I Sindaci, come gli altri funzionari pubblici, hanno la facoltà di disapplicare in autotutela (cioè per tutelare se stessi dalle conseguenze penali e civili dell'applicazione dell'atto) gli atti amministrativi palesemente contra legem. E tutti gli atti del Signor Conte sono contrari alla Costituzione ed alle Leggi della Repubblica Italiana. Pertanto, il Sindaco Tartabini può, con ordinanza o meglio con delibera di giunta, disapplicare tutto quanto emesso dal Signor Conte sin da marzo scorso. Abbiamo già provveduto ad inviare richiesta di disapplicazione in autotutela a tutti i Prefetti, Questori, Comandanti provinciali di CC e GdF, Comandante Legione Marche CC, nonché ad alcuni Sindaci. E continueremo la nostra azione a difesa della Costituzione e della Leggi della Repubblica Italiana:
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Sì! La vita ed il raziocinio si riprendono il loro spazio, contro gli analfabeti ipocondriaci ed una classe dirigente indecente che ci sta marciando alla grande, ordinando ai mezzi di comunicazione di raccontare una storia falsa!
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Se un giorno faccio 10000 tamponi, trovo, mettiamo, 100 positivi (asintomatici, senza sintomi, senza malattia, gente che sta bene)
Se il giorno dopo faccio 20000 tamponi, ne trovo, di positivi, mettiamo 190.
Titoli dei telegiornali: "raddoppiato il numero di contagiati in un giorno!"
Sempre con la massima calma, osserviamo un dato banale, che però sfugge anche alle persone intelligenti.
Se faccio più tamponi, trovo più positivi.
È matematico.
Non sta aumentando il numero dei "malati", sta aumentando il numero dei tamponi effettuati.
Considerando anche che inizialmente il tampone si faceva solo a chi stava molto male (e bisognava pure pregare per farselo fare) mentre adesso se ne fanno a tappeto (soprattutto ai giovani che tornano dalle vacanze, che stanno benissimo e che sono venuti a contatto col virus senza alcuna conseguenza, come DECINE DI MILIONI di italiani.)
Sono considerazioni scontate, banali, ma nel clima di delirio in cui siamo immersi sfuggono ai più.
Non si muore più "di covid" in questo momento (4 morti al giorno).
Le terapie intensive sono vuote (gli esperti prevedevano 151.000 intubati a fine giugno, dopo le riaperture, ricordate? Invece nulla)
Gli ospedalizzati sono all'ordine delle centinaia (meno dei ricoverati per indigestione).
Cerchiamo di ritornare alla razionalità.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Pensassero a rispettare la Costituzione e le Leggi della Repubblica Italiana, invece di violarle seguendo atti amministrativi palesemente incostituzionali e che violano tutti i principii del diritto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
1. ARTICOLO 13 COSTITUZIONE
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
2. ARTICOLO 16 COSTITUZIONE
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.
3. ARTICOLO 32 COSTITUZIONE
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
4. ARTICOLO 48 COSTITUZIONE
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
5. ARTICOLO 54 COSTITUZIONE
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
6. ARTICOLO 85 TULPS
È vietato comparire mascherato in luogo pubblico.
Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da euro 10 (lire 20.000) a euro 103 (200.000).
È vietato l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto.
Il contravventore e chi, invitato, non si toglie la maschera, è punito con la sanzione amministrativa da euro 10 (lire 20.000) a euro 103 (200.000).
7. ARTICOLO 5 LEGGE 22 MAGGIO 1975, N. 152 - DISPOSIZIONI A TUTELA DELL’ORDINE PUBBLICO
È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino.
Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro.
Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l’arresto in flagranza.
8. ARTICOLO 270 CODICE PENALE (ASSOCIAZIONI SOVVERSIVE)
Chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni dirette e idonee a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti nello Stato ovvero a sopprimere violentemente l’ordinamento politico e giuridico dello Stato, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.
Chiunque partecipa alle associazioni di cui al primo comma è punito con la reclusione da uno a tre anni.
Le pene sono aumentate per coloro che ricostituiscono, anche sotto falso nome o forma simulata, le associazioni di cui al primo comma, delle quali sia stato ordinato lo scioglimento.
9. ARTICOLO 280 CODICE PENALE (ATTENTATO PER FINALITÀ TERRORISTICHE O DI EVERSIONE)
Chiunque, per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, attenta alla vita od alla incolumità di una persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non inferiore ad anni sei.
Se dall’attentato alla incolumità di una persona deriva una lesione gravissima, si applica la pena della reclusione non inferiore ad anni diciotto; se ne deriva una lesione grave, si applica la pena della reclusione non inferiore ad anni dodici.
Se i fatti previsti nei commi precedenti sono rivolti contro persone che esercitano funzioni giudiziarie o penitenziarie ovvero di sicurezza pubblica nell’esercizio o a causa delle loro funzioni, le pene sono aumentate di un terzo.
Se dai fatti di cui ai commi precedenti deriva la morte della persona si applicano, nel caso di attentato alla vita, l’ergastolo e, nel caso di attentato alla incolumità, la reclusione di anni trenta.
Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 114, concorrenti con le aggravanti di cui al secondo e al quarto comma, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità di pena risultante dall’aumento conseguente alle predette aggravanti.
10. ARTICOLO 283 CODICE PENALE (ATTENTATO CONTRO LA COSTITUZIONE DELLO STATO)
Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni.
11. ARTICOLO 294 CODICE PENALE (ATTENTATI CONTRO I DIRITTI POLITICI DEL CITTADINO)
Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
12. ARTICOLO 414 CODICE PENALE (ISTIGAZIONE A DELINQUERE)
Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione:
1) con la reclusione da uno a cinque anni, se trattasi di istigazione a commettere delitti;
2) con la reclusione fino a un anno, ovvero con la multa fino a euro 206, se trattasi di istigazione a commettere contravvenzioni.
Se si tratta di istigazione a commettere uno o più delitti e una o più contravvenzioni, si applica la pena stabilita nel numero 1.
Alla pena stabilita del numero 1 soggiace anche chi pubblicamente fa l’apologia di uno o più delitti. La pena prevista dal presente comma nonché dal primo e dal secondo comma è aumentata se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici.
Fuori dei casi di cui all’articolo 302, se l’istigazione o l’apologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo o crimini contro l’umanità la pena è aumentata della metà. La pena è aumentata fino a due terzi se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Abbiamo un governo che ha messo in atto un colpo di Stato insieme a presidenti di giunta regionale e sindaci che bellamente hanno violato la Costituzione, ma questi non lo vedono. Aveva ragione Guareschi, essere trinariciuti è brutto.
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
Mio padre, buonanima, faceva l'ambulante.
Con il Fiat 238 passavamo ovunque. Quando lo cambiò per un Mercedes 207D, il furgone aveva la tenda, quindi, non ci si poteva passare. Poi la togliemmo, e tornammo portare ovunque. Infine, la rimettemmo, più piccola e leggera, e tornammo a non poterci passare.
Bisogna sapere quale mezzo si guida e, francamente, a queste persone che rimangono incastrate, come a quelle che si ostinano a transitare con mezzi troppi larghi per le viuzze del centro, sarebbe necessario far sostenere di nuovo l'esame per la patente di guida.
Le sedicenti autorità - quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt'altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe - mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull'affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l'adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l'economicità, l'efficacia, l'imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo è ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte.
Le sedicenti autorità - quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt'altra cosa, ha ricevuto un tampone che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe - mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull'affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l'adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l'economicità, l'efficacia, l'imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo è ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte.
Statevene lontani con la museruola degli schiavi e tutto migliorerà.
Siamo morti e, presto, se ne accorgeranno anche dipendenti pubblici e pensionati.
Chi, per puro analfabetismo, da decenni avalla una gestione assurda, forse, con la fame, capirà qualcosa.
Delatori, SS e contenti: quadro preciso della Germania nazionalsocialista o dell'Unione Sovietica o della Romania comunista o dell'attuale Cina comunista. Complimenti al delatore, alle SS ed ai contenti!
Potrei suggerire il Controllo di Vicinato, che ho portato a Civitanova.
Ma potrei suggerire anche a quelli delle multe, dei droni e della violazione dei diritti costituzionali di ricordarsi come hanno trattato i cittadini sovrani e come non trattano questi tizi.
Non ci sono ragioni mediche per questa pazzia. Solamente esagerazioni televisive funzionali ad un'agenda di controllo totale e depauperamento della popolazione.
Purtroppo, come si è visto in questo colpo di Stato sanitario tuttora in corso, in Italia non vi sono istituzioni di controllo funzionanti e chiunque sia in luoghi di potere può letteralmente agire come meglio crede, infischiandosene altamente delle presunte regole esistenti, a partire dalla Costituzione.
Faccio presente che NON siamo nella Cina comunista che, magari, a qualcuno piace molto e che, sebbene formalmente, risulta ancora in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana.
Chi apre con queste regole assurde ed inutili è corresponsabile del colpo di Stato (vedansi, tra i più autorevoli, Cassese, Baldassare, Martini, Silvestri, Cartabia) e della distruzione dell'economia italiana.
Chi apre con queste regole assurde ed inutili è corresponsabile del colpo di Stato (vedansi, tra i più autorevoli, Cassese, Baldassare, Martini, Silvestri, Cartabia) e della distruzione dell'economia italiana.
Dato che i medici, facendo le autopsie proibite dal ministero, hanno ormai capito tutto e la malattia si cura a casa, per quella minima percentuale di popolazione che la prende un po' forte, sfugge la motivazione dietro questa struttura e le similari create in Italia.
Indecenti i commenti sul numero di persone. Stiano loro chiusi in casa, anzi, nell'armadio, così evitano tutto e moriranno morti. C'è chi vuole morire, invece, libero e vivo!
Le ordinanze degli sceriffi, presidenti di regione e sindaci, hanno lo stesso valore dei DPCM del golpista al governo: zero, visto che sono incostituzionali!
Ci vuole disubbidienza civile pacifica contro una classe dirigente di traditori della Patria.
Dovete riaprire tutti, subito e come prima. Disubbidienza sociale contro una classe dirigente di golpisti che ha inventato una malattia terribile per impoverirci e schiavizzarci.
Dovete riaprire tutti, subito e come prima. Disubbidienza sociale contro una classe dirigente di golpisti che ha inventato una malattia terribile per impoverirci e schiavizzarci.
Dovete riaprire tutti, subito e come prima. Disubbidienza sociale contro una classe dirigente di golpisti che ha inventato una malattia terribile per impoverirci e schiavizzarci.
“C’è una problematica che riguarda tutto il nostro Paese – ha detto Bonsignore – collegata al fatto che si è deciso di inserire nel numero dei decessi da coronavirus tutti i casi di coloro che sono stati scoperti positivi al covid-19, durante la propria vita o addirittura nel post-mortem”.
Continua: “Noi stiamo praticamente azzerando quella che è la mortalità per qualsiasi patologia naturale che sarebbe occorsa anche in assenza del virus”.
E precisa: “Le dico questo con cognizione di causa, lavorando in quello che è l’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Genova dove abbiamo contezza che all’obitorio comunale di Genova i decessi per patologie non covid sono praticamente scomparsi”.
https://www.oltre.tv/presidente-ordine-medici-liguria-verita-diretta/
Basta menzogne e paure da ipocondriaci analfabeti!
Prof. Bassetti: «È una bruttissima forma virale ma molto più vicina all’influenza che alla Sars o all’influenza dei cammelli. La maggioranza dei casi sono a casa loro tranquilli, come succede nella maggior parte dei pazienti con influenza»
https://it.finance.yahoo.com/notizie/bassetti-italia-non-%C3%A8-morto-080032238.html
Da un commento:
Riepilogando
Età mediane:
- pazienti deceduti, 81 anni
- pazienti con infezione, 62 anni
Patologie pregresse nei pazienti:
- 90 (3,8% del campione) presentavano 0 patologie,
- 340 (14,5%) presentavano 1 patologia,
- 504 (21,4%) presentavano 2 patologie
- 1417 (60,3%) presentavano 3 o più patologie.
(dati ottenuti da 2351 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche)
In conclusione: hanno bloccato un Paese per un virus che era gestibile e curabile in ospedale, e ora l'economia andrà a puttane a causa di gente ignorante che nella vita, al massimo, si era informata sulle previsioni del tempo.
Adesso molto probabilmente la grande distribuzione si mangerà tutti i piccoli commercianti e tutte le piccole attività familiari: ma tranquilli, le previsioni meteo che passano in TV raccontate dai vostri seri e affidabili professionisti vi rassicureranno che domani ci sarà il sole.
E se non sarà domani, sarà dopodomani. Oppure la settimana prossima. Non importa, l'importante è che aspettiate buoni buoni e non muoviate il c**o dal divano.
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
A differenza di quanto starnazzano i media nostrani e il ministero della sanità, l’OMS non ha mai dichiarato lo stato di pandemia. Nessun documento protocollato da parte degli organi che ne hanno la competenza: Assemblea Generale (art. 21a[1] dello statuto OMS) o Consiglio Direttivo (art. 28i[2]). Esiste solo una conferenza stampa del Direttore Generale Ghebreyesus che il 11/03/2020 dice: “Abbiamo valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia”.
Prof. Matteo Bassetti: «Perché in Italia muore per COVID-19 quasi il 300% in più che non in Uganda, Cina, Venezuela, Ucraina o Thailandia? Perché il nostro sistema sanitario funziona peggio che in questi paesi o perché abbiamo sbagliato tutto nella modalità di contare i decessi?
Negli ultimi due mesi chiunque sia morto con la positività del tampone è automaticamente morto di COVID-19.
Non è così che si dovrebbe stabilire la causa di morte basta leggere un qualunque modello ISTAT usato per certificare il decesso.»
https://www.facebook.com/Prof.MatteoBassetti/photos/rpp.2385604291455421/3537408839608288/?type=3&theater
"Limitare le libertà con un Dpcm, è un atto, in tutto, incostituzionale". "Inoltre la limitazione ai 'congiunti' è "discriminatoria ed illegittima", perchè "nasconde una concezione del familismo assurda e fuori della realtà sociale attuale". A parlare con l'Adnkronos è l'ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, che afferma: "Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come 'noi consentiamo', 'noi permettiamo'".
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/04/27/baldassarre-dpcm-tutto-incostituzionale_NCkg79J8eVOblBGG6m3byH.html
«Il Governo ha agito in maniera confusa e contro alcuni principi base della Costituzione» attacca l’ex Presidente della Consulta, e poi ribadisce con ancor più forza «neppure la più terribile delle dittature ha limitato la libertà di andare e venire, di uscire di casa, per di più selettivamente limitata per categorie di persone o a titolo individuale indicate in atti amministrativi». Per Cassese infine Conte non ha rispettato né il Parlamento né il diritto di voto, aggiungendo così alla violata libertà personali e di culto un terzo grado di “responsabilità” dell’azione negli ultimi due mesi.
https://www.ilsussidiario.net/news/sabino-cassese-conte-e-fuori-legge-il-giurista-dpcm-illegittimi-liberta-violata/2015471/
“L’emergenza sanitaria può essere gestita senza sospendere le garanzie costituzionali. Le libertà limitabili solo con legge o con decreto legge e non da Dpcm e ordinanze locali”. Il presidente emerito della Corte costituzionale Gaetano Silvestri fa sentire la sua voce contro le derive autoritarie dello stato di eccezione e sollecita la centralità del Parlamento.
http://www.micheleschinella.it/ingstizia/gaetano-silvestri-no-allo-stato-di-eccezione-lemergenza-sanitaria-puo-essere-gestita-senza-sospendere-le-garanzie-costituzionali-le-liberta-limitate-solo-con-legge-o-con-decreto-legge-e-non-da-dpcm/
“Limitare le libertà con un Dpcm, è un atto, in tutto, incostituzionale”. “Inoltre la limitazione ai ‘congiunti’ è “discriminatoria ed illegittima”, perchè “nasconde una concezione del familismo assurda e fuori della realtà sociale attuale”. A parlare con l’Adnkronos è l’ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, che afferma: “Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come ‘noi consentiamo’, ‘noi permettiamo'”.
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/04/27/baldassarre-dpcm-tutto-incostituzionale_NCkg79J8eVOblBGG6m3byH.html
«Il Governo ha agito in maniera confusa e contro alcuni principi base della Costituzione» attacca l’ex Presidente della Consulta, e poi ribadisce con ancor più forza «neppure la più terribile delle dittature ha limitato la libertà di andare e venire, di uscire di casa, per di più selettivamente limitata per categorie di persone o a titolo individuale indicate in atti amministrativi». Per Cassese infine Conte non ha rispettato né il Parlamento né il diritto di voto, aggiungendo così alla violata libertà personali e di culto un terzo grado di “responsabilità” dell’azione negli ultimi due mesi.
https://www.ilsussidiario.net/news/sabino-cassese-conte-e-fuori-legge-il-giurista-dpcm-illegittimi-liberta-violata/2015471/
«Il Governo ha agito in maniera confusa e contro alcuni principi base della Costituzione» attacca l’ex Presidente della Consulta, e poi ribadisce con ancor più forza «neppure la più terribile delle dittature ha limitato la libertà di andare e venire, di uscire di casa, per di più selettivamente limitata per categorie di persone o a titolo individuale indicate in atti amministrativi». Per Cassese infine Conte non ha rispettato né il Parlamento né il diritto di voto, aggiungendo così alla violata libertà personali e di culto un terzo grado di “responsabilità” dell’azione negli ultimi due mesi.
https://www.ilsussidiario.net/news/sabino-cassese-conte-e-fuori-legge-il-giurista-dpcm-illegittimi-liberta-violata/2015471/
“Limitare le libertà con un Dpcm, è un atto, in tutto, incostituzionale”. “Inoltre la limitazione ai ‘congiunti’ è “discriminatoria ed illegittima”, perchè “nasconde una concezione del familismo assurda e fuori della realtà sociale attuale”. A parlare con l’Adnkronos è l’ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, che afferma: “Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come ‘noi consentiamo’, ‘noi permettiamo’”.
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/04/27/baldassarre-dpcm-tutto-incostituzionale_NCkg79J8eVOblBGG6m3byH.html
“L’emergenza sanitaria può essere gestita senza sospendere le garanzie costituzionali. Le libertà limitabili solo con legge o con decreto legge e non da Dpcm e ordinanze locali”. Il presidente emerito della Corte costituzionale Gaetano Silvestri fa sentire la sua voce contro le derive autoritarie dello stato di eccezione e sollecita la centralità del Parlamento.
http://www.micheleschinella.it/ingstizia/gaetano-silvestri-no-allo-stato-di-eccezione-lemergenza-sanitaria-puo-essere-gestita-senza-sospendere-le-garanzie-costituzionali-le-liberta-limitate-solo-con-legge-o-con-decreto-legge-e-non-da-dpcm/
Ennesima violazione della Costituzione da parte di una classe dirigente indecente. Sappiate che le sedicenti multe sono nulle, poiché incostituzionali, vi sono pareri di autorevolissimi costituzionalisti in merito.
BASTA COLPO DI STATO E BASTA DITTATURA!!!!!
Ringraziamo l'intera sedicente classe dirigente italiana, in ogni ruolo e ad ogni livello, per il suo totale fallimento e la distruzione di qualsiasi cosa. E questo grazie anche ad una popolazione indecente, perché ogni popolazione ha la classe dirigente che si merita.
In questo clima misto tra 25 luglio ed 8 settembre non ci si poteva aspettare altro. Peraltro, visto che c'ero anche io, faceva un gran freddo e, ovviamente, il gran freddo è consigliato come rimedio a raffreddori, mal di gola e polmoniti.
Siamo in colpo di stato in cui le opposizioni o stanno zitte o chiedono misure ancora più repressive.
Abbiamo sospeso la Costituzione più bella del mondo (dove siano i suoi difensori petalosi lo ignoro) in mezza giornata, con un decreto legge (atto del governo avente forza di legge) che ha autorizzato un decreto ministeriale (atto amministrativo con cui si regolamenta la lunghezza dei cetrioli) e vi sono presidenti di regione e sindaci che, con loro ordinanze, sospendono ulteriormente la predetta Costituzione. E, per giunta, i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità non supportano minimamente la narrazione dei mezzi di comunicazione e del governo.
Non c’è un rappresentante della classe dirigente che chieda una seduta di urgenza del Parlamento della Repubblica Italiana, che è chiuso e basta.
Oggi, pare che tale sospensione della Costituzione verrà prorogata senza data di scadenza, a piacere di un signore di cui si ignorava l’esistenza fino a due anni fa.
Questa non è più la Repubblica Italiana, è un’altra cosa, in cui la legge non esiste più, perché senza Costituzione non esiste legge, esiste l’arbitrio del potere.
Svegliamoci, ragioniamo e mettiamo in discussione quanto sta accadendo, perché la china che abbiamo intrapreso è pericolosa.
Siamo in colpo di stato in cui le opposizioni o stanno zitte o chiedono misure ancora più repressive.
Abbiamo sospeso la Costituzione più bella del mondo (dove siano i suoi difensori petalosi lo ignoro) in mezza giornata, con un decreto legge (atto del governo avente forza di legge) che ha autorizzato un decreto ministeriale (atto amministrativo con cui si regolamenta la lunghezza dei cetrioli) e vi sono presidenti di regione e sindaci che, con loro ordinanze, sospendono ulteriormente la predetta Costituzione. E, per giunta, i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità non supportano minimamente la narrazione dei mezzi di comunicazione e del governo.
Non c’è un rappresentante della classe dirigente che chieda una seduta di urgenza del Parlamento della Repubblica Italiana, che è chiuso e basta.
Oggi, pare che tale sospensione della Costituzione verrà prorogata senza data di scadenza, a piacere di un signore di cui si ignorava l’esistenza fino a due anni fa.
Questa non è più la Repubblica Italiana, è un’altra cosa, in cui la legge non esiste più, perché senza Costituzione non esiste legge, esiste l’arbitrio del potere.
Svegliamoci, ragioniamo e mettiamo in discussione quanto sta accadendo, perché la china che abbiamo intrapreso è pericolosa.
Siamo in colpo di stato in cui le opposizioni o stanno zitte o chiedono misure ancora più repressive.
Abbiamo sospeso la Costituzione più bella del mondo (dove siano i suoi difensori petalosi lo ignoro) in mezza giornata, con un decreto legge (atto del governo avente forza di legge) che ha autorizzato un decreto ministeriale (atto amministrativo con cui si regolamenta la lunghezza dei cetrioli) e vi sono presidenti di regione e sindaci che, con loro ordinanze, sospendono ulteriormente la predetta Costituzione. E, per giunta, i dati ufficiali dell'Istituto Superiore di Sanità non supportano minimamente la narrazione dei mezzi di comunicazione e del governo.
Non c'è un rappresentante della classe dirigente che chieda una seduta di urgenza del Parlamento della Repubblica Italiana, che è chiuso e basta.
Oggi, pare che tale sospensione della Costituzione verrà prorogata senza data di scadenza, a piacere di un signore di cui si ignorava l'esistenza fino a due anni fa.
Questa non è più la Repubblica Italiana, è un'altra cosa, in cui la legge non esiste più, perché senza Costituzione non esiste legge, esiste l'arbitrio del potere.
Svegliamoci, ragioniamo e mettiamo in discussione quanto sta accadendo, perché la china che abbiamo intrapreso è pericolosa.
Follia pura basata sul nulla.
1266 decessi ma non sanno se per COVID-19. Questo è terrorismo psicologico vòlto a creare psicosi.
- Finora il contagio ha riguardato un numero di persone inferiore all'influenza dello scorso anno.
- Non sanno se i decessi sono causati dal COVID-19.
Ma di che stiamo parlando? Del nulla?
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4230
DOMANDA: Molti si chiedono perché vi siano differenze di mortalità così accentuate fra l’Italia e altri paesi che cominciano a registrare un certo numero di contagi ma proporzionalmente meno morti, come la Corea del Sud, la Francia e la Germania. Al momento siamo in linea solo con l’Iran.
RISPOSTA: Questo lo si spiega con un insieme di fattori.
Il primo è che noi in questo momento probabilmente sovrastimiamo la mortalità perché mettiamo al numeratore tutti i morti senza quella maniacale attenzione alla definizione dei casi di morte che hanno per esempio i francesi e i tedeschi, i quali prima di attribuire una morte al Coronavirus eseguono una serie di accertamenti e di valutazioni che addirittura in certi casi ha portato a depennare dei morti dall’elenco. Di fatto capita che accertino che alcune persone siano morte per altre cause pur essendo infette da coronavirus. Noi invece, per i noti motivi di decentramento regionale, ci atteniamo a classificazioni dettate dalle regioni e soltanto nell’ultima settimana stiamo cercando di introdurre un correttivo con una valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, che però non ha a disposizione le cartelle cliniche e quindi fa fatica a entrare nel merito. Tutto il meccanismo insomma è estremamente farraginoso. L’ISS, in altre parole, per il decreto ha il potere di investigare ma deve mandare i NAS per avere le cartelle. Non so se mi spiego… Peraltro il carattere maniacale dell’accertamento delle cause di morte presente in altri Paesi europei ha chiare motivazioni di reputazione e di comunicazione.
La seconda ragione di un tale differenza di mortalità fra noi e gli altri dipende dal fatto che noi la sovrastimiamo perché al denominatore mettiamo soltanto i casi positivi come definiti dall’organizzazione Mondiale della sanità, mentre se comprendessimo tutti quei soggetti che stimiamo essere positivi la mortalità risulterete molto inferiore. I cinesi, per esempio, che nella seconda fase dell’epidemia (fuori dalla provincia di Hubei, ndr.) hanno cercato di fare test diagnostici a tutti, hanno rinvenuto una letalità che oscilla fra il 2 e il 3 per cento.
https://www.scienzainrete.it/articolo/walter-ricciardi-ancora-due-settimane-dure-possibile-catastrofe-negli-usa/luca-carra/2020
DOMANDA: Molti si chiedono perché vi siano differenze di mortalità così accentuate fra l’Italia e altri paesi che cominciano a registrare un certo numero di contagi ma proporzionalmente meno morti, come la Corea del Sud, la Francia e la Germania. Al momento siamo in linea solo con l’Iran.
RISPOSTA: Questo lo si spiega con un insieme di fattori.
Il primo è che noi in questo momento probabilmente sovrastimiamo la mortalità perché mettiamo al numeratore tutti i morti senza quella maniacale attenzione alla definizione dei casi di morte che hanno per esempio i francesi e i tedeschi, i quali prima di attribuire una morte al Coronavirus eseguono una serie di accertamenti e di valutazioni che addirittura in certi casi ha portato a depennare dei morti dall’elenco. Di fatto capita che accertino che alcune persone siano morte per altre cause pur essendo infette da coronavirus. Noi invece, per i noti motivi di decentramento regionale, ci atteniamo a classificazioni dettate dalle regioni e soltanto nell’ultima settimana stiamo cercando di introdurre un correttivo con una valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, che però non ha a disposizione le cartelle cliniche e quindi fa fatica a entrare nel merito. Tutto il meccanismo insomma è estremamente farraginoso. L’ISS, in altre parole, per il decreto ha il potere di investigare ma deve mandare i NAS per avere le cartelle. Non so se mi spiego… Peraltro il carattere maniacale dell’accertamento delle cause di morte presente in altri Paesi europei ha chiare motivazioni di reputazione e di comunicazione.
La seconda ragione di un tale differenza di mortalità fra noi e gli altri dipende dal fatto che noi la sovrastimiamo perché al denominatore mettiamo soltanto i casi positivi come definiti dall’organizzazione Mondiale della sanità, mentre se comprendessimo tutti quei soggetti che stimiamo essere positivi la mortalità risulterete molto inferiore. I cinesi, per esempio, che nella seconda fase dell’epidemia (fuori dalla provincia di Hubei, ndr.) hanno cercato di fare test diagnostici a tutti, hanno rinvenuto una letalità che oscilla fra il 2 e il 3 per cento.
https://www.scienzainrete.it/articolo/walter-ricciardi-ancora-due-settimane-dure-possibile-catastrofe-negli-usa/luca-carra/2020
DOMANDA: Molti si chiedono perché vi siano differenze di mortalità così accentuate fra l’Italia e altri paesi che cominciano a registrare un certo numero di contagi ma proporzionalmente meno morti, come la Corea del Sud, la Francia e la Germania. Al momento siamo in linea solo con l’Iran.
RISPOSTA: Questo lo si spiega con un insieme di fattori.
Il primo è che noi in questo momento probabilmente sovrastimiamo la mortalità perché mettiamo al numeratore tutti i morti senza quella maniacale attenzione alla definizione dei casi di morte che hanno per esempio i francesi e i tedeschi, i quali prima di attribuire una morte al Coronavirus eseguono una serie di accertamenti e di valutazioni che addirittura in certi casi ha portato a depennare dei morti dall’elenco. Di fatto capita che accertino che alcune persone siano morte per altre cause pur essendo infette da coronavirus. Noi invece, per i noti motivi di decentramento regionale, ci atteniamo a classificazioni dettate dalle regioni e soltanto nell’ultima settimana stiamo cercando di introdurre un correttivo con una valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, che però non ha a disposizione le cartelle cliniche e quindi fa fatica a entrare nel merito. Tutto il meccanismo insomma è estremamente farraginoso. L’ISS, in altre parole, per il decreto ha il potere di investigare ma deve mandare i NAS per avere le cartelle. Non so se mi spiego… Peraltro il carattere maniacale dell’accertamento delle cause di morte presente in altri Paesi europei ha chiare motivazioni di reputazione e di comunicazione.
La seconda ragione di un tale differenza di mortalità fra noi e gli altri dipende dal fatto che noi la sovrastimiamo perché al denominatore mettiamo soltanto i casi positivi come definiti dall’organizzazione Mondiale della sanità, mentre se comprendessimo tutti quei soggetti che stimiamo essere positivi la mortalità risulterete molto inferiore. I cinesi, per esempio, che nella seconda fase dell’epidemia (fuori dalla provincia di Hubei, ndr.) hanno cercato di fare test diagnostici a tutti, hanno rinvenuto una letalità che oscilla fra il 2 e il 3 per cento.
