Le sae di Muccia sono state realizzate dal consorzio Cns
di Monia Orazi
«Non ne possiamo più, siamo terremotati ma non accettiamo di perdere la nostra dignità. Chi li paga i danni? Sono entrati a controllare ed in alcune abitazioni hanno scattato foto a chi ha messo una televisione o la lavastoviglie, scrivendo “non conforme”, per non dover più praticare la garanzia nella Sae. Non deve passare il messaggio che le Sae ci sono state regalate, sono un nostro diritto, non è colpa di nessuno se c’è stato un terremoto e a noi deve essere garantito un alloggio dignitoso. Perchè non ci hanno detto la verità, che anzichè controllare l’umidità dei pavimenti, sono venuti a fare l’inventario delle modifiche? Basta prenderci in giro». A dirlo è Antonella Pasqualini, commerciante residente nella zona Sae Pian di Giove a Muccia, tra i primi a segnalare i problemi di muffa ed i pavimenti fradici di acqua, poi sostituiti.
Antonella Pasqualini
E’ stato il vigile urbano di Muccia, a passare casa per casa, annunciando nuovi controlli del Cns (che qui ha realizzato le casette), puntualmente avvenuti sia nelle frazioni, che a Varano e Pian di Giove, le due zone Sae del capoluogo. «Mi è stato detto che la mia lavastoviglie non è conforme – incalza Pasqualini – ma con la salubrità dell’ambiente non c’entra niente, anche perchè non ha nessuna perdita di acqua. Da me sono venuti lunedì, ci sono le stecche del pavimento rotte, quando ci hanno consegnato la Sae abbiamo firmato il foglio, assumendoci la responsabilità di riconsegnare, quando andremo via, l’alloggio come ci è stato dato. Ma nel frattempo ci si attacca ad una lavastoviglie, per non pagare i danni? La colpa non è di chi vive nelle Sae se ci sono problemi, ma sono le casette a non essere conformi ed idonee. A qualcuno sono state fatte le foto, per la staffa della televisione. Basta così, non vogliamo subire ulteriori oltraggi alla nostra dignità, dobbiamo costituirci parte civile per vederci riconosciuti i danni materiali e di salute? Il Comune è il primo a dover tutelare la salute pubblica». Girando per le Sae, molti hanno lamentato la rottura dei vetri della porta di ingresso, in molti casi sostituiti, le fogne che a Pian di Giove si attappano, con l’aria che di conseguenza diventa irrespirabile. C’è chi racconta ma non vuole che compaia il nome, chi come Blandine Pellei, madre di tre figli, esprime tutta la sua amarezza: «Se ci sono danni non è di certo colpa mia. Nel salotto ho il cavo dell’antenna, che passa per la televisione in camera, mi hanno persino detto che il wi fi non è conforme e persino il box che si usa per Netflix. Li ho fatti entrare per i controlli al pavimento, un problema che c’è stato in diverse Sae, mi sono sentita in ansia per sapere se ci sono problemi di umidità, ma quando ho capito che sono venuti per altri motivi, mi sono sentita violata nella privacy. Perchè non hanno detto la verità?».
Il sindaco Mario Baroni spiega che si tratta di controlli per verificare il livello di umidità: «Si tratta di controlli del Cns, che riguardano la misurazione del livello di umidità dei pavimenti, visto che in passato ci sono stati dei problemi e sono stati sostituiti. Se l’umidità supera un certo livello, vuol dire che il pavimento si sta rovinando e dovrà essere sostituito, sono state controllate anche a Varano e Massaprofoglio, nel caso di necessità saranno pianificati gli interventi da fare». Baroni conferma che la manutenzione delle Sae da affidare all’Erap, al momento non è ancora partita. Se ne era parlato nelle scorse settimane, il provvedimento era visto con favore dai sindaci dei centri più piccoli, impossibilitati a garantire con il solo personale del Comune interventi per le diverse problematiche riscontrate, anche se attualmente in tanti Comuni in caso di problemi alle fogne o altro, quando il consorzio costruttore delle Sae non interviene, sono gli operai comunali a farsi carico del problema. All’Erap, se sarà incaricato della manutenzione delle Sae, cadranno sul groppone le oltre duemila soluzioni abitative di emergenza delle Marche, per cui sarà necessario prevedere personale, o adeguata dotazione finanziaria per appaltare il servizio a ditte esterne. Per una delle Sae controllate a Muccia, i tecnici Cns hanno chiesto agli inquilini di aprire il ticket, cioè di avviare una procedura di segnalazione al Comune. «Da me negli ultimi sei mesi sono venuti quattro volte a controllare – spiega un pensionato che vive nella zona Sae Varano – ho anche aperto loro le case di alcuni vicini che al mattino lavorano. E’ passato il vigile preannunciando che ci sarebbe stato un controllo. Sono entrati i tecnici con l’igrometro, nella maggior parte dei casi hanno riscontrato un livello di umidità tra il 17 ed il 30 per cento, se supera il 40 per cento vuol dire che il pavimento è marcio ed è da sostituire. Ad uno che ha rotto la doccia due volte, l’hanno cambiata, la terza se la ripaga».
