Uno dei soffitti marci
di Federica Nardi
«La casetta l’hanno presa con un minimo di speranza ma ci sono problemi su problemi e ora il soffitto è ammuffito. E succederà anche ad altri. Non so di chi sia la colpa ma non è giusto». Irene Piroli racconta così del disagio vissuto dai genitori a Visso. I due, terremotati come la figlia (che però abita a Pieve Torina), hanno ricevuto una soluzione abitativa d’emergenza nell’area di Villa Sant’Antonio. La stessa dove Cronache Maceratesi, due settimane fa, ha raccontato dei tetti con rivestimento marcio e dei problemi agli impianti di diverse casette.
I rivestimenti del soffitto marci e rimossi
«Hanno ricevuto le chiavi a maggio – racconta Piroli -. All’inizio sembrava tutto ok. Solo qualche piccolo problema che si sono risolti da soli per non disturbare nessuno. Poi due mattine fa hanno suonato degli uomini. Una ditta che ha detto di dover fare dei carotaggi. Nella sae non c’erano grandi problemi sui muri, all’apparenza. Qualche macchietta, ma roba da poco. Addirittura in camera dei miei non c’era niente di evidente». E invece, aprendo i pannelli del soffitto «è venuto fuori che il pannello era tutto nero e ammuffito. Sia in sala che in camera di mio fratello. Poi, dopo aver detto di controllare anche in camera dei miei, è venuto fuori che era tutto ammuffito anche lì. Hanno cominciato i lavori e smontato il soffitto. Il rivestimento interno era bagnatissimo, perché evidentemente era bagnato quando è stato montato. Del resto quelle aree sono state costruite l’anno scorso sotto la pioggia e la neve infatti questo problema si sta presentando anche in altre abitazioni. Insomma i miei si ritrovano con una casetta inagibile in pratica perché durante i lavori i mobili sono tutti ammucchiati all’ingresso. Mio fratello, che vive con loro, ha dormito da un amico. Loro hanno dormito in mezzo ai lavori». La cosa che più non va giù a Piroli «è che i miei si trovano terremotati due volte. La prima per il sisma la seconda per questi problemi alle sae. Questa cosa ci fa molto scoraggiare. Prima sono stati in albergo, poi in autonoma sistemazione, poi finalmente la sae. Hanno sistemato tutto il giardino, gli interni, c’era un po’ di serenità. Non mi sarei immaginata una cosa del genere nemmeno nella previsione più buia: il tetto sopra la testa, impensabile. Fuori regione – conclude Piroli – c’è un’immagine distorta di come si vive in questa situazione. Non è rosea. I miei genitori devono ricominciare a sistemare la sae da capo. Non è giusto». Nel frattempo, con i lavori in corso, il Comune ha proposto alla coppia alcune alternative per dormire la notte in attesa della fine dei lavori.
L’area sae di Villa Sant’Antonio
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Scappate dall’Italia finché siete in tempo, è triste dirlo ma non vedo altra via d’uscita
Il PD è impegnato in parlamento per il Def, quindi aspettate e fatevene una ragione. Indagini, colpe? Non pervenute.
Questa è una vera e propria notizia di reato.
Non potremmo mandare la giunta regionale a vivere e abitare nel nostro entroterra terremotato, e dare le loro case ai terremotati?
Sistemeremmo così gli uni e gli altri.