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Il Neighborhood Watch nasce ufficialmente nel 1972 negli Stati Uniti ed arriva in Regno Unito nel 1982. Quarantotto anni di funzionamento, attentamente studiati da moltissimi autori, dimostrano non solo le capacità di riduzione di alcune tipologie di reati, ma anche le positive ricadute sociali. Il problema italiano, che si riscontra in ogni ambito del vivere, è la tendenza a sostituire i fatti con le proprie opinioni. Le decisioni basate sui fatti, oltre ad essere uno dei punti necessari ad ottenere la certificazione ISO 9001, rappresentano la motivazione dietro l'istituzione della rete What Works (ciò che funziona) nel Regno Unito. La rete What Works (ciò che funziona) utilizza prove di ricerca per migliorare la progettazione e la fornitura di servizi pubblici. La rete è composta da 9 Centri What Works indipendenti, 3 membri affiliati e 2 membri associati. Insieme, questi centri coprono settori politici che rappresentano oltre £250 miliardi di spesa pubblica. I Centri What Works sono diversi dagli istituti di ricerca standard. Ogni centro è impegnato ad aumentare sia l’offerta sia la domanda di prove di ricerca nel proprio settore politico e la loro produzione è adattata alle esigenze dei decisori. I centri aiutano a garantire che prove di ricerca solide modellino il processo decisionale a tutti i livelli. Il College of Policing è uno dei 9 Centri ed è stato istituito nel 2012 come organo professionale per tutti coloro che lavorano per il servizio di polizia in Inghilterra e Galles. Lo scopo del College è quello di fornire a coloro che lavorano nella polizia le competenze e le conoscenze necessarie per prevenire il crimine, proteggere il pubblico e garantire la fiducia del pubblico. Ha tre funzioni complementari: 1. Conoscenza: sviluppa ricerche ed infrastrutture per migliorare le prova di ricerca di “ciò che funziona”. Nel tempo, ciò garantirà che le pratiche e gli standard di polizia siano basati sulla conoscenza, piuttosto che su abitudini e convenzioni; 2. Istruzione: sostiene lo sviluppo dei singoli membri della professione. Stabilisce requisiti educativi per assicurare al pubblico la qualità e la coerenza delle capacità di polizia e facilita l’accreditamento accademico ed il riconoscimento delle competenze dei loro membri. 3. Standard: attinge alle migliori prove di ricerca disponibili di “ciò che funziona” per stabilire standard di polizia per forze e individui. Gli esempi includono la APP (Authorised Professional Practice – Pratica Professionale Autorizzata) e le revisioni tra pari. Uno sviluppo fondamentale all’interno del Collegio è l’uso della conoscenza e della ricerca per sviluppare un approccio alla polizia basato sulla prova di ricerca. Ospita il What Works Center for Crime Reduction, che prevede la collaborazione con accademici e un consorzio universitario. Assume anche un ruolo di coordinamento in tutto il Paese, commissionando ricerche e istituendo reti regionali, in modo che università, istituti di istruzione superiore e forze di polizia possano lavorare insieme per apprendere dalle migliori pratiche. Il Crime Reduction Toolkit (kit di strumenti per la riduzione del crimine) sintetizza le migliori prove di ricerca disponibili su ciò che funziona per ridurre il crimine. Chi tra voi vorrà andare a consultarlo a questo indirizzo
https://whatworks.college.police.uk/toolkit/Pages/Welcome.aspx
potrà comprendere cosa funziona e cosa non funziona nella riduzione del crimine.
I ladri, professionisti od occasionali, non vanno a caso, ma cercano sempre una vulnerabilità da sfruttare, tanto è vero che il Dottor Francesco Caccetta ha intitolato uno dei suoi libri "L'occasione fa bene al ladro".
Il Controllo di Vicinato Commerciale è una delle possibilità da utilizzare e che l'attuale amministrazione non ha voluto nemmeno considerare, visto che ha deciso di farsi supportare da associazioni prive di qualsiasi valore aggiunto (Venezia docet, informatevi).
Chi voglia, residente o commerciante, avere supporto per costituire un gruppo di Controllo di Vicinato nell'unica maniera funzionante, può contattarci: https://www.cdv-civitanovamarche.it/
Caro Iacobini, certamente, ci sono i professionisti e quelli che sfruttano l'occasione ma, almeno così dicono i criminologi, c'è sempre una qualche cosa che fa scattare l'idea del "fammici provare". Ad esempio, la borsa lasciata sul sedile dell'auto può far sorgere, nel tossicodipendente in cerca di denaro per una dose, lo stimolo a spaccare il vetro, anche con il rischio di trovarci pochissimi soldi.
I ladri non vanno mai a caso. Al contrario, osservano e cercano di comprendere le eventuali vulnerabilità del luogo che possono aiutarli. Per questo motivo, sarebbe buona cosa tentare di identificarle e di rimuoverle. Noi, dell'Associazione Controllo di Vicinato Civitanova Marche, possiamo aiutare in questo: https://cdv-civitanovamarche.it/
Poi, chi ha messo pollice verso ad un fatto conclamato, cioè che:
- l’arroganza dell’ignoranza produce mostri;
- l’obbligo di allacciarsi alla rete del gas di città è assurdo ed ha una chiara origine ideologica (come tutto il provvedimento);
- con pannelli solari termici e fotovoltaici, pale eoliche verticali, batterie di accumulo, pompe di calore o caldaie ad idrogeno e case efficienti si può tranquillamente essere indipendenti;
dimostra plasticamente perché far votare gli analfabeti porta ad avere eletti analfabeti talmente arroganti da non sapere nulla ed essere finanche orgogliosi di non sapere.
L'arroganza dell'ignoranza produce mostri.
Ad esempio, l'obbligo di allacciarsi alla rete del gas di città è assurdo ed ha una chiara origine ideologica (come tutto il provvedimento), oggi che, con pannelli solari, pale eoliche verticali, batterie di accumulo, pompe di calore o caldaie ad idrogeno e case efficienti si può tranquillamente essere indipendenti.
Ma è troppo pretendere che analfabeti votati da analfabeti possano saperlo od essere così umili da studiare prima di parlare.
Io, francamente, mi sono rotto dell'arroganza dell'ignoranza. Ma proprio tanto.
L’ultima intervista di Licio Gelli - 23/05/2014
[...]
Per concludere, che ne pensa dell’Italia, e del suo futuro?
Non le nascondo che vedo, con una certa soddisfazione, il popolo soffrire. Non mi fraintenda: non sono felice di questa situazione. Sono felice, invece, che vengano sempre più a galla le responsabilità della cattiva politica. Perché, probabilmente, solo un tributo di sangue potrà dare una svolta, diciamo pure rivoluzionaria, a questa povera Italia”.
Persone indecenti, come quelle che scrivono "Era ora", ed indegne del diritto di voto, votano per persone indecenti che prendono decisioni indecenti.
Peraltro, sono decisioni che porteranno a ricorsi ma, tanto, gli avvocati del Comune non li pagano certamente gli eletti indecenti...
Quindi, non esistono gli atti obbligatori ma sono partiti gli avvisi preliminari?
Se così fosse, credo che i proprietari dei lotti potrebbero provare a chiedere i danni ai funzionari che li hanno fatti spaventare.
Si sarebbe potuto provare ad evitare un tale dolore alla persona anziana insegnandole come essere vulnerabili. La Rete Nazionale del Controllo di Vicinato - ANCDV è a disposizione con esperti di livello nazionale. A Civitanova e Comuni limitrofi contattate: https://cdv-civitanovamarche.it/
Errata corrige
Visto che il Sindaco non può ricoprire la carica di consigliere regionale, sicuramente non può ricoprire la carica di presidente.
E, nel caso si tengano le elezioni, l’elezione è invalida e va ripetuta.
Consiglio ai quattro che hanno votato pollice verso di leggersi le norme.
Visto che il Sindaco non può ricoprire la carica di consigliere comunale, sicuramente non può ricoprire la carica di presidente.
E, nel caso si tengano le elezioni, l'elezione è invalida e va ripetuta.
Siamo una generazione privilegiata.
Possiamo, infatti, testimoniare il definitivo disfacimento delle menzogne del 1789.
La democrazia liberale, la trimurti dell'uguaglianza, libertà, fraternità, come sempre e più di sempre, nascondono le élite che realmente decidono e che sempre hanno deciso.
Dal 1789, tali élite sono nascoste da una "tenda" di camerieri da esse prescelti e che vengono proposti alle persone come eleggibili e sedicenti responsabili.
E le persone, votanti, si accalcano nei ludi cartacei credendo di poter decidere qualcosa, di contare qualcosa, di poter influenzare qualcosa mentre, invece, sono povere vittime di un teatro che apprezzano e che li fa partecipare convinti.
Quando comprenderemo - o, magari, una minoranza comprenderà - che esistono solamente due partiti, quello che serve (praticamente nessuno) e quello che si serve (praticamente tutti), che non contiamo nulla e che la soluzione non è mettere un foglio di carta scritto a matita dentro ad una scatola di cartone, allora, forse, potremo cominciare a risalire la china del rispetto della dignità umana.
Credo che possiamo dirci privilegiati perché ci è stata da la possibilità di assistere al definitivo e totale smascheramento dell’inganno nato nel 1789 e di cui i filosofi greci ci avevano ben avvertito.
La completa assenza di qualsivoglia politica è la conseguenza necessaria di quanto sopra.
Credo che possiamo dirci privilegiati perché ci è stata da la possibilità di assistere al definitivo e totale smascheramento dell'inganno nato nel 1789 e di cui i filosofi greci ci avevano ben avvertito.
Il problema della diffusione è che le aule moderne hanno bisogno di attrezzature.
Anche nel Regno Unito, vi sono università con campus ed università diffuse nelle città, ma sempre in grandi palazzi attrezzati all'uopo.
Dunque, se non sbaglio, la fattispecie è questa:
- un dettagliante acquista merce all'ingrosso, ritenendo che sia legalmente in vendita;
- anche il grossista probabilmente l'aveva acquistata dal produttore con lo stesso spirito;
- poi, la merce viene sequestrata al dettagliante e gli viene chiuso il negozio.
So che esiste l'incauto acquisto, ma quanto deve essere cauto un dettagliante? Deve mettersi a fare le analisi chimiche di quanto ha acquistato dal grossista?
Essendo trascurabile, per alcuni ma non per altri, ribadisco la mia richiesta di sapere dove recarmi per ritirare il milione e mezzo di euro di cui sopra.
Grazie.
La Lube deve chiarire tutti i fatti evidenziati con dovizia da Dimitri Papiri circa la gestione del palazzetto ed i soldi che il Comune paga.
Vedasi l'articolo di oggi: https://www.facebook.com/kleosilglorioso/posts/1010111065991232
Praticamente, essendo scadute le prelazioni sui terreni necessari a costruire la tangenziale come prevista dal Piano Regolatore Secchi, considerati i costi della medesima e, forse, essendo divenuta più agevole la circolazione autostradale grazie alla terza corsia, si cerca una soluzione ingegnosa che possa prendere due grossi piccioni con una fava:
1. far entrare in ed uscire dalla autostrada a nord chi viene da nord o deve andare a nord;
2. far entrare in ed uscire dalla autostrada a sud chi viene da sud ed ovest o deve andare a sud.
Suggerisco di cogliere l'occasione per implementare il progetto di sviluppo e mobilità della Valle del Chienti commissionato dalla Camera di Commercio di Macerata e dalla Fondazione CARIMA al Prof. Calafati e collaboratori.
Nel project management, la finanza di progetto (in inglese: project financing) è una operazione di tecnica di finanziamento a lungo termine di un progetto in cui il ristoro del finanziamento stesso è garantito dai flussi di cassa previsti dalla attività di gestione o esercizio dell'opera stessa.
Ricordo che il Neighborhood Watch, traducibile in italiano anche come Controllo di Vicinato, Controllo del Vicinato, Custodia del Vicinato, Guardia del Vicinato e via dicendo, è un programma fatto da cittadini e per i cittadini, nato in USA nel 1972.
Attualmente, in Italia, oltre ad almeno tre associazioni nazionali vi sono associazioni regionali e locali, amministrazioni comunali e regionali, e privati cittadini che lo portano avanti.
A Civitanova (e poi in altri Comuni), portato da Stefano Petrelli e me alla fine del 2014, quando avevamo avuto l'idea in autonomia come importazione diretta dagli USA, ci siamo appoggiati sinora ad un soggetto nazionale, ma le cose cambieranno presto.
Rimaniamo a vostra disposizione per ogni necessità, con onestà, pulizia e nello spirito di servizio a Nostro Signore ed alla cittadinanza.
Giuseppe, bisogna andare sempre e comunque a passo d'uomo, essere attenti e non distratti, conoscere le norme della circolazione ed applicare i principi della guida preventiva.
Lo faccio sempre e gli improperi che prendono sono molti, ma è così che si possono evitare molti incidenti.
Non credo che Istat faccia queste statistiche.
Qui in provincia, ci sono i dati della Prefettura e quelli di una ricerca in via d'uscita di una università.
https://www.facebook.com/controllodelvicinato/photos/pb.125226829517.-2207520000.1527093748./10156362009019518/?type=3&theater
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE
La nostra Associazione Controllo del Vicinato (ACdV), nata nel 2015 e depositaria sul territorio nazionale di un proprio marchio, si occupa sin dalla sua fondazione del contrasto alla criminalità diffusa ed al senso di insicurezza dei cittadini attraverso il rafforzamento della coesione sociale, l’eliminazione delle vulnerabilità e la leale collaborazione con le forze di Polizia a competenza generale e con le Polizie Locali.
Senza scopo di lucro, apartitica, aconfessionale, asindacale, acorporativa ha l’obiettivo statutario di diffondere la cultura della sicurezza partecipata già avviata con successo e presente in oltre 320 comuni italiani coinvolgendo al momento 46.000 famiglie.
Il nuovo Comitato Esecutivo e la Presidenza insediati il 20 maggio corrente intendono continuare con entusiasmo e determinazione a diffondere il progetto del “Controllo del Vicinato” in tutte le sedi istituzionali, amministrative, politiche, sociali ed economiche del territorio, nel pieno rispetto dei principi della Costituzione, in ossequio delle Leggi della Repubblica Italiana e nel solo interesse dei Cittadini.
Pur non avendo il monopolio della sicurezza partecipata, la nostra Associazione diffida qualsiasi altra Associazione all’utilizzo dei suoi dati e di un logo simile al suo con lo scopo di sostituirsi ad essa.
Varese, 23 maggio 2018
Il Presidente Nazionale
Ferdinando Raffero
Per ristabilire la verità dei fatti, è necessario comunicare al pubblico che la diffusione del Controllo del Vicinato, in Italia e soprattutto nella Provincia di Macerata, sin dal 2015 è avvenuta ad opera dell'Associazione Controllo del Vicinato - ACdV, di cui sono Referente per il Comune di Civitanova, con gruppi costituiti a Civitanova, Tolentino, Macerata, Petriolo, Morrovalle, Corridonia e Porto Sant'Elpidio.
L'Associazione Controllo del Vicinato - ACdV continua ad operare supportando cittadini, associazioni locali ed amministrazioni comunali.
C'è stato un piccolo errore grammaticale :D
Ci sono, in giro a Civitanova, 2 giovani sui 20/25 anni, con accento campano, che sembrano essere dediti ad una variante della truffa dello specchietto.
In maniera molto aggressiva ed intimidatoria, sembrano approcciare giovani e meno giovani, accusandoli di aver rigato la loro auto con la moto.
Non allarmatevi e non cadete nella loro trappola. Chiamate immediatamente il 112, oppure, fate finta di essere d'accordo e portateli al Commissariato di PS od alla Caserma dei Carabinieri.
Peculiare vedere il progetto dell'Associazione Controllo del Vicinato, che è proprietaria di nome e simbolo, presentato senza l'Associazione Controllo del Vicinato.
Bruciare la monnezza è in antitesi alla sviluppo della raccolta differenziata perché più si sviluppa la seconda e più cala la prima.
Ma la prima è incentivata monetariamente, se non erro, mentre la seconda no.
Pessima notizia!
Avrei voluto leggere dell'adozione dell'iniziativa Zero Waste 2020 (Rifiuti Zero 2020), non di questa.
Nemmeno quello di Treia è Controllo del Vicinato.
Il Controllo del Vicinato è uno solo, cioè, quello portato avanti da anni dall'Associazione Controllo del Vicinato.
Questi signori non hanno compreso nulla del Controllo del Vicinato, diffondono informazioni non corrette e presentano, nei loro progetti, quello che il Controllo del Vicinato fa da anni.
Infatti, questo non è Controllo del Vicinato e non deve portarne il nome.
L'unico Controllo del Vicinato è quello promosso dall'Associazione Nazionale Controllo del Vicinato.
Andare piano.
Comunque, il carburante più pericoloso da usare è la benzina ed il serbatoio più pericolo è quello della benzina.
La bombola del metano è talmente resistente che, se si dovesse spaccare, l'auto sarebbe già distrutta e gli occupanti morti. In caso di perdita, il metano è più leggero dell'aria e va verso l'alto.
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Questa è una storia di consorterie e di stupidità, e noi ne siamo le vittime, come lo saranno le generazioni che verranno.
La buona sQuola
LA RIFORMA RENZI IN 5 PUNTI, che lui si permette di chiamare “la buona” sQuola.
1. TITOLARITÀ TERRITORIALE. Quelle di quest’anno sono state le ultime domande di trasferimento libere. I NEO-ASSUNTI finiranno tutti in un ruolo regionale, all’interno del quale potranno scegliere solo un ambito territoriale, inseriti in un albo territoriale (come gli insegnanti di religione, che operano nei limiti di una diocesi). Dovranno quindi fare la questua dai dirigenti scolastici di quell’ambito per ottenere il posto in un istituto: quest’incarico avrà durata triennale che, se non riconfermato, obbligherà al ritorno nel limbo territoriale. Chi non verrà scelto rimarrà a disposizione nell’intero territorio a fare solo supplenze e sostituzioni. CHI È GIÀ DI RUOLO, pur conservando il posto attuale, verrà inserito comunque nell’albo territoriale, ma se dovrà chiedere trasferimento o risulterà perdente per il posto, sarà obbligato a fare la stessa trafila dei neo-assunti. Ogni dirigente avrà mano totalmente libera nello scegliere fra docenti ed ATA le persone di sua fiducia, premiandole o penalizzandole come meglio crede. Tutti i docenti, per trasferimento o perdita di posto, perderanno la titolarità sul proprio istituto: con l’organico funzionale ognuno diventerà titolare in una rete di scuole ed inserito in un albo, dal quale i dirigenti pescheranno il loro team. Se necessario, potranno venire obbligati a sostituire gli assenti anche in scuole diverse (La buona scuola, pp. 14 ss.). Il dirigente chiamerà nella propria scuola i docenti che vuole, scegliendoli dal Registro senza vincolo alcuno di graduatoria o di diritti acquisiti (CHIAMATA DIRETTA). I docenti diventeranno gli UNICI nel settore pubblico a non avere più diritto alla titolarità sul posto di lavoro, che invece gli ATA manterranno. Perciò la MOBILITÀ dei docenti verrà DECONTRATTUALIZZATA.
2. ELIMINAZIONE DELLE GARANZIE CONTRATTUALI. Più avanti, i giorni di chiusura delle scuole agli alunni e di sospensione didattica entreranno nelle banche ore: cioè ogni docente dovrà restituirli integralmente lavorando in più (prevalentemente supplenze gratuite) in periodi decisi dal Dirigente oppure, se serve, anche durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive, con mansioni diverse da quelle didattiche (La buona scuola, pp. 51 ss.). Si potrà essere spostati su materie diverse (purché affini!) (La buona scuola, pp. 27 ss.). Un gruppo di esperti del Governo definirà (in tre mesi – sic!) le competenze dei docenti (La buona scuola, pp. 45 ss.), rivedendone completamente lo stato giuridico (trasformando la docenza da lavoro non subordinato a prestazione subordinata). ENTRO 6 MESI dall’entrata in vigore della legge il governo imporrà in sede negoziale (di fatto decontrattualizzandoli) il «riordino della disciplina della mobilità del personale DOCENTE secondo i vincoli dell’art. 8» (vedi TITOLARITÀ TERRITORIALE), nonché la «abrogazione esplicita di ogni disposizione contrattuale precedente» (art. 22, comma 2, punti b e d). TUTTO, dagli obblighi di servizio (che al momento esentano i docenti dalla presenza estiva se non per riunioni statuite dal Collegio Docenti), all’orario settimanale, alla durata delle ferie, al Testo Unico sullo stato giuridico e disciplinare, DOVRÀ imperativamente essere RADICALMENTE RIVISTO e riscritto.
3. VALUTAZIONE. Il dirigente avrà fidati esecutori e controllori, chiamati mentor (2 per scuola), scelti solo fra chi sarà risultato meritevole per 3 volte consecutive (ottenendo la elargizione del bonus per ben 9 anni). I mentor, in pista solo fra una decina d’anni (e solo per il tempo che resteranno tali), saranno al massimo il 10% della categoria, matureranno una indennità di posizione e saranno gli unici ad incrementare minimamente lo stipendio base (La buona scuola, pp. 57 ss.). Passeremo la vita a raccogliere crediti. Ci saranno CREDITI DIDATTICI, FORMATIVI E PROFESSIONALI, che confluiranno nel PORTFOLIO del docente, “vagliato” discrezionalmente dal Dirigente Scolastico, sentiti il Collegio Docenti ed il Consiglio di Istituto (componente dei genitori compresa), su «istruttoria del docente tutor». Il nucleo interno di ogni scuola potrà operare in modo diverso dai nuclei delle altre (La buona scuola, pp. 51 ss.). Ogni insegnante sarà schedato nel “Registro Nazionale dei docenti della scuola” (albo), con le informazioni del fascicolo personale accessibili a tutti, perché visibili on line. Il Dirigente potrà anche licenziare: “in caso di valutazione negativa, il Dirigente Scolastico provvede alla dispensa, senza obbligo di preavviso”. Per premiare i meritevoli, vengono stanziati 200 milioni: il primo scatto di merito si avrà solo nel 2018 (La buona scuola, pp. 55 ss.). Il budget di scuola (in media 25-30 mila euro) sarà gestito direttamente dal Dirigente («sentito il Consiglio di Istituto», dice il Disegno di Legge) e non sarà più materia di contrattazione con le Rappresentanze Sindacale Unitarie. Infine, il direttore dei servizi generali e amministrativi sarà, per docenti ed ATA, braccio esecutivo e sentinella del Dirigente (La buona scuola, p. 69).
4. SCATTI D’ANZIANITÀ. Restano, ma come? L’Unicobas lo sostiene da anni: se la scuola non esce dal Decreto Legislativo 29/1993, che vieta gli scatti, aumenti superiori all’inflazione programmata ed il ruolo per chi è nel pubblico impiego (ma non per docenti universitari, magistrati, esercito, etc.) anche la retribuzione d’anzianità non è che un infingimento. Senza un contratto fuori dal Pubblico Impiego (per docenti ed ATA), la conservazione degli automatismi d’anzianità è solo una vittoria di Pirro. Infatti, non potendosi per legge stanziare fondi per un capitolato vietato, i fondi vanno presi da quelli stanziati per i progetti e gli straordinari: ovvero dal fondo di Istituto, riducendo altre forme di retribuzione.
5. ASSUNZIONI. Renzi ha promesso 150.000 assunzioni solo perché obbligato dalla Corte di Giustizia Europea (pena far pagare all’Italia 4 miliardi di multa). Unici beneficiari dovevano essere i precari delle Graduatoria A Esaurimento - GAE (anche quelli che, fra loro, rifiutano incarichi da anni), ma non ne assumerà neppure la metà: escluse le insegnanti di scuola dell’Infanzia e cernita per gli altri a seconda delle classi di concorso. Per chi non è nelle GAE e neppure fra i vincitori dell’ultimo concorso (ma magari ha più anni di servizio), una sola ipotesi: vincere un concorso o cambiare lavoro a giugno 2018, perché si fa divieto di stipulare contratti per più di tre anni. Gli stanziamenti erano calcolati al lordo stato (come le inesatte tabelle stipendiali del testo de “La buona scuola”) e non bastavano: ora, la montagna partorirà il topolino di 40.000 ASSUNZIONI (fra ATA e docenti), ovvero poco più della copertura del turn-over (35.000 pensionandi), oltre le 8.000 cattedre di sostegno scoperte. Avrebbero dovuto disapplicare le norme sulla costituzione degli organici, ma per Settembre non erano (e non sono) in linea con i tempi di approvazione. Questo significa anche che NON CI SONO LE CONDIZIONI PER REALIZZARE L’ORGANICO FUNZIONALE né per ELIMINARE LA CLASSI-POLLAIO, cose che richiederebbero più assunzioni delle cattedre fisse da coprire e la revisione dei PARAMETRI PER LA FORMAZIONE DELLE CLASSI. La sentenza europea del 26.11.2014 chiarisce che Renzi s’era fatto uno sconto: infatti vanno assunti anche i precari ATA e tutti i docenti rientranti nella tipologia, anche se non sono nelle GAE. I 36 mesi incardinerebbero il diritto all’assunzione per 250.000 insegnanti (più 30.000 precari ATA, nonostante i 2.000 posti tagliati dalla legge di stabilità). Il resto dovrà aspettare l’approvazione del Disegno di Legge scuola, probabilmente fino alle elezioni politiche: Renzi spera che i posti promessi si trasformino in voti... Nel frattempo, il Governo farà sparire i posti vacanti (per regolarizzarsi con l’Unione Europea), obbligando i neo-assunti ad un orario maggiorato e flessibile nell’ambito di un Organico funzionale indegno di questo termine, obbligando il personale di ruolo a sostituire gli assenti a costo zero (sulle supplenze brevi, vedi legge di stabilità e vedi calcolo a debito dei giorni di chiusura delle scuole con la banca delle ore). L’organico funzionale non sarà aggiuntivo: perciò nessun arricchimento dell’offerta formativa.
Chi ha scritto il bando è un criminale senza rispetto per la dignità della persone.
Sarebbe bastato, come sempre, far stilare una graduatoria in base alle domande presentate, ma avrebbe significato troppo rispetto da parte di traditori del Popolo.
Io, come tanti, non sentito alcun avviso tramite altoparlanti... abito in Centro e, ad esempio, quando passavano per la festa de l'Unità li sentivo benissimo...
Ciro, faceva orrore anche prima... vi è persino stato un presidente del consiglio comunale che ha annullato una votazione valida perché i consiglieri di maggioranza non si erano attenuti alle direttive di partito.
I metodi per ridare dignità al consiglio comunale e sovranità alla cittadinanza esistono, ma nemmeno i grillini hanno voluto portarli in discussione in consiglio, così da avere un voto e vedere chi veramente vuole che il cittadino sia sovrano e chi, invece, vuole continuare ad avere decisioni prese nelle segrete stanze e ratificate a a comando.
Dobbiamo avere memoria del passato, per evitare inganni.
Interessa la tratta perché, nell'assoluto disinteresse dei sedicenti amministratori di ieri e di oggi, la stazione di Civitanova Marche è stata chiusa ed il controllo di quel passaggio a livello è a BARI!
E la linea ha della potenzialità enormi!!!
Dunque dunque:
1. c'è un'attuale maggioranza, che era un'ex-opposizione sedicente, la quale ha fatto finta di opporsi per circa 20 anni (peraltro cercando di non vincere le elezioni che si sono tenute nel frattempo) mentre la ex-maggioranza, attuale opposizione sedicente, rovinava Civitanova nel solco delle meravigliose amministrazioni che questa città si è data nei 70 anni di cosiddetta democrazia;
2. l'attuale opposizione sedicente, ex-maggioranza, critica l'attuale maggioranza, ex-opposizione sedicente, mentre quest'ultima porta a compimento le meravigliose faccende (dalla lottizzazione Sabatucci in poi) cominciate dalla prima, in una continuità di azione che le rende indistinguibili nei tratti fondamentali;
3. l'italiano medio, anche a Civitanova, ribadisce quanto disse Ugo Ojetti: «L'Italia è un Paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria di se stesso» e dimentica il passato.
Non facciamoci ingannare da questo teatro di cui siamo vittime. Lor signori sono d'accordo in tutto, soprattutto nel proseguire gli uni le azioni degli altri, al servizio della speculazione e non della cittadinanza, mentre la persona media dimentica cosa è stato combinato in passato.
E ricordatevi sempre che è tutto cominciato sotto il sedicente centrodestra ed il sedicente centrosinistra ha poi portato ha compimento quanto preparato.
Cercate di non farvi ingannare da chi gioca sulla memoria sempre troppo corta dell'italiano medio.
Il sistema delle municipalizzate e controllate è truffaldino.
Serve solo ai partiti e, se la riforma costituzionale andrà in porto, a venderlo sempre alle multinazionali.
Bisogna tornare alla gestione precedente in economia, fatta dal Comune con i propri dipendenti.
Dunque, il sedicente centrodestra, ex maggioranza, ora sedicente opposizione, ha cominciato la faccenda, finita dal sedicente centrosinistra, ex sedicente opposizione, ora maggioranza.
Un bel cellulare e tutti a Montacuto?
Questa amministrazione ha enormi responsabilità morali e forse anche legali, però mi piacerebbe che si parlasse anche della precedente - ovviamente indistinguibile dall'attuale in tutti le questioni dove girano soldi - sotto la quale mi pare che la faccenda sia iniziata.
Le imposte servono solamente a pagare gli interessi sul debito pubblico, non altro.
Il debito pubblico è generato dalla necessità per il Popolo di prendere in prestito la moneta che utilizza dal sistema bancario, poiché il sistema bancario si è appropriato della proprietà della moneta all'atto dell'emissione e la presta, e pure gli interessi.
Per avere la moneta, lo Stato deve emettere titoli del debito pubblico che vengono comprati dal sistema bancario. Quando quei titoli arrivano a scadenza, poiché non esiste altra moneta in giro se non quella emessa dal sistema bancario, lo Stato deve emettere altri titoli con i quali avere in prestito altra moneta. Il sistema bancario, però, sapendo che è impossibile avere indietro la moneta prestata più gli interessi, perché semplicemente quella moneta non esiste, si accontenta di avere gli interessi.
Solo dal 1981 ad oggi, grazie a questo sistema, abbiamo pagato €3100 miliardi di interessi e ci ritroviamo con €2200 miliardi di debito pubblico.
Il debito pubblico è una truffa, le imposte non pagano servizi né altro, basta leggere il bilancio dello Stato e sapere come funziona il sistema monetario. Pertanto, l'evasione è patriottismo perché permette di mantenere un po' più di moneta nell'economia.
