudio Ricci
(foto di Lucrezia Benfatto)
A poco più di un mese dalle elezioni comunali la lista dei Comunisti italiani, guidata dal consigliere Michele Lattanzi, si presenta alla città. In testa alla rosa composta da dodici donne e venti uomini ci sono i nomi, già anticipati, dei consiglieri uscenti Luciano Borgiani (dipendente pubblico) e Stefano Blanchi (lavoratore precario). Seguono in ordine alfabetico Gemma Alfonsi pensionata, Benito Bartoloni pensionato, Sandro Bianchini vigile del fuoco, Giuseppe Brignone impegnato nel sociale, Daniela Bubbolini fisioterapista, Federica Campetti studentessa, Maurizio Canullo dipendente pubblica istruzione, Mauro Caporalini dipendente Consmari, Marco Cinquepalmi dipendente Provincia, Stefano Ciucci dipendente pubblico, Maria Vittoria Fedatto bancaria, Alberto Foresi lavoratore precario, Marco Galluci allenatore, Maurizio Gentili pastore, Glauco Giglioni scrittore, Roberto Giustozzi operaio, Paola Ladavas pensionata, Luana Luconi lavoratrice call center, Nennele Maggi dipendente pubblica, Ilaria Micozzi disoccupata, Martina Piermarini scrittrice, Piero Polucci attore, Emanuele Quadrini musicista, Orlanda Rampichini sindacalista, Nazzareno Sgattoni pensionato, Adriano Teobaldelli pensionato, Meri Tomassetti commerciante, Riccardo Torresi geometra, Stelvio Trivellini, Edelvais Zaccari.
«Una lista in cui sono rappresentate tutte le età e le categorie sociali – spiega Lattanzi – Ci rivolgiamo a tutto l’elettorato di sinistra e centro sinistra che non crede più nell’attuale amministrazione e nel Pd che è ormai a livello nazionale sta adottando delle politiche neoliberiste e conservatrici che noi non condividiamo. Credo che a livello locale contino più i fatti e le persone che non i simboli, anche se siamo fortemente legati alla storia del nostro partito. Non siamo solo Comunisti ma compagni di sinistra e amici di una vita che credono ancora in certi valori e vogliono farli valere per Macerata». Insieme alla squadra i Comunisti rendono noto anche il programma elettorale. Dieci punti in cui si concentrano i principi ispiratori delle battaglie condotte nei 5 anni di consiglio comunale, in cui Lattanzi e compagni hanno fatto opposizione sui temi sensibili, pur sedendo tra i banchi della maggioranza. Il decalogo comprende: riforma della macchina amministrativa, sicurezza, mobilità, welfare e casa, “città pulita e decorosa”, “una città bella e sana”, centro storico, scuola e istruzione, sanità, trasparenza amministrativa.
«Nel caso in cui si andasse al ballottaggio in un eventuale accordo faremo valere quattro punti fondamentali: no al Parksì, sì al taglio delle indennità degli assessori, no al polo Natatorio di Fontescodella (cercando in alternativa un accordo con la Filarmonica) sì alla riqualificazione delle scuole e in primo piano il polo scolastico delle Vergini».
Sugli stessi punti insiste Luciano Borgiani deluso dall’operato dell’amministrazione soprattutto nell’ultimo anno: «Ho fatto un consuntivo dell’ultimo anno e mi sono accorto che non abbiamo rispettato l’accordo di maggioranza non facendo niente di quello che dovevamo fare. Si insiste molto sulla spesa fatta per il sociale, vantando che il 62% del bilancio è impegato per i servizi. Ma il 62% di zero è zero. E’ il momento di fare un salto in avanti concreto. Non bastano solo le inaugurazioni». Sul piatto anche la Cultura con «la necessità di istituire una consulta permanente di operatori ed esperti del settore e un museo del risorgimento» come propone Stefano Blanchi e la sanità. «Si sentono voci a proposito di nuovi ospedali dappertutto tranne che a Macerata – critica la sindacalista Orlanda Rampichini – Qui non serve un nuovo ospedale ma mantenere quello esistente in maniera congrua attraverso investimenti opportuni».
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E’ un mio vicino di casa troppo simpatico ma diciamo che …. ci debbo pensare bene se votarlo o meno.
Stefano Blanchi complimenti per la camicia! !
Il livello della spesa sociale non e’ un problema di percentuali. Si tratta di numeri concreti . La spesa procapite per il welfare della amministrazione uscente e’ la più alta fra le provincie marchigiane . Una spesa molto alta che è stata poi mantenuta nonostante il fortissimo calo dei trasferimenti statali. Una realtà ben difficile da smentire
Tutti. A. San. Benedetto.
Lattanzi in particolare, ma altresì alcuni consiglieri comunali presenti nella lista hanno perso ormai la dignità ed il senso della misura. Promettono la sistemazione della scuola delle Vergini!! Lattanzi era consigliere-assessore quando i miei figli erano piccoli e lui ed i suoi amichetti promettevano la sistemazione della Scuola delle Vergini. Per non parlare di Borgiani che abitante storico di Santa Lucia esaltò la distruzione di Villa Vatielli (prevista nella Minitematica) per far posto a dei palazzacci. Non è gente credibile, sono la fotocopia ridotta del PD, dal quale scappano perchè non hanno ricevuto in cambio poltrone nell’ultima legislatura (ammissione di Lattanzi nell’intervista a Cronache Maceratesi). Effettivamente, come scritto nel titolo, hanno bisogno di “attori” per mascherare la loro costante presenza da 20 anni nela scena politica maceratese, con risultati che vediamo tutti. Amen
Caro Iesari,
mi spiega come è possibile investire quasi nove milioni di euro nei Servizi Sociali, quando la “temperatura solidale percepita” dai cittadini in difficoltà è irrisoria (e spesso paternalisticamente fatta calare dall’alto come un grosso sacrificio, in nome dei consueti mantra del “Patto di Stabilità”, del “Non ci sono i soldi”, del “C’è la crisi”? Questo grande investimento a che è servito?
@Davoli
mi scusi ma non riesco a capire bene quello che mi sta chiedendo. Cosa intende per “temperatura solidale percepita” ? E’ la prima volta che sento questo termine . Posso ipotizzare che lei mi voglia dire che nonostante i 9 milioni di euro spesi i cittadini in difficoltà non si sentono adeguatamente sostenuti ? Ha qualche dato oggettivo per testimoniarlo ? (mi scusi ma la sua impressione, o i commenti su CM non sono abbastanza) E soprattutto ha la possibilità di fare comparazioni con altre realtà locali, magari a noi vicine ? Sappiamo bene tutti come in questi anni di crisi il gap fra aspettative e possibilità si è drammaticamente ampliato. Per cui 9 milioni di euro possono non essere abbastanza se una platea di cittadini sempre più ampia si aspetta comunque di avere una vita dignitosa . Il fatto è che la situazione potrebbe essere peggiore se invece di 9 ne spendo 7 o 6 a parità di popolazione. Non so se ho interpretato correttamente la sua domanda.