I controlli hanno visto la presenza dei tecnici Cns per misurare il livello di umidità dei pavimenti, oltre che al controllo delle altre stanze, per verificare la presenza di modifiche apportate dai residenti nelle Sae. Chiunque può entrare e vedere che gli inquilini hanno appeso quadri e foto alle pareti, qualcuno ha portato qualche vecchio mobile, c’è chi ha messo tv in altre stanze, ha acquistato una lavastoviglie o un deumidificatore. «Li ho visti che giravano in cucina con il telefonino in mano e gli ho chiesto perchè dovessero fare delle foto – spiega un sessantenne di Muccia – in camera mia non hanno fatto foto, forse nella camera di mio figlio. Attendo solo di andarmene». Nel mirino ci sono soprattutto tv appese alle pareti di cartongesso, fori per far passare i cavi elettrici o delle antenne, bollati come “non conformi”, per cui non è chiaro se c’è il rischio che le Sae non siano più coperte dalla garanzia che dura quattro anni dalla consegna. Nel prospetto di manutenzione Sae, in possesso di uno degli inquilini Sae di Muccia, la manutenzione delle Sae viene divisa in sistemazione interna ed esterna, ripartita tra ente territoriale ed assegnatario. Spetta a chi vive nelle Sae la pulizia dei pavimenti, la riparazione dei tetti per colpa dovuta ad installazione di apparecchi tecnologici, pulizia dei canali di gronda e dei pluviali, rifacimento tinteggiature e dei rivestimenti interni comprensive di stuccature delle pareti, di chiavi ed eventuale tamburo della serratura, sostituzione di vetri, controllo periodico visivo sull’efficienza dei serramenti e registrazione dei meccanismi di apertura/chiusura, sostituzione delle lampade e dei corpi illuminanti, controllo della non occlusione delle bocchette di areazione al fine di favorire il ricircolo dell’area per evitare la formazione di condensa all’interno della Sae, chiusura portico a seguito di richieste di modifica.
Riguardo agli elettrodomestici spetta ai residenti nelle Sae il controllo visivo del loro stato di usura degli arredi e la riparazione degli elettrodomestici dopo il periodo di garanzia, riparazione dell’impianto tv (qualora non in garanzia), riparazione e sostituzione di interruttori, prese di cop efficienza dell’impianto idrosanitario, pulizia dei filtri a seguito di incrostazioni varie, sostituzione di guarnizioni usurate, effettuare il controllo periodico e sostituzione del tubo gas collegato ai fuochi del piano cottura. Tra le sistemazioni esterne spetta agli inquilini Sae la riparazione e disotturazione dei sifoni e degli scarichi dovute ad un non corretto utilizzo, dal contatore alla Sae spetta loro l’intervento su rete idrica, di erogazione e distribuzione di energia elettrica e del gas. Nella pertinenza esterna della soluzione abitativa di emergenza spetta all’inquilini l’attività ordinaria di giardinaggio (es. pulizia cortile, sfalcio erba, etc.), l’ordinaria manutenzione dell’impianto di illuminazione e sostituzione lampadine del patio, lo sgombero neve vialetto e tetto. Tutti gli altri interventi spettano all’ente territoriale.
Uno dei pavimenti divorati dalla muffa nelle sae di Muccia
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La vicenda SAE non finisce di riservare sorprese.
Tanto attese nell’immediatezza degli eventi sismici, una volta realizzate ci siamo tutti accorti della loro misera consistenza e dei tanti difetti riscontrati (infiltrazioni, umidità, pavimenti che marcivano, caldaie che si sono congelate ecc.). Ora il Consorzio Nazionale Servizi (il C.N.S., cooperativa di Bologna) che, da quanto leggo, è l’azienda che a Muccia ha realizzato le casette, si è fatto sotto per controllarne lo stato di conservazione e qua e là cerca di tirarsi fuori dalle proprie responsabilità per eventuali usure precoci e da altri ulteriori difetti che potrebbero manifestarsi nell’immediato futuro.
Nulla da eccepire se chi abita questi alloggi in questi mesi ha arrecato modifiche importanti alla struttura tale da comprometterne stabilità, solidità e isolamento ma il maldestro tentativo di sottrarsi ai propri obblighi di garanzia contrattuale perché ho installato una lavastoviglie o perché ho appeso alla parete la staffa di sostegno della televisione è semplicemente pretestuoso e ridicolo.
A tutto questo credo sia anche doveroso far sapere, a chi questi alloggi non li ha mai visitati o almeno visti da vicino, quanto siano lontane da quanto tutti noi chiamiamo “la mia casa” e come invece ne sia tangibile la provvisorietà e la precarietà.
Con lodevole iniziativa Cronache Maceratesi in questi anni ci ha spesso raccontato dei drammi, delle angosce, dei tanti problemi dei terremotati; di tante persone che hanno dovuto abbandonare i propri paesi, amici, il lavoro, la quotidianità fatta anche di piccole amate cose.
Leggere questo articolo mi ha dato ancora una volta un tocco d’amarezza e non credo sia giusto che al danno si debba ora aggiungere anche la beffa.
Girano le voci più incontrollate sui costi di questa provvisoria ricostruzione; Cronache Maceratesi, se volesse fare un ottimo servizio di inchiesta, perché non va ad intervistare i responsabili del C.N.S. o quelli del Consorzio Arcale (ad esempio) o ancora altri che in questi anni sono stati i primi attori dell’emergenza.
Potremo mai sapere la verità?