Chi ancora afferma che il debito è creato da corruzione ed evasione, o mente sapendo di mentire o non sa come funzionino le cose.
Se lo Stato emettesse moneta per conto del Popolo, tutti i tributi potrebbero essere aboliti fino al raggiungimento della piena occupazione, con lo Stato che emette la moneta necessaria al raggiungimento dei propri scopi (Scuola, Sanità, Assistenza e via dicendo) e tutti i cittadini potrebbero ricevere un Reddito di Cittadinanza o, meglio, di Vita, dato dalla divisione del reddito da emissione monetaria, dalla vita alla morte.
Il resto sono inganni perpetrati a danno di persone che non ancora non hanno compreso e, dico io, spero comprenderanno presto.
Comunicazione urgente, comunicazione urgente! Siete sulla nostra rotta! Dovete cambiare rotta.
Impossibile! E' necessario che cambiate voi rotta!
Impossibile! Siete sulla nostra rotta! Dovete cambiare rotta.
Impossibile! E' necessario che cambiate voi rotta!
Impossibile! Siamo una portaerei, dovete cambiare voi rotta!
E noi siamo un faro!!!
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Magari questi signori preferirebbero una bella demolizione del nostro malandato borgo medievale...
Dunque dunque, un’esponente di uno schieramento che ha autorizzato la più grande cementificazione su terreno vergine, continuato a creare non luoghi ed ha avuto l’idea di una finta partecipazione critica gli esponenti di uno schieramento che ha cementificato quanto nessuno prima di loro, creato parecchi “non luoghi” ed ammazzato la partecipazione.
Quando capirete che è puro teatro da parte di esponenti di un partito unico (e forse alcuni di loro sono talmente ideologizzati da non averlo capito da sé) che poi sa perfettamente come curare altri affari, saremo un passo avanti nel riprenderci la nostra comunità.
Non fatevi strumentalizzare.
https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.876409009056275&type=1
Fa specie vedere tante persone dietro i corresponsabili dell'attuale situazione civitanovese.
Questi signori hanno amministrato almeno 20 anni, costruendo parecchi "non luoghi" in cui l'illegalità prolifera, hanno ammazzato ogni partecipazione civica ed ora vogliono rifarsi una verginità.
La mancanza di memoria è veramente una pessima malattia.
L'asino mio mi ha detto recchione.
Trattasi di puro teatro tra compagini assolutamente indistinguibili per quanto riguarda la cura di interessi privati ed il disinteresse verso la propria comunità.
A me non piace tantissimo, perché i militari dell'esercito non hanno preparazione in molte aree di competenza di Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale.
In ogni caso, possono fare le ronde e le guardie, sgravando le altre forze, ma la prevenzione e le indagini non sono nel loro addestramento.
Mi sembra che stiamo diventato sempre più come il Regno Unito nelle cose peggiori... dal lavoro alla pessima abitudine di considerare tutto una possibile fonte di cause civili per risarcimento danni...
Perché dobbiamo passare sempre le mani di gente che da decenni, al di là dei colori partitici che sono puro inganno, non è al servizio della comunità ma di interessi particolari?
Pantos,
il controllo del territorio a molti non piace perché, poi, non è che i controllori possano soffrire di strabia e vedere solo alcune cose facendo finta che altre non ci siano.
A me è stato detto che, negli anni 1990, i Vigili Urbani avevano cominciato a fare controllo del territorio e, ovviamente, non guardavano solamente alle minuzie ma a tutto.
Poi, a causa di lamentele di chi non ama essere controllato, arrivarono ordini di fermarsi.
I poliziotti di quartiere sono scomparsi.
I carabinieri di quartiere stanno solo in centro, mi pare.
Che pretendiamo?
Si potrebbe supplire con il "Community Watch", cioè la "Sorveglianza di Comunità" o "Sorveglianza di Quartiere" o "Sorveglianza di Vicinato" come in alcuni Paesi anglosassoni.
http://cantonnc.com/sites/default/files/Community-Watch-Horizontal.png
http://www.ncpc.org/topics/home-and-neighborhood-safety/neighborhood-watch
Dunque, una società privata costruisce su terreno pubblico delle strutture in barba a qualsiasi legge, regola, contratto e convenzione stipulata (ad esempio, la faccenda dei termini non rispettati o quella delle fideiussioni false).
Poi, ci dovevano essere 12.000 metri quadrati a gratis per il pubblico - sì, è sempre la vecchia storia del vendersi i mobili perché non ci sono soldi - che poi sono diventati 6.000 + palazzo dello sport + quota annuale per antanni.
Poi, si ospita praticamente in esclusiva una squadra sportiva di altro luogo assicurandole che non dovrà tirare fuori un soldo e che il pubblico si accollerà ogni disavanzo.
Poi, si costruisce un mostro commerciale inutile e dannoso e che porterà povertà, trasformando un mostro commerciale più piccolo - anch'esso costruito ed aperto in barba ad ogni regola sotto sedicenti differenti amministratori - in casa dei fantasmi senza pensare ad un possibile uso pubblico, tramite esproprio,
E la magistratura non interviene in nulla.
Dire, fare, baciare, lettera e testamento erano le punizioni dei giochi di gruppo dei bambini... e più sono quelle dei pochi cittadini degni di questo nome che ancora sono rimasti in giro.
Il cavalcavia è una stupidata che sarà bene non fare, in una comunità civitanovese già piena di mostri edilizi.
Corvatta ha la responsabilità:
- di aver affossato il Treno Urbano che, togliendo 40.000 auto alla settimana dalle strade, avrebbe alleviato notevolmente il traffico;
- di non aver bloccato quel mostro di centro commerciale con palazzo d'inverno incluso;
e di molte altre cose, ma una bella rotatoria è più che sufficiente all'uscita della superstrada... piuttosto, occorre obbligatoriamente rimandare gli italiani alla scuola guida, perché non sanno assolutamente come usarle (le rotatorie).
Contento l'assessore Micucci, che da ex oppositore perorava la costruzione a spese del Comune della sede di un'associazione privata chiamata Caritas gestita da un culto religioso.
Contento l'ex occupatore abusivo cui ora verrà data una sede a spese del Comune.
Contento il sacerdote cattolico romano che ora potrà gestire qualche altro denaro cogli immigrati clandestini.
Meno contento il privato civitanovese assolto perché il fatto non sussiste ma condannato a pagare €2500 di spese visto che la curia di Fermo gli fece temerariamente causa per aver consegnato le chiavi agli occupanti abusivi, che ben si sono guardati dal voler compartecipare alle spese da loro causate.
Meno contenti i civitanovesi veri cittadini che pagano sempre.
Meraviglioso mondo al contrario.
Roberto faceva l'ambulante in Corso Dalmazia, nel posto di fianco a mio padre.
Noi abbiamo smesso a giugno 2001 e lui, insieme alla moglie, è stato per un bel pezzo.
Poi, hanno venduto e la moglie (anche se non so se stiano ancora insieme), lavora con un altro ambulante sempre in Corso Dalmazia.
Farebbe piacere sapere chi sono i due tizi che hanno cliccato "pollice verso" nel mio precedente commento, che dimostra, leggi alla mano, come sia possibile amministrare in maniera diversa, senza ammazzare i cittadini e le imprese di imposte, e dando un reddito a tutti.
Per il resto, si è passati dal commentare la possibile vendita di una farmacia comunale alla diatriba su di un immobile che, se fosse stato realizzato da normali privati cittadini, li avrebbe già visti in galera, con immobile demolito per la parte realizzata e campo tornato al suo naturale utilizzo agricolo.
http://www.giacintoauriti.eu/notizie/87-emergenza-economica-i-comuni-possono-battere-moneta,-per-legge.html
Il nostro contributo vuol essere uno sprone ad operare secondo la giurisprudenza e le normative per dare una soluzione ai Comuni che non stanno più ricevendo trasferimenti monetari (soldi che paghiamo con l'imposizione fiscale) da parte dello Stato. Ogni anno i Comuni hanno sempre meno risorse tanto che lo Stato ha legiferato per le Local Tax. Un inglesismo per addolcire la pillola delle Tasse Locali che si aggiungeranno a quelle che già paghiamo come Central Tax. Passateci l'inglesismo. Visto che si prende sempre come esempio un linguaggio anglosassone perché non prendere come esempio anche quello che fanno gli anglosassoni ? A Bristol, infatti, hanno istituito la "moneta comunale" per sopperire alla crisi. Ebbene sì, anche in UK hanno la crisi nonostante qualche economista dica che la sterlina è una moneta sovrana. Talmente "sovrana" che sta opprimendo i suoi "sudditi".
Come la rigiri non importa, questa storia è forzata.
Associazione privata, la Caritas; privati il Jolly Rogers; occupazione di proprietà privata; uso di proprietà pubblica; giustificazioni per una concessione al fine di far spostare i privati; ovvi tentativi di arrampicamento sugli specchi; decisioni lanciate dall'alto.
Ma che la ex-maggioranza, ora opposizione, si faccia paladina, è veramente ridicolo. Venti anni di decisioni lanciate sulla popolazione, nel silenzio assordante dell'attuale maggioranza, allora opposizione.
Smettetela di fare teatro, perché è brutto e non riuscite più a far bere la pessima recitazione a chi ha capito il gioco.
Il problema sono coloro che ancora credono all'esistenza di destra e sinistra...
Questi signori, in 20 anni di amministrazione, non hanno mostrato alcun interesse per il Controllo del Territorio, che infatti non nominano mai, con il Sindaco Mobili che nemmeno venne al Convegno con Don Merola, "Civitanova SOS Sicurezza" ed il vicensindaco che non volle parlare.
E' il solito teatro su temi fuorvianti, infatti non si parla mai di Controllo del Territorio, per poi essere diversamente in disaccordo su fatti a loro più cari.
La sicurezza parte del controllo del territorio, senza di questo, come si fa a parlare di chi inclusione?
Poi, che si sia in presenza del solito teatro tra centrodestra e centrosinistra, mi pare ovvio, visto che, poi, vanno d'accordo sulle cose per loro maggiormente importanti.
Le soluzioni per la crisi perenne indotta dai banchieri sono ben note, ma i camerieri dei banchieri, sedicenti politici, non hanno alcuna intenzione di metterle in pratica:
1. abolizione delle leggi di ratifica dei trattati internazionali che ci costringono nell'organizzazione chiamata Unione Europea, nella moneta chiamata Euro e nell'Eurosistema. In altre parole, uscita dalla Unione Europea, dalla moneta Euro e dall'Eurosistema;
2. abolizione di tutti gli altri trattati, tipo Basilea 3, Target 2 e via dicendo, meno conosciuti, ma che hanno forti ripercussioni in ambito finanziario ed economico;
3. interruzione dei negoziati o abolizione del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, e del TISA (Trade In Services Agreement), accordo sul commercio dei servizi, attualmente in fase di negoziazione , che ci consegnano in mano alle multinazionali;
4. uscita dal trattato WTO23 (Organizzazione Mondiale del Commercio);
5. uscita dalla NATO;
6. ripudio del debito in toto, tranne quello posseduto da individui italiani;
7. restituzione dell'oro della Banca d'Italia depositato come garanzia presso la BCE;
8. rinazionalizzazione di tutte le ex industrie di Stato svendute da Prodi e dai suoi successori;
11. ad interim, rinazionalizzazione della attuale Banca d'Italia, con esproprio delle quote private;
12. emissione di nuova moneta di proprietà del portatore da parte del Ministero del Tesoro della Repubblica Italiana;
13. accreditamento del Reddito Universale di Cittadinanza derivante dal reddito monetario da signoraggio ad ogni cittadino italiano;
14. abolizione contestuale di tutte le imposte dirette ed indirette;
15. ad interim, nelle more dell'istituzione della Banca Unica di Stato, abolizione della riserva frazionaria ed elevazione della riserva al 100%. In altre parole, le banche commerciali devono prestare i soldi che hanno in cassa;
16. ad interim, nelle more dell'istituzione della Banca Unica di Stato, ritorno alla legge bancaria del 1936 e ritorno alla vigilanza sul credito;
17. ad interim, nelle more dell'istituzione della Banca Unica di Stato, rinazionalizzazione di tutte le banche privatizzate e loro sottoposizione agli interessi della Nazione;
18. a regime, nazionalizzazione di tutte le banche commerciali private e loro fusione con la Banca d'Italia. In altre parole, Banca Unica di Stato, la quale provvederà a liquidare gradualmente tutte le altre istituzioni bancarie. Ad essa sola spetterà l’esercizio del credito diviso in tante sezioni per quante saranno le branche dell’attività umana;
19. istituzione di vincoli borsistici, in altre parole, vietare la speculazione di borsa;
20. istituzione di vincoli valutari, in altre parole, vietare l’esportazione di capitali, che deve essere sottoposta all’interesse della Nazione;
21. istituzione di vincoli doganali con contingentamenti e dazi;
22. regolazione del cambio della moneta sottoponendolo all’interesse della Nazione;
23. confisca di tutte le aziende private italiane vendute a stranieri e loro socializzazione;
24. apertura di nuovi scambi commerciali, anche sotto forma di baratto, con il Sud America e la Federazione Russa;
25. messa fuorilegge di ogni associazione segreta.
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La Riforma bancaria ad interim, durante la costituzione della Banca Unica di Stato
Disfare le riforme bancarie volute dai banchieri e tornare al totale controllo statale dell'attività bancaria ed al criterio della specializzazione:
- distinzione tra «enti raccoglitori di risparmio a breve termine» (detti anche aziende di credito) ed «enti raccoglitori di risparmio a medio e lungo termine» (o istituti di credito), cui corrispondeva una diversa disciplina;
- attribuzione del controllo sull’attività bancaria ad un Comitato di ministri, alle cui dipendenze venne posto un organo burocratico denominato «Ispettorato per la difesa del risparmio e per l’esercizio del credito», a capo del quale era il Governatore della Banca d’Italia, con poteri ampiamente discrezionali;
- riconoscimento alla Banca d’Italia della natura di ente pubblico.
In tal modo si realizzò un sistema che consentiva al Governo interventi di politica economica attraverso il controllo della moneta.
Estrema specializzazione, assenza d’intermediari finanziari diversi dalle banche e rigorosa protezione nei confronti del mercato internazionale.
Poi capite perché questo Paese stia andando in malora.
Questa gente, nel caso migliore, è ignorante del funzionamento del sistema; nel caso peggiore, è al servizio dei camerieri dei banchieri.
Lo Stato si deve riprendere tutte le sovranità cedute ad organizzazioni sovranazionali e riconsegnare al Popolo cui appartengono, emettendo moneta, abolendo imposte e tasse ed utilizzando il reddito da emissione monetario per attribuire un Reddito di Vita a tutti i cittadini.
Il resto è truffa.
Gli urlatori hanno, innanzitutto, mancato di rispetto ai propri concittadini che silenziosamente stavano attendendo la fine della risposta del Sindaco.
Secondariamente, hanno tolto il diritto di parola a chi, sempre tra i loro concittadini, si era iscritto a parlare.
In terzo luogo, una volta finita lo sfogo, per sincero che fosse o per artificioso che fosse stato programmato, se ne sono andati.
Quindi, è una fortuna che, dopo l'addio di tali persone, l'assemblea sia ripartita e, in ogni caso, il Sindaco è rimasto.
La democrazia anche partecipata, come chiedono molti al Sindaco, presuppone il rispetto delle regole dell'assemblea e degli altri partecipanti; si tace quando gli altri parlano e si prende la parola quando è il proprio turno. Altrimenti diventa uno sfogatoio di ogni cosa, caotico ed inutile.
Il primo a non essere contento di questa amministrazione sono io, perché continua in troppe cose il pessimo andazzo delle precedenti dopo aver promesso e messo nero su bianco, nel proprio programma, che avrebbero rigirato Civitanova come un calzino, facendola entrare nel 21° secolo ma:
- non si può digerire il pessimo teatro dell'attuale opposizione, ex maggioranza, cui l'attuale maggioranza, ex opposizione, in 20 anni non ha mai seriamente fatto, appunto, opposizione... fanno scornare i cittadini più suggestionabili ma, poi, per ciò che è di loro interesse, vanno molto d'accordo. Il CONTROLLO DEL TERRITORIO era già perso con le vecchie amministrazioni, a parte qualche personale ed informale azioni di persone, ma nulla di strutturato e formale si è fatto per prevenire l'attuale situazione;
- non si può accettare che, come detto, continuando il pessimo andazzo delle precedenti amministrazioni, i cittadini sovrani si vedano catapultare sulla testa delle decisioni che non hanno contribuito in alcun modo a formare. Peraltro, con giustificazioni risibili e con un esercizio di retorica da arrampicata sugli specchi veramente fenomenale;
- non si può accettare il comportamento dei propri concittadini che arrivano, urlano, violano le regole dell'assemblea, mancano di rispetto ai propri concittadini e se ne vanno, non raggiungendo alcun risultato concreto. Tali persone non hanno raggiunto alcuno scopo tranne quello di fare caciara e, come sempre, nella caciara come nelle acque limacciose, non si vede più niente, non si capisce più niente ed i soliti mestatori traggono vantaggio dalla situazione
Marco Lattanzi,
gli urlatori hanno, innanzitutto, mancato di rispetto ai propri concittadini che silenziosamente stavano attendendo la fine della risposta del Sindaco.
Secondariamente, hanno tolto il diritto di parola a chi, sempre tra i loro concittadini, si era iscritto a parlare.
In terzo luogo, una volta finita lo sfogo, per sincero che fosse o per artificioso che fosse stato programmato, se ne sono andati.
Quindi, è una fortuna che, dopo l'addio di tali persone, l'assemblea sia ripartita e, in ogni caso, il Sindaco è rimasto.
La democrazia anche partecipata, come chiedono molti al Sindaco, presuppone il rispetto delle regole dell'assemblea e degli altri partecipanti; si tace quando gli altri parlano e si prende la parola quando è il proprio turno. Altrimenti diventa uno sfogatoio di ogni cosa, caotico ed inutile.
Il primo a non essere contento di questa amministrazione sono io, perché continua in troppe cose il pessimo andazzo delle precedenti dopo aver promesso e messo nero su bianco, nel proprio programma, che avrebbero rigirato Civitanova come un calzino, facendola entrare nel 21° secolo ma:
- non si può digerire il pessimo teatro dell'attuale opposizione, ex maggioranza, cui l'attuale maggioranza, ex opposizione, in 20 anni non ha mai seriamente fatto, appunto, opposizione... fanno scornare i cittadini più suggestionabili ma, poi, per ciò che è di loro interesse, vanno molto d'accordo. Il CONTROLLO DEL TERRITORIO era già perso con le vecchie amministrazioni, a parte qualche personale ed informale azioni di persone, ma nulla di strutturato e formale si è fatto per prevenire l'attuale situazione;
- non si può accettare che, come detto, continuando il pessimo andazzo delle precedenti amministrazioni, i cittadini sovrani si vedano catapultare sulla testa delle decisioni che non hanno contribuito in alcun modo a formare. Peraltro, con giustificazioni risibili e con un esercizio di retorica da arrampicata sugli specchi veramente fenomenale;
- non si può accettare il comportamento dei propri concittadini che arrivano, urlano, violano le regole dell'assemblea, mancano di rispetto ai propri concittadini e se ne vanno, non raggiungendo alcun risultato concreto. Tali persone non hanno raggiunto alcuno scopo tranne quello di fare caciara e, come sempre, nella caciara come nelle acque limacciose, non si vede più niente, non si capisce più niente ed i soliti mestatori traggono vantaggio dalla situazione
Non se alcuni commentatori sanno che istigare alla violenza è reato.
IMMIGRAZIONE
Il problema è stato molto ben inquadrato da Letizia Pantanetti e vorrei sintetizzarlo:
1. creazione di condizioni di vita e di lavoro impossibili in alcuni Paesi, guarda caso proprio quelli più ricchi di risorse naturali;
2. esasperazione e ricerca di una via di fuga, per le parti migliori della popolazione autoctona, oppure ricerca di altri mercati per i criminali (sempre autoctoni);
3. industria della emigrazione che sposta queste persone dai loro Paesi ai Paesi più ricchi, lucrandoci sopra;
4. industria dell'accoglienza che, come anche la cronaca giudiziaria ha evidenziato, gestisce in maniera questionabile moltissimo denaro;
5. social dumping, cioè abbassamento delle condizioni di vita e di lavoro per gli abitanti dei Paesi ricettori, cioè noi, perché questo grande numero di persone disperate è disposto a vivere e lavorare in maniere che noi non accetteremmo.
Per questi motivi, chi ancora è favorevole alla immigrazione incontrollata fa solamente del male ai Paesi di partenza di queste persone, ovviamente alle persone costrette ad emigrare e, altrettanto ovviamente, agli abitanti dei Paesi ricettori.
CONTROLLO DEL TERRITORIO
Sulla questione nomadismo posso dire due cose:
1. si deve smettere di parlare di nomadismo, oppure di abusivismo commerciale, oppure di accattonaggio, oppure di spaccio di stupefacenti, oppure di prostituzione anche minorile e schiavizzata, oppure di furti e rapine e parlare di una cosa che le contiene tutti ma che, per motivi a me ignoti, nessuno nomina, cioè il CONTROLLO DEL TERRITORIO. Per avere CONTROLLO DEL TERRITORIO ci vuole l'azione congiunta, tanto preventiva quanto repressiva, delle Magistrature, delle Forze dell'Ordine, dei Sindaci nella loro qualità sia di funzionari del governo sia di espressione della propria comunità;
2. in tutta Europa, pare che questo problema del nomadismo nelle forme inaccettabili di:
- occupazione di aree non destinate alla sosta,
- furto di elettricità ed acqua,
- uso di aree pubbliche a scopo igienico,
- evasione dell'obbligo scolastico,
- accattonaggio molesto anche con uso di minori ed animali,
esista solo in Italia. Invece di strillare come ossessi e poi andarsene, forse sarebbe meglio ragionare su motivi e soluzioni, senza espressioni di razzismo che, da emigrato, mi fanno solo stare male perché le ho sentite sulla mia pelle in quanto italiano in altri Paesi.
METODO E STRUMENTO
Il problema maggiore è sempre quello del metodo e dello strumento di cui, nel caso specifico, il Sindaco Corvatta era stato reso edotto (nel senso che lo conosceva) -- per inciso, le amministrazioni precedenti si sono comportate anche in maniera peggiore, catapultando decisioni sui cittadini al solo scopo di soddisfare interessi particolari, quindi, oggi, non hanno alcuna legittimazione alla critica, anzi, ricadono sempre nel solito pessimo teatro perché, alla fine, sulle cose per loro importanti, tutte le forze partitiche ritrovano l'unità:
- il metodo non può essere quello della decisione presa in Giunta e, come detto, catapultata sui cittadini che non possono far altro che sottomettersi. Il Popolo è sovrano e compito di un'amministrazione pro tempore è sicuramente fare in modo che l'intelligenza collettiva di una comunità permetta di progettare la migliore comunità in cui i cittadini vogliono vivere;
- lo strumento, come anche evidenziato ieri sera, dell'organizzazione comunale (dagli uffici alla Polizia Municipale) è obsoleto, mal progettato ed anch'esso sfiancato da decenni di guerre nei partiti e tra i partiti.
Invito nuovamente il Sindaco Corvatta a cogliere la palla al balzo, SOSPENDERE OGNI DECISIONE in questa che, va ricordato, è una questione tra privati (la Caritas diocesana ed un gruppo associativo) ed approvare rapidamente gli strumenti che consentiranno finalmente ai civitanovesi di progettarsi la comunità in cui vogliono vivere prendendosene la responsabilità.
Bastano pochissime sedute del Consiglio Comunale, per approvare all'unanimità le modifiche allo Statuto ed ai regolamenti che diano finalmente al Popolo civitanovese gli strumenti per esercitare la propria cittadinanza ed essere, quindi, cittadini.
Per la DEMOCRAZIA PARTECIPATA, i seguenti 10 facilissimi punti:
1. introdurre l’elezione diretta da parte dei cittadini del Difensore Civico, che così risponderà del proprio operato ai cittadini e non al consiglio comunale o all’amministrazione che oggi lo nomina. Oggi la situazione è che il controllato (l’amministrazione) nomina il controllore (il difensore civico). Come se a una partita a calcio tra due squadre, una avesse il diritto di nominare l’arbitro. Il Difensore Civico eletto dai cittadini deve inoltre avere maggior potere sanzionatorio nei confronti degli amministratori ed ottenere risposte e provvedimenti da parte dell’amministrazione, entro tempi definiti. Questo succede in Scandinavia;
2. introdurre l’iniziativa popolare in cui basterà presentare l’1% delle firme degli aventi diritto al voto, tempi stretti e certi (esempio entro 2 mesi) per la discussione di questa iniziativa in consiglio comunale. Se essa viene modificata o respinta, il comitato promotore ha facoltà di tramutarla in referendum propositivo, senza quorum, senza ulteriore raccolta di firme. Questo succede in Svizzera e Baviera;
3. introdurre il referendum abrogativo. Quando l’amministrazione delibera di procedere con un atto che i cittadini non vogliono, essi, nei primi 100 giorni dalla delibera, avranno la possibilità di raccogliere l’1% delle firme degli aventi diritto al voto. Se riescono in questo proposito, l’atto amministrativo sarà posto a referendum abrogativo nei mesi successivi. Senza quorum di partecipazione. La deliberazione diventerà effettiva se la maggioranza dei votanti l’avrà votata. Questo strumento esiste in Svizzera;
4. introdurre il referendum propositivo. Quando un amministratore non ascolta la volontà o i suggerimenti dei cittadini, essi devono avere la possibilità di rivolgersi direttamente ai loro concittadini. Tramite raccolta del 2% delle firme degli aventi diritto al voto, sarà possibile presentare un quesito posto in forma di domanda semplice o di proposta di atto amministrativo suddiviso in paragrafi e commi, al voto di tutti i cittadini. Non sarà presente il quorum, perché tutti gli studiosi di democrazia hanno da tempo osservato che il quorum diminuisce la partecipazione al voto perché si presta ad azioni di boicottaggio della parte politica che vuole far invalidare il referendum per far vincere la posizione del NO. Questo strumento è presente in 26 Stati degli USA;
5. introdurre l’Assemblea Pubblica su Richiesta dei Cittadini. Quando un gruppo di cittadini avrà raccolto lo 0,5% delle firme degli aventi diritto al voto su un determinato argomento della città, potrà richiedere l’indizione in tempi molto rapidi (2 settimane) di un’assemblea pubblica, realizzata negli orari e negli spazi indicati dai cittadini, con un metodo e tempi precisi per porre domande ed effettuare risposte, con la presenza obbligatoria della giunta comunale al completo, che dovrà rispondere alle domande, con il Difensore Civico come facilitatore della serata. Una cosa simile accade a Chelsea (USA);
6. introdurre la trasparenza nelle riunioni della Giunta Comunale, cioè dell’organo che effettivamente governa la città, tramite sedute sempre aperte al pubblico, e video trasmesse nel sito web del comune;
7. introdurre la trasparenza nelle riunioni della Consiglio Comunale, cioè dell’organo che rappresenta i cittadini, tramite sedute sempre aperte al pubblico, e video trasmesse nel sito web del comune;
8. introdurre il diario pubblico di ogni assessore. Ogni assessore verrà fornito di un blog, collegato al sito del comune. Su questo blog dovrà aggiornare quotidianamente il suo operato. Come il rapportino che un ufficiale di polizia deve scrivere a fine giornata. Così i cittadini e i media potranno seguire quotidianamente l’azione dei loro amministratori;
9. introdurre la possibilità per i cittadini di partecipare al Consiglio Comunale con domande e interventi. Oggi i consigli comunali sono luoghi dove gli oratori parlano per decine di minuti spesso a un’aula deserta, dando sfogo alla loro prolissità e al loro ego. Faremo in modo che in Consiglio Comunale i consiglieri possano fare interventi lunghi al massimo 3 minuti e che i cittadini presenti fisicamente nella sala, oppure collegati da casa con internet possano fare domande e interventi lunghi al massimo 1 minuto. Così avrà senso la partecipazione dei cittadini al Consiglio Comunale;
10. una volta l’anno di norma, o di più se richiesto dallo 0,5% dei cittadini, realizzare “La Parola ai Cittadini” con la presenza dell’intera Giunta Comunale. In questa serata partecipativa, con facilitatore il Difensore Civico, i cittadini avranno diritto di fare proposte o critiche per la loro città, ogni intervento avrà tempo massimo 3 minuti, ci sarà un contraddittorio di 1 minuto per intervento e poi la proposta sarà messa ai voti per alzata di mano. Si otterrà così una lista di proposte messe in ordine decrescente di voto. La Giunta Comunale potrà fare interventi per chiarire aspetti della proposta prima del voto, con tempo massimo di 3 minuti, e dovrà essere obbligata a portare avanti almeno le prime 3 proposte più votate dai cittadini presenti.
Ci vuole un po' di più, ma non molto per introdurre il BILANCIO PARTECIPATIVO per dare modo ai civitanovesi di decidere come spendere i propri soldi.
Ormai sono molti i comuni che della sperimentazione di nuovi istituti di democrazia comunale hanno fatto da tempo la loro bandiera e che hanno deciso di attuare il bilancio partecipativo, un nuovo strumento che si aggiunge a quelli di contabilità già esistenti per rendere più vicine ai cittadini le scelte di spesa ed investimento delle amministrazioni e per ridisegnare, passando per questa strada, la fisionomia delle istituzioni locali. Il bilancio partecipativo, in senso stretto, designa una quota, più o meno consistente, della spesa per investimenti impegnata nel bilancio dell’ente locale la cui destinazione viene affidata alla gestione diretta dei cittadini. In senso più ampio, è un processo di partecipazione che trova nell’elaborazione e approvazione del bilancio solo il suo momento più significativo, ma comprende altri istituti ed azioni amministrative. I momenti canonici di questa “buona pratica amministrativa” sono le assemblee di quartiere o generali su temi che coinvolgono l’intero territorio comunale. Il bilancio partecipativo s’inserisce in un più ampio intervento di riorganizzazione della macchina comunale e di introduzione di nuove modalità di gestione per aumentare l’efficienza e la qualità dell’azione pubblica. L’obiettivo è la soddisfazione dei cittadini che deve essere basata però su un nuovo modo di operare dell’amministrazione. È un necessario passaggio dalla cultura dell’adempimento a quella del servizio, per approdare, infine, a quella del risultato, misurato e valutato non solo in termini di efficienza, efficacia ed economicità, ma soprattutto come qualità resa al cittadino.
