Sopralluogo in una delle casette
di Monia Orazi
«A casa mia avevo notato che il pavimento si era gonfiato, sono venuti gli operai, lo hanno aperto. Una puzza che non vi dico, c’erano i vermi». Con queste parole Maria Marazzani ha descritto i problemi della sua soluzione abitativa di emergenza a Pian Di Giove, a Muccia, questa mattina durante il sopralluogo della Protezione civile, Erap, ufficio tecnico del comune di Muccia. Presente anche il sindaco Mario Baroni e Francesco Pastorella, coordinatore dei comitati dei terremotati, alcuni rappresentanti delle ditte che hanno lavorato al montaggio delle Sae realizzate dal consorzio Cns, che però non hanno rilasciato dichiarazioni.
A parlare è stato l’ingegnere Leonardo Gatti, che ha progettato le opere di urbanizzazione ed i moduli abitativi realizzati dal Cns: «Il pannello centrale, unico a poter ricevere acqua quando le Sae arrivano imballate ed ancora da montare, non è stato fatto asciugare prima del montaggio, che avviene in 15, 20 giorni, gli operai sono stati troppo rapidi nel montaggio. E’ questa l’unica parte da cambiare, solo in alcune Sae sulle oltre tremila installate, questo problema si registra in dieci casi, non è la fine del mondo. Queste della zona hanno preso un po’ di acqua si farà questo intervento di sostituzione. Io non sono intervenuto nel processo costruttivo, ma questa è la dimostrazione che le ditte hanno lavorato anche con la pioggia e la neve senza mai fermarsi, a volte togliendo esse stesse la neve, l’emergenza è anche lavorare in condizioni difficili».
Francesco Pastorella e Leonardo Gatti
Sono 8 le Sae di Muccia che hanno avuto problemi ai pavimenti, secondo Gatti: «Sono otto sae qui a Muccia, una ad Amatrice, un’altra a Norcia, una decina su oltre 3mila, 4mila montate. Quando le case arrivano e sono stoccate, nel frattempo si procedeva con le opere di urbanizzazione, il pannello centrale spesso circa sei centimetri, è l’unica parte sui cui scivola l’acqua, si è imbevuto, sopra è stato messo il pavimento in pvc che ha fatto barriera, non lasciandolo respirare. Ora interverrà la manutenzione e sarà cambiato, dopodiché questo problema non si riproporrà più. I tempi di intervento sono al massimo di un paio di giorni per ciascuna Sae». Ha concluso Gatti: «Io capisco che chi sta dall’altra parte, i media e tutto tendono ad ingigantire, è una cosa legata al fatto che non c’è stata la possibilità di lavorare con i tempi standard. L’emergenza è questo, lavorare con qualsiasi condizione meteorologica, in condizioni di difficoltà, gli operai si sono trovati a spalare la neve. La causa non dipende dalla progettazione o da un vizio di fabbrica, altrimenti su tutte le Sae installate sarebbe stato preoccupante, riguarda solo qualche casa, ora si faranno i lavori per risolvere i problemi riscontrati».
Il sindaco di Muccia, Mario Baroni
Secondo quanto stabilito questa mattina, durante l’incontro in Comune, i cittadini che rilevano problemi dovranno presentare richiesta di sopralluogo agli uffici comunali, come spiegato dal sindaco Mario Baroni: «Siamo stati in Comune con i tecnici per valutare la causa di questo inconveniente, su cui ci sono varie teorie. C’è chi dice che viene dal bagno, chi da sotto, chi dai pannelli montati che erano umidi e con il pavimento plastificato non respira più. Il sopralluogo è stato fatto per verificare le cause in modo da risolvere i problemi, in mondo che la gente non abbia più inconvenienti, che non fanno piacere a nessuno. Nè a chi ci abita, nè a chi ha già subito stress ulteriori a quelli avuti in due anni. Si torna alla normalità, di pace c’è bisogno. In Comune verranno tutti coloro che ritengono necessario avere un sopralluogo. Si farà un sopralluogo con i tecnici del Cns, che stabiliranno se è il caso di cambiare il pavimento oppure no. Siamo tutti interessati che questi interventi avvengano con rapidità, per restituire serenità alla gente». Durante il sopralluogo di questa mattina, durato un paio d’ore, sono stati smontati i pavimenti di alcune Sae, che presentavano piccoli avvallamenti e rigonfiamenti, una consistenza morbida al calpestio ripetuto, l’allargamento delle fughe, in una Sae dove erano stati aperti si è intravisto che il pannello ligneo era umido, con la presenza di muffa nera. In un paio di Sae stamane erano in corso dei lavori di sostituzione dei pavimenti. Per la Protezione civile nazionale le Sae «interessate da problematiche di umidità verosimilmente dovute ad uno stoccaggio inadeguato dei materiali da parte della ditta Cns prima dell’installazione dei fabbricati. All’esito del sopralluogo si è stabilito di estendere le verifiche a tutta l’area Sae di Muccia e che il Consorzio nazionale servizi (Cns) provveda ad un rapido intervento, così come già avvenuto nelle scorse settimane a Visso, dove analoghi problemi di umidità erano stati riscontrati e sui quali la ditta Arcale ha tempestivamente lavorato – si legge in una nota – anche in questa circostanza le eventuali spese per la sistemazione alberghiera dei residenti saranno a carico della ditta Cns. Le verifiche effettuate rappresentano il concreto interesse del Dipartimento della Protezione civile a ridurre ulteriori disagi alla popolazione già provata dalle conseguenze del sisma in Centro Italia». Al momento secondo i conteggi della Protezione civile sarebbero una quindicina le Sae con problemi a Muccia, una quarantina i “ticket”, cioè le procedure di segnalazione problemi aperte in Comune.
