Sae marce, lettera al premier Conte:
«Situazione indecente
noi terremotati meritiamo rispetto»

MUCCIA - Manuel Casoni ha 31 anni, abita in una soluzione abitativa d'emergenza e ora teme di doverne uscire per i problemi con la muffa: «Provo vergogna, rabbia, per come siamo stati trattati»

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Manuel Casoni

 

Da avvocato ad avvocato, Manuel Casoni (31enne terremotato di Muccia) ha scritto oggi al premier Giuseppe Conte indirizzandogli un lungo messaggio dal suo profilo Facebook. Il tema: le soluzioni abitative d’emergenza (sae) che, nell’area dove anche lui è in attesa di controlli, stanno marcendo a causa delle infiltrazioni nei pavimenti. Alcuni sarebbero stati montati già bagnati. Nel messaggio Casoni invita anche i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini a visitare Muccia.

«Egregio presidente del Consiglio dei Ministri, avvocato Giuseppe Conte, mi chiamo Manuel Casoni, ho 31 anni e sono un giovane avvocato di Muccia, un paese che probabilmente non le dirà nulla – inizia la lettera -. Muccia si trova nelle Marche, in provincia di Macerata, a pochi chilometri da Camerino ed è uno dei tantissimi comuni che sono stati colpiti dal violento terremoto del 26 ottobre 2016, che ha fatto seguito a quello avvenuto qualche mese prima ad Amatrice. Muccia, così come i tantissimi comuni vicini, è stata devastata dalle violenti scosse che in una fredda sera di fine ottobre hanno letteralmente cambiato la vita di tutti noi abitanti dell’Alto Maceratese. Anche Muccia è stata letteralmente abbandonata a sé stessa, considerando che qua abbiamo ancora zone rosse e macerie nelle vie».

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Uno dei pavimenti divorati dalla muffa nelle sae di Muccia

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la vicenda che ha riguardato diverse famiglie, costrette di nuovo ad uscire per permettere i lavori di ripristino dei pavimenti fradici: «Tali sae, manifestano dei gravissimi difetti progettuali nonché strutturali, con relativi costi di costruzione davvero allucinanti, tant’è che dopo neanche un anno dalla loro consegna avvenuta tra il dicembre 2017 ed il febbraio 2018, le stesse casette presentano pavimenti rovinati, marci, con tanto di materiali di legno utilizzati zuppi di acqua, con l’ulteriore presenza di muffa e funghi – prosegue la lettera -. Tale situazione, che definisco indecente purtroppo è in continua evoluzione. Da terremotato provo vergogna, rabbia, per come siamo stati trattati, visto che sia io che i miei concittadini abbiamo già dovuto affrontare il dramma, le sofferenze di questa emergenza del terremoto, un evento che mi creda ti sconvolge la vita. Ho ancora addosso i brividi, la paura provati nello scappare da casa, al buio, durante la violentissima scossa delle 21.18, mentre vicino sentivo cadere pezzi di muro, e respiravo la polvere dei calcinacci”. Casoni ricorda che la ricostruzione è ferma: «Non bastava aver già dovuto abbandonare la propria abitazione, che rimarrà in questo stato di inagibilità chissà per quanto tempo, considerato che la ricostruzione è quasi del tutto ferma, al di la delle innumerevoli e stucchevoli chiacchiere che in tanti si prodigano a fare, anche nelle scorse settimane. Anche io rischio di dover uscire, visto che ad oggi, non è stata ancora visionata la mia sae, che il presidente regionale Luca Ceriscioli e il suo assessore Angelo Sciapichetti, alla presenza del capo della Protezione Civile Nazionale nella figura di Angelo Borrelli e degli altri dirigenti di protezione civile marchigiani, hanno consegnato a me e alla mia famiglia, con tanto di sorrisi e strette di mano. Voglio esprimere la delusione che sto provando, nonché la rabbia per come sono stati trattati i miei concittadini. Siamo delle persone e come tali meritiamo rispetto». La lettera termina con un invito per Conte ed i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini a visitare Muccia.

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