Scrive Massimo Lanzavecchia: "C'è un punto politico che può riassumere la questione, ed è che il sindaco Romano Carancini ha avuto contro una parte del suo partito, quella che forse considerava...." E' proprio vero, ma mi pare che quella parte del partito fosse egregiamente rappresentata proprio da chi, appagato forse da un assessorato, oggi lo sostiene a spada tratta. Quindi il cerchio si è chiuso, ma tutto all'interno dei sostenitori di Carancini. La riflessione e la successiva scelta ovviamente ora stanno ai cittadini.
L'astio che si nota in quasi tutti i commenti sta ad indicare che Masino ha colto nel segno. Dopodomani avremo un candidato sindaco del centro sinistra, che sarà quello di tutto lo schieramento e che sicuramente vincerà le elezioni di maggio perchè, con i suggeritori di sopra, la destra non potrà fare anche questa volta molti passi avanti.
Condivido pienamente quanto detto da GIuseppe Bommarito, sia nel primo che nel secondo intervento. Anch'io, viste le risultanze dell'incontro con i due candidati al ballottaggio, avrei trovato più giusto lasciare libertà di voto. Meschini aveva posto tre punti ai suoi interlocutori: occcupazione, informatizzazione della macchina amministrativa e rispetto della sensibilità cattolica. "Tre punti condivisi da entrambi" dirà poi Meschini. Allora che cos'è che ha determinato una scelta pro Carancini? A me pare che l'abbia data lo stesso Meschini quando ha affermato che "Carancini è la figura che maggiormente ci può garantire una prospettiva e una maggiore rappresentanza politica come Idv". La volete chiamare Assessorato o incarico significativo? Secondo me la rappresentanza politica la dovrebbero garantire i cittadini con il loro voto. Non mi pare questo il nuovo che avanza.
Ho sentito tante cose veramente stimolanti che hanno fatto emergere un aspirante candidato Sindaco profondo conoscitore di Macerata e dei suoi problemi. Le affermazioni sono state fatte con forza, ma mai con acredine e questo fa senz'altro onore a Bruno Mandrelli. Una frase tuttavia che mi ha colpito particolarmente è quando ha affermato che lui può tutt'al più può rappresentare il presente, mentre il futuro sono i giovani, e ce n'erano molti intorno a lui. Mandrelli non ha nascosto che voglia dare a questi molto spazio nel prossimo mandato amministrativo. La frase mi ha colpito perchè, dopo anni di sostanziale indifferenza verso i giovani, questa volta li si è messi in primo piano. E' la risposta a tutti quelli che dicono che i giovani sono indifferenti alla politica. E non è vero. Semmai è stata ignorata la loro forza propulsiva. So per esempio che una ventina di giovani ricercatori italiani alla Columbia hanno messo in piedi, a New York, un circolo del PD. Se i giovani non fossero interessati alla politica questo non sarebbe successo.
Una nota per colui che spero possa essere il futuro Sindaco. Giorni fa parlavo con un giornalista romano il quale tesseva con me gli elogi di Macerata definendola una città veramente bella. Però, mi diceva, quanto è difficile raggiungerla ed entrare all'interno. La viabilità sia dunque una nota dominante della prossima Amministrazione.
L'armata Brancaleone si è messa in moto. Ora bisognerà vedere in quale foresta andrà a perdersi! Macerata ora ha bisogno di un Sindaco (quello con la S maiuscola).
Che tristezza vedere come la politica (quella con la p minuscola) si allontani sempre più dai cittadini. Non sarà giunto il momento di pensare ad una Politica nuova? Registro con piacere il documento della segreteria provinciale del PD, che punta alle professionalità e non al "do ut des".
A parte qualche imprecisione sul discorso "Minitematica", l'articolo è ottimo. Bella e appropriata la citazione del verso di Dante Alighieri. Io ne aggiungerei un altro del settimo canto: "Pape Satàn, pape Satàn aleppe", verso di difficile comprensione, ma fortemente evocativo.
