«Il dottor Piccinini è assolutamente sereno e chiederà di essere sentito. Ritiene di aver scrupolosamente seguito le norme che regolano la materia di Protezione civile». Così l’avvocato Gianluca Conti, che insieme al legale Alessandro Luchetti assiste David Piccinini, il capo della Protezione civile delle Marche, che è tra le quattro persone indagate, a vario titolo, per abuso d’ufficio relativamente agli appalti per la realizzazione delle Sae. Da quanto emerge quello che viene contestato è la mancanza di alcuni controlli, tra questi quelli relativi alla normativa antimafia. Giovedì scorso c’era stata una perquisizione negli uffici e a casa del dirigente della Protezione civile. Ieri aveva spiegato che da parte sua la collaborazione con gli inquirenti sarà massima. «Al momento dell’indagine conosciamo poco. Quello che possiamo dire è che il dottor Piccinini è assolutamente sereno, chiederà di essere sentito dall’autorità giudiziaria – dice l’avvocato Conti –. Ha un atteggiamento improntato alla massima collaborazione. Ritiene di aver scrupolosamente seguito le norme che regolano la materia di Protezione civile. Ha sempre fatto questo con trasparenza e onestà e con impegno civile – continua l’avvocato Conti –. Il suo compito era di dare case ai terremotati nel rispetto delle procedure e con le norme di Protezione civile. Lo ha sempre fatto con impegno e passione civile». Oltre a Piccinini sono indagati anche Stefano Stefoni, l’ex assessore del comune di Ancona, Maurizio Urbinati dell’Erap e Lucia Taffetani. L’indagine è della procura di Ancona che sta coordinando i militari del Gico della Guardia di finanza. Al vaglio degli inquirenti ci sono gli appalti relativi alla fornitura delle casette.
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Tutti sereni variabili con nebbia dappertutto. In genere poi, la fiducia nell’autorità giudiziaria e sempre piena. Io nel mio piccolo, anche fossi innocente qualche timore ce l’avrei sempre.