Ricostruzione, Cgil all’attacco:
«Vero gestore della Eni è Raffaele Piccolo
Aberranti le dichiarazioni di Ceriscioli»

SISMA - Il sindacato critica le dichiarazioni del presidente della Regione che aveva detto che prima devono operare le ditte e poi arrivano i controlli. E sull'azienda che si è occupata della messa in sicurezza alla basilica di San Nicola di Tolentino: «Non è iscritta all'anagrafe antimafia. Quattro lavoratori che si sono rivolti a noi per recuperare stipendi arretrati hanno denunciato all’ispettorato che assunzione, pagamenti e decisioni erano prese dal fratello del titolare, indagato dalla Dia». Altro caso quello di imprese che non hanno pagato i conti degli agriturismi, decine di episodi

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I SINDACALISTI Massimo De Luca e David Taddei durante la conferenza di oggi (foto Falcioni)

 

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Una frecciatina al presidente della Regione, Luca Ceriscioli, poi il lungo elenco di cose che non vanno nella ricostruzione post sisma. Dalla vertenza, una delle tante avviate, che riguarda i lavoratori della Europa srl, consorzio in subappalto da Gips che a sua volta ha ricevuto da Arcale l’incarico di realizzare le sae, alla denuncia di alcuni lavoratori in merito alla Eni srl, impresa che ha realizzato la messa in sicurezza della basilica di San Nicola a Tolentino, la cui presenza di Raffaele Piccolo, fratello di Salvatore a cui è intestata la società, è denunciata con forza dagli stessi lavoratori. Per proseguire con i mancati pagamenti di alcune ditte che hanno lavorato nella ricostruzione a diversi agriturismi dell’entroterra in relazione al servizio mensa. Un j’accuse preciso e circostanziato quello che la Cgil, attraverso il segretario provinciale Daniel Taddei e il responsabile della Fillea, Massimo De Luca, per i ritardi, le negligenze, la nebulosità che avvolge diversi aspetti della ricostruzione post sisma, come peraltro spesso denunciato in questi anni dal sindacato maceratese. «Prima opera la ditta, poi si fanno i controlli e si sanziona ha detto il governatore Ceriscioli – ha esordito Taddei -. Una dichiarazione che definisco aberrante. Segno di una scarsa attenzione alle denunce costanti che abbiamo fatto da più di un anno a questa parte. Ci sono lavoratori che per il semplice motivo di essersi rivolti a noi per farsi tutelare sono stati cacciati dai cantieri. Per non parlare della costruzione delle sae con tutte le irregolarità, i mancati pagamenti dei lavoratori che si sono portate dietro. Ma i nodi stanno giungendo al pettine. C’è stata la chiusura indagini in merito alla società Europa srl e siamo in attesa di un rinvio a giudizio. Non abbiamo ancora acquisito il fascicolo chiesto alla cancelleria del Tribunale, ma sappiamo che il titolare dell’impresa, un italiano di Reggio Calabria, non è coinvolto mentre lo è chi stava in cantiere, guarda caso un dipendente romeno. Le problematiche relative all’insalubrità delle sae, ai difetti di costruzione, alla loro insicurezza sta nel capitolato tecnico della gara Consip che il più delle volte non è stato rispettato. Con tutto quello che oggi è sotto gli occhi di tutti. Passando di sub appalto in sub appalto la catena si allunga i prezzi si abbassano e la stessa qualità delle opere: a spese dei lavoratori prima e della collettività poi».

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Salvatore Piccolo (primo a destra) durante l’inaugurazione della Basilica di San Nicola dello scorso 16 dicembre

Anche sulla Eni srl, azienda che ha messo in sicurezza la basilica di San Nicola di Tolentino, le perplessità sollevate dalla Cgil sulla vera proprietà dell’impresa sono state confermate dalle testimonianze di quattro lavoratori della stessa ditta campana. «La storia è nota, questa Eni srl ha lavorato a Tolentino e Valfornace –ricorda Taddei – non risulta iscritta all’anagrafe antimafia ed è in attesa di essere inserita nella white list dalla prefettura di Caserta. Per cui tramite autocertificazione ha potuto partecipare all’aggiudicazione dei lavori nelle aree della ricostruzione. Raffaele Piccolo, fratello di Salvatore che risulta il titolare della Eni srl, come noto è indagato dalla Dia per corruzione e turbativa d’asta nell’inchiesta The Queen. Per uno dei filoni di questa mega inchiesta, c’è stata l’udienza preliminare e Piccolo a gennaio è stato rinviato a giudizio al Tribunale di Aversa-Napoli-Nord. Ebbene 4 lavoratori che si sono rivolti a noi per recuperare stipendi arretrati hanno denunciato all’ispettorato del lavoro che assunzione, pagamenti, decisioni su spostamenti o in quale luogo andare a lavorare venivano decisi dallo stesso Raffaele Piccolo e non da Salvatore. Per cui il vero gestore dell’attività della Eni srl risultava Raffaele e non certamente il fratello Salvatore. Abbiamo comunicato agli organi preposti questa situazione e agli stessi comuni interessati dai lavori di questa impresa».

CGIL_FF-1-1-325x271Oltre a lavoratori, imprese e cittadini al sindacato stanno giungendo richieste di intervento anche di agriturismi delle zone montane che hanno effettuato il servizio mensa per gli operai senza essere poi pagati dalle imprese. «Uno dei casi riguarda l’azienda Doge, per intenderci quella che ha montato i boiler sulle sae –ricorda De Luca -. Decine di agriturismi si sono rivolti a noi per recuperare crediti non pagati nel periodo febbraio-maggio 2018 quando hanno effettuato il servizio mensa per i lavoratori di questa ed altre aziende nella ricostruzione. Oltre al danno del terremoto la beffa di non essere pagati nelle rare occasioni di lavoro che ci sono in queste aree. Sotto questo aspetto per il futuro si potrebbe pensare a de campi base per alloggio e ristorazione dei lavoratori, un po’ come accaduto con i cantieri della Quadrilatero. In questo modo si darebbe maggior sicurezza e condizioni meno precarie a migliaia di operai che giungeranno nell’area del cratere nel momento in cui partirà davvero la ricostruzione. E’ una proposta che abbiamo portato al tavolo della prefettura assieme al Durc di congruità, che il commissario Farabollini sta mettendo in dubbio ed al settimanale di cantiere che potrebbe aiutare ad effettuare controlli mirati da parte dei nuclei ispettivi. Che debbono essere rafforzati perché decisamente sotto organico ed impossibilitati a svolgere il loro importante lavoro sul territorio».

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