Antonella Pasqualini
Di diverso parere Antonella Pasqualini, tra i primi a denunciare i problemi rilevati di muffa e umidità del pavimento rilevati nella sua Sae a Pian Di Giove: «Mi sono accorta ad agosto, ma nessuno si è mosso sino a quando ho inviato una Pec. Oggi è il 20 novembre finalmente sono venuti Protezione civile, il Cns, il Comune che hanno constatato che ci sono problemi, ma sono passati due mesi e venti giorni e non va bene. Avevo segnalato il problema alla Regione, all’Erap, all’Asur perchè avevo dei funghi, per conoscenza anche al Comune. Mi hanno detto che ci sono dei problemi, non è da oggi, non è vero nemmeno della piccola percentuale. Se consideriamo che in questa fila quasi tutte sono così, saranno almeno una cinquantina. Nella casa vicino alla mia che non è stata mai abitata, oggi hanno aperto e hanno trovato la stessa problematica». Antonella Pasqualini è rimasta a casa sua, con il marito ed il figlio di sette anni, durante i lavori: «Noi non siamo stati sfollati, abbiamo dormito in questa situazione, perchè nessuno ci ha trovato una sistemazione. Ho dormito senza pavimento, con tutti i mobili appoggiati in cucina, senza poter mangiare, in questa situazione da sfollati, con un bambino di sette anni. Era rovinata la parte centrale, senza nessuna perdita della doccia, perchè non è vero che perdono le docce. Dove le casette si aprono, prendono l’acqua nel pannello centrale. Mi hanno sostituito il pavimento, ma non per questo sono soddisfatta di quello che ci hanno dato. Non ci è stato dato nessun numero di riferimento a cui chiamare per problemi futuri». Al termine del sopralluogo ecco le conclusioni di Francesco Pastorella, coordinatore dei comitati dei terremotati: «Sin da metà ottobre abbiamo iniziato a segnalare questi disagi, i pavimenti che si stavano gonfiando a causa dell’umidità. Abbiamo chiesto alla Protezione civile nazionale di organizzare un summit con tutte le parti in causa, quindi con i consorzi, la Protezione civile regionale, abbiamo necessità che tutte le case vengano controllate, per dare serenità ai terremotati. Se c’è da intervenire lo si deve fare, non si deve aspettare oltre. Non si può turbare la quotidianità dei terremotati. Le Sae vanno controllate tutte, hanno il medesimo problema, nell’accatastamento hanno preso acqua, il pannello centrale era marcio, non andava montato, non c’è stato controllo e vogliamo sapere perchè non è avvenuto. Adesso gli anziani si ritrovano con questi pavimenti marci, ci sono anche funghi e muffe ed andrebbero esaminati. Un altro problema è il canale di scolo dietro l’area Sae, va controllato, perchè viene giù l’acqua dalla collina».
Maria Marazzani
Parte retrostante area Sae Pian Di Giove canale di scolo
Io fuori una settimana!!! Tutto da soli. Con gli occhi e le orecchie ben aperte. Alcune parti di pavimento non volevano essere cambiate. Quindi alzate di voce e una volta convinti ad aprire sotto tutto bagnato!!! La serenità ormai non ce la restituisce più nessuno!! La conta delle casette marce la faremo alla fine!! Questo sottovalutare il problema mi irrita ancora di più!!! Non doveva succedere nemmeno su una!!!
Ribelliamoci tutti anche chi ha ancora una casa hanno fatto schifo in tutto è ora di finirla a farsi prendere per il c***!!
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come mai in questo frangente non si presentano più Sciapichetti e Ceriscioli a farsi fotografare??????
…egregio signor Andrea, chissà, forse perché sugli obiettivi delle macchine fotografiche si sarebbero potuti formare dei..funghi, e quindi la foto sarebbe venuta male..!! gv
Possibile che nessuno deve pagare per tutto ciò ? Tutto sarà loro condonato ?
Qui occorre far chiarezza con:
– chi ha ordinato queste SAE che più passa il tempo e più evidenziano l’inadattibilità ai climi collinari e montani;
– chi le ha costruite utilizzando materiali che paiono inadatti all’uso preposto;
– chi le ha montate perché pare che lo abbiano fatto con personale non sufficientemente preparato all’assemblaggio.
Ancora sempre peggio, poveretti.
Per Pasquarè. Basta dir loro che c’è un nastro da tagliare, arrivano subito con le forbici: no nastro, no vengo.
L’ing. Gatti dovrebbe avere la decenza di stare zitto e di aprire bocca solo per chiedere scusa.
Le SAE interessate dai problemi sono state montate fra agosto e settembre del 2017 quando non c’era la neve da spalare e gli operai lavoravano alla luce del sole.
Per dire che non è la fine del mondo dovrebbe essere uscito di casa in 30 secondi, aver trascorso 14 mesi in albergo o nei containers, avere avuto consegnate le casette in condizioni pessime, avere avuto gelate le tubature ai primi geli e la necessità di uscire di casa nuovamente per la muffa sotto il pavimento dopo soli 11 mesi di abitazione.
Complimenti a progettisti, maestranze, direttori dei lavori, responsabili di cantiere, collaudatori e politici pronti a tagliare il nastro delle favolose casette che sono poco più che baracche costate quanto una villa a Forte dei Marmi.