Da sinistra Daniel Taddei e Massimo De Luca insieme ai nove operai con i verbali di conciliazione
di Federica Nardi
«Abbiamo firmato i verbali di conciliazione. Un grande successo che ha premiato il coraggio di questi lavoratori. Ci auguriamo che sia di stimolo per i tanti altri che conosciamo, in condizioni simili, ma che per vari motivi non riescono a far valere i propri diritti». Così Daniel Taddei, segretario provinciale della Cgil e Massimo De Luca, segretario della Fillea, al termine della riunione con il consorzio Gips, fissata dopo la denuncia di 9 operai romeni al lavoro nei cantieri delle casette per gli sfollati nel Maceratese che erano senza contratto o sottopagati.
Alcune sae a Ussita
Segnalazioni che erano arrivate dopo che il sindacato a dicembre aveva scoperchiato, sempre grazie alla segnalazione di due operai (uno romeno e uno italiano), la “giungla delle sae”, con lavoratori fantasma, un infortunio non denunciato e sospetti di caporalato. Tra le scoperte del sindacato, che aveva scavato nelle scatole cinesi dei subappalti e reti di impresa, anche alcune ditte che figuravano in reti di impresa al lavoro nei cantieri ma che invece non risultavano dalla “White list”. I lavoratori che oggi hanno visti riconosciuti i loro diritti, come i due precedenti, lavoravano per la ditta Europa srl, una consorziata di Gips che a sua volta ha ottenuto il subappalto dal consorzio Stabile Arcale, aggiudicatario del maxi appalto per le casette nel 2015. Europa è uscita dal radar da dicembre e risulta, almeno dai tentativi della Cgil, irreperibile. Così Gips è subentrata per mettere in regola i lavoratori che hanno segnalato. «Hanno riconosciuto tutte le nostre richieste – dicono Taddei e De Luca -. Abbiamo firmato i verbali di conciliazione. La cifra recuperata è superiore a 50mila euro netti. Più tutte le competenze retributive e versamenti alle casse edili. Sono state riconosciute tutte le ore di straordinario e festivo. Anche loro hanno lavorato 7 giorni su 7». Con le casette ancora da terminare in molti cantieri della provincia, il pensiero va però alla ricostruzione vera e propria. «Se queste situazioni si verificano per le sae, il rischio è che con la ricostruzione vada anche peggio – dicono Taddei e De Luca -. La semplificazione prevista dal commissario moltiplica le stazioni appaltanti. I rischi diventano quindi sempre maggiori». Nel frattempo due procure, tra cui quella di Macerata, hanno aperto un’indagine sulle segnalazioni arrivate sia dalla Cgil che dalla rete di comitati Terremoto centro Italia. Anche l’Anac ha aperto un’indagine.
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NON SAREBBE CHIARO, SE INVECE NON FOSSE più che chiaro che la storia dei diritti mancati dipende esclusivamente perché per motivi indicibili che potrebbero esserci o non esserci anche in questo caso, che non spetta a me fare accertamenti. Ma che come contribuente credo di avere il diritto di esporre la mia idea e porre una domanda. Per quale motivo si devono dare in appalto lavori pubblici pagati con i soldi dei contribuenti a ditte che poi non eseguono i lavori in proprio e gli viene permesso di ridarli in subappalto? Non credo sia difficile trovare il motivo, ma come già detto non spetta a me trovarlo.
Finche si approvano e non si contrastano leggi che portano alla schiavitù cosa pretendiamo? E quanto ha guadagnato la ditta con quelli che ha sfruttato e che non vengono allo scoperto? E come mai sono tutti stranieri? Con una adeguata retribuzione e condizioni di lavoro dignitose non si potevano usare italiani disoccupati?