E' triste dover constatare ancora una volta che i vigili urbani compaiono solo per operazioni di cassa, mai per disciplinare il traffico. E' anche vero che quando lo fanno complicano le cose più che migliorarle. Quanto all'edificio, che sembra più l'appendice di un ospedale che un'università, è uno dei tanti sgorbi che deturpano l'immagine di chi arriva in città.
E' triste constatare come il dibattito su un problema serio come quello della sanità, che interessa ovviamente tutti i cittadini, si snodi poi in una serie di battute e controbattute sul detto e non detto. Personalmente non ne sono all'altezza, ma mi aspetterei discorsi più proiettati verso il futuro che limitati al proprio orticello recintato. Quando fu iniziata la costruzione del nuovo ospedale dentro Macerata, mi domandavo perchè non fosse stato costruito fuori, in località più facilmente accessibile, ma allora certe parole sembravano eresie.
Gian Mario era un galantuomo e lo ha dimostrato continuando, malgrado tutto, ad impegnarsi attivamente e continuamente per il bene di Macerata. Credo che le strumentalizzazioni non servano a niente. Anzi...
La politica in genere sta vivendo sicuramente un momento di difficoltà, ma riunioni come quelle descritte possono certamente essere definite, come dice giustamente Filippo Davoli, degli show. Personalmente direi poco divertenti, perchè ne va di mezzo il bene della città. Che, mi pare, a certa destra importi poco!
"La fortuna pone in alto, ma vi si resta col merito".
In queste foto mi pare solo di vedere le schiere dopo Caporetto. Forza Italia? Ora sembra come un legno in decomposizione. "E - come dice un proverbio cinese - questo non può essere scolpito"
"Uno dei problemi dell'umanità è che gli stupidi sono assai sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi" (B Russel)
Personalmente penso anche che chi sa ascoltare non solo è simpatico a tutti, ma dopo un po' finisce anche per imparare qualcosa.
X Mario Rossi. Racconto un episodio.
Una volta si è presentato a scuola un marocchino per iscrivere 5 figli e, poichè non conosceva l'italiano e parlava solo arabo, si era fatto accompagnare, per avere un interprete, da un suo connazionale da tempo residente in Italia. Cercava di far capire la situazione scolastica dei figli e si scusava per le difficoltà che essi avrebbero potuto creare alla scuola. Mentre si procedeva alla illustrazione delle modalità seguite per l'accoglienza, l'inserimento nelle classi e l'integrazione degli alunni stranieri, l'interprete ha interrotto il discorso per dire che essi sapevano già benissimo quello che la scuola faceva per i loro figli. Nel prosieguo della conversazione, si era notato che, nella domanda di iscrizione dei cinque figli, quel genitore aveva barrato la casella riguardante l'insegnamento della religione cattolica. Di fronte all'obiezione su un possibile errore nella compilazione della domanda dovuta alla non conoscenza della lingua italiana, arrivò la risposta che la scelta era stata fatta volutamente per rispetto a noi italiani. L'interprete inoltre aggiunse che se i figli dell'amico, come stavano facendo i suoi, avessero conosciuto la religione cattolica, sarebbero poi stati musulmani più bravi.
Quanto ai crocifissi tolti, si è mai chiesto il signor Mario quanti italiani (anche insegnanti), ne hanno chiesto la rimozione con la puerile giustificazione che potesse essere turbata la coscienza degli stranieri?
Mi son trovato, personalmente, ad affrontare un problema simile a quello descritto nell'articolo. La presenza dei ragazzi stranieri aveva raggiunto la percentuale del 30% e tra i genitori italiani serpeggiava l'idea che il fenomeno avrebbe potuto essere di intralcio alla formazione dei propri figli. Non essendoci altre scuole dello stesso livello nella scuola, il problema non si poteva risolvere con la falsa idea di un possibile trasferimento. Nell'incontro con i genitori si è cercato di far capire che la presenza di bambini stranieri poteva rappresentare una risorsa per tutti e quindi si è proposto al Consiglio di Istituto di formare le classi tenendo conto del livello di partenza degli allievi, del sesso e della nazionalità, procendendo ad una vera e propria estrazione a sorte. Nel corso di poco tempo si è visto che gli aluuni italiani ricevevano molti stimoli positivi dagli stranieri che avevano grande voglia di uscire da un grave stato di degrado nel quale si trovavano spesso a vivere e per i quali la scuola rappresentava l'unico modo per emanciparsi. Era cioè risultato evidente che gli stranieri non costituivano affatto un ostacolo al buon funzionamento dell'istituzione, ma potevanmo essere, come del resto cominciò subito ad apparire, occasione perchè si sprigionassero tutte le migliori energie e si puntasse ad una scuola di qualità. Ben presto si cominciò a verificare che gli stranieri, generalmente proiettati a iscriversi dopo le medie a un istituto professionale, cominciarono a scegliere tutti gli altri indirizi fino al liceo classico, scientifico e psico-pedagogico, al pari dei compagni italiani.
Credo che tra i tanti scritti apparsi su CM, riguardanti il futuro di Macerata, questo sia il meno appropriato. Le critiche che sono state fatte sono sicuramente stringenti e presentate anche in una buona forma, ma da un presidente di un'associazione, di cui per la verità non conoscevo l'esistenza, mi sarei aspettato che ci fossero anche delle proposte concrete per il rilancio della città. E' vero che da un po' di tempo si nota effettivamente uno stato di indifferenza da parte di amministratori protesi a realizzare più il proprio progetto che non ciò che riguarda il bene dei cittadini, ma mi pare assolutamente inadeguato il solo pensiero che ci possano essere persone che ad un certo momento emergano dal nulla e si improvvisino amministratori. Un'associazione, proprio in quanto tale, avrebbe il dovere di stimolare con forza i partiti (perchè di questi, checchè se ne dica, non possiamo ancora fare a meno) a darsi, dopo un attento ascolto e col contributo di molti, un progetto di lunga durata e a selezionare cittadini liberi da condizionamenti per proporli alla futura guida della città. Questo ora è possibile. Le critiche fine a se stesse lasciano invece il tempo che trovano.
Quando sono venuto la prima volta a Macerata (arrivavo da verona) l'ho trovata bella e pulita. Ne rimasi entusiasta. Anche se è stata deturpata da un'inutile consumo del suolo, è sempre bella, ma la sento quasi abbandonata. E intanto "troppi politici, pieni di susiiego e indifferenza verso i comuni cittadini e le loro richieste," impediscono la soluzione dei veri problemi, viabilità in primis, di cui la città soffre. Per contrapposto, in troppi dicono di amare Macerata, ma l'amore per la città si dimostra avendo di essa una visione complessiva e generosa.
Preg.mo prof. Cambi,
nel suo scritto, finemente elaborato e documentato, Lei usa una ironia, in particolare verso Pasqualetti, che solo i toscani sono capaci di produrre. Non entro nel merito delle considerazioni, ma una cosa solo mi preme sottolineare. Lei scrive che "amare Macerata è cercare di capirla, di viverla". Sono perfettamente d'accordo con lei perchè vedo, purtroppo, che tanti hanno perso il senso della politica come servizio alla città, ma si servono della città solo per soddisfare piccoli interessi che finiscono per offuscare quelle bellezze di cui Macerata, vanto delle passate generazioni, è ricca.
In un recente convegno al Claudiani il prof. Colombi, sollecitato da vari interventi e anche dalla percezione dell'assenza di un progetto complessivo nato dai bisogni reali dei cittadini, ha posto una domanda: " Sono i cittadini che si trovano in difficoltà o è l'Amministrazione che si trova in difficoltà?" Forse il suo scritto può aiutare a dare una risposta.
Si può dire che la grande occasione persa è anche quella di non aver saputo tacere al momento opportuno. A parte il tempo, stiamo vivendo una bella pagina di cultura. Ogni critica può essere buona, solo però se e fatta per costruire e non per essere, costi quel che costi, sulle pagine dei giornali. Alla lunga questo atteggiamento non paga e il tempo è comunque sempre galantuomo.
Ironia a parte, evidentemente questi sono gli amministratori che Macerata riesce ad esprimere. Forse dovrebbero farsi avanti quelli che hanno, oