Abuso d’ufficio su appalti Sae,
indagato capo Protezione civile Marche:
«Massima collaborazione con inquirenti»

INCHIESTA - Quattro le persone che sono state iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Ancona. Tra loro David Piccinini: «Ci sono contestazioni in relazione alla gestione degli appalti, subappalti e delle casette». Ci sarebbero mancati controlli come quelli legati alla normativa antimafia. Ceriscioli: «La magistratura usi al meglio tutti gli strumenti che ritiene opportuni per evitare che una torta così grande faccia gola alla criminalità organizzata. I nostri tecnici hanno lavorato giorno e notte per l'emergenza e meritano rispetto»

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David Piccinini

 

di Gianluca Ginella

Abuso d’ufficio sugli appalti per le Sae. Questo è l’oggetto dell’indagine aperta dalla procura di Ancona e condotta dal Gico della Guardia di finanza. Quattro le persone iscritte a vario titolo nel registro degli indagati. Si tratta di funzionari della Regione. Tra questi c’è il direttore della Protezione civile regionale, David Piccinini: «Massima collaborazione con le indagini» ha commentato il dirigente. Il governatore Luca Ceriscioli e l’assessore Angelo Sciapichetti hanno sottolineato che è giusto indagare ma al contempo i funzionari iscritti nel registro degli indagati sono persone che hanno lavorato sempre con il massimo impegno, «giorno e notte», durante l’emergenza.

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Area Sae

Le casette entrano in un fascicolo di indagine della procura di Ancona. Si tratta di una inchiesta relativa ad appalti rilasciati per la fornitura delle Sae. Da quanto emerge quello che viene contestato è la mancanza di alcuni controlli, tra questi quelli relativi alla normativa antimafia. Ieri i militari del Gico Fiamme gialle, comandato dal colonnello Guglielmo Sanicola, hanno sequestrato documentazione e supporti informatici. Come il pc del capo della Protezione civile Piccinini. Proprio Piccinini è uno degli indagati (gli altri sono Stefano Stefoni, Maurizio Urbinati dell’Erap e Lucia Taffetani). «Ho avuto un avviso di garanzia, dalla procura di Ancona. Per il momento è relativo alla questione della realizzazione delle soluzioni abitative di emergenza. Ci sono contestazioni in relazione alla gestione degli appalti, subappalti e delle Sae – dice Piccinini –. Chiaro che sono contestazioni, e questo è anche un modo per rispondere, proviamo sicuramente a fornire elementi. Abbiamo lavorato tantissimo, anche per la tenuta documentale. Massima collaborazione con gli inquirenti. Non ho niente da nascondere. Massimo rispetto per la magistratura e collaborazione massima». Piccinini è a capo della Protezione civile regionale dal gennaio 2017. «Sono sei mesi che denunciamo gravissime irregolarità in appalti e subappalti, abbiamo avuto due incontri con la Regione – dice Daniel Taddei della Cgil –, alla presenza sia di Sciapichetti che di Piccinini, abbiamo esposto tutte le irregolarità, legate alle infiltrazioni come quelle di ditte non iscritte all’anagrafe antimafia, di ditte che operavano nei cantieri che potevano essere riconducibili a famiglie legate alla criminalità organizzata. Abbiamo fornito tutti i dati in nostro possesso tutti gli organi di polizia giudiziaria». Sulle infiltrazioni mafiose e sulla presenza nei cantieri di persone che in passato sono state legate alla criminalità organizzata aveva parlato anche il procuratore generale delle Marche Sergio Sottani in una intervista a Cronache Maceratesi (leggi l’articolo).

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Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche

«La magistratura usi al meglio tutti gli strumenti che ritiene opportuni per evitare che una torta così grande faccia gola soprattutto alla criminalità organizzata – ha detto il governatore Luca Ceriscioli –. C’è una forte attività di indagine legata a tutti gli aspetti del sisma, dal cas, oggi apprendiamo anche sulle casette. Perché si vuole evitare che il fenomeno sisma apra le porte, nel nostro territorio, a chi se ne vuole approfittare. Dall’altra parte – ha detto ancora Ceriscioli – ci sono i nostri tecnici che hanno lavorato giorno e notte, feriali e festivi per l’emergenza. Questi meritano rispetto e ogni garanzia. Dobbiamo mantenere un equilibrio tra questi due aspetti, consapevoli che questa è una partita che ha movimentato ad oggi più di mezzo miliardo di euro ed è giusto che apra anche una serie di approfondimenti da quelli contabili a quelli giudiziari». «Esprimo solidarietà agli indagati – ha detto l’assessore Angelo Sciapichetti – e piena fiducia alla magistratura. Posso dire che sono persone che hanno lavorato anche 18-20 ore al giorno per consegnare le casette il prima possibile. Nei confronti di Arcale siamo la Regione che ha avuto un conflitto costante e che ogni volta ha messo in evidenza i ritardi. Abbiamo pure chiesto i danni ad Arcale. Nessun altra Regione si è comportata come noi».

Sisma, inchiesta sulle casette: quattro gli indagati Sequestrati pc e documenti



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