Infine, l'URBANISTICA PARTECIPATA
La Partecipazione dei cittadini alla realizzazione e alla tutela degli spazi pubblici costituisce un fattore determinante di sviluppo democratico e garantisce che gli spazi siano progettati avendo cura tanto dei valori estetici quanto dei valori d’uso.
La città moderna e in genere il territorio dei paesi sviluppati sono luoghi nevralgici dei processi di globalizzazione che vedono una crescente complessità dei sistemi sociali, una grande moltiplicazione ed interdipendenza degli attori in gioco ed una conseguente criticità delle tradizionali forme di mediazione sociale. I cambiamenti d’ordine politico e sociale hanno prodotto da un lato l’indebolimento della rappresentatività di partiti e organizzazioni sindacali e dall’altro una contestuale insorgenza di nuove forme di rappresentanza sociale, di nuovi protagonisti della scena urbana, come comitati di quartiere, associazioni ambientaliste, culturali e sportive, gruppi di consumatori, movimenti giovanili, produttori del terzo settore. È una società complessa che in varie forme tende ad autorappresentarsi mettendo a fuoco gli obiettivi specifici e settoriali perseguiti dai singoli gruppi d’interesse.
Tali fenomeni rendono più complesso ed articolato il processo decisionale che riguarda l’assetto del territorio, che non è più solamente affidato alle istituzioni della democrazia rappresentativa ma è contaminato da varie forme di consultazione o di democrazia diretta. Alle sedi tradizionali degli eletti quali consigli comunali, regionali, circoscrizionali, si affiancano sedi formali o informali di confronto e orientamento quali tavoli sociali, laboratori di condivisione progettuale, cabine di regia, piani strategici, che hanno la caratteristica comune di mettere a confronto interessi territoriali in forma diretta, delegando successivamente alla democrazia rappresentativa il compito di recepire o respingere le decisioni assunte (metodo dal basso in alto).
Il resto, care concittadine e cari concittadini, è confusione e rimestare l'acqua affinché non si veda e capisca più niente.
In verità, dopo lo spettacolo dei signori urlatori che poi se ne sono andati, l’assemblea è ripresa su ben altri toni. Ma forse la signora Boccanera se n’era andata.
Non riesco ad esprimere il mio disgusto per questi bassi teatrini che non servono a nulla se non a fare rimanere tutto come è. A chi ha giovato l’indegno spettacolo?
Non di meno, l’amministrazione continua a prendere decisioni poi portandole ai cittadini e chiedendo cosa ne pensino.
Un “grande” cambiamento rispetto alla precedente amministrazione che le prendeva e basta.
La democrazia partecipata non esiste ed il problema rimane sempre il metodo che fa calare in testa ai cittadini decisioni prese in alto.
Ha ragione Fabio Martone: il problema nasce dall'ortografia, perché il tizio sicuramente ha saltato qualche lezione... comprese quelle, abolite, di Educazione Civica alle Medie!
Concordo con il commento precedente.
Questa sarebbe la trasparenza, il cambiamento rispetto alle amministrazioni precedenti, la partecipazione e la democrazia diretta?
La mancanza di volontà di capire che il controllo del territorio ha tante facce e tanti modi mi fa impressione... sono 35 anni almeno che si continua così e si vede dove siamo arrivati.
L'amministrazione non mi piace, ma state ancora all'idea che le automobili spendano soldi?
In centro bisogna portarci le persone e dare loro la possibilità di spendere.
L'iter condiviso della Ceccotti mi è molto piaciuto, ma questa volta, invece di riunirci alle 16:30 diventate 17 passate di sabato pomeriggio in una sala consiliare... riuniamoci alle 20:15 di sabato nel bagno del secondo piano di Palazzo Cesarini-Sforza, facciamo tre ore e mezza di presentazione sullo scibile umano e, alle 23:45, cominciamo la discussione e mettiamo i post-it.... l'altra volta la partecipazione era veramente troppa!
Buttate giù tutto, lasciate le vele, tutti pini marittimi e, da una parte, un centro civico in legno oppure in pietra e mattoni come le antiche case di Civitanova.
Civitanova è storicamente incapace di valorizzare i propri talenti su cui, invece, si sarebbe potuto e si potrebbe ancora costruire un futuro diverso.
Lo dimostra anche la totale assenza di commenti ad una bella notizia riguardante il nostro artista, forse il maggiore, Sesto Bruscantini.
Il solito teatro da due soldi.
Né lui né il suo successore hanno mai fatto nulla, esattamente come l'attuale e, per inciso, anche la predecessora fu uguale...
A me non piace mai tagliare le cose con l'accetta, perché spesso si perdono i dettagli.
I sinistronzi sono quelli che ci hanno venduto allo straniero, anzi spesso apolide, ma sicuramente banchiere o finanziere. Dall'internazionalismo alla globalizzazione, alla immigrazione incontrollata (ma mai parlare delle cause che rendono la vita invivibile nei Paesi di provenienza degli immigrati, non fa abbastanza buonista).
I destronzi, parimenti, ci hanno venduti allo straniero, quinta colonna o foglia di fico dell'atlantismo peggiore, dopo la svolta di Fiuggi apertamente complici di un teatro in cui noi siamo stati e siamo le vittime.
Noi dobbiamo essere sociali e nazionali, perché tanto i destronzi quanto i sinistronzi sono camerieri dei banchieri e temono fortemente una comunità raccolta accanto a valori umani comuni.
La richiesta di ANPI - associazioni dei tizi che, al meglio, si sono fatti ingannare dai nostri colonizzatori - del PD - il partito della NATO dei bombardamenti a chi rifiuta il debito e la schiavitù, il partito di coloro che ci hanno tolto i diritti del lavoro, privatizzato le industrie statali dandole a debito delle stesse a prenditori dubbi, che hanno favorito la svendita di tutte le maggiori e conosciute industrie italiane, il partito che unisce il peggio di PCI e DC che per decenni hanno finto di opporsi l'uno all'altra ma erano d'accordo su tutte le scelte peggiori, il partito che vuole svendere quanto ci è rimasto e cambiare la Costituzione per una dittatura degli imbecilli e per poter vendere le aziende municipalizzate alle multinazionali - e di SEL - che, almeno a livello nazionale, porta avanti le peggiori battaglie che siano viste dai tempi di Marx - è per me un segno della fine.
E potrei scrivere altrettanto sui sedicenti e cosiddetti oppositori, tanto a livello nazionale quanto locale.
Spero che il Sindaco, che sta giocando con la bomba a mano dello scontento dei suoi elettori - che si aspettavano una primavera civitanovese, con la ricostruzione di una comunità devastata da decenni di malgoverno e di disinteresse per il bene comune - e dello scontento del becerume degli elettori del fronte avverso - che ancora credono che vi siano due schieramenti che, però, per decenni non si sono mai fatti veramente opposizioni, ma che vogliono la propria bandiera sventolare - unito alle scellerate politiche portate avanti dai camerieri dei banchieri nazionali (Ciampi, Dini, Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi), voglia, una volta tanto, essere di buon senso ed evitare di esacerbare ancora di più una situazione esplosiva vietando una manifestazione legittima.
Un appello ai Sindaci
I Comuni gestiscano l’emergenza: emettano moneta.
Avrete presente la peggior cinematografia “catastrofista” d’oltreoceano.
Quella con alluvioni, terremoti, asteroidi, disastri nucleari. In ognuna di quelle pellicole i registi hanno voluto deliziarci con una scena onnipresente: il plotone d’esecuzione che passa per le armi gli sciacalli che, approfittando dell’anarchia sociale, saccheggiano case e negozi. Bene, per una volta non è fantascienza: i provvedimenti d’emergenza, le legislazioni d’emergenza esistono davvero.
La legge sull’ordinamento penitenziario n. 354 del 1975, all’articolo 41-bis applicato nel 1986 dalla cosiddetta “legge Gozzini”, gestiva una situazione d’emergenza: al fine di evitare i contatti – dentro e fuori dal carcere – con altri detenuti appartenenti alla medesima rete criminale, ai reclusi condannati per reati di mafia, terrorismo e altri reati estremamente gravi venivano in via eccezionale interdetti i colloqui, la permanenza all’aria aperta, la corrispondenza. Il regime carcerario era per costoro talmente severo al punto di spingere le istituzioni europee a contestare alle autorità italiane il ricorso alla tortura e a trattamenti inumani e degradanti.
La “legge Reale” (n. 152/1975) introduceva invece disposizioni speciali a tutela dell’ordine pubblico prevedendo la possibilità di custodia preventiva anche in assenza di flagranza di reato e permettendo da parte della forza pubblica l’utilizzo delle armi non solo in caso di resistenza ma anche al fine di prevenire determinati reati quali ad esempio quelli di terrorismo.
L’articolo 32 della Carta costituzionale sancisce il sacrosanto principio secondo cui nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Prevede però che a questa regola si possa per legge derogare. Anche qui si tratta di casi di emergenza: epidemie o casi di patologie mentali che possono mettere a repentaglio la salute pubblica.
La stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, che nel 1966 volle regolamentare attraverso una Convenzione i diritti civili e politici, stabilì che ai principi contenuti in quel solenne Atto si potesse derogare in virtù di uno “stato di emergenza”.
Gli esempi riportati dimostrano quindi quanto non solo sia possibile derogare dalla legislazione ordinaria in caso di necessità cogente, ma anche che tale deroga possa addirittura andare a operare nei settori più delicati e comunemente “intangibili” dell’organizzazione della vita civile: la privazione della libertà personale, la violenza legittima, il diritto alla salute, i diritti politici.
Ora il busillis sta tutto nell’individuare in quali casi si possa parlare di situazione d’emergenza. La attuale degenerazione sociale causata da quella che viene eufemisticamente definita “crisi” economica può essere considerata in tale fattispecie? Ragioniamo in prima istanza in termini di pubblica sicurezza: i reati violenti di natura patrimoniale, indotti dalla spasmodica ricerca di denaro di sempre più larghe fasce di popolazione che ne sono state private, stanno subendo un incremento esponenziale. Senza volerci addentrare in dati statistici, l’allarme è tangibile per chiunque viva in una qualunque città italiana; la stampa riporta tali eventi a tamburo battente, il senso di insicurezza sul territorio è sempre più tangibile. Tale situazione inoltre, in determinate zone del Paese, porta fiumi d’acqua al mulino delle organizzazioni criminali che spesso vengono definite il pericolo numero uno per le istituzioni e per la convivenza sociale.
Parliamo poi della questione dei suicidi. La morte auto-inflitta non è comunemente considerata (per via di una certa censura e per una diffusa ignoranza in materia) un fenomeno emergenziale. Nulla di più sbagliato. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2000 ha diffuso dei dati che parlano di una morte per suicidio ogni 40 secondi e di un tentativo di suicidio ogni 3 secondi; per rendere l’idea, ciò significa che muoiono suicidi più uomini di quelli che perdono la vita in tutti i conflitti armati della Terra e in tutti gli incidenti stradali. E si badi: sono dati del 2000, di molto precedenti all’attuale esasperazione della crisi economica che è stata tristemente caratterizzata da un incremento esponenziale del fenomeno. La stessa OMS ha ravvisato nel suicidio un’incidenza sociale tale da istituire un apposito Istituto di prevenzione, il Supre.
I suicidi e i reati violenti di natura patrimoniale debbono quindi essere iscritti, in virtù di incontrastabili dati statistici e di affermati studi sociali, nella categoria delle situazioni di emergenza.
Quale conseguenza deve derivare, in contesto istituzionale, da questa affermazione? Semplice: che in ragione della situazione emergenziale si possa e si debba derogare alla legge ordinaria e ai trattati al fine di porne rimedio, o comunque di arginarla. Un valido strumento d’azione potrebbe essere ad esempio quello dell’emissione, da parte dei Comuni, di uno strumento monetario alternativo e complementare all’Euro, pervenire incontro alle esigenze vitali di sopravvivenza economica della popolazione. A questa ipotesi viene comunemente contrapposta la norma enunciata dal Trattato sull’Unione Europea per cui solo alla BCE è consentita l’emissione monetaria.
Ma è proprio quanto inizialmente esposto che dovrebbe indurre la autorità a ritenere di dover derogare da questa disposizione internazionale in virtù di una situazione di necessità ed estrema urgenza, una situazione di emergenza sociale.
I Comuni hanno teoricamente il potere di imporre questa linea? Guardiamo nel dettaglio. “Al Comune spettano tutte le funzioni che riguardano la popolazione ed il territorio, in particolare è il Comune stesso che deve farsi carico delle esigenze nascenti in determinati settori specificamente delineati dal dettato normativo”. A conferma di quanto sopra infatti, l’articolo 112 del TUEL enuncia che: “Gli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, provvedono alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali”.
Queste ampie funzioni che come abbiamo visto vengono in diversi modi attribuite all’ente comunale, comportano uno serie di problematiche:
a) in primo luogo sono frequenti le controversie circa la definizione dei confini dei ruoli tra i livelli di governo in alcuni settori chiave quali, ad esempio, quello della tutela della salute, governo del territorio e dell’ambiente nonché in tema di servizi sociali.
b) In secondo luogo risulta problematico delineare il rapporto tra le nuove competenze attribuite al Comune e le effettive risorse che al Comune stesso vengono messe a disposizione. Tutto questo in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione il quale prevede per i Comuni (e Province, Città Metropolitane e Regioni) autonomia finanziaria di entrata e di spesa, tributi ed entrate propri, compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio nonché un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Prevede altresì il medesimo articolo che le risorse di cui sopra consentono al Comune di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Inoltre l’articolo 7 del Decreto Legislativo 112/1998 prevede la “devoluzione alle regioni e agli enti locali di una quota delle risorse erariali tale da garantire la congrua copertura (…) degli oneri derivanti dall’esercizio delle funzioni e dei compiti conferiti nel rispetto dell’autonomia politica e di programmazione degli enti; in caso di delega regionale agli enti locali, la legge regionale attribuisce ai medesimi risorse finanziarie tali da garantire la congrua copertura degli oneri derivanti dall’esercizio delle funzioni delegate, nell’ambito delle risorse a tale scopo effettivamente trasferite dallo Stato alle Regioni”. Dal dettato dell’articolo 54 TUEL emerge altresì che il Sindaco, sempre nella sua funzione di ufficiale di Governo: emana atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolge funzioni in materia di polizia giudiziaria, vigila sulla sicurezza e l’ordine pubblico, adotta Ordinanze contingibili ed urgenti in caso di pericolo per l’incolumità dei cittadini.
È necessario ricordare inoltre che il Sindaco opera come Ufficiale di Governo anche relativamente ad altre funzioni sulla base di norme di settore (ad esempio in base alla Legge 833/78 in materia di sanità). Proprio in merito alle funzioni svolte quale Ufficiale di Governo è utile svolgere qualche breve considerazione. Prima di tutto occorre chiarire che il Sindaco che esercita le funzioni di Ufficiale di Governo o di autorità sanitaria non è un organo del Comune, ma dello Stato. Tale principio viene chiaramente sostenuto dalla giurisprudenza, ultimamente si è pronunciata in proposito la Corte di cassazione. In tema di poteri e funzioni del Sindaco la giurisprudenza ha avuto modo di pronunciarsi più volte; punto di notevole interesse è quello relativo al potere di ordinanza del Sindaco medesimo. Circa tale aspetto, il Consiglio di Stato ribadisce che: “… i presupposti che si richiedono per l’adozione dei provvedimenti contingibili ed urgenti, da parte della massima Autorità comunale, sono – ai sensi dell’art. 38 comma 2, l. 142/1990 – da un lato, l’impossibilità di differire l’intervento ad altra data in relazione alla ragionevole previsione di danno incombente (donde il carattere dell’urgenza); dall’altro, l’impossibilità di provvedere con gli ordinari mezzi offerti dalla legislazione (donde la contingibilità)”.
Alla luce di quanto sopra i Sindaci possono operare con provvedimenti (ordinanze) contingibili ed urgenti in materia di sanità e sicurezza dotandosi di strumenti straordinari rispetto a quelli previsti dalla legislazione. Lo strumento monetario previsto dalla legge (L’Euro) può essere affiancato da uno strumento monetario alternativo e “straordinario” emesso dai Comuni, al fine di prevenire problemi di salute pubblica “mentale” dovuti alla crisi monetaria ed alla angoscia sociale che sono le cause di problemi di sicurezza pubblica quali gesti estremi violenti che potrebbero coinvolgere la comunità (suicidi, esplosioni, messe a fuoco, stragi ) ed evitare l’incremento del crimine dovuto alla affannosa ricerca di soldi.
Va infine evidenziato che questa “moneta convenzionale” è perfettamente compatibile col sistema monetario internazionale, perché considera solo aspetti di diritto privato (cioè la proprietà della moneta e la posizione di creditore di debitore), come tali di stretto diritto interno e del tutto irrilevanti per il diritto internazionale. Il progetto è altresì perfettamente compatibile col trattato di Maastricht perché rispetta l'autonomia della Banca centrale europea.
Il presente vuole quindi anche essere un appello ai Sindaci e ai Comuni italiani perché adempiano al proprio dovere di messa in atto di tutte le condizioni possibili che possano tutelare la salute dei cittadini e lo svolgimento ordinato della vita civile, attingendo all’ampia produzione legislativa e alla consolidata giurisprudenza che li autorizzano in questo senso. Chiaramente, occorrono Sindaci e Amministrazioni comunali con gli “attributi”, che non si tirino indietro dinanzi alle loro responsabilità.
Durante le campagne elettorali, ognuno di loro ha detto di avere a cuore il destino dei loro cittadini. Vediamo se è vero.
Un appello ai Sindaci
I Comuni gestiscano l’emergenza: emettano moneta.
Avrete presente la peggior cinematografia “catastrofista” d’oltreoceano.
Quella con alluvioni, terremoti, asteroidi, disastri nucleari. In ognuna di quelle pellicole i registi hanno voluto deliziarci con una scena onnipresente: il plotone d’esecuzione che passa per le armi gli sciacalli che, approfittando dell’anarchia sociale, saccheggiano case e negozi. Bene, per una volta non è fantascienza: i provvedimenti d’emergenza, le legislazioni d’emergenza esistono davvero.
La legge sull’ordinamento penitenziario n. 354 del 1975, all’articolo 41-bis applicato nel 1986 dalla cosiddetta “legge Gozzini”, gestiva una situazione d’emergenza: al fine di evitare i contatti – dentro e fuori dal carcere – con altri detenuti appartenenti alla medesima rete criminale, ai reclusi condannati per reati di mafia, terrorismo e altri reati estremamente gravi venivano in via eccezionale interdetti i colloqui, la permanenza all’aria aperta, la corrispondenza. Il regime carcerario era per costoro talmente severo al punto di spingere le istituzioni europee a contestare alle autorità italiane il ricorso alla tortura e a trattamenti inumani e degradanti.
La “legge Reale” (n. 152/1975) introduceva invece disposizioni speciali a tutela dell’ordine pubblico prevedendo la possibilità di custodia preventiva anche in assenza di flagranza di reato e permettendo da parte della forza pubblica l’utilizzo delle armi non solo in caso di resistenza ma anche al fine di prevenire determinati reati quali ad esempio quelli di terrorismo.
L’articolo 32 della Carta costituzionale sancisce il sacrosanto principio secondo cui nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Prevede però che a questa regola si possa per legge derogare. Anche qui si tratta di casi di emergenza: epidemie o casi di patologie mentali che possono mettere a repentaglio la salute pubblica.
La stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, che nel 1966 volle regolamentare attraverso una Convenzione i diritti civili e politici, stabilì che ai principi contenuti in quel solenne Atto si potesse derogare in virtù di uno “stato di emergenza”.
Gli esempi riportati dimostrano quindi quanto non solo sia possibile derogare dalla legislazione ordinaria in caso di necessità cogente, ma anche che tale deroga possa addirittura andare a operare nei settori più delicati e comunemente “intangibili” dell’organizzazione della vita civile: la privazione della libertà personale, la violenza legittima, il diritto alla salute, i diritti politici.
Ora il busillis sta tutto nell’individuare in quali casi si possa parlare di situazione d’emergenza. La attuale degenerazione sociale causata da quella che viene eufemisticamente definita “crisi” economica può essere considerata in tale fattispecie? Ragioniamo in prima istanza in termini di pubblica sicurezza: i reati violenti di natura patrimoniale, indotti dalla spasmodica ricerca di denaro di sempre più larghe fasce di popolazione che ne sono state private, stanno subendo un incremento esponenziale. Senza volerci addentrare in dati statistici, l’allarme è tangibile per chiunque viva in una qualunque città italiana; la stampa riporta tali eventi a tamburo battente, il senso di insicurezza sul territorio è sempre più tangibile. Tale situazione inoltre, in determinate zone del Paese, porta fiumi d’acqua al mulino delle organizzazioni criminali che spesso vengono definite il pericolo numero uno per le istituzioni e per la convivenza sociale.
Parliamo poi della questione dei suicidi. La morte auto-inflitta non è comunemente considerata (per via di una certa censura e per una diffusa ignoranza in materia) un fenomeno emergenziale. Nulla di più sbagliato. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2000 ha diffuso dei dati che parlano di una morte per suicidio ogni 40 secondi e di un tentativo di suicidio ogni 3 secondi; per rendere l’idea, ciò significa che muoiono suicidi più uomini di quelli che perdono la vita in tutti i conflitti armati della Terra e in tutti gli incidenti stradali. E si badi: sono dati del 2000, di molto precedenti all’attuale esasperazione della crisi economica che è stata tristemente caratterizzata da un incremento esponenziale del fenomeno. La stessa OMS ha ravvisato nel suicidio un’incidenza sociale tale da istituire un apposito Istituto di prevenzione, il Supre.
I suicidi e i reati violenti di natura patrimoniale debbono quindi essere iscritti, in virtù di incontrastabili dati statistici e di affermati studi sociali, nella categoria delle situazioni di emergenza.
Quale conseguenza deve derivare, in contesto istituzionale, da questa affermazione? Semplice: che in ragione della situazione emergenziale si possa e si debba derogare alla legge ordinaria e ai trattati al fine di porne rimedio, o comunque di arginarla. Un valido strumento d’azione potrebbe essere ad esempio quello dell’emissione, da parte dei Comuni, di uno strumento monetario alternativo e complementare all’Euro, pervenire incontro alle esigenze vitali di sopravvivenza economica della popolazione. A questa ipotesi viene comunemente contrapposta la norma enunciata dal Trattato sull’Unione Europea per cui solo alla BCE è consentita l’emissione monetaria.
Ma è proprio quanto inizialmente esposto che dovrebbe indurre la autorità a ritenere di dover derogare da questa disposizione internazionale in virtù di una situazione di necessità ed estrema urgenza, una situazione di emergenza sociale.
I Comuni hanno teoricamente il potere di imporre questa linea? Guardiamo nel dettaglio. “Al Comune spettano tutte le funzioni che riguardano la popolazione ed il territorio, in particolare è il Comune stesso che deve farsi carico delle esigenze nascenti in determinati settori specificamente delineati dal dettato normativo”. A conferma di quanto sopra infatti, l’articolo 112 del TUEL enuncia che: “Gli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, provvedono alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali”.
Queste ampie funzioni che come abbiamo visto vengono in diversi modi attribuite all’ente comunale, comportano uno serie di problematiche:
a) in primo luogo sono frequenti le controversie circa la definizione dei confini dei ruoli tra i livelli di governo in alcuni settori chiave quali, ad esempio, quello della tutela della salute, governo del territorio e dell’ambiente nonché in tema di servizi sociali.
b) In secondo luogo risulta problematico delineare il rapporto tra le nuove competenze attribuite al Comune e le effettive risorse che al Comune stesso vengono messe a disposizione. Tutto questo in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione il quale prevede per i Comuni (e Province, Città Metropolitane e Regioni) autonomia finanziaria di entrata e di spesa, tributi ed entrate propri, compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio nonché un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Prevede altresì il medesimo articolo che le risorse di cui sopra consentono al Comune di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Inoltre l’articolo 7 del Decreto Legislativo 112/1998 prevede la “devoluzione alle regioni e agli enti locali di una quota delle risorse erariali tale da garantire la congrua copertura (…) degli oneri derivanti dall’esercizio delle funzioni e dei compiti conferiti nel rispetto dell’autonomia politica e di programmazione degli enti; in caso di delega regionale agli enti locali, la legge regionale attribuisce ai medesimi risorse finanziarie tali da garantire la congrua copertura degli oneri derivanti dall’esercizio delle funzioni delegate, nell’ambito delle risorse a tale scopo effettivamente trasferite dallo Stato alle Regioni”. Dal dettato dell’articolo 54 TUEL emerge altresì che il Sindaco, sempre nella sua funzione di ufficiale di Governo: emana atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolge funzioni in materia di polizia giudiziaria, vigila sulla sicurezza e l’ordine pubblico, adotta Ordinanze contingibili ed urgenti in caso di pericolo per l’incolumità dei cittadini.
È necessario ricordare inoltre che il Sindaco opera come Ufficiale di Governo anche relativamente ad altre funzioni sulla base di norme di settore (ad esempio in base alla Legge 833/78 in materia di sanità). Proprio in merito alle funzioni svolte quale Ufficiale di Governo è utile svolgere qualche breve considerazione. Prima di tutto occorre chiarire che il Sindaco che esercita le funzioni di Ufficiale di Governo o di autorità sanitaria non è un organo del Comune, ma dello Stato. Tale principio viene chiaramente sostenuto dalla giurisprudenza, ultimamente si è pronunciata in proposito la Corte di cassazione. In tema di poteri e funzioni del Sindaco la giurisprudenza ha avuto modo di pronunciarsi più volte; punto di notevole interesse è quello relativo al potere di ordinanza del Sindaco medesimo. Circa tale aspetto, il Consiglio di Stato ribadisce che: “… i presupposti che si richiedono per l’adozione dei provvedimenti contingibili ed urgenti, da parte della massima Autorità comunale, sono – ai sensi dell’art. 38 comma 2, l. 142/1990 – da un lato, l’impossibilità di differire l’intervento ad altra data in relazione alla ragionevole previsione di danno incombente (donde il carattere dell’urgenza); dall’altro, l’impossibilità di provvedere con gli ordinari mezzi offerti dalla legislazione (donde la contingibilità)”.
Alla luce di quanto sopra i Sindaci possono operare con provvedimenti (ordinanze) contingibili ed urgenti in materia di sanità e sicurezza dotandosi di strumenti straordinari rispetto a quelli previsti dalla legislazione. Lo strumento monetario previsto dalla legge (L’Euro) può essere affiancato da uno strumento monetario alternativo e “straordinario” emesso dai Comuni, al fine di prevenire problemi di salute pubblica “mentale” dovuti alla crisi monetaria ed alla angoscia sociale che sono le cause di problemi di sicurezza pubblica quali gesti estremi violenti che potrebbero coinvolgere la comunità (suicidi, esplosioni, messe a fuoco, stragi ) ed evitare l’incremento del crimine dovuto alla affannosa ricerca di soldi.
Va infine evidenziato che questa “moneta convenzionale” è perfettamente compatibile col sistema monetario internazionale, perché considera solo aspetti di diritto privato (cioè la proprietà della moneta e la posizione di creditore di debitore), come tali di stretto diritto interno e del tutto irrilevanti per il diritto internazionale. Il progetto è altresì perfettamente compatibile col trattato di Maastricht perché rispetta l'autonomia della Banca centrale europea.
Il presente vuole quindi anche essere un appello ai Sindaci e ai Comuni italiani perché adempiano al proprio dovere di messa in atto di tutte le condizioni possibili che possano tutelare la salute dei cittadini e lo svolgimento ordinato della vita civile, attingendo all’ampia produzione legislativa e alla consolidata giurisprudenza che li autorizzano in questo senso. Chiaramente, occorrono Sindaci e Amministrazioni comunali con gli “attributi”, che non si tirino indietro dinanzi alle loro responsabilità.
Durante le campagne elettorali, ognuno di loro ha detto di avere a cuore il destino dei loro cittadini. Vediamo se è vero.
Pure il cazziatone del Procuratore...
In verità, il Sindaco è anche Ufficiale del Governo, quindi qualche competenza l'avrebbe... ma nessuno, né lui né i suoi predecessori si è mai sognato di usarle, ma almeno stavano zitti.
Competenze del Sindaco quale Ufficiale di Governo
Articolo 54 del T.U. 267 del 18/08/2000
Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale
1 Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovraintende:
alla tenuta dei registri di stato civile e di popolazione ed agli adempimenti demandatigli dalle leggi in materia elettorale, di leva militare e di statistica;
alla emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalle leggi e dai regolamenti in materia di ordine e di sicurezza pubblica;
allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge;
alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto.
2 Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini; per l'esecuzione dei relativi ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica.
3 In casi di emergenza, connessi con il traffico e/o con l'inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessità dell'utenza, il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 2.
4 Se l'ordinanza adottata ai sensi del comma 2 è rivolta a persone determinate e queste non ottemperano all'ordine impartito, il sindaco può provvedere d'ufficio a spese degli interessati, senza pregiudizio dell'azione penale per i reati in cui fossero incorsi.
5 Chi sostituisce il sindaco esercita anche le funzioni di cui al presente articolo.
6 Nell'ambito dei servizi di cui al presente articolo, il prefetto può disporre ispezioni per accertare il regolare funzionamento dei servizi stessi nonché per l'acquisizione di dati e notizie interessanti altri servizi di carattere generale.
7 Nelle materie previste dalle lettere a), b), c) e d) del comma 1, nonché dall'articolo 14, il sindaco, previa comunicazione al prefetto, può delegare l'esercizio delle funzioni ivi indicate al presidente del consiglio circoscrizionale; ove non siano costituiti gli organi di decentramento comunale, il sindaco può conferire la delega ad un consigliere comunale per l'esercizio delle funzioni nei quartieri e nelle frazioni.
8 Ove il sindaco o chi ne esercita le funzioni non adempia ai compiti di cui al presente articolo, il prefetto può nominare un commissario per l'adempimento delle funzioni stesse.
9 Alle spese per il commissario provvede l'ente interessato.
10 Ove il sindaco non adotti i provvedimenti di cui al comma 2, il prefetto provvede con propria ordinanza.
COMPETENZE DEL SINDACO QUALE RAPPRESENTANTE DELLA COMUNITÀ LOCALE
Articolo 50, comma 5 del T.U. 267 del 18/08/2000
In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell'emergenza e dell'eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali.
COMPETENZE DEL SINDACO PER L'ADOZIONE DI ORDINANZE CONTINGIBILI ED URGENTI
Articolo 54 commi 2 e 3 del T.U. 267 del 18/08/2000
Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini; per l'esecuzione dei relativi ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica.
In casi di emergenza, connessi con il traffico e/o con l'inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessità dell'utenza, il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 2.
Io spero di vedere quel palazzo - abusivo sin dalla costruzione; che ha chiuso una strada, Via Carena; che ha cambiato il microclima; chiuso la vista a nord; che ha due gallerie costruite su Via Conchiglia e Via Nave piene di piscio; ed è puro brutto da morire; abbattuto prima di morire.
Il giorno 16 agosto, ho avvertito una pattuglia della Polizia Municipale di Civitanova che i cartelli provvisori attaccati ai pali dei cartelli permanenti e altri cartelli provvisori autoreggenti, presenti sul cordolo lato strada del percorso ciclopedonale del Lungomare Sud sono ad altezza decapitazione del ciclista diretto in direzione sud.
Vorrei sapere quali dirigenti comunali, supervisori ed operai sono così distratti da non notare questo fatto.
Spero che si intervenga prima che qualcuno si stacchi la testa o mezza faccia con la parte posteriore dei cartelli dalla quale sporge un bel bordo affilato in lamiera.
Aggiungo due pericoli:
1. nell'attraversamento di fronte alla Capitaneria di Porto, lato sud, erano state disegnate delle strisce, come fatto qualche metro più avanti all'uscita del porto. Tali strisce sono state poi coperte di vernice nera e gli automobilisti svoltano a destra, verso il porto, bellamente, senza guardare alcunché rischiando di stendere i ciclisti (mi è appena successo con una tizia molto distratta alla guida di una Punto nera);
2. nel nuovo tratto in Via Leonardo da Vinci, i veicoli possono parcheggiare parallelamente. In questa maniera, gli sportelli si aprono esattamente dentro il percorso ciclopedonale con grande pericolo per i ciclisti.
E due osservazioni:
1. durante il mercato del sabato, nell'assenza della Polizia Municipale, idioti parcheggiano esattamente sopra il nuovo attraversamento pedonale rialzato in Via Leonardo da Vinci, perché probabilmente devono andare a fare la spesa al mercato dell'ortofrutta, praticamente impedendo l'uscita a chi proviene dal nuovo tratto lato ovest di Via Leonardo da Vinci. Lamentele per le multe dei Vigili? Sì, perché sono troppo poche;
2. altri idioti matricolati, per parcheggiare in divieto di sosta nella strada che era di entrata al porto e che ora è di sola uscita, ha spostato la transenna di avvertimento con il divieto di accesso alla suddetta strada, prima mettendola praticamente di traverso sulla percorso pedonale, chiudendone l'uscita, ed ora gettandola riversa nell'aiuola. Di nuovo, lamentele per le multe dei Vigili? Sì, perché sono troppo poche.
Per inciso, la progettazione di questo spettacolo è stata affidata ad esterni, mi pare, perché non c'erano professionalità già stipendiate dal nostro Comune in grado di poterla realizzare.
La Recchi è impresentabile, essendo stata parte della maggioranza che ha devastato Civitanova mentre l'attuale maggioranza, allora opposizione, faceva finta di opporsi.
Complessivamente, è il solito teatro di cui i cittadini sono le vittime.
Anche qui, motociclista troppo veloce? Sorpassava, in mezzo, la fila di auto ferme? Automobilista distratto?
Aspettiamo il morto diretto? Ritiriamo qualcuna delle troppe patenti concesse?
In effetti, il problema non è l'accattonaggio in sé, che è indice di disagio ed andrebbe preso in carico dai Servizi Sociali, ma i comportamenti violenti e gli sfruttamenti che avvengono in certi casi.
Cito dall'articolo «Civitanova fino a qualche anno fa aveva l’ordinanza antiaccattonaggio, una misura però inefficace dal momento che nessuna sanzione è mai stata elevata ai mendicanti, anche perché avrebbe costretto i servizi sociali a farsi carico dei questuanti.»
Che ci stanno a fare i Servizi Sociali? Non è che dovrebbero individuare le persone veramente bisognose? Non è che dovrebbero, insieme alle istituzioni preposte, aiutare ad individuare chi potrebbe star mettendo in atto un comportamento delinquenziale?
La solita cialtroneria multilaterale.
A nessuno importa veramente del controllo del territorio né del connesso benessere delle persone.
Corso Dalmazia tra Via Trento e la Piazza appartiene alla zona in cui è stato sospeso il Codice della Strada?
Vi è una fila di cartelli di divieto di sosta e fermata sul lato ovest, ma ormai a nessuno sembra importare, benché questo impedisca l'accesso ai mezzi di emergenza.
Non che mi aspetti che a qualcuno importi se i mezzi di emergenza possano accedere nelle vie del Centro, visto che da anni chiediamo che venga risolto il problema - sosta per residenti e zona a traffico limitato per residenti nelle strettissime vie parallele al Corso - ma a nessuno importa (a partire dall'ex sindaco Marinelli che, all'inizio del suo mandato, ci rispose che non voleva pelare una gatta simile).
Il codice della strada esiste sempre e, se c'è un posto dove è poco applicato, questo è il centro di Civitanova.
Quindi, bravi i Vigili Urbani, continuate così sempre e comunque.
La Bandiera Blu è una truffa, e non lo dico io ma decine di persone in decine di esperienze diverse, perché è una autocertificazione dei singoli comuni.
Quando si fanno le analisi, questo è il risultato.
Chuck, siamo in mano a Traditori della Patria.
La faccenda è che il Popolo non esiste, perché a meno del 20% dei sedicenti cittadini italiani si potrebbe affibbiare l'appellativo di Popolo Italiano.
Al resto, evidentemente, sta bene essere stuprato in tutto ed in continuazione.
La demolizione dell'Ente Fiera, lasciando le vele, serve per fare un parco, non un parcheggio.
Ci vuole una politica della mobilità, che a Civitanova non piace a nessuno.
Il tizio stanco è esattamente la persona per la quale vengono creati ad arte questi problemi, in modo che si possano ingrassare i privati eliminando un grande servizio.
Purtroppo, non tutti hanno la capacità di analizzare.
Il progetto del Treno Urbano, prima delle elezioni sostenuto da Corvatta, poi affossato con perdita di qualche milione di euro di finanziamenti:
http://www.scribd.com/collections/2919600/Treno-Urbano
Una linea simile riportata al servizio dei cittadini:
http://www.scribd.com/doc/180357161/Merano-Malles-un-racconto-per-immagini
E la stupidità degli ultimi 70 anni:
http://www.scribd.com/doc/51080371/Ferrovie-Dismesse-Nelle-Marche
http://www.scribd.com/doc/51080373/Linee-Ferroviarie-Interne-Marchigiane
Da quel che ho capito, non è un guasto per niente.
A Bari, da dove viene comandato questo passaggio a livello, per evitare che si riapra dopo l'arrivo del treno e la partenza ravvicinata del successivo, premono un pulsante.
Poi, si dimenticano di comandare l'apertura dopo che il treno è passato.
I responsabili sono, per quota parte, gli ex sindaci Marinelli e Mobili, e l'attuale sindaco Corvatta che hanno fatto declassare e chiudere la stazione perché, in tutta evidenza, non interessava loro.
Questi sono i fatti... il resto è chiacchiera.
Il bilancio partecipato è leggermente differente:
http://www.scribd.com/doc/103273250/03-Bilancio-Partecipato-e-Linee-Di-Intervento
Per non parlare della democrazia partecipata (per approvare la quale sarebbe bastato un mese):
http://www.scribd.com/doc/103273242/02-Democrazia-e-Linee-Di-Intervento
E, ovviamente, l'urbanistica partecipata:
http://www.scribd.com/doc/103273255/04-Urbanistica-Partecipata-e-Linee-Di-Intervento
Non è un caso che solo il 3,7% degli aventi diritto al voto abbia votato per quella farsa dei Comitati di Quartiere, inutili e falsi sin dal nome:
Il comitato è un ente, previsto dall'ordinamento giuridico italiano, che persegue uno scopo altruistico, generalmente di pubblica utilità, ad opera di una pluralità di persone che, non disponendo dei mezzi patrimoniali adeguati, promuovono una pubblica sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari a realizzarlo. Esempi sono i comitati di soccorso o di beneficenza e i comitati promotori di opere pubbliche, monumenti, esposizioni, mostre, festeggiamenti.
La disciplina dei comitati è contenuta negli articoli da 39 a 42 del Codice civile.
L'atto costitutivo, ossia l'accordo tra i componenti del comitato che dà vita allo stesso, non richiede forme particolari ma deve comunque specificare lo scopo in vista del quale il comitato è costituito.
I componenti del comitato (promotori) annunciano al pubblico lo scopo da perseguire ed invitano ad effettuare offerte in denaro o di altri beni. Il denaro e i beni così raccolti (donazioni), che vanno a costituire il fondo del comitato, non appartengono ai promotori né a coloro che li hanno donati (oblatori) ma sono irrevocabilmente destinati allo scopo annunciato, sicché il comitato possiede una sua autonomia patrimoniale seppur imperfetta. Qualora i fondi raccolti siano insufficienti allo scopo, o questo non sia più attuabile, o, raggiunto lo scopo, si abbia un residuo di fondi, l'autorità governativa stabilisce la devoluzione dei beni, se questa non è stata disciplinata al momento della costituzione.
Delle obbligazioni assunte verso terzi rispondono non solo il comitato, con il suo fondo, ma anche, personalmente e solidalmente, tutti i suoi componenti. Se ottiene il riconoscimento, il comitato diventa una fondazione o, secondo altri, un'associazione riconosciuta, comunque una persona giuridica e, quindi, risponde delle obbligazioni solo con il suo patrimonio. Nessuna responsabilità per le obbligazioni del comitato grava, invece, sugli oblatori che sono tenuti soltanto a effettuare le oblazioni promesse.
I componenti del comitato compongono l'assemblea dello stesso, organo non citato dal codice civile al quale, tuttavia, si ritiene spettino tutte le decisioni necessarie alla vita dell'ente. L'assemblea affida l'incarico di gestire l'attività dell'ente agli organizzatori, non necessariamente scelti tra i promotori del comitato. Gli organizzatori e coloro che assumono la gestione dei fondi raccolti sono responsabili, personalmente e solidalmente, della conservazione dei fondi e della loro destinazione allo scopo annunziato; si discute, però, se tale responsabilità sussista nei confronti dell'ente o degli oblatori.
Il comitato può stare in giudizio nella persona del suo presidente.
Per inciso, qui è anche ora di dire a questi amministratori pro-tempore che non si possono vendere il patrimonio, perché non è loro.
Al limite, è della cittadinanza, alla quale è stato lasciato, senza merito, dalle generazioni precedenti e che va lasciato alle generazioni successive.
Ma, avendo autorizzato la più grande lottizzazione su suolo vergine mai progettata, eredità delle due parimenti scandalose amministrazioni precedenti, ho come l'impressione che non abbiano ben compreso questo fatto.
E, ovviamente, la cittadinanza non è meno scandalosa nel suo completo disinteresse verso qualsiasi cosa che non sia calcio, cibo, vestiti, locali notturni, auto e donne.
Non mi venite a dire che non ci sono soluzioni o che l'unica soluzione sia aumentare tasse ed imposte.
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Concretamente, il Comune può emettere dei PdP o Promesse di Pagamento, scambiabili 1 a 1 con l’Euro garantite con cassa comunale secondo le disponibilità del patto di stabilità. In particolare, per l’anno in corso, fino al concorrere della disponibilità concesse, il comune, anziché pagare e promuovere attività sociali in euro, lo può fare in tale “valuta comunale” o PdP, coperta dal sottostante rappresentato dalla disponibilità concessa dalla disponibilità di cassa corrente. Il vantaggio sembra inesistente, se ci si limita a questo, ma i vantaggi appaiono evidenti considerando che:
- il comune può emettere PdP anche per gli anni successivi: basta indicare la decorrenza di “esigibilità” con decorrenza a partire dal 2014, 2015, ecc.;
- proprio l’accettazione diffusa di tali titoli può contribuire all’emissione non strettamente legata alla reale disponibilità corrente adottando meccanismi di leva finanziaria analoghi a quelli attualmente in uso presso le banche (si veda più sotto).
http://www.ingannati.it/2013/11/27/proposta-operativa-per-sindaci-volonterosi/
[...] ha messo all’ordine del giorno la revoca della Tares dal suo comune. E per gli altri membri della giunta (quasi tutti a dire il vero: 3 sono rimasti con lui) questo era veramente troppo (o meglio: era troppo per i loro gerarchi di partito che a Roma si devono essere detti: se comincia uno, si apre la diga ed è finita, quindi: fermatelo prima che sia troppo tardi) e si sono dimessi, sfiduciandolo. Purtroppo gli è mancata una adesione, nella loro opera di ammutinamento, e quindi, se i “subentranti” (i primi fra i non eletti) lo sosterranno, lui potrà restare al suo posto. Fino alle prossime elezioni, previste per il 2014
Quello che invece non si sapeva, e che ho scoperto stasera, era la parte più importante. E cioè che quest’uomo, classe ’64, ha delle caratteristiche eccezionali: forza, fede, coraggio, grinta, lealtà, trasparenza.
http://www.ingannati.it/2013/11/05/loris-mazzorato-ovvero-osare-linosabile-e-dimostrare-di-avere-ragione/
[...] ha messo all’ordine del giorno la revoca della Tares dal suo comune. E per gli altri membri della giunta (quasi tutti a dire il vero: 3 sono rimasti con lui) questo era veramente troppo (o meglio: era troppo per i loro gerarchi di partito che a Roma si devono essere detti: se comincia uno, si apre la diga ed è finita, quindi: fermatelo prima che sia troppo tardi) e si sono dimessi, sfiduciandolo. Purtroppo gli è mancata una adesione, nella loro opera di ammutinamento, e quindi, se i “subentranti” (i primi fra i non eletti) lo sosterranno, lui potrà restare al suo posto. Fino alle prossime elezioni, previste per il 2014
Quello che invece non si sapeva, e che ho scoperto stasera, era la parte più importante. E cioè che quest’uomo, classe ’64, ha delle caratteristiche eccezionali: forza, fede, coraggio, grinta, lealtà, trasparenza.
http://www.ingannati.it/2013/11/05/loris-mazzorato-ovvero-osare-linosabile-e-dimostrare-di-avere-ragione/
Non mi venite a dire che non ci sono soluzioni o che l’unica soluzione sia aumentare tasse ed imposte.
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Concretamente, il Comune può emettere dei PdP o Promesse di Pagamento, scambiabili 1 a 1 con l’Euro garantite con cassa comunale secondo le disponibilità del patto di stabilità. In particolare, per l’anno in corso, fino al concorrere della disponibilità concesse, il comune, anziché pagare e promuovere attività sociali in euro, lo può fare in tale “valuta comunale” o PdP, coperta dal sottostante rappresentato dalla disponibilità concessa dalla disponibilità di cassa corrente. Il vantaggio sembra inesistente, se ci si limita a questo, ma i vantaggi appaiono evidenti considerando che:
- il comune può emettere PdP anche per gli anni successivi: basta indicare la decorrenza di “esigibilità” con decorrenza a partire dal 2014, 2015, ecc.;
- proprio l’accettazione diffusa di tali titoli può contribuire all’emissione non strettamente legata alla reale disponibilità corrente adottando meccanismi di leva finanziaria analoghi a quelli attualmente in uso presso le banche (si veda più sotto).
http://www.ingannati.it/2013/11/27/proposta-operativa-per-sindaci-volonterosi/
Il controllo del territorio è stato perso da un pezzo, per una serie di motivazioni tra cui il disinteresse delle varie amministrazioni locali e delle istituzioni preposte.
Ora, una persona che ha servito fedelmente, in quelle amministrazioni, gli interessi particolari dei costruttori, vorrebbe rifarsi una verginità?
L'area ex Cecchetti è un vuoto urbano riempito di tossicomani, ubriaconi e prostitute.
L'are Ceccotti, pure, e fortuna che il progetto di cementificazione della zona è fermo, altrimenti sarebbero stati più comodi.
Il Borgo Marinaro è in appalto a soggetti simili.
Le periferie sono dormitori senza vita.
Ma che volete?
Dissi personalmente a Borroni che ancora non avevano capito - o facevano finta di non aver capito, ma, vista la cialtroneria, probabilmente non lo capiscono proprio - come le scelte urbanistiche portino a conseguenze ben precise ed ormai note. Mi diede ragione ed il giorno successivo votò per la lottizzazione Ceccotti.
L'attuale amministrazione voleva riqualificare tutto, a partire dal Quartiere Centro, e si è dimostrata più fedele alla linea delle amministrazioni precedenti, dimenticando il proprio programma già dal giorno della proclamazione dei risultati.
Qualcuno provò a svegliare le persone:
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/10/11/il-prete-anticamorra-don-luigi-merola-a-civitanova/110100/
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/10/15/civitanova-chiede-sicurezza-allincontro-anche-il-prete-anti-camorra/111310/
Qualcuno provò a svegliare le persone:
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/10/11/il-prete-anticamorra-don-luigi-merola-a-civitanova/110100/
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/10/15/civitanova-chiede-sicurezza-allincontro-anche-il-prete-anti-camorra/111310/
Il controllo del territorio è stato perso da un pezzo, per una serie di motivazioni tra cui il disinteresse delle varie amministrazioni locali e delle istituzioni preposte.
Ora, una persona che ha servito fedelmente, in quelle amministrazioni, gli interessi particolari dei costruttori, vorrebbe rifarsi una verginità?
L'area ex Cecchetti è un vuoto urbano riempito di tossicomani, ubriaconi e prostitute.
L'are Ceccotti, pure, e fortuna che il progetto di cementificazione della zona è fermo, altrimenti sarebbero stati più comodi.
Il Borgo Marinaro è in appalto a soggetti simili.
Le periferie sono dormitori senza vita.
Ma che volete?
Dissi personalmente a Borroni che ancora non avevano capito - o facevano finta di non aver capito, ma, vista la cialtroneria, probabilmente non lo capiscono proprio - come le scelte urbanistiche portino a conseguenze ben precise ed ormai note. Mi diede ragione ed il giorno successivo votò per la lottizzazione Ceccotti.
L'attuale amministrazione voleva riqualificare tutto, a partire dal Quartiere Centro, e si è dimostrata più fedele alla linea delle amministrazioni precedenti, dimenticando il proprio programma già dal giorno della proclamazione dei risultati.
Caro Giorgio Rapanelli,
come ho scritto più volte senza ricevere alcun commento, evidentemente troppo complicato da esprimere sia per i destronzi sia per il sinistrume, sulla faccenda di Via Almirante, ritengo che quella strada, proprio per la presenza delle scuole, dovrebbe essere intitolata a Thomas Sankara, Presidente per quattro anni del Burkina Faso, alla ricerca del riscatto per un intero continente:
«Il debito pubblico nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo assoluto, di coloro i quali hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l’obbligo di rimborso.»
(Thomas Sankara all’Organizzazione dell’Unità Africana)
«La nostra rivoluzione è, e deve essere, l’azione collettiva di rivoluzionari per trasformare la realtà e migliorare concretamente la situazione delle masse del nostro Paese. La nostra rivoluzione avrà avuto successo solo se, guardando indietro, attorno e davanti a noi, potremmo dire che la gente è, grazie alla rivoluzione, un po’ più felice perché ha acqua potabile, un’alimentazione sufficiente, accesso ad un sistema sanitario ed educativo, perché vive in alloggi decenti, perché è vestita meglio, perché ha diritto al tempo libero, perché può godere di più libertà, più democrazia, più dignità»
http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Sankara
https://www.youtube.com/watch?v=ZDyOCw4suXk
https://www.youtube.com/watch?v=IycG-6xw6Ks
Thomas Sankara ha lasciato in eredità alle future generazioni la verve e l'energia della speranza, simbolo di integrità e coscienza storica della inalienabile lotta contro ogni oppressione.
http://www.thomassankara.net/?lang=it
http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/6192.html
Quella strada, proprio per la presenza delle scuole, dovrebbe essere intitolata a Thomas Sankara, Presidente per quattro anni del Burkina Faso, alla ricerca del riscatto per un intero continente:
«Il debito pubblico nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo assoluto, di coloro i quali hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l’obbligo di rimborso.»
(Thomas Sankara all’Organizzazione dell'Unità Africana)
«La nostra rivoluzione è, e deve essere, l’azione collettiva di rivoluzionari per trasformare la realtà e migliorare concretamente la situazione delle masse del nostro Paese. La nostra rivoluzione avrà avuto successo solo se, guardando indietro, attorno e davanti a noi, potremmo dire che la gente è, grazie alla rivoluzione, un po’ più felice perché ha acqua potabile, un’alimentazione sufficiente, accesso ad un sistema sanitario ed educativo, perché vive in alloggi decenti, perché è vestita meglio, perché ha diritto al tempo libero, perché può godere di più libertà, più democrazia, più dignità»
http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Sankara
https://www.youtube.com/watch?v=ZDyOCw4suXk
https://www.youtube.com/watch?v=IycG-6xw6Ks
Thomas Sankara ha lasciato in eredita alle future generazioni la verve e l energia della speranza, simbolo di integrità e coscienza storica della inalienabile lotta contro ogni oppressione.
http://www.thomassankara.net/?lang=it
http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/6192.html
Giorgio Rapanelli, secondo me, il progetto dovrebbe essere ancora più organico ed in ottica di efficacia ed efficienza:
- 5 regioni da 12 milioni di abitanti;
- 120 comuni da 500.000 abitanti;
- un certo numero di municipi.
Ma, come dici tu, vanno riviste anche le competenze oltre ai confini.
Bella porcata la quasi abolizione delle province.
Già l'abolizione in sé, fatta fuori da un quadro organico di riordino della struttura amministrativa italiana, sarebbe stata problematica, ma questo fa ancora più danni.
Al nostro attuale Sindaco, il sottoscritto disse chiaramente che la prima cosa da fare, se avesse vinto le elezioni, sarebbe stata la riorganizzazione della struttura comunale, perché inadatta a far perseguire gli scopi di un'amministrazione decente.
Ovviamente, nulla è stato fatto.
La cialtroneria regna sovrana, e l'arroganza e le pessime maniere abbondano.
Questo accade perché il sistema monetario è una truffa e non è vero che le imposte servano a pagare i servizi.
La moneta, tutta la moneta esistente, è emessa a debito da un sistema di banche centrali private, alle quali noi dobbiamo pagarla con l’emissione di titoli del debito pubblico (peraltro ad interesse). Quando tali titoli arrivano a scadenza, per pagarli dobbiamo andare a comprare altra moneta per la quale dobbiamo emettere altri titoli del debito pubblico ad interesse. Quando tali titoli arrivano a scadenza, per pagarli dobbiamo andare a comprare altra moneta per la quale dobbiamo emettere altri titoli del debito pubblico ad interesse. E via dicendo, in un circolo infinito di debito che, come disse il Prof. Auriti, porta alla schiavitù personale ed all’esproprio delle proprietà, perché pagare un debito con un altro debito è impossibile.
Pensate solo che, dal 1981 ad oggi, abbiamo pagato 3100 miliardi di interessi sul debito pubblico che, oggi, è di 2100 miliardi.
Lo Stato, cioè l’organizzazione del Popolo, non può avere debiti, perché emette la moneta necessaria ai propri scopi al puro costo di emissione (stampata od elettronica) e, tra gli scopi, vi è anche il Reddito di Vita o di Cittadinanza a tutti e per sempre, cioè un minimo di unità di misura (perché la moneta è una unita di misura) per vivere con dignità e non suicidarsi.
Se ciò non accade dipende dai camerieri dei banchieri, i cosiddetti politici, che sono tutti di proprietà dei finanzieri, oppure ignoranti oppure spaventati.
Chi si ribella a tale sistema (Abraham Lincoln, John Kennedy, Aldo Moro, Hugo Chavez, Muhammar Gheddafi e via dicendo) viene assassinato e dipinto come un criminale. Chi si salva (tipo Andrew Jackson, presidente USA che chiuse la Second National Bank – una banca privata come l’attuale Federal Reserve System – che emetteva moneta prestandola allo Stato) è per caso (all’attentatore di Jackson, che stava per fare la fine di Lincoln, fecero infatti cilecca entrambe le pistole).
In questo sistema usurocratico o, come diceva Ezra Pound, daneistocratico (governo dei prestatori di denaro), le imposte servono come garanzia, al sistema bancario, che il debito venga continuamente pagato (ma mai ripagato perché è impossibile pagare un debito con un altro debito). Pensa solo che abbiamo un avanzo primario (differenza tra entrate ed uscite) positivo per circa 50 miliardi di euro nel 2013, in costante aumento rispetto agli anni precedenti. Questo significa che paghiamo più di quanto riceviamo e, nel tempo, paghiamo sempre più e riceviamo sempre meno.
Solo chi è in malafede, disinformato o condizionato può credere alle favolette dei signori economisti.
Per di più, oggi, i Comuni potrebbero emettere moneta locale, creando un circuito locale alternativo ed aiutando tutti coloro che non ce la fanno più… qualche sindaco lo sta facendo… io ho scritto al sindaco di Civitanova lo scorso luglio, ma non mi ha nemmeno risposto.
Anche qui, oltre all’interesse, bisogna sapere le cose.
http://www.scribd.com/doc/183107027/La-Fine-dell-Era-della-Grande-Usura
http://www.scribd.com/doc/223239852/Nell-Era-Della-Moneta-Debito-Tutto-Il-Male-Viene-Raccolto-Dentro-Un-Simbolo
http://www.scribd.com/doc/193913605/Il-Vero-Significato-Della-Moneta
http://www.scribd.com/doc/175839490/La-Moneta-e-del-Popolo
http://www.scribd.com/doc/175839493/La-Grande-Menzogna-della-Imposizione-Fiscale
http://www.scribd.com/doc/175839496/Schiavi-Di-Un-Debito-Illegale
http://www.scribd.com/doc/175839497/Schiavi-Moderni
http://www.scribd.com/doc/122339720/Debito-Pubblico
http://www.scribd.com/doc/122339730/Spread-Spesa-Pubblica
http://www.scribd.com/doc/60745167/More-Money-Italia
Ecco quanto i Sindaci potrebbero fare ma, per ignoranza pura o disinteresse, non fanno:
http://www.losai.eu/i-comuni-possono-stampare-moneta-propria-per-legge/
E la sedicente opposizione non è migliore!
No Giuseppe,
la decrescita felice non è questa.
Queste sono le conseguenze di un sistema monetario basato sulla moneta-debito prestata ai popoli dai banchieri privati, che consente loro di scegliersi quali camerieri li serviranno.
Ed illude troppi che votare possa cambiare le cose.
La moneta è necessaria agli scopi di uno Stato, organizzazione di un Popolo, e quando tutta la moneta è emessa a debito (o dalla Banca centrale, dietro corresponsione di titoli di Stato ad interesse, o dalle banche commerciali, grazie alla riserva frazionaria) nessuno scopo può essere raggiunto. Anzi, prima o poi, si comincia a pagare con la schiavitù personale e la perdita delle proprietà.
Ecco quanto i Sindaci potrebbero fare ma, per ignoranza pura o disinteresse, non fanno:
http://www.losai.eu/i-comuni-possono-stampare-moneta-propria-per-legge/
A parte che la MMT è una truffa ordita dai soliti falsi amici, sulla moneta complementare e/o locale mi trovi d'accordo al 100%, basta che non sia appoggiata alle solite banche...
http://www.scribd.com/doc/193913604/MMT-Il-Banchiere-Che-Vorrebbe-Salvarci-Dalle-Banche
http://www.scribd.com/doc/173204698/Dal-Paradiso-All-Inferno
Per il resto, le cose possono e vanno cambiate, altrimenti, come dice la Commissione Europea (bancaria), entro il 2023 dovremo abituarci a vivere in povertà.
Mussolini e Hitler combatterono il sistema e non è un caso che le due potenze sedicenti alternative si unirono per distruggerli.
http://www.scribd.com/doc/204361296/Legge-Bancaria-del-1926-1936-1938-1940
http://www.scribd.com/doc/181876889/Legge-sulla-banca-tedesca-del-Reich
La banca tedesca del Reich è, come banca d’emissione, alle dirette dipendenze della totale sovranità del Reich. È al servizio della realizzazione degli scopi prefissi dal governo Nazionalsocialista nei limiti della sfera di competenza affidatale, soprattutto per la garanzia del valore della valuta tedesca.
I compiti della banca tedesca del Reich derivano dalla sua posizione di banca d’emissione del Reich. Essa sola ha il diritto di emettere banconote. Deve inoltre regolamentare le transazioni e le operazioni finanziarie in Germania e all’estero. Deve anche provvedere alla utilizzazione dei mezzi economici disponibili dell’economia tedesca nel modo più appropriato per l’interesse collettivo e politico – economico.
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La persona media è condizionata, ma parlarne può solo fare bene!
http://www.scribd.com/collections/2919596/Sistema-Monetario-Monetary-System
Caro Fiat Tipo,
questo accade perché il sistema monetario è una truffa e non è vero che le imposte servano a pagare i servizi.
La moneta, tutta la moneta esistente, è emessa a debito da un sistema di banche centrali private, alle quali noi dobbiamo pagarla con l'emissione di titoli del debito pubblico (peraltro ad interesse). Quando tali titoli arrivano a scadenza, per pagarli dobbiamo andare a comprare altra moneta per la quale dobbiamo emettere altri titoli del debito pubblico ad interesse. Quando tali titoli arrivano a scadenza, per pagarli dobbiamo andare a comprare altra moneta per la quale dobbiamo emettere altri titoli del debito pubblico ad interesse. E via dicendo, in un circolo infinito di debito che, come disse il Prof. Auriti, porta alla schiavitù personale ed all'esproprio delle proprietà, perché pagare un debito con un altro debito è impossibile.
Pensa solo che, dal 1981 ad oggi, abbiamo pagato 3100 miliardi di interessi sul debito pubblico che, oggi, è di 2100 miliardi.
Lo Stato, cioè l'organizzazione del Popolo, non può avere debiti, perché emette la moneta necessaria ai propri scopi al puro costo di emissione (stampata od elettronica) e, tra gli scopi, vi è anche il Reddito di Vita o di Cittadinanza a tutti e per sempre, cioè un minimo di unità di misura (perché la moneta è una unita di misura) per vivere con dignità e non suicidarsi.
