Sisma, la Cgil vince un’altra battaglia:
«Già 90 lavoratori assistiti»

DIRITTI - Daniel Taddei e Massimo De Luca (Fillea) fanno il punto dopo la vertenza dei 17 operatori della Gesti one: «Se con tutte le regole è successo questo nei cantieri, pensate se le togliamo. Perché è la legge che ha fatto pagare Arcale, non la generosità»

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Alcuni degli operai che hanno vinto la vertenza

 

di Federica Nardi

«Pur tra mille difficoltà siamo arrivati in questi anni a 90 lavoratori del sisma a cui sono state riconosciute retribuzioni e diritti. Ma è una goccia nel mare». A dirlo Massimo De Luca, segretario della Fillea Cgil di Macerata, che insieme al segretario provinciale Daniel Taddei ha fatto un bilancio alla luce dell’ultima vertenza vinta da 17 lavoratori assistiti dal sindacato e che ieri hanno ottenuto (dopo due anni) il pagamento degli stipendi da novembre 2017 ad aprile/maggio 2018. Si trattava di 17 operai in capo alla Gesti one, ditta del consorzio Gips a sua volta subappalto di Arcale, il consorzio che ha realizzato parte delle soluzioni abitative d’emergenza in provincia e il cui vertice è indagato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Ancona relativa al sistema dei subappalti delle casette.

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La firma ieri con gli operai nella sede della Cgil di Macerata

«Oggi raccontiamo il passato ma possibilmente dobbiamo pensare al futuro sperando che la ricostruzione subisca un’accelerazione importante. Ma se con tutte le regole (di cui tutti si lamentano) è successo questo nei cantieri, pensate se togliamo delle regole che comunque portano giustizia. Perché è la legge che ha fatto pagare Arcale, non la generosità per il Covid che al massimo ha dilatato ancora di più l’attesa – dice De Luca -. Quindi attenti a rincorrere la semplificazione. Corretto velocizzare l’iter della pratica possibilmente incrementando il personale, ma il contratto di lavoro, la responsabilità solidale, il Durc di congruità, il settimanale di cantiere e il badge elettronico sono fondamentali per semplificare correttamente. Speriamo che i lavoratori e le lavoratrici possano trovare forza in questi esempi. Perché noi ne abbiamo risolti 90 di casi ma sicuramente sono molti di più».

Tra i lavoratori nei cantieri dell’emergenza sisma assistiti dalla Cgil sono riusciti a ottenere quanto dovuto 23 operai dello studentato di Camerino, 11 della ditta Europa (dove altri 7 sono ancora in attesa dell’esito dell’accertamento dell’ispettorato del lavoro), i 4 lavoratori della Eni srl che ha lavorato alla basilica di San Nicola e per cui «siamo in attesa di chiudere la vertenza», i 12 della ditta Marsili che ha lavorato in un’area sae di Visso e altri 21 lavoratori di un appalto Anas nel tratto Castelsantangelo-Macchie. In totale le vertenze hanno restituito ai lavoratori oltre 500mila euro di spettanze (senza contare contributi e tasse, per cui almeno il doppio).

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Due lavoratori della Gesti one in uno dei cantieri delle Sae

Taddei ripercorre la vicenda dei lavoratori della Gesti one: «Tra novembre 2017 e il maggio 2018 nei cantieri sono stati rilevati lavoratori in nero, evasione contributiva, mancata sicurezza fino al caso clamoroso di un lavoratore completamente clandestino che siamo riusciti a far regolarizzare per motivi di giustizia. Perché esistono fascicoli in procura con gravi indizi di reato. In questa azienda abbiamo rilevato anche una Postepay dove venivano versati soldi non a disposizione dei lavoratori ma dei responsabili di cantiere. La magistratura sta facendo il suo corso. Va ricordato che ci sono stati momenti di grande tensione. Come quando io e De Luca abbiamo prelevato dal campo base i lavoratori perché erano vessati e minacciati per cui li abbiamo spostati in luoghi protetti anche grazie alla collaborazione dei carabinieri di Camerino. Arcale si è sempre opposta a qualsiasi conciliazione – specifica Taddei -. Nel consorzio Gips c’era anche la ditta Europa con cui abbiamo fatto le prime conciliazioni sindacali perché Gips era disponibile a pagare. Quando si è trattato degli altri lavoratori, anche se Gips voleva onorare le pendenze, Arcale si è opposto in maniera ferma. Ci sono state riunioni qui e a Roma. Fino a che c’è stato a gennaio l’esito dell’accertamento dell’Ispettorato del lavoro su quanto spettava a questi lavoratori. Ma anche a fine febbraio Arcale ha contestato l’importo. La situazione di stallo si è sbloccata perché abbiamo cominciato a preparare i decreti ingiuntivi nei confronti della Regione, dato che la Protezione civile era il committente delle sae. L’ispettorato deve ancora terminare l’accertamento su Europa srl. Gervasi (il presidente del Consorzio Arcale, ndr), se è così generoso, può pagare senza aspettare che ci sia un obbligo». La ditta Europa è coinvolta anche in un rinvio a giudizio. «L’udienza era prevista per il 6 marzo per alcuni soggetti della Europa srl – aggiunge Taddei -. Con il lockdown sarà spostata a settembre».

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Massimo De Luca e Daniel Taddei

 

Operai senza stipendio da 2 anni, li paga il Consorzio Arcale



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