di Gianluca Ginella
Caporalato nei cantieri delle Sae e subappalti illeciti: queste in sintesi le contestazioni, a vario titolo, per due imprenditori entrambi rinviati a giudizio oggi dal gup Claudio Bonifazi del tribunale di Macerata. Parte civile si sono costituiti la Cgil (che ha annunciato per domani una conferenza stampa) e 4 lavoratori. Per un terzo imputato la posizione è stata stralciata in quanto irreperibile. A Gheorghe Carp, titolare di una impresa individuale, viene contestato il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di un gruppo di operai romeni e di ulteriori 13 lavoratori di altre nazionalità «in tutto sono una ventina» spiega l’avvocato Bruno Pettinari, che assiste le parti civili.
Una ventina di persone che, secondo l’accusa, sostenuta dal pm Margherita Brunelli, venivano impiegati per svolgere i lavori di costruzione delle Sae a Pieve Torina, Visso e Ussita e che sarebbero stati sottoposti a condizioni di lavoro «penalmente rilevanti», impiegati dalle 6,30 del mattino fino alle 19 con una pausa di 30 minuti, sottopagati e senza riposo domenicale. Tra le contestazioni anche l’assenza di mezzi di protezione antinfortunistica, «tanto che uno dei lavoratori si era fatto male» spiega Pettinari. Inoltre Carp è accusato di aver costretto un dipendente, appunto quello che si era infortunato, a non andare in ospedale. Il secondo imputato è Vincenzo Romano, legale rappresentante della ditta Europa. A lui viene contestato di aver preso in subappalto i lavori delle Sae senza autorizzazione.
Daniel Taddei e Massimo De Luca
Una vicenda, quella delle presunte irregolarità nei cantieri e di casi di caporalato, che era stata segnalata in principio da Cronache Maceratesi e vi erano stati nel corso degli anni numerosi esposti e segnalazioni da parte della Cgil che si era schierata al fianco dei lavoratori che lamentavano condizioni di lavoro inadeguate e episodi di sfruttamento. Dopo il rinvio a giudizio di oggi, il processo di aprirà al tribunale di Macerata il 18 giugno prossimo.
Il legale di Carp, l’avvocato Antonio Renis, in merito alle accusa sottolinea: «Il mio assistito rigetta le contestazioni. Lui stesso è stato coinvolto nei lavori, con stessi identici orari di lavoro e stesse condizioni di lavoro degli altri. E nemmeno ha finito di prendere gli stipendi, a differenza di altri lavoratori che hanno ricevuto tutela dal sindacato. Carp era responsabile di cantiere ma nel modo più assoluto si è mai occupato di reclutare manodopera o di dettare direttive o orari di lavoro».
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