Se ciò non accade dipende dai camerieri dei banchieri, i cosiddetti politici, che sono tutti di proprietà dei finanzieri, oppure ignoranti oppure spaventati.
Chi si ribella a tale sistema (Abraham Lincoln, John Kennedy, Aldo Moro, Hugo Chavez, Muhammar Gheddafi e via dicendo) viene assassinato e dipinto come un criminale. Chi si salva (tipo Andrew Jackson, presidente USA che chiuse la Second National Bank - una banca privata come l'attuale Federal Reserve System - che emetteva moneta prestandola allo Stato) è per caso (all'attentatore di Jackson, che stava per fare la fine di Lincoln, fecero infatti cilecca entrambe le pistole).
In questo sistema usurocratico o, come diceva Ezra Pound, daneistocratico (governo dei prestatori di denaro), le imposte servono come garanzia, al sistema bancario, che il debito venga continuamente pagato (ma mai ripagato perché è impossibile pagare un debito con un altro debito). Pensa solo che abbiamo un avanzo primario (differenza tra entrate ed uscite) positivo per circa 50 miliardi di euro nel 2013, in costante aumento rispetto agli anni precedenti. Questo significa che paghiamo più di quanto riceviamo e, nel tempo, paghiamo sempre più e riceviamo sempre meno.
Solo chi è in malafede, disinformato o condizionato può credere alle favolette dei signori economisti.
Per di più, oggi, i Comuni potrebbero emettere moneta locale, creando un circuito locale alternativo ed aiutando tutti coloro che non ce la fanno più... qualche sindaco lo sta facendo... io ho scritto al sindaco di Civitanova lo scorso luglio, ma non mi ha nemmeno risposto.
Anche qui, oltre all'interesse, bisogna sapere le cose.
http://www.scribd.com/doc/183107027/La-Fine-dell-Era-della-Grande-Usura
http://www.scribd.com/doc/223239852/Nell-Era-Della-Moneta-Debito-Tutto-Il-Male-Viene-Raccolto-Dentro-Un-Simbolo
http://www.scribd.com/doc/193913605/Il-Vero-Significato-Della-Moneta
http://www.scribd.com/doc/175839490/La-Moneta-e-del-Popolo
http://www.scribd.com/doc/175839493/La-Grande-Menzogna-della-Imposizione-Fiscale
http://www.scribd.com/doc/175839496/Schiavi-Di-Un-Debito-Illegale
http://www.scribd.com/doc/175839497/Schiavi-Moderni
http://www.scribd.com/doc/122339720/Debito-Pubblico
http://www.scribd.com/doc/122339730/Spread-Spesa-Pubblica
http://www.scribd.com/doc/60745167/More-Money-Italia
Infine, ecco quanto i Sindaci potrebbero fare ma, per ignoranza pura o disinteresse, non fanno:
http://www.losai.eu/i-comuni-possono-stampare-moneta-propria-per-legge/
Sul marciapiede?
Come ha detto Eva Ionni, si costruiscono mostri invece delle piste ciclabili (quelle vere, alla olandese, non i percorsi ciclopedonali ad uso ludico).
Il Comune può emettere moneta locale e decidere di farsi pagare imposte e tasse comunali in questa moneta, oppure decidere di non farsi proprio pagare ed utilizzare il reddito derivante da emissione di moneta per gli scopi pubblici, evitando di togliere ulteriormente euro dalle tasche dei cittadini.
Può anche istituire un "Assessorato al Reddito di Cittadinanza", dando a tutti i propri cittadini un minimo per vivere con dignità.
Ovviamente, bisogna sapere le cose ed avere interesse a farle.
La via si deve intitolare a Thomas Sankara, così qualche studente comincia a chiedersi quale sia stata la vera storia di questo pianeta, non la propaganda di Mandela, il Papa Buono, la rava e la fava...
Vorrei sapere cosa fanno la Procura presso il Tribunale di Macerata e quella presso la Corte dei Conti Ancona... qui siamo oltre, veramente oltre ogni tollerabilità.
Se non fossimo ignoranti ai massimi livelli, invece di parlare di quale cameriere dei banchieri ci fotterà meglio, staremmo a parlare delle vere cause e delle vere soluzioni di una crisi truffa.
Ciò che si dovrebbe fare nell'immediato:
- abolizione delle leggi di ratifica dei trattati internazionali che ci costringono nell'organizzazione chiamata Unione Europea, nella moneta chiamata Euro e nell'Eurosistema;
- abolizione di tutti gli altri trattati, tipo Basilea 3, Target 2 e via dicendo, meno conosciuti, ma che hanno forti ripercussioni in ambito finanziario ed economico. Leggetevi Target 2 per capire dove siamo arrivati....;
- interruzione dei negoziati o abolizione del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, attualmente in fase di negoziazione dall'organizzazione sovranazionale chiamata Unione Europea, che ci consegna in mano alle multinazionali;
- ripudio del debito in toto, tranne quello posseduto da individui italiani;
- rinazionalizzazione di tutte le ex industrie di Stato svendute da Prodi;
- rinazionalizzazione della Banca d'Italia, con esproprio delle quote private;
- emissione di nuova moneta di proprietà del portatore;
- abolizione contestuale di tutte le imposte dirette ed indirette;
- abolizione della riserva frazionaria ed elevazione della riserva al 100%. In altre parole, le banche commerciali devono prestare i soldi che hanno;
- ritorno alla legge bancaria del 1936 e ritorno alla vigilanza sul credito;
- rinazionalizzazione di tutte le banche privatizzate e loro sottoposizione agli interessi della Nazione
restituzione dell'oro della Banca d'Italia depositato come garanzia presso la BCE;
- confisca di tutte le aziende private italiane vendute a stranieri e loro socializzazione;
- apertura di nuovi scambi commerciali, anche sotto forma di baratto, con il Sud America e la Federazione Russa;
- uscita dalla NATO;
- messa fuorilegge di ogni associazione segreta.
http://www.scribd.com/collections/2919596/Creazione-della-Moneta-Money-Creation
Per la moneta, in particolare, disfare le riforme bancarie volute dai banchieri e tornare al totale controllo statale dell'attività bancaria ed al criterio della specializzazione:
- distinzione tra «enti raccoglitori di risparmio a breve termine» (detti anche aziende di credito) ed «enti raccoglitori di risparmio a medio e lungo termine» (o istituti di credito), cui corrispondeva una diversa disciplina;
- attribuzione del controllo sull’attività bancaria ad un Comitato di ministri, alle cui dipendenze venne posto un organo burocratico denominato «Ispettorato per la difesa del risparmio e per l’esercizio del credito», a capo del quale era il Governatore della Banca d’Italia, con poteri ampiamente discrezionali;
- riconoscimento alla Banca d’Italia della natura di ente pubblico.
In tal modo si realizzò un sistema che consentiva al Governo interventi di politica economica attraverso il controllo della moneta.
Estrema specializzazione, assenza d’intermediari finanziari diversi dalle banche e rigorosa protezione nei confronti del mercato internazionale.
http://www.scribd.com/doc/204361296/Legge-Bancaria-del-1936-1938-1940
http://www.scribd.com/doc/217349551/Regio-Decreto-Legge-6-maggio-1926-IV-n-812
http://www.scribd.com/doc/217349550/Legge-25-Giugno-1926-IV-n-1262
http://www.scribd.com/doc/217349552/Regio-Decreto-Legge-7-settembre-1926-IV-n-1511
http://www.scribd.com/doc/217349548/Regio-Decreto-Legge-6-Novembre-1926-V-n-1830
http://www.scribd.com/doc/217349549/Legge-23-Giugno-1927-V-n-1107
http://www.scribd.com/doc/217349546/Legge-23-Giugno-1927-V-n-1108
http://www.scribd.com/doc/180620172/Regio-Decreto-Legge-22-dicembre-1927-VI-n-2574
http://www.scribd.com/doc/212600879/Regio-Decreto-11-giugno-1936-XIV-n-1067
http://www.scribd.com/doc/180620177/Legge-7-marzo-1938-XVI-n-141
http://www.scribd.com/doc/204360080/Legge-7-Aprile-1938-XVI-n-636
http://www.scribd.com/doc/180620166/Regio-Decreto-Legge-8-dicembre-1938-XVII-n-2152
http://www.scribd.com/doc/204397348/Legge-10-giugno-1940-XVIII-n-933
http://www.scribd.com/doc/204398077/Legge-3-Dicembre-1942-XXI-n-1752
Di che vogliamo parlare?
Almeno 2/3 degli italiani non possiede gli strumenti per esercitare i diritti di cittadinanza, grazie all'attivo interesse della chiesa cattolica romana e di troppi governanti nel tenere il Popolo ignorante e, quindi, manipolabile.
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Negli Stati preunitari l’alfabetizzazione fu appannaggio di una minoranza che non necessariamente coincideva con la ricchezza o con la detenzione del potere politico, anche se spesso la carta geografica dell’analfabetismo corrisponde a quella della povertà. L’alfabetizzare non si esaurisce nell’insegnare a leggere e a scrivere, è l’inizio di un lavoro di coscientizzazione per diventare persone autonome.
Nel 1861 la percentuale di analfabeti dichiarati era del 78% (con punte di oltre il 90% in Sardegna, Calabria e Sicilia) contro il 75% in Spagna, il 45–47% di Francia, Belgio e Olanda, il 31% dell’Inghilterra, il 20% di Germania, Austria e Svizzera, il 10% dei Paesi scandinavi. Siccome, però, le statistiche non distinguevano coloro che erano in grado, in qualche modo, di leggere, ma non di scrivere se non difficoltosamente la propria firma, le stime più attendibili fanno salire la percentuale media italiana ben oltre al 90%.
La lotta all’analfabetismo è affrontata dai primi governi italiani, che si limitano a estendere a tutto lo Stato la legge Casati del 1859. Essa prevede quattro anni di scuola elementare gratuita, ma non ne prevede l’obbligatorietà, per cui molte famiglie evitano di mandare i propri figli a scuola. La gestione del problema dell’analfabetismo fu ostacolata anche dall’indifferenza delle autorità religiose, oltre che di quelle politiche.
Nel 1868 «La Civiltà cattolica», la rivista dei Gesuiti, si oppose decisamente al progetto di estendere la lingua italiana ai «branchi di zotici contadinelli» che popolavano le campagne del Paese soprattutto del Sud.
L’analfabetismo calò al 62% nel 1881, ma, nonostante già Gioberti avesse notato nel 1831 «Non sarà mai che gli italiani adoprino, se prima non si avvezzano a pensare», il ministro della Pubblica Istruzione, Guido Baccelli, ancora nel 1894 nel fare il programma della sua riforma della scuola, scriveva che «bisogna istruire il popolo quanto basta» e «mettere da parte l’antidogmatismo, l’educazione al dubbio e alla critica, insomma far solo leggere e scrivere».
Nel 1900 la percentuale degli analfabeti in Italia era al 56%, in Spagna al 51%, in Francia, Belgio e Olanda al 19–17%, Nord Europa tra il 3 e l’1%. La situazione nel Nord Europa è ben diversa, la tradizione dei Paesi protestanti marcia in tutt’altra direzione: lì un elemento religioso primario è proprio il saper leggere, cantare, contare (Tullio De Mauro).
In concomitanza con la riforma della Scuola italiana prevista da Giovanni Gentile, il Paese presentava, nel 1922, la seguente situazione (dati arrotondati), l’analfabetismo era:
- del 50% nel Meridione,
- del 30% nel Centro e
- del 13% al Nord,
con una media nazionale del 35% (con punta del 62% in Calabria).
Nel 1950 la percentuale degli analfabeti era scesa al 13% (ma in Sardegna sfiorava ancora il 69%), mentre la Spagna era al 16, Francia e paesi del Nord Europa tra il 4 e l’1%.
Nel 1961, cento anni dopo l’Unità, la percentuale raggiungeva ancora l’8,5%, poi gradualmente, negli anni successivi, l’Italia si avvicinò alla media europea.
La situazione italiana odierna è complessa.
Nel 2008, su 57 milioni di italiani, circa il 40% è privo di titoli di studio o possiede al massimo la licenza elementare, e un totale di 36 milioni sono da considerarsi analfabeti, semianalfabeti o analfabeti di ritorno. Di questi, gli analfabeti totali sarebbero sei milioni. Queste statistiche, e la situazione è stazionaria, collocano l’Italia come fanalino di coda tra i trenta paesi più istruiti. Su questa base Tullio De Mauro, già ministro della Pubblica Istruzione, divide gli italiani (2006) in tre gruppi:
- 1/3 ha difficoltà di lettura, scrittura e calcolo;
- 1/3 supera appena questa difficoltà;
- 1/3 è pienamente alfabetizzato[1].
È evidente che questa situazione, nel corso di 150 anni, ha avuto pesanti ripercussioni sulla lettura dei libri, e quindi della Bibbia, che sono stati molto meno diffusi che in altri Paesi d’Europa.
Ancora nel 2000 circa un terzo delle famiglie italiane dichiarava di non avere neanche un libro in casa.
[1] Cfr. T. De Mauro, La cultura degli italiani, a cura di F. Erbani, Roma–Bari 2004.
https://scontent-b-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-xfp1/t1.0-9/10313173_10152507969886204_23524157024425_n.jpg
Con l'enfasi sull'ultimo sostantivo, TRADITORI, del Popolo e della Patria Italiani!
Qualche verità sul presunto trionfo del centro-centrosinistra renziano e sul risultato 'quasi miracoloso' della lista Tsipras
Andiamo allora a vedere: Lista Vendola-Tsipras
- Politiche 2013 , Vendola / 1.089.231 voti ; Lista Rivoluzione CIvile-Ingroia / 765.189 voti. Totale 1.854.420
- Europee 2014, Lista Vendola-Tsipras, composta dall'unione delle due liste del 2013, meno i 179.000 di Di Pietro, ma con la significativa aggiunta dei Verdi altoatesini, che hanno percentuali da verdi tedeschi, infatti hanno preso il 9,9% (*), con l'appoggio di una consistente parte della lobby ebraica, con le candidature nelle sue liste di tanti personaggi dello spettacolo, della cultura e del giornalismo, nonché figure di prestigio come Rodotà o messesi in luce in movimenti importanti come i Comuni virtuosi, i No TAV, i No MUOS, ecc. e con due liste 'concorrenziali ' in meno rispetto al 2013 (PCL di Ferrando e PAC di Lotito). Ciononostante ha raggiunto solo 1.103 203 voti.
All'appello manca più di un terzo dei voti avuti nel 2013 (- 751.217), di altre vittorie così miracolose,...ce ne stanno solamente altre due !
(*) SEL: determinante alleanza tra Vendola e Verdi A.Adige - "Senza l'alleanza con i Verdi altoatesini, la lista Tsipras non avrebbe superato lo sbarramento". Lo afferma Guido Margheri di SEL Alto Adige.
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Renzi
A differenza di Vendola, lui non si loda...ci pensano centinaia di persone che scrivono sui quotidiani e leggono le veline Aspen nei Telegiornali.
Trionfo, Tsunami, .. è dai tempi della DC che... APPUNTO !
- Politiche 2013, Bersani, PD voti 10.049.393
- Europee 2014, Renzi, voti 11.172.861; ma lo scenario è diverso, tralasciando gli aspetti politici dello sfarinamento e conquista, su posizioni controriformatrici, liberiste e antisindacali, di voti che nel 2013 andarono a Berlusconi, restiamo a quelli numerici prodotti da alleanze modificate.
Andiamo allora a vedere:
- rispetto al 2013 manca Vendola, quindi 10.049.393 del 2013 meno 1.089.231 voti di SEL;
- ma in più rispetto al 2013 c'è Monti, quindi più i 2.627.685 voti di Scelta Civica (sarebbero 2.823.842, ma Scelta Europea disobbedendo a Monti se ne è portati via 196.157)
- totale teorico 11.573.847
All'appello mancano 400.000 voti, dov'è la stratosferica crescita di consenso a Renzi, Euro, UE e controriforme?
Gli azzeccagarbugli elettorali di SEL e PD/DC diranno che bisogna guardare le percentuali e non il numero dei voti, ... allora parlino di poltrone da assegnare e non di crescente consenso... se si vuol parlare di con-senso si debbono contare le deleghe ricevute dai singoli elettori, ...se il voto ha ancora un senso.
VITTORIA DEL PIDDIOTISMO, SCONFITTA L'ITALIA.....
E' incredibile,veramente incredibile che l'Italia, uno dei Paesi più penalizzati dagli usurai europei, si sia rivelata uno di loro più accaniti sostenitori... unico in Europa, insieme alla Germania.
Con una differenza: che i tedeschi sono i padroni che più hanno beneficiato di questa truffa che finora è stata l'Europa,mentre l'Italia è la vittima che sta soffrendo le pene dell'inferno.
Un tafazzismo incredibile...!!
Destra o Sinistra,non è mancata altrove la reazione antieuro e anti governi in carica,spesso collusi o succubi degli eurostrozzini.
In FRANCIA c'è stata la reazione contro il governo e l'Europa del Front National,primo partito del Paese (25%)...idem in INGHILTERRA con l'UKIP di Farage (31%)....idem GRECIA, Syriza con il 26,7% (e Alba Dorata,al 9,3%)....
Primi partiti dei rispettivi Paesi
In UNGHERIA stravince l'antieuro Orban...
SPAGNA,crollo dei due principali partiti spagnoli: Il PP passa da 24 a 16 eurodeputati, il PSOE da 23 a 14,rivelazione la nuova lista anti "Podemos", 5 seggi.....
Anche in PORTOGALLO,penalizzato il governo,che perde le elezioni....
Insomma, tutti i popoli europei si ribellano contro i governi che li hanno condotti al massacro,penalizzandoli pesantemente col voto.
Guarda un po', unica eccezione gli italioti..... non un popolo,non una nazione... solo gente accampata in un territorio a bivaccare....
Ancora più incredibile della sonora sconfitta del M5S (più per le aspettative che si erano create che per i numeri elettorali), è il constatare che un partito da tre anni complice della macelleria sociale italiana, venga premiato con un 41% dei voti.....e che il suo leader piazzista di creme,sbugiardato per ogni dove (ma sopratutto dai dati) per le sue mancate promesse, abbia potuto infinocchiare alla grande gli italiani e possa quindi continuare a far danni con il più ampio consenso mai avuto.
Dal berlusconismo al piddiotismo....non se ne esce....
A questo punto i casi sono due: o gli italiani sono dei grandi paraculi (ricordate? nessuno diceva di essere democristiano, ma poi finiva che la DC prendeva un sacco di voti), o dei masochisti galattici.
Ma in entrambe i casi, hanno ciò che si meritano... .imprenditori del nord est (44% al Pd), disoccupati, cassintegrati...... per favore, andate a lamentarvi altrove....!
Sorry... ma gli italioti si confermano ancora e sempre i più fessi d'Europa... e se votano in questa proporzione il Pd, si meritano tutto quel che capita loro... che altro si può dire..!
Noi continueremo comunque la battaglia anti euro ed UE, confortati dai risultati di altri Paesi... un primo passo, la vera lotta si può dire che comincia ora.
Stesso impegno contro il piddiotismo e il ciarlatano fiorentino, nonostante l'immagine di vergognoso servilismo e ignavia che ancora una volta il Paese ha offerto al mondo.
Pit75
Fonte: http://www.stavrogin2.com/
Premetto che gli attori presentatisi nel teatro delle elezioni europee sono tutti camerieri dei banchieri, a grado diverso, è vero, dai traditori del Popolo e della Patria di PD, FI e NCD, ai falsi amici del M5S, a quelli che non hanno detto tutto, forse per timore, della Lega. E premesso anche che, se votare contasse qualcosa o cambiasse le cose, non ce lo farebbero fare.
In ogni caso, la società che conteggia i voti è di Soros:
http://www.losai.eu/dei-possibili-brogli-elettorali-avevamo-parlato-3-giorni-prima-delle-elezioni/
Il condizionamento mentale e l'analfabetismo sono altissimi.
Sommando astenuti, bianche e nulle, il 44% degli italiani ed il 42% dei maceratesi ha espresso il proprio voto: NON a mio nome!
- Europee 2009:
* Italia - astenuti 33,53% + bianche 2,00% + nulle 2,31% = 37,84%;
* Provincia Macerata - astenuti 28,13% + bianche 3,50% + nulle 2,22% = 33,85%;
* Civitanova - astenuti 32,45% + bianche 1,90% + nulle 2,16% = 36,51%
- Europee 2014:
* Italia - astenuti 41,32% + bianche 1,17% + nulle 1,94% = 44,43%;
* Provincia Macerata - astenuti 38,64% + bianche 1,81% + nulle 1,81% = 42,26%;
* Civitanova - astenuti 46,44% + bianche 0,56% + nulle 1,24% = 48,24%
La stampa, compresa CM, è scandalosamente controllata.
Il PD, la specie peggiore di traditori della Patria, fondati, finanzianti e diretti da Soros e da Goldman Sachs (finanzieri sionisti apolidi), come ammesso dal PD stesso:
http://www.partitodemocratico.it/doc/243468/goldman-sachs-vota-per-il-pd.htm
Principali attori della distruzione della scuola, dell'ascesa della televisione commerciale, della firma di trattati che hanno venduto la Patria ed il Popolo Italiani ai finanzieri mondialisti.
Il PDL, ora tornato FI + satelliti, della stessa pasta.
Il M5S, puro controllo del dissenso.
Tsipras, inganno totale.
In provincia di Macerata:
- Europee 2009: PD prese 45.055 - PDL e UDC presero 85.878 - Prc-Pdci e SEL presero 11.886
- Europee 2014: PD prende 68.929 - Forza Italia, Fratelli d'Italia e NCD prendono 40.225 - Tsipras prende 5.879
Voti trasferiti dal fratello (anche di loggia) Berlusconi? Dovuti alla frittura del cervello di troppi maceratesi? All'analfabetismo ed al condizionamento mentale imperanti?
Per Civitanova:
- Europee 2009: PD prese 6.127 - PDL e UDC presero 9.556 - Prc-Pdci e SEL presero 1.265
- Europee 2014: PD prende 7.532 - Forza Italia, Fratelli d'Italia e NCD prendono 3.821 - Tsipras prende 704
Vasi comunicanti, eterodiretti dalla stessa élite...
Il maggioritario è una truffa e lo sanno bene britannici e statunitensi che lo vogliono abrogare.
Chi si abbevera alla propaganda, purtroppo, non lo sa.
Costamagna ha dimostrato di essere come Borroni, due pessimi ed impresentabili Presidenti del Consiglio Comunale.
Visto che non ricopre il suo ruolo né con dignità né in maniera super-partes, si deve dimettere subito.
Vergogna!
La si butti giù, si mantengano le vele, si ridia la vista del mare alla piazza.
E, da un lato, un centro civico carino e compatibile con la storia marinara civitanovese.
Quella tratta è fondamentale e va valorizzata, non chiusa.
https://www.facebook.com/pages/Comitato-Urbanistica-Partecipata-e-Mobilit%C3%A0-Sostenibile/206840779373875?fref=ts
Sin da quando organizzammo il convegno "Civitanova SOS Sicurezza", andiamo dicendo che Civitanova è fuori controllo, con una microcriminalità ed una criminalità organizzata largamente indisturbate.
La mancanza o la rarità di episodi eclatanti come questo fa credere il contrario, ma la situazione è terribile.
Il Sindaco sia come rappresentante della propria comunità, sia come rappresentante del Governo, ha delle competenze e dei poteri.
Civitanova è fuori controllo.
Sin dai tempi in cui organizzammo l'incontro con Don Luigi Merola lo diciamo ed ora sta solamente peggiorando.
Corvatta, purtroppo, anche qui è totalmente carente ed in linea con i suoi predecessori.
Articolo 23
L’artigianato, che conserva una tradizione di gloria in Italia, sarà aiutato tanto nella forma privata come in quella associata.
La condizione dell’artigianato è sempre stata quella di lavoratore indipendente. Si può affermare che le origini siano concomitanti a quelle dell’uomo, il quale comparso sulla terra ha dovuto iniziare lo studio per provvedere alle sue prime principali necessità fisiche, ed essendo un elemento progressivo le capacità sono sempre aumentate sino al punto in cui la storia incomincia a parlare della prima civiltà.
Nell’antichissima età Egiziana, Ellenica e Romana, poi, l’artigianato produceva già vasellame ceramico, mobili artistici, stoffe di lusso e lavorazione dell’oro e delle pietre preziose.
Nel Medio Evo, per le crescenti necessità, incomincia a trasformarsi in piccola industria, ma sempre impotente a poter soddisfare i bisogni della moltitudine che diventava sempre più numerosa.
In progresso di tempo si arriva al 18° secolo in cui compare la macchina e la grande industria che per conseguenza porta un declino nella vita dell’artigianato senza però che questo possa farlo scomparire.
Benché esista nel tempo attuale una produzione industriale in grande stile di articoli di consumo, pure l’artigianato rimane sempre quello che può soddisfare meglio i desideri umani. Infatti oltre alla migliore qualità della sua produzione, ci si ricorre per soddisfare il proprio gusto, ad esempio chi vuole l’eleganza dell’abbigliamento, chi vuole arredare con mobilio artistico, chi vuole lavori in ferro battuto, foggiato con arte, chi vuole oro e pietre preziose lavorate e tantissime altre cose, senza contare le innumerevoli riparazioni di oggetti.
Ne consegue perciò che l’artigianato è un elemento universalmente riconosciuto necessario, indispensabile ai nostri bisogni.
Articolo 27 – Il Commercio dovrà svolgersi liberamente con onestà e rettitudine e chiunque si renderà indegno, verrà inesorabilmente eliminato.
Faremo un’analisi necessaria dimostrativa come attualmente si svolge l’attività commerciale. Incominciamo col dire che tutte le industrie produttive hanno il loro ufficio commerciale coi loro esperti rappresentanti così detti viaggiatori che hanno il compito dello smercio della produzione, di segnalare la concorrenza sia nella qualità come nel prezzo, di concedere sconti progressivi a seconda della qualità dell’incetta di qui, che il grossista per lo sconto ricevuto è messo nella condizione, se vuole, di vendere al dettagliante allo stesso prezzo dell’industria.
I prezzi sono sempre concilianti, quando la domanda è superiore alla quantità della merce a disposizione si ha immediatamente un rialzo, mentre quando l’offerta è superiore al bisogno del consumo si ha la contrazione al ribasso e oggi con la rapidità delle comunicazioni e degli scambi il fenomeno, collegato ai fattori internazionali, è avvertito immediatamente come una scossa sismica. In queste contrazioni di prezzi, ci riferiamo sempre ai tempi normali, che molte volte sono fortissimi, molti commercianti per aver incettato troppo non possono resistere e cadono nella rovina e nel disonore, mentre in tempi eccezionali, quali potrebbero essere quelli derivanti da uno stato di guerra, si verifica una contrazione della produzione da un lato e dall’altro un maggior consumo, dimodoché i prodotti cominciano a rarefarsi sui mercati provocando un aumento progressivo dei prezzi, ed in questa circostanza i commercianti avidi di profitto, eludendo la legge, senza scrupolo, sanno accumulare ingenti guadagni.
Esistono pure società monopolistiche e industrie protette che hanno creato una formidabile rete di agenti esclusivisti con circoscrizioni d’influenza più o meno vasta, che lautamente questi guadagnano senza alcun rischio, senza pericolo e senza capacità, ed è pure la cuccagna dell’arrivismo politico. Abbiamo in numero più elevato la classe dei dettaglianti e degli ambulanti ossia quelli che più che altro fanno acquisti alla spicciolata, chi con la loro carretta, chi col proprio cavallo, chi col proprio furgoncino e persino con la bicicletta facendo arrivare i prodotti di consumo fino alla estremità capillare sia in pianura che in montagna, e questa classe non è di trascurabile importanza per il suo lavoro che presenta una necessità sociale. Abbiamo infine i coltivatori della terra che coi loro prodotti ortofrutticoli, pollame, uova, ecc. affluiscono sui mercati per vendere direttamente al consumo, come pure gran parte dell’artigianato. Come si potrà e si dovrà fare funzionare il commercio in avvenire mantenendolo libero e indipendente?
Nel futuro assetto sociale dove capitale e lavoro saranno riuniti nelle stesse mani e le posizioni di privilegio smantellate, un nuovo ordinamento commerciale verrà instaurato, si creeranno sempre più diretti rapporti fra produzione e consumo, occorrerà predisporre un piano organizzativo di Cooperative associate, ed in questo non potrà rimanere estraneo l’Ente Nazionale della Cooperazione, per l’istituzione di grandi magazzini all’ingrosso da fornire anche commercianti, dettaglianti e ambulanti, aprire spacci per la vendita al minuto dei generi di consumo in ogni centro abitato. Gli utili di esercizio derivanti dall’azienda non saranno mai distribuiti, ma accantonati per migliorare sempre l’organizzazione, la quale avrà l’alta funzione di frenare gli eccessi e di contenere sempre entro i limiti del giusto la propria attività sociale.
Dipenderà dai consumatori stessi se sapranno raggiungere la coscienza di cooperatori e solo allora, nella misura di questa, potranno scomparire molti degli intermediari frapposti fra produzione e consumo.
Articolo 28 – Tutte le società cooperative faranno capo all’Ente Nazionale della Cooperazione che avrà il compito del controllo, della propaganda e di iniziative del genere.
La Cooperazione italiana si dividerà in due branche: Produzione Lavoro e Consumo. Molto ci sarà da fare per raggiungere lo scopo e l’importanza della sua funzione, e solo quando la coscienza dei cooperatori avrà raggiunto e superato l’iniziativa e il valore produttivo del privato avrà vinto la sua battaglia.
Articolo 18
l capitale non potrà essere più elemento di sfruttamento e di privilegio per alcuno, tutta la proprietà immobiliare passerà esclusivamente nelle mani dello Stato fatte le seguenti eccezioni:
1. per i possessori della casa che serve di abitazione della propria famiglia;
2. della terra che viene fecondata con le proprie braccia;
3. e di quant’altro sia nella forma privata che associata ove risulti chiaramente che il capitale ed il lavoro siano riuniti nelle stesse mani.
Lo Stato, pur avendo il preciso scopo di cedere tutto alle libere associazioni cooperative, assumerà provvisoriamente la gestione diretta delle industrie, delle miniere, delle ferrovie, delle poste, dei telegrafi, degli autotrasporti, delle aviolinee, della navigazione mercantile, ecc. ecc.
Nel campo agrario il nostro Paese si trova in condizioni speciali, la parte più importante della nostra agricoltura e ortofrutticoltura sta nei terreni frazionati a sistema appoderativo con case coloniche dove si realizzano le molteplici colture intensive con grande vantaggio della nostra economia, e dove anche si cura l’allevamento, si conserva, si moltiplica tutto il nostro patrimonio zootecnico nazionale.
In questo settore tanto importante, lo Stato, pur favorendo lo sviluppo di colture estensive persisterà nel sistema del frazionamento dei terreni, e la terra verrà data a tutte quelle famiglie che desiderano di lavorarla con rilevanti facilitazioni perché possa in breve tempo diventare di loro proprietà. Lo Stato si servirà di commissioni comunali di esperti per stabilire il prezzo e le relative facilitazioni.
Un regolamento dovrà essere elaborato dal governo sui movimenti che succederanno nelle famiglie, chi dalla terra passa all’industria e viceversa, chi per estinzioni di unità famigliari è costretto a ricorrere in cerca di un appezzamento di terreno più piccolo, chi per aumentata prole è obbligato a ricorrere ad uno più vasto, e tanti altri.
Infine provvidenze legislative emaneranno disposizioni per la sistemazione di tutti coloro ai quali la proprietà è stata tolta.
Togliere bruscamente la proprietà a chi ne ha in esuberanza alcuni crederanno di poter sostenere che è un principio immorale.
Ciò non risponde al vero, perché il capitale è il risultato di uno sfruttamento più o meno lungo del lavoro altrui, o frutto di scaltrezza e di corruzione di ogni genere ai danni della collettività nazionale.
Togliere questo capitale e metterlo a disposizione esclusivamente di chi lavora costituisce una riparazione ed un atto di giustizia sociale, sarà il più grande omaggio che l’attuale generazione possa rendere ai suoi avi che nei secoli passati hanno sofferto, patito, e tante volte maledetto chi gli aveva dato il bene dell’esistenza nel vedersi portar via il frutto delle loro fatiche e del loro lavoro mancante per i propri figli.
Capitale e lavoro conferito nelle stesse mani è il problema del giorno, si ritiene il più confacente, il più idoneo alla natura umana. La formula a ciascuno secondo i propri bisogni non ha possibilità di realizzazione pratica, allo stesso modo di chi per vocazione presa, giura di rimanere casta e s’accorge poi che gli istinti naturali sono più forti della sua volontà.
È perfettamente inutile non voler riconoscere che il Creatore ha profuso nell’istinto umano degli egoismi che ha bisogno di soddisfare: forse sono stati dati per stimolo all’indefinito progresso umano?
La proprietà privata o associata oltre a essere fonte di maggior ricchezza e di benessere nazionale, costituisce per l’uomo un godimento, non solo per quanto può offrire il rendimento del suo lavoro libero ed indipendente, ma anche vi trova il soddisfacimento delle proprie passioni perché non vi è esistenza umana senza missioni, dall’agricoltore che feconda la terra osservandone tutti i fenomeni, all’astronomo che perlustra i cieli, all’industriale che aguzza la propria intelligenza per sempre più perfezionarsi, all’artigiano che si studia di produrre cose artistiche sempre più belle, al corpo degli insegnanti che educano come loro figli le nuove generazioni, alla scienza tutta che si accanisce continuamente per scrutare i misteri della natura rivelandoci sempre cose nuove: sono tutte queste forze di lavoro e di passione che fanno salire sempre più in alto la grande piramide della civiltà e del progresso umano.
Il centro propulsivo della trasformazione sociale sarà la Banca di Stato, che, come si dirà più avanti all’art. 22, curerà tante sezioni per quante saranno le branche dell’attività umana.
Esempio pratico:
Il coltivatore diretto di un podere che viene ad avere temporaneamente per proprietario lo Stato e che questo gli fissa il pagamento minimo di L. 3000 all’anno, interessi compresi, perché possa diventare di sua proprietà in anni 30, senza escludere l’acconsentimento alla eventualità di un riscatto prima, inizia i suoi versamenti alla Banca Sezione Credito Agrario.
Può accadere che dopo 10 anni egli sia obbligato, per molteplici cause, a lasciare il podere, allora se prenderà possesso di un podere più piccolo o più grande sarà sempre tenuto conto della somma versata, come pure se lascia la terra ed entra nell’industria, la somma versata alla Banca di Stato la passerà alla sezione industriale destinando all’industria la somma stessa dove il lavoratore è passato a lavorare versando la sua quota di capitale spettantegli. La terra verrà data in possesso in proporzioni alle capacità lavorative della famiglia.
Saranno pure favorite nel campo agrario la libera e spontanea associazione che si renderà indispensabile nelle terre di bonifica e nel frazionamento del latifondo per le colture estensive meccanizzate.
Nell’industria si seguirà lo stesso metodo.
Lo Stato, stabilito il valore di uno stabilimento industriale, lo suddividerà in tante parti uguali fra gli operai addetti così si formeranno le quote capitali per ciascun operaio e per chi non avesse la possibilità di riscatto immediato, lo Stato nella sua gestione provvisoria, sia cogli utili derivanti dall’azienda e con trattenute adeguate per ciascun operaio andrà ad integrare la formazione delle quote capitali spettanti a ciascuno e solo allora lo Stato cederà l’industria agli operai ed ai tecnici costituitisi in associazione cooperativa. Allo stesso modo di chi passerà dalla terra all’industria, chi dall’industria alla terra e così via di tutti gli altri casi, il lavoratore avrà con sé sempre il versato che è risparmio suo investito nei mezzi di lavoro completo o incompleto che sia, qualunque possa essere il giro della sua vita di laboriosa attività.
Arrivato al termine per godere di diritto la pensione, questa quota capitale verrà rimborsata, integralmente in caso di morte il rimborso andrà in eredità ai figli legittimi, in mancanza di questi alla collettività nazionale.
Abbiamo detto sopra per quanto possa riguardare la società in genere, mentre la terra appena riscattata, il coltivatore ne diverrà arbitro della propria proprietà. I lavoratori dell’intelletto, del pensiero e dell’arte saranno liberi e indipendenti godranno essi stessi delle provvidenze che la Repubblica offre a tutti i cittadini.
Come nello spirito anche nei prodotti del lavoro vi sarà piena libertà, pur non tollerando gli illeciti guadagni, per lo smercio della propria produzione e nessuna autorità potrà rendersi arbitra per stabilire i prezzi sui prodotti del lavoro altrui, solo con la libera concorrenza verrà a stabilirsi equilibrio economico.
La proprietà immobiliare espropriata non verrà pagata dallo Stato, l’assemblea nazionale legislativa che ne decreterà l’esproprio contemporaneamente emanerà disposizioni per una sistemazione equa di tutte le famiglie che perdendo la proprietà vengono a trovarsi sprovviste di mezzi per l’esistenza e impossibilitati al lavoro. Ritengo ancora necessario dire qualche cosa sulla piccola proprietà terriera.
Il coltivatore diretto, sia di montagna che di pianura, impiega con la massima volontà tutti i mezzi di produzione nel modo che crede migliore, sa tesaurizzare il valore della terra, dove nessun relitto rimane inutilizzabile, non conta le ore di lavoro, consacra tutte le cure amorevoli alla coltivazione di ogni specie, non è pigro ad alzarsi di notte se un temporale minaccia, per mettere al riparo i prodotti maturati, persiste nella lotta contro le malattie delle piante fruttifere, in compenso prova la gioia nella raccolta dei prodotti che la terra generosa offre alle sue fatiche. Si circonda di animali: cavalli, buoi, vacche lattifere, suini, conigli e pollame che riproduce continuamente con passione e con tutta la vigilanza che richiedono, notevole è pure la produzione del baco da seta, risorsa non trascurabile sebbene in questi ultimi anni sia stata trascurata; si renderà necessaria la ripresa.
È indiscusso che questo sistema della piccola proprietà è di insuperabile ricchezza, per il suo alto valore produttivo e qualitativo, perché si è certi che l’iniziativa del privato, lo stimolo, la volontà di lavoro di esso non è ancora superato da nessuno.
In tali condizioni il nucleo famigliare rimane più unito godendo di una vita libera, sana, sobria e patriarcale.
Questo succede perché i cittadini, dalle autorità, sono considerati come servi, mentre, dal lato della cittadinanza, molte persone non si sono considerano cittadini.
Nulla deve più avvenire senza il consenso esplicito della cittadinanza. Ovviamente, questo taglia ruberie e prebende e nessun cameriere dei poteri forti approverà mai un tale cambiamento di metodo.
Pertanto, ce lo dobbiamo conquistare, partendo dallo smettere di presentarsi con il cappello in mano all'amministratore di turno per "chiedere". Il cittadino "pretende", non "chiede". E se l'amministratore incompetente, cialtrone o corrotto non agisce, lo si sostituisce con qualcuno che cambi il metodo decisionale, riportandolo alla cittadinanza.
Il sistema elettorale britannico o statunitense ha così tanti critici a causa dei suoi difetti che, praticamente, non lo vuole più nessuno tra coloro che lo usano, tranne i sedicenti politici che, grazie a quel sistema, sono praticamente inamovibili.
Ma chi si nutre di propaganda, questo non lo sa.
Andate a chiedere all'ex sindaco Marinelli, per il quale «non c'è passeggeri»... oppure all'attuale sindaco che si è rimangiato, ben condito, tutto il programma elettorale... poi, con tali menti ci lamentiamo...
Il controllo di quel passaggio a livello, dopo la quasi totale chiusura della stazione di Civitanova, è a Bari!
http://www.scribd.com/doc/103273393/20-MOBILITA-SOSTENIBILE-E-LINEE-DI-INTERVENTO
http://www.scribd.com/doc/103273406/21-Treno-Urbano
http://www.scribd.com/doc/180357161/Merano-Malles-un-racconto-per-immagini
http://www.scribd.com/doc/51080306/Aurora-e-Trodica
http://www.scribd.com/doc/62427579/progetto-treno-urbano
http://www.scribd.com/collections/2919600/Treno-Urbano
Comunque, idee zero... e poi si lamentano che i loro stessi elettori siano incavolati neri per il tradimento della speranza pre-elettorale e del programma.
Tratto da: Riassunto - da L’UOMO LIBERO – Dalla guerra civile alla realtà istituzionale http://pocobello.blogspot.it/2010/09/dalla-guerra-civile-alla-realta.htmlIn campo economico fascismo e nazionalsocialismo avevano individuato il fulcro della lotta di potere che si stava sviluppando a livello planetario – che poi ha raggiunto le follie di cui oggi stiamo vivendo le conseguenze – cioè il progetto mondialista di governare l’intero globo attraverso il monetarismo, l’usura bancaria e la speculazione finanziaria. “Contro Giuda, contro l’oro, sarà il sangue a far la storia”, cantavano i volontari della RSI. Il governo Mussolini aveva realizzato un saldo controllo della rete bancaria, aveva contrapposto Banche di Stato a quelle della speculazione privata e aveva istituzionalizzato la diffusissima, capillare struttura delle Casse di Risparmio, costringendole a rigidi vincoli statutari no profit.Aveva inoltre collegato strettamente la Banca d’Italia agli Enti statali, raggiungendo l’obiettivo del suo controllo ed evitando che divenisse – come oggi invece è avvenuto – terra di pascolo di gruppi privati. E’ sempre opportuno ricordare che il governo della Germania, in quegli anni, nazionalizzava la Banca Centrale, affermando in modo in equivoco che il proprietario della moneta deve essere il popolo.Contemporaneamente Stalin privatizzava l’Istituto di emissione sovietico, vendendolo alla finanza ebraico-americana. I combattenti della RSI, ovviamente con un’ampia gamma di differenziazioni individuali, erano portatori di un’idea nuova ed erano i testimoni attivi di una rivoluzione che aveva cominciato a realizzarsi, con successo.Dall’altra parte, nella resistenza, quelli che combatterono in buona fede, erano spinti da una generica voglia di libertà che, come abbiamo visto, spesso si confondeva con il prorompente desiderio di vedere la fine della guerra. Il fascismo fu politicamente una fucina di idee, culturalmente un’eccezionale esplosione di creatività, scientificamente un opificio di ingegni ed inventiva. Ancora oggi l’architettura e il design prendono le mosse dalle correnti che in quegli anni si formarono. Il Futurismo ha condizionato tutto il mondo artistico. L’aviazione italiana era ammirata nel mondo. A New York fu dedicato un viale a Italo Balbo, in onore della transvolata atlantica del 1933, nella quale il quadrumviro della Marcia su Roma comandò uno squadrone di 25 idrovolanti. Erano gli anni di Guglielmo Marconi e delle sue invenzioni. I primi studi sulla fissione nucleare furono fatti all’Università di Roma. Durante il Fascismo si formò una gioventù estremamente ricca di idee e cultura. Una parte di questa visse quest’esperienza anche come scelta di militanza politica e si mise in prima fila in ogni opportunità che la rivoluzione le offriva.Scrive Alberto Bairati, redattore di Vent’anni, il giornale di Guido Pallotta, “per noi il Fascismo doveva essere un qualcosa che rendesse gli uomini migliori, più puri, più onesti, più generosi, che li facesse mettere a disposizione del Paese”.Erano i giovani entusiasti, quelli destinati a divenire la nuova classe dirigente del fascismo.Ma da militanti, sin dall’inizio della guerra, coerentemente partirono volontari e furono tra i primi a morire. D’altra parte, per la Repubblica nata dalla resistenza non esisteva una classe dirigente alternativa che si fosse preparata vivendo un’altra rivoluzione, frequentando altre scuole, forgiandosi ad un’altra cultura. Quasi tutti i nuovi governanti erano cresciuti nell’Italia fascista esattamente come i Pallotta, Giani, Ricci, Pavolini, Mezzasoma.La nuova classe dirigente era dunque formata da individualità che, per scelte che si sono differenziate nel corso delle esperienze, degli avvenimenti, degli anni, o – la maggioranza – per convenienza, aveva preso le distanze dal Ventennio, ma si erano preparati nelle università del fascismo, nei GUF – i gruppi universitari -, nei Littoriali, nelle redazioni dei tantissimi giornali fascisti.Mi riferisco, tanto per fare qualche nome, nel mondo della politica, a personaggi come Andreotti, Fanfani, Ingrao, Moro, Preti, Spadolini e Taviani. Nel mondo del giornalismo, a Biagi, Bocca, Gorresio, Orlando, Rusconi, Montanelli e Zangrandi. Nel mondo della cultura a Quasimodo, Ungaretti, Montale, Gatto, Dessì, Pasolini, Pratolini, Pavese, Vittorini e Guttuso. Nel mondo del cinema a Rossellini, Antonioni, Comencini, lattuada, Lizzani, Zavattini e Blasetti. Nonostante fosse dichiarata pregiudizialmente “antifascista”, la realtà che si andava delineando necessariamente pescava uomini e idee proprio nel mondo che voleva negare.Togliatti, dietro le quinte, invitava i dirigenti del PCI a imparare dal Fascismo; egli arrivò, nei suoi rapporti di partito, a indicare l’ideologia fascista come “un fattore essenziale nella formazione della sua base di massa”. Affermò inoltre: “Se l’industria italiana è ancora un’industria debole in paragone con altri paesi, specialmente per la mancanza di materie prime, dal punto di vista della sua organizzazione interna è stata portata dai fascisti a un grado di sviluppo che si avvicina a quello dei paesi avanzati”.Togliatti individuava nel sindacato e nel dopolavoro fascista le organizzazioni di massa da studiare ed emulare.E’ molto chiaro nel definirli non meri fiori all’occhiello propagandistici del regime, ma “istituzioni effettivamente funzionanti e dinamiche della società civile”. La Resistenza dunque, oltre a non aver avuto un suo patrimonio di idee nuove, non disponeva neanche di una propria classe dirigente.Le strade che si offrivano per il “dopo” erano caratterizzate principalmente dal servilismo ai blocchi dei vincitori della guerra – Occidente e URSS – coll’aggiunta di un forte condizionamento del Vaticano e della sua capillare rete clericale, ansiosa, dopo vent’anni di Stato forte, di tornare a muoversi con quella libertà e invadenza, come già goduta nei lunghi secoli del suo potere temporale.Due mondi si stavano scontrando dunque, uno realmente rivoluzionario, sociale, popolare, ricco di idee, di creatività, di intraprendenza e di ardimento, battuto ma non rassegnato; un altro che nasceva dalla sconfitta – accettata con soddisfazione -, che rinunciava ad ogni sovranità ed era apertamente servile verso i nuovi padroni. Un mondo portatore di una concezione della politica, dello Stato e della partecipazione grigia, opaca, triste e deludente.Oggi, dopo 69 anni, la politica è praticamente morta, le idee sono uscite dal dibattito e il confronto si esaurisce nel gossip e nelle contrapposizioni personali.La gente si disinteressa, le sedi di partito sono vuote, quando non sono addirittura chiuse.Sono rarissimi i libri che trattano la storia di questi decenni, ancor meno quelli che propongono le idee di questi tempi democratici, mentre sono usciti, e continuano a uscire con ritmo incalzante, migliaia di libri, film, documentari, sull’Europa fascista e nazionalsocialista di quei pochi anni tra le due guerre mondiali.La realtà istituzionale e l’esigenza della piena sovranità E’ chiaro, concludendo l’osservazione dei fatti attinenti la guerra civile e la Resistenza, che l’attuale assetto politico italiano ed europeo è direttamente collegato, nonostante i sessantanove anni trascorsi, proprio a quegli avvenimenti, alle scelte fatte o subite allora, alle situazioni di subalternità accettate e alle quali non ci si è ancora ribellati. I famosi “valori” della Resistenza, che si indicano ancora oggi come l’elemento condizionante della realtà istituzionale italiana e della legittimità politica, dopo le considerazioni che abbiamo fatto, assumono quanto meno un tono indefinito ed approssimativo, il riflesso di una storia che, se ha qualche luce, sicuramente ha molte ombre; si rivelano spesso “valori” costruiti a posteriori, ad uso dei vincitori: un francobollo raffazzonato, appiccicato ad un pacco, quello della Repubblica “antifascista”, completamente vuoto di ogni forma di sovranità.Ma la mancanza di sovranità non è cosa da poco: rappresenta una gabbia che preclude ogni reale cambiamento, una gabbia dalla quale occorre uscire in fretta per dare libere prospettive all’Italia e all’Europa di domani.Libertà di avere un’autonoma politica estera, di gestire il proprio sviluppo economico, di proporre originali scelte monetarie, di andare a cercare, dove più conviene, l’approvvigionamento delle fonti energetiche e delle materie prime.Libertà di scrivere un nuovo Patto, una nuova Costituzione non più soggetta a condizionamenti e vecchie suggestioni ideologiche. Il sistema politico Italia, così come è regolamentato dalla Carta – e i recenti scontri tra Palazzo Chigi, Quirinale e Consulta lo hanno ben evidenziato – prevede un potere politico debole, impossibilitato a innescare profonde ristrutturazioni e sempre sottoposto alle pressioni dei cosiddetti “poteri forti” che continuano a dominare e situarsi sopra le leggi. Si tratta della caratteristica, sempre ricorrente, delle moderne democrazie occidentali.Anche in America il potere politico risulta essere sotto tutela della Federal Reserve e delle lobbies.Il ministro delle Finanze Tremonti, nell’interesse dei cittadini, ha ripetutamente previsto nuove regole per gli Istituti di Credito e per la Banca Centrale, ma si è scontrato con la spavalderia di questi poteri i quali, come nulla fosse, hanno continuato a fare ciò che vogliono, ignorando le nuove leggi. Dopo aver provocato la crisi, il sistema bancario – indisturbato – si sta organizzando per speculare sulle conseguenze della ridotta liquidità. Nathan Rothschild ammoniva: “Compra quando il sangue scorre nelle strade, e vendi al suono delle trombe”.Finché la politica sarà debole, sarà molto difficile cambiare il corso delle cose. E finché ci sarà questa Costituzione e perdurerà la sudditanza ai poteri internazionali che si sono “alloggiati” da noi fin dal 1945, la politica continuerà a rimanere debole.Il popolo è libero di eleggere i camerieri, ma i padroni nessuno è legittimato a sceglierli, a contraddirli, a rimuoverli.Occorre rifondare lo Stato, ritrovare i valori del nostro popolo e della nostra civiltà, riscrivere il Patto, riconquistare, ad una ad una, tutte le sovranità di cui ha bisogno una nazione per essere veramente libera.E per farlo è necessario che il popolo accetti di guardarsi, con estrema onestà, nello specchio della propria storia.
Cameriera dei banchieri ai massimi livelli...
Tratto da: Riassunto - da L’UOMO LIBERO - Dalla guerra civile alla realtà istituzionale
http://pocobello.blogspot.it/2010/09/dalla-guerra-civile-alla-realta.htmlIn campo economico fascismo e nazionalsocialismo avevano individuato il fulcro della lotta di potere che si stava sviluppando a livello planetario – che poi ha raggiunto le follie di cui oggi stiamo vivendo le conseguenze – cioè il progetto mondialista di governare l’intero globo attraverso il monetarismo, l’usura bancaria e la speculazione finanziaria.
“Contro Giuda, contro l’oro, sarà il sangue a far la storia”, cantavano i volontari della RSI.
Il governo Mussolini aveva realizzato un saldo controllo della rete bancaria, aveva contrapposto Banche di Stato a quelle della speculazione privata e aveva istituzionalizzato la diffusissima, capillare struttura delle Casse di Risparmio, costringendole a rigidi vincoli statutari no profit.
Aveva inoltre collegato strettamente la Banca d’Italia agli Enti statali, raggiungendo l’obiettivo del suo controllo ed evitando che divenisse – come oggi invece è avvenuto – terra di pascolo di gruppi privati.
E’ sempre opportuno ricordare che il governo della Germania, in quegli anni, nazionalizzava la Banca Centrale, affermando in modo in equivoco che il proprietario della moneta deve essere il popolo.
Contemporaneamente Stalin privatizzava l’Istituto di emissione sovietico, vendendolo alla finanza ebraico-americana.
I combattenti della RSI, ovviamente con un’ampia gamma di differenziazioni individuali, erano portatori di un’idea nuova ed erano i testimoni attivi di una rivoluzione che aveva cominciato a realizzarsi, con successo.
Dall’altra parte, nella resistenza, quelli che combatterono in buona fede, erano spinti da una generica voglia di libertà che, come abbiamo visto, spesso si confondeva con il prorompente desiderio di vedere la fine della guerra.
Il fascismo fu politicamente una fucina di idee, culturalmente un’eccezionale esplosione di creatività, scientificamente un opificio di ingegni ed inventiva. Ancora oggi l’architettura e il design prendono le mosse dalle correnti che in quegli anni si formarono. Il Futurismo ha condizionato tutto il mondo artistico.
L’aviazione italiana era ammirata nel mondo. A New York fu dedicato un viale a Italo Balbo, in onore della transvolata atlantica del 1933, nella quale il quadrumviro della Marcia su Roma comandò uno squadrone di 25 idrovolanti.
Erano gli anni di Guglielmo Marconi e delle sue invenzioni. I primi studi sulla fissione nucleare furono fatti all’Università di Roma.
Durante il Fascismo si formò una gioventù estremamente ricca di idee e cultura. Una parte di questa visse quest’esperienza anche come scelta di militanza politica e si mise in prima fila in ogni opportunità che la rivoluzione le offriva.
Scrive Alberto Bairati, redattore di Vent’anni, il giornale di Guido Pallotta, “per noi il Fascismo doveva essere un qualcosa che rendesse gli uomini migliori, più puri, più onesti, più generosi, che li facesse mettere a disposizione del Paese”.Erano i giovani entusiasti, quelli destinati a divenire la nuova classe dirigente del fascismo.Ma da militanti, sin dall’inizio della guerra, coerentemente partirono volontari e furono tra i primi a morire.
D’altra parte, per la Repubblica nata dalla resistenza non esisteva una classe dirigente alternativa che si fosse preparata vivendo un’altra rivoluzione, frequentando altre scuole, forgiandosi ad un’altra cultura.
Quasi tutti i nuovi governanti erano cresciuti nell’Italia fascista esattamente come i Pallotta, Giani, Ricci, Pavolini, Mezzasoma.
La nuova classe dirigente era dunque formata da individualità che, per scelte che si sono differenziate nel corso delle esperienze, degli avvenimenti, degli anni, o – la maggioranza – per convenienza, aveva preso le distanze dal Ventennio, ma si erano preparati nelle università del fascismo, nei GUF – i gruppi universitari -, nei Littoriali, nelle redazioni dei tantissimi giornali fascisti.
Mi riferisco, tanto per fare qualche nome, nel mondo della politica, a personaggi come Andreotti, Fanfani, Ingrao, Moro, Preti, Spadolini e Taviani. Nel mondo del giornalismo, a Biagi, Bocca, Gorresio, Orlando, Rusconi, Montanelli e Zangrandi. Nel mondo della cultura a Quasimodo, Ungaretti, Montale, Gatto, Dessì, Pasolini, Pratolini, Pavese, Vittorini e Guttuso. Nel mondo del cinema a Rossellini, Antonioni, Comencini, lattuada, Lizzani, Zavattini e Blasetti.
Nonostante fosse dichiarata pregiudizialmente “antifascista”, la realtà che si andava delineando necessariamente pescava uomini e idee proprio nel mondo che voleva negare.
Togliatti, dietro le quinte, invitava i dirigenti del PCI a imparare dal Fascismo; egli arrivò, nei suoi rapporti di partito, a indicare l’ideologia fascista come “un fattore essenziale nella formazione della sua base di massa”.
Affermò inoltre: “Se l’industria italiana è ancora un’industria debole in paragone con altri paesi, specialmente per la mancanza di materie prime, dal punto di vista della sua organizzazione interna è stata portata dai fascisti a un grado di sviluppo che si avvicina a quello dei paesi avanzati”.
Togliatti individuava nel sindacato e nel dopolavoro fascista le organizzazioni di massa da studiare ed emulare.
E’ molto chiaro nel definirli non meri fiori all’occhiello propagandistici del regime, ma “istituzioni effettivamente funzionanti e dinamiche della società civile”.
La Resistenza dunque, oltre a non aver avuto un suo patrimonio di idee nuove, non disponeva neanche di una propria classe dirigente.Le strade che si offrivano per il “dopo” erano caratterizzate principalmente dal servilismo ai blocchi dei vincitori della guerra – Occidente e URSS – coll’aggiunta di un forte condizionamento del Vaticano e della sua capillare rete clericale, ansiosa, dopo vent’anni di Stato forte, di tornare a muoversi con quella libertà e invadenza, come già goduta nei lunghi secoli del suo potere temporale.Due mondi si stavano scontrando dunque, uno realmente rivoluzionario, sociale, popolare, ricco di idee, di creatività, di intraprendenza e di ardimento, battuto ma non rassegnato; un altro che nasceva dalla sconfitta – accettata con soddisfazione -, che rinunciava ad ogni sovranità ed era apertamente servile verso i nuovi padroni. Un mondo portatore di una concezione della politica, dello Stato e della partecipazione grigia, opaca, triste e deludente.Oggi, dopo 69 anni, la politica è praticamente morta, le idee sono uscite dal dibattito e il confronto si esaurisce nel gossip e nelle contrapposizioni personali.La gente si disinteressa, le sedi di partito sono vuote, quando non sono addirittura chiuse.Sono rarissimi i libri che trattano la storia di questi decenni, ancor meno quelli che propongono le idee di questi tempi democratici, mentre sono usciti, e continuano a uscire con ritmo incalzante, migliaia di libri, film, documentari, sull’Europa fascista e nazionalsocialista di quei pochi anni tra le due guerre mondiali.La realtà istituzionale e l’esigenza della piena sovranità
E’ chiaro, concludendo l’osservazione dei fatti attinenti la guerra civile e la Resistenza, che l’attuale assetto politico italiano ed europeo è direttamente collegato, nonostante i sessantanove anni trascorsi, proprio a quegli avvenimenti, alle scelte fatte o subite allora, alle situazioni di subalternità accettate e alle quali non ci si è ancora ribellati.
I famosi “valori” della Resistenza, che si indicano ancora oggi come l’elemento condizionante della realtà istituzionale italiana e della legittimità politica, dopo le considerazioni che abbiamo fatto, assumono quanto meno un tono indefinito ed approssimativo, il riflesso di una storia che, se ha qualche luce, sicuramente ha molte ombre; si rivelano spesso “valori” costruiti a posteriori, ad uso dei vincitori: un francobollo raffazzonato, appiccicato ad un pacco, quello della Repubblica “antifascista”, completamente vuoto di ogni forma di sovranità.Ma la mancanza di sovranità non è cosa da poco: rappresenta una gabbia che preclude ogni reale cambiamento, una gabbia dalla quale occorre uscire in fretta per dare libere prospettive all’Italia e all’Europa di domani.Libertà di avere un’autonoma politica estera, di gestire il proprio sviluppo economico, di proporre originali scelte monetarie, di andare a cercare, dove più conviene, l’approvvigionamento delle fonti energetiche e delle materie prime.Libertà di scrivere un nuovo Patto, una nuova Costituzione non più soggetta a condizionamenti e vecchie suggestioni ideologiche.
Il sistema politico Italia, così come è regolamentato dalla Carta – e i recenti scontri tra Palazzo Chigi, Quirinale e Consulta lo hanno ben evidenziato – prevede un potere politico debole, impossibilitato a innescare profonde ristrutturazioni e sempre sottoposto alle pressioni dei cosiddetti “poteri forti” che continuano a dominare e situarsi sopra le leggi.
Si tratta della caratteristica, sempre ricorrente, delle moderne democrazie occidentali.
Anche in America il potere politico risulta essere sotto tutela della Federal Reserve e delle lobbies.Il ministro delle Finanze Tremonti, nell’interesse dei cittadini, ha ripetutamente previsto nuove regole per gli Istituti di Credito e per la Banca Centrale, ma si è scontrato con la spavalderia di questi poteri i quali, come nulla fosse, hanno continuato a fare ciò che vogliono, ignorando le nuove leggi. Dopo aver provocato la crisi, il sistema bancario – indisturbato – si sta organizzando per speculare sulle conseguenze della ridotta liquidità. Nathan Rothschild ammoniva: “Compra quando il sangue scorre nelle strade, e vendi al suono delle trombe”.Finché la politica sarà debole, sarà molto difficile cambiare il corso delle cose. E finché ci sarà questa Costituzione e perdurerà la sudditanza ai poteri internazionali che si sono “alloggiati” da noi fin dal 1945, la politica continuerà a rimanere debole.Il popolo è libero di eleggere i camerieri, ma i padroni nessuno è legittimato a sceglierli, a contraddirli, a rimuoverli.Occorre rifondare lo Stato, ritrovare i valori del nostro popolo e della nostra civiltà, riscrivere il Patto, riconquistare, ad una ad una, tutte le sovranità di cui ha bisogno una nazione per essere veramente libera.E per farlo è necessario che il popolo accetti di guardarsi, con estrema onestà, nello specchio della propria storia.
Il destrume ed i sinistronzi sono uno lo specchio degli altri.
Intitolatela a Domenico Pellegrini Giampietro, non ad un criminale con Almirante; oppure a Thomas Sankara, non a Mandela che ne ha combinate di cotte e di crude.
Così, magari, si cominciano a far vedere delle cose vedere agli studenti, invece della solita propaganda.
Innanzi tutto, dovete distinguere tra cristianesimo e cattolicesimo, che sono due cose diverse.
Secondariamente, molti medici fanno gli obiettori perché, come dimostrato da inchieste giornalistiche, in questa maniera riescono a mantenere il lavoro e/o a fare carriere, visto che organizzazioni cattoliche sono molto potenti nella sanità.
Terzo, bisogna andare alla vera radice dei motivi per cui le donne decidono di abortire, a parte motivi medici evidenti.
1.000.000.000 x 1936,27 = 1.936.270.000.000 cioè millenovecentotrentasei miliardi duecentosettanta milioni di lire.
Ringraziate il nuovo corso bancario degli anni '90
Solito teatro tra due compagini che da decenni sono d'accordo su tutto dietro le quinte e fanno finta di litigare sul palcoscenico, venendo votati come alternativi da una marea di "facilmente ingannabili".
Atlasniram, non ti è ancora chiaro che è un tutto un teatro e che noi siamo le vittime?
Non esiste né centro né destra né sinistra, ma diversi camerieri dei poteri forti.
Jaco, ci ha già pensato l'Unione Bancaria Europea con la Eurogendfor, un corpo di Polizia che è al di sopra della legge ed autorizzato ad uccidere. Leggiti i documenti.
Per il resto, credo che un accorpamento tra le due forze e la chiusura dalla Guardia di Finanza sia auspicabile, a meno che non sia dimostrato che non serve.
Corvatta non è capace di fare il Sindaco, lo si è capito, come non lo erano tutti i suoi predecessori per un motivo o per l'altro.
Il governo nazionale non esiste da decenni, visto che è costituito da camerieri di banchieri che eseguono ordini provenienti dall'alto, non lavorando sicuramente per noi.
L'ignoranza che traspare da alcuni commenti conferma il plagio completo effettuato dalla propaganda consumistica che ci ha fatto estinguere.
Detto in altra maniera, noi siamo già tutti morti perché una massa di idioti ha avuto il cervello lavato dalla pubblicità di un modello di vita e consumo insostenibile ed inumano, conosce solo quello, aspira solo a quello e non vuole essere disturbata mentre lo fa, reagendo, alternativamente o contemporaneamente, con rabbia verso chi disturba il placido dispiegarsi degli eventi e con rassegnazione condita di ringraziamento verso gli schiavizzatori. E vota pure per avere sempre le stesse cose.
https://www.youtube.com/watch?v=8RVEvPKwnjE
Uno degli aspetti più micidiale dell'attuale cultura, è di far credere che sia l'unica cultura... invece è semplicemente la peggiore.Beh gli esempi sono nel cuore di ognuno... per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare.Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta...Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: "Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l'unica vita che ho, perché non ne avrò un'altra, c'ho solo questa.. e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte... 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno... per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!"Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire..Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta:"Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile"Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano due milioni e mezzo al mese, bene che vada.Secondo me, poi, siccome c'è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte... e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L'orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l'amore, no?!Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l'amore otto ore al giorno... sarebbe una vera tortura... e quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole di fare l'amore, no?! Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana.. certo c'ho il mitra alla nuca... lo faccio, perché faccio il discorso: "Meglio leccare il pavimento o morire?""Meglio leccare il pavimento" ma quello che è orrendo in questa cultura è che "leccare il pavimento" è diventata addirittura una aspirazione, capisci?Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure grado a chi gli fa leccare il pavimento, capisci?Tutto ciò è "oggettivamente" mostruoso, ma la dove la coscienza produce coscienza, tutto ciò è "effettivamente" mostruoso.."SI VABBE' MA ORMAI E' IRREVERSIBILE LA SITUAZIONE"Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no?! Il vero schiavo... il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto:"Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mo' arrivi te a dire questa stronzata... e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?" e lui: "Non è affar mio, signori...""Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell'ordine delle cose"... hai capito? Perché tutto l'Occidente vive in un'area di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo. Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina... no.E' un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un po' di benessere a 1/4 di Mondo, che siamo noi...Quindi, signori miei, o ci si sveglia... o si fa finta di dormire... o bisogna accorgersi che siete tutti morti...Silvano Agosti
L'80% degli italiani, a vario grado (cioè totale, parziale o funzionale), è analfabeta, sono tre volte che lo certifica una ricerca OCSE.
Mi pare che vi sia la prova empirica in questi commenti.
Vi indico alcuni negozi di proprietà locale in cui trovate merce di qualità ed in grossa percentuale di produttori marchigiani:
- l'Emporio Macrobiotico in Viale Vittorio Veneto;
- Mangiarsano in Viale Vittorio Emanuele;
- Sfuso e Biologico in Via Civitanova;
- NaturaSì lungo la Statale 16 vicino all'uscita della Superstrada.
Poi, ci sono i mercati di vendita diretta degli agricoltori.
La stupidità del nulla civitanovese contro la storia e l'arte Italiana, di cui anche a Civitanova abbiamo splendidi esempi, persi nella stupidità di cui sopra.
La crisi economica internazionale degli anni ’30 si ripercosse anche sul sistema economico italiano determinando l’esigenza di una riforma integrale dell’attività bancaria.
Fu questo clima politico–economico che condusse all’emanazione del Regio Decreto Legge 12 marzo 1936–XIV, n. 375 (convertito con Legge 7 marzo 1938–XVI, n. 141), meglio noto come seconda legge bancaria, le cui principali novità erano:
— distinzione tra «enti raccoglitori di risparmio a breve termine» (detti anche aziende di credito) ed «enti raccoglitori di risparmio a medio e lungo termine» (o istituti di credito), cui corrispondeva una diversa disciplina;
— attribuzione del controllo sull’attività bancaria ad un Comitato di ministri, alle cui dipendenze venne posto un organo burocratico denominato «Ispettorato per la difesa del risparmio e per l’esercizio del credito», a capo del quale era il Governatore della Banca d’Italia, con poteri ampiamente discrezionali;
— riconoscimento alla Banca d’Italia della natura di ente pubblico.In tal modo si realizzava un sistema che consentiva al Governo interventi di politica economica attraverso la manovra del credito.
La caduta del regime fascista non condusse ad una radicale modificazione del sistema bancario italiano. Gli interventi legislativi si limitarono ad una redistribuzione dei poteri di controllo sull’attività bancaria tra gli organi di governo.
L’entrata in vigore della Costituzione repubblicana non determinò un mutamento d’indirizzo nella politica legislativa in materia bancaria. Infatti, negli anni ’50 e ’60 l’ordinamento bancario continuò a svilupparsi secondo le linee tracciate dalla legislazione dell’immediato dopoguerra: estrema specializzazione, assenza d’intermediari finanziari diversi dalle banche e rigorosa protezione nei confronti del mercato internazionale.
Bisogna tornare indietro, al completo e totale controllo statale delle attività delle banche ed alla specializzazione, perché così non funziona proprio!
http://www.scribd.com/doc/204361296/Legge-Bancaria-del-1936-1938-1940
http://www.scribd.com/doc/180620172/Regio-Decreto-Legge-22-dicembre-1927-VI-n-2574
http://www.scribd.com/doc/212600879/Regio-Decreto-11-giugno-1936-XIV-n-1067
http://www.scribd.com/doc/180620177/Legge-7-marzo-1938-XVI-n-141
http://www.scribd.com/doc/204360080/Legge-7-Aprile-1938-XVI-n-636
http://www.scribd.com/doc/180620166/Regio-Decreto-Legge-8-dicembre-1938-XVII-n-2152
http://www.scribd.com/doc/204397348/Legge-10-giugno-1940-XVIII-n-933
http://www.scribd.com/doc/204398077/Legge-3-Dicembre-1942-XXI-n-1752
Se ti sei offeso, hai la coscienza sporca.
Secondo, usi una tattica ormai nota, usata da chi vuole propagandare.
Ripeto, la trovi un'attività normale e che porta beneficio alla tua comunità? Benissimo, allora traine le conseguenze sui tuoi parenti e sulla necessità di professionalizzarla.
Per il resto, sempre le solite storie, visto che i bordelli fanno schifo, hanno giri loschi dietro e sono pieni di disperati ovunque.
Al precedente commentatore ed a tutti quelli che la pensano come lui
Se veramente vi piace tale splendida ed edificante attività e ritenete che contribuisca a costruire comunità in cui volete vivere, il primo passo è suggerirne la pratica ai vostri amici e parenti, di sesso maschile e femminile.
Poi, vanno aperte scuole professionali di specializzazione e corsi universitari.
E che sia chiaro, purtroppo non è ancora possibile incriminarli, ma i principali responsabili, coloro che hanno armato la mano di questi delinquenti, sono i clienti delle prostitute, gente che va curata e rieducata ma, prima di tutto, arrestata e tolta dalla circolazione.
Poi, pensate che questa masnada di falsi che ci amministra attualmente (ovviamente peggiori dei due precedenti che, almeno, erano orgogliosamente al servizio dei pochi), ha sciacquato via il progetto del Treno Urbano - su cui avevano fatto campagna elettorale - che doveva avere una stazione proprio in Zona Aurora.
Non credo che la vergogna sia una sensazione che questi tizi possano provare, quindi, non dico loro di vergognarsi.
Caro Chuck Norris, la raccolta differenziata porta a porta è l'unica modalità che fa aumentare il riciclaggio sopra il 30%, punto dove il sistema dei cassonetti e dei punti di riciclaggio si ferma.
Basta informarsi.
Se ti fossi offeso, ti consiglierei di disoffendersi :)
A quei due non-cittadini che davano ragione a quei non-cittadini che hanno fatto quello scempio, il motivo è la mancanza di senso civico e di spirito di cittadinanza, non altro. A quella gente vanno tolti i diritti politici attivi e passivi (se sapete cosa sono) e vanno elevate multe pesantissime.
Secondo me, ci vuole uno psichiatra e pure bravo.
Primo, il centro commerciale non ci serve, ci serve il piccolo commercio, perché la grande distribuzione drena risorse e crea povertà.
Secondo, uno dei due colossi, l’H&M ha avuto grossi problemi per sfruttamento del lavoro minorile in vari Paesi. Quindi, pare che faccia schifo far lavorare la manifattura italiana e farla vendere dai commercianti locali.
Terzo, in una provincia di 330.000 abitanti ci serve un altro palazzetto oppure strutture diffuse sul territorio come, per esempio, quelle previste dal Progetto CARIMA-CCIAA Macerata nella “Isola” sopra il sottopasso di Via Einaudi, vicino alla Stazione del Treno Urbano di Aurora e lungo la ciclabile tra il Centro e Santa Maria Apparente, e che questa masnada di cialtroni che ci amministra non vuole più realizzare dopo averlo promesso in campagna elettorale.
Qui una sintesi:
http://www.scribd.com/doc/103273406/21-Treno-Urbano?in_collection=3763637
Qui altri documenti:
http://www.scribd.com/collections/2919600/Treno-Urbano
tra cui http://www.scribd.com/doc/62427579/progetto-treno-urbano
con in copertina proprio la Stazione di Aurora.
E qui altre immagini del sottopasso di Via Einaudi, dell’Isola e della Stazione di Aurora: http://www.scribd.com/doc/51080306/Aurora-e-Trodica
Infine, qualsiasi altro privato cittadino sarebbe già in galera e domando se non si senta una puzza quasi sicuramente di criminalità organizzata; ma pare che nessuno voglia rispondere.
La Legge n° 1917 del 26 Agosto 1927, sul “Regolamento per la custodia, conservazione e contabilità del materiale artistico, archeologico, bibliografico e scientifico” è una Legge composta da 38 articoli che coprono tutte le possibili situazioni e realizzano tutte le possibili precauzioni al fine di preservare, contabilizzare e controllare il patrimonio artistico nazionale distribuito a pioggia in tantissimi siti e, fino ad allora, privo di una vera tutela che ne assicurasse la salvaguardia.
La Legge n° 1089 del 01 Giugno 1939 su “Antichità, belle arti, mostre d’arte e musei”, consta di 73 articoli che ribadiscono e completano la precedente legge codificando sia i vincoli che le competenze su tutta la materia. Si pone così finalmente fine ad un lungo periodo di caos legislativo che aveva permesso un grave depauperamento del patrimonio artistico e culturale Italiano sia dal punto di vista della sua parziale alienazione da parte della speculazione privata e sia da quello della negligente trascuratezza che ne aveva impedito la corretta conservazione. I punti salienti delle due Leggi sono i seguenti:
1.Si stabilisce, una volta per tutte, il criterio in base al quale gli oggetti d’arte, i monumenti, i beni Archeologici, quelli bibliografici, demografici, etnici, archivistici, ecc. fanno parte del patrimonio Nazionale
2.Tutti gli oggetti d’arte contenuti nei musei, pinacoteche, ville o palazzi monumentali, e biblioteche debbono essere catalogati a cura della direzione dell’istituto che terrà altresì un registro delle entrate e/o delle uscite e di un catalogo generale dei suddetti oggetti.
3.Ogni radicale innovazione nell’ordinamento delle raccolte dovrà essere autorizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione che ne determinerà i limiti e le norme.
4.È fatto assoluto divieto di distruggere le schede di cose perite o distrutte, ma è obbligatorio fare menzione del fatto nella scheda relativa.
5.Entro il mese di Luglio di ogni anno, i direttori e capi d’istituto dovranno fare una relazione riassuntiva al Ministero della Pubblica Istruzione del nuovo materiale iscritto nei cataloghi nel precedente esercizio.
6.I direttori e capi d’istituto succitati sono tenuti a verificare la corretta conservazione dei beni affidati loro ed a comunicarlo tempestivamente al Ministero qualora ritenessero inadeguati o insufficienti i mezzi a disposizione per realizzarla.
7.Nulla può essere asportato, nemmeno temporaneamente, dai musei, pinacoteche, ville e palazzi monumentali e biblioteche senza la specifica autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione.
8.Indipendentemente dal controllo periodico di cui all’articolo 627 del regolamento di contabilità generale, il Ministero della Pubblica Istruzione può ordinare al direttore o capo dell’istituto l’accertamento della buona conservazione e custodia del materiale da eseguirsi con l’assistenza di un funzionario a ciò designato.
9.È fatto divieto di esportare all’estero, alienandoli dal patrimonio artistico nazionale, i beni artistici, archeologici e bibliografici che sono sottoposti alla tutela delle rispettive sovrintendenze; per i trasgressori si prevedono pene severissime.
10.Lo Stato si riserva, in caso di vendita dei suddetti beni il diritto di prelazione.
11.Gli oggetti archeologici scoperti da chiunque, appartengono allo Stato.
Nella Legge viene poi dichiarata la superiore competenza delle sovrintendenze specifiche alle quali spetta il compito di concedere eventuali nulla osta per lavori che coinvolgano materiale artistico od archeologico. Seguono disposizioni e criteri per evitare i deterioramento, la dispersione, l’alienazione, del patrimonio artistico e culturale nazionale e tali criteri, integrati ed aggiornati con successivi interventi legislativi sino a tutt’oggi, costituiscono ancora la base della tutela dei beni artistici nazionali. In buona sostanza il concetto più importante decretato con queste Leggi è quello che i beni artistici, archeologici, monumentali e bibliografici fanno parte del patrimonio generale della Nazione e, come tali, sono a disposizione della fruizione di tutti i Cittadini e pertanto la loro proprietà, quando sono privati, non è assoluta, ma condizionata alla loro conservazione qualitativa e materiale al patrimonio nazionale. In altri termini e nell’attuazione pratica, i privati ne possono avere, in certo qual modo, il possesso, ma non la proprietà assoluta che rimane dello Stato che li tutela.
Recentemente, la “compagna” onorevole Melandri, nell’ambito del processo di mimetizzazione e di smantellamento delle Opere del Fascismo, ha fatto abrogare le leggi in questione sostituendole con altre di analoga materia e significato che però hanno il pregio di recare il marchio “resistenziale” (fulgido esempio di “maquillage” storico–politico come il cambio del nome delle città della riforma dell’agro Pontino) che però non incanta nessuno…
Istituzione della Reale Accademia d’Italia Regio Decreto Legge n°87 del 07–01–1926
Nel quadro del progetto di risollevare la Nazione da quello spirito di rassegnata sudditanza e di provincialismo culturali che aveva contraddistinto secoli di storia, prima e dopo l’unità, in cui l’Italia era stata, come disse padre Dante “…non Donna di Provincia, ma bordello…”, fu fondata l’Accademia d’Italia per dare, sul modello di altre Nazioni Europee come la Francia, lustro e dignità all’ingegno ed all’arte Italiani che non avevano invece nulla da invidiare alle altre Nazioni.
L’Accademia d’Italia fu però soppressa, ricostituendo la vecchia “Accademia dei Lincei” di più modesta levatura, da un Decreto Luogotenenziale, il n° 363 del 28–09–1944 per cercare di annullare non una istituzione in quanto sbagliata, ma solamente in quanto opera del Fascismo.
Dopo la sconfitta e con l’avvento della Repubblica resistenziale, rifiorì il servilismo ed il provincialismo che si concretizzavano nel sentirsi e voler essere colonia culturale, politica ed economica USA, da parte dell’anticomunismo borghese e clericale, e colonia dell’URSS da parte della sinistra socialcomunista.
Non è difficile constatare, anche oggi, che l’Italia è diventata effettivamente, in tutto e per tutto, una colonia culturale, economica e politica USA. Ci si veste all’Americana, si mangia nei fast–food e nei Mac Donald’s, si ascolta la musica Americana, ci si “buca” all’Americana, la lingua è infarcita di termini Americani, se a Wall Street le azioni crollano, in Italia un sacco di famiglie si rovinano, ecc., ecc., ecc. La Coca Cola e gli Hamburger hanno vinto sconfiggendo la Pirelli, la Fiat, Dante, Macchiavelli, Giotto, il Perugino, Michelangelo, Vivaldi, Puccini e Leonardo….
E basterebbe vedere come l’atteggiamento servile di tutti i nostri capi di governo che si recano a Washington, da Berlusconi ai suoi predecessori, assomigli molto a quello dei capi Indiani o Africani che si recavano a rendere omaggio ai Re d’Inghilterra quando questa aveva ancora l’Impero…!
Riforma della scuola Gentile Regio Decreto Legge n° 1054 del 06–05–1923
La data di promulgazione, solo otto mesi dopo la Marcia su Roma, essendo Giovanni Gentile Ministro dell’educazione Nazionale del primo governo Mussolini, indica chiaramente l’attenzione particolare del Fascismo al problema della scuola. L’istruzione è e sarà sempre per il Fascismo una istanza primaria, vista anche nell’ottica della strada maestra per il riscatto delle fasce più deboli che la mancanza d’istruzione relegava nei più bassi gradini della scala sociale senza la possibilità di uscire dal ghetto per il semplice motivo che, come ebbe a dire Mussolini: “…l’ignoranza significa esclusione dalla partecipazione…”.
L’anelito verso il modernismo che pervade il movimento Fascista sin dalle sue origini, probabilmente influenzato anche dalla presenza nelle sue file di futuristi come il Marinetti, spinge il nuovo governo a programmare una numerosa e preparata classe dirigente in grado di supportare un vasto progetto di sviluppo Nazionale, obiettivo questo non realizzabile senza una scuola moderna, razionalizzata, dinamica, produttiva ed accessibile a tutti.
Definita, anche dai più pregiudiziali antifascisti, la più importante ed organica riforma della scuola del secolo XX, la riforma Gentile pose mano ad una situazione disordinata ed approssimativa di una scuola che oltre che essere vecchia, poco formativa e disorganizzata, era fortemente selettiva a favore dei ceti abbienti trascurando il compito di dare preparazione e cultura a tutti i Cittadini.
La riforma Gentile succede alla Legge Casati del 1859 che stabiliva gli ordini d’istruzione, istituiva un corso di studi tecnici della durata di tre anni e rendeva l’istruzione obbligatoria sino alla seconda classe elementare.
Il nuovo livello scolastico obbligatorio viene elevato alla quinta classe elementare, ma la proibizione dell’avvio al lavoro dei giovinetti prima dei 14 anni, sposta di fatto tale obbligatorietà sino alla fine del ciclo dell’avviamento o della terza media.
La riforma ebbe un’impronta umanistica, formativa e culturale contro l’utilitarismo arido e l’enciclopedismo e comprese, tra le materie d’insegnamento anche l’istruzione religiosa.
Altre caratteristiche specifiche della riforma Gentile sono: l’introduzione dello studio del Latino in tutti gli ordini di scuole medie, l’introduzione degli esami di stato professionali per i laureati, la nomina ministeriale per Rettori, Presidi e Direttori didattici, l’ammissione delle Università libere, gli esami di Stato per l’ammissione ad ogni ordine e grado superiore d’istruzione e l’istituzione dei Provveditorati agli studi che vengono distribuiti, nel tempo, su scala provinciale.
Vengono riordinati i cicli di studio medio superiore sia per il conseguimento dei diplomi nelle varie specializzazioni che per l’accesso all’università che viene suddiviso in due categorie di Liceo, quello Scientifico per le facoltà scientifiche e quello Classico per tutte le altre facoltà anche se non squisitamente umanistiche come per esempio quella di Medicina.
In relazione alle “Dichiarazioni” della Carta della Scuola, che con la Carta del Lavoro emanata successivamente nel 1927 formerà il binomio cardine della filosofia sociale del Fascismo, il principio dell’obbligo scolastico assume il nuovo significato di “Servizio Nazionale” ed in coerenza con la Legge che ammetteva al lavoro i giovani solo dopo il compimento del 14° anno d’età, l’istruzione elementare viene suddivisa in quattro cicli:
1. Scuola materna biennale, vera e propria scuola di stato per bambini dai quattro ai sei anni, che non si sostituisce agli asili per età inferiori e di natura privata già esistenti, ma serve ad essi di efficace orientamento.
2. Scuola elementare triennale per i fanciulli di 6 –7 – 8 anni distinta in urbana e rurale.
3. Scuola del lavoro biennale per i fanciulli dai 9 ai 10 anni nella quale, al normale insegnamento culturale era abbinata la conoscenza e la coscienza del lavoro in tutte le più salienti manifestazioni.
4. Scuola media o scuola artigiana o scuola Professionale, alle quali si accedeva dopo avere superato gli appositi esami di ammissione, per completare l’ultimo ciclo dell’istruzione primaria dall’11° al 14° anno d’età e che aveva la durata di tre anni.
La scuola Artigiana, distinta in tipi a seconda delle caratteristiche dell’economia locale, mirava a dare, con la necessaria cultura generale e tecnologica, un rapido addestramento ai diversi mestieri, fornendo gli elementi fondamentali, scientifici e tecnici che valgono per tutti i lavoratori e per tutte le specie di lavoro. I ragazzi che dopo la scuola del lavoro intendevano prepararsi alle esigenze proprie del lavoro nei grandi centri, potevano scegliere di frequentare la scuola professionale, triennale, seguita dalla scuola tecnica, biennale, orientate specificatamente agli impieghi minori ed al lavoro specializzato nelle grandi aziende industriali, commerciali ed agrarie. Chi accedeva alla scuola media, vi trovava una scuola propedeutica che lo preparava al proseguimento degli studi medi superiori.
Per quanto riguarda l’Ordinamento generale, in basa alla Carta della Scuola è possibile distinguere, in definiva, i seguenti ordini di studio:
I)Elementare
a)Scuola materna, biennale
b)Scuola elementare, triennale
c)Scuola del lavoro, biennale
II)Medio
a)Scuola Artigiana, triennale
b)Scuola Media, triennale
c)Scuola Professionale, triennale
d)Scuola Tecnica, biennale
III)Superiore
a)Liceo Classico, quinquennale
b)Liceo Scientifico, quinquennale
c)Istituto Magistrale, quinquennale,
d)Istituto Tecnico Commerciale, quinquennale
e)Istituto Tecnico per Periti agrari e industriali, per Geometri e Nautico, quadriennale
IV)Universitario
a)Facoltà di Giurisprudenza, di scienze politiche e di
b)Economia e commercio
c)Facoltà di Lettere e filosofia e di Magistero
d)Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Medicina Veterinaria
e)Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, scienze statistiche, demografiche ed attuariali
f)Facoltà di Farmacia
g)Facoltà d’Ingegneria, d’ingegneria mineraria, di Chimica industriale
h)Facoltà di Architettura
i)Facoltà di Agraria
j)Scuole dirette a fini speciali
I corsi di studio per il conseguimento dei titoli accademici hanno la durata da quattro a sei anni. Eccezionalmente, alcuni corsi possono avere una durata inferiore. Presso le facoltà possono inoltre essere istituiti per i laureati, corsi di perfezionamento e corsi di specializzazione.
Oltre agli ordini di studio sopra citati, costituiscono ordini speciali di studio e di addestramento:
I)Istituti d’istruzione e d’arte così distinti:
a)Corso di avviamento all’arte, triennale
b)Scuola d’arte, quinquennale
c)Istituti d’Arte della durata di otto anni
d)Corsi di Magistero per il disegno e per l’Arte applicata, biennali
e)Liceo Artistico, quinquennale
f)Accademia d’Arte, quadriennale
g)Conservatorio di Musica, da sei a dieci anni a seconda delle discipline
h)Accademia d’Arte Drammatica, triennale
II)Gli istituti per l’educazione e la preparazione della Donna, così distinti:
a)Scuola Media femminile, Triennale
b)Magistero femminile, biennale
III)Corsi per la formazione ed il perfezionamento dei Lavoratori
Come si può vedere, la riforma Gentile è stata, oltre che fortemente innovativa e moderna, anche molto articolata e specifica, tanto da ricoprire non solo tutte le necessità di cultura e d’istruzione che la società degli anni venti voleva soddisfare, ma da essere ancora moderna ed efficiente, con gli eventuali aggiornamenti necessari, anche negli anni 2000. Tant’è che, nonostante i tentativi pasticcioni dei vari ministri che recentemente hanno tentato di modificarla, e le cui riforme sono state quasi sempre peggiorative dello “stato quo ante” (vedi l’abolizione del Latino e dello studio dei Classici…), essa è ancora la colonna portante della cultura e della scuola Italiane ed ha formato generazioni di professionisti e d’intellettuali che costituiscono uno dei vanti dell’Italia!
Mi meraviglio della vostra meraviglia.
Sono ormai tre volte consecutive che l'OCSE certifica come l'80% degli italiani sia analfabeta: il 7/8% in maniera totale, altrettanti in maniera parziale e circa il 65% in maniera funzionale, tra cui, ovviamente, un sacco di diplomati e laureati.
Avere l'80% della popolazione analfabeta in vario grado significa avere l'80% della popolazione che non è in grado di esercitare i diritti di cittadinanza perché, molto semplicemente, non capisce né un discorso né uno scritto complesso, né è in grado di esprimere se stessa. Invece, esercita questi diritti perché, sfortunatamente, sono automatici con la cittadinanza.
Ormai è chiaro come vi sia un progetto ben disegnato e ben attuato, con le sedicenti riforme della Scuola fatte appositamente per abbassare il livello civico delle persone.
A volte, qualcuno dice che il sistema funziona male. Non è vero! Funziona benissimo per quel che deve fare.
Purtroppo, è passata l'idea sbagliata che la scuola sia per tutti. Non è vero.
La scuola è per tutti gli studenti, cioè coloro che vogliono studiare. Agli altri deve essere data la possibilità di fare altro.
Michele, a Civitanova sono 68 che non esiste opposizione. Esistono dei poteri che scelgono i loro migliori servitori a seconda della bisogna. Ed esistono dei sedicenti cittadini che votano questi signori scelti altrove.
Se vi fosse stata opposizione, insieme ad un numero sufficienti di cittadini, peraltro, non avremmo potuto ridurre Civitanova in questo stato.
Primo: secondo me c'è un puzzo orribile di criminalità organizzata di cui nessuno vuole parlare.
Secondo: l'H&M/Zara è la perfetta azienda per un posto del genere, visto che sfrutta il lavoro minorile. Potete leggere, se capite l'inglese, oppure usare un traduttore:
http://www.theguardian.com/business/2012/dec/15/cotton-child-labour-uzbekistan-fashion
http://en.wikipedia.org/wiki/Child_labour#H.26M_and_Zara
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2332652/Beyonce-H-Ms-Bangladesh-sweatshop-scandal-employees-forced-work-days-end-face-sexual-abuse-child-labour-rife.html
http://www.facing-finance.org/database/cases/violation-of-labour-rights-by-hm-in-uzbekistan-bangladesh-and-cambodia/
http://www.cottoncampaign.org/2013/02/01/cotton-campaign-calls-on-hm-to-implement-the-daewoo-protocol/
http://www.greenamerica.org/programs/responsibleshopper/company.cfm?id=385
http://laborrightsblog.typepad.com/international_labor_right/2012/10/hm-hypocrisy-minimum-wage.html
http://www.ecouterre.com/hm-sourcing-child-picked-uzbek-cotton-claims-anti-slavery-group/
Terzo: dovremmo ringraziare l'amministrazione Corvatta perché ha definitivamente dimostrato (a chiunque abbia ancora il cervello funzionante) che la democrazia rappresentativa non funziona, anzi, che è una truffa a danno dei cittadini veri perpetrata da rappresentanti eletti da stolti.
Quarto: vorrei sapere dove stanno le magistrature penali e contabili.
Domenico Bevilacqua
«dbev»
Utente dal
31/7/2011
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