Sae marce, Sciapichetti:
«Azioni per danno d’immagine,
comportamento imperdonabile delle ditte»

SISMA - L'assessore regionale ha annunciato azioni legali verso le imprese che si sono occupate di costruire le casette. «Al momento sono circa 89 le strutture con problemi. I consorzi Arcale e Cns provvedono a loro spese per ospitare le famiglie che devono uscire durante i lavori»

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Angelo Sciapichetti

 

«Abbiamo dato mandato ai nostri legali per agire in sede giudiziale per il risarcimento del danno all’immagine della Regione, dovuto ai ritardi e a quant’altro. In questi giorni si stanno predisponendo gli atti. E si sta quantificando l’importo delle penali da chiedere per il comportamento davvero imperdonabile delle società costruttrici delle soluzioni abitative d’emergenza». L’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti risponde così alla doppia interrogazione sulla situazione delle sae inagibili (89 al momento tra Visso e Muccia secondo i dati regionali) a causa dei rivestimenti o dei pavimenti marci. A porre la questione in Consiglio regionale le consigliere Elena Leonardi (Fratelli d’Italia) e Romina Pergolesi (Movimento 5 stelle). «Le problematiche – spiega Sciapichetti -, riguardano sia le sae fornite dal consorzio Arcale che quelle del Cns. Entrambi i soggetti, previo accordo con le amministrazioni pubbliche, hanno dato corso alle attività di ripristino in garanzia, a loro cura e spese, con loro personale adeguatamente qualificato, che sta procedendo sempre a spese loro in un puntuale programma di interventi che a stretto giro consentirà di superare le criticità rilevate. A oggi l’esame delle Sae compromesse e l’estensione delle problematiche hanno evidenziato che si tratta di forniture messe in opera a gennaio-febbraio del 2018 nelle quali si è fatto uso di materiale abbancato in cantiere non adeguatamente protetto dalle intemperie e posto in opera con elevato grado di umidità. In occasione dei sopralluoghi propedeutici alle consegne – specifica Sciapichetti -, non sono emerse problematiche legate a tali circostanze tanto che in entrambi i casi le segnalazioni risalgono ad oltre sette-otto mesi dall’insediamento delle famiglie. Si tratta quindi di fatto di vizi occulti ai quali le ditte fornitrici stanno dando risposta».

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Alcuni funghi cresciuti in una sae di Muccia

Nel caso del consorzio Arcale l’assessore ribadisce che il problema è dovuto «ai pannelli di copertura lignei e della coibentazione che hanno rilasciato lentamente umidità all’interno, essendo stati stoccati senza riparo. Durante le operazioni di ripristino gli assegnatari vengono ospitati in strutture alberghiere a cura e spese del consorzio stesso. Si tratta di circa 53 sae su una fornitura complessiva di circa 1.600 sae». Mentre nel caso del consorzio Csn «si è trattato della pavimentazione in materiale ligneo che è stato direttamente abbancato su terra e successivamente posto in opera. Trattandosi di una struttura prefabbricata e trasportata chiusa a libro, le parti direttamente a contatto con il terreno sono risultate quelle centrali della pavimentazione». Sfuma così l’ipotesi inizialmente presa in esame dal Cns che a causare le infiltrazioni nei pavimenti delle sae fossero delle perdite della doccia. Anche in questo caso è il Cns a garantire a spese sue sia lo spostamento dei mobili dalle sae sia l’ospitalità delle famiglie che devono uscire durante i lavori. «Si tratta – conclude Sciapichetti -, di 36 sae su una fornitura complessiva di 350 sae». A Muccia i controlli sono ancora in corso. Tra tutte le aree mancano ancora circa 130 casette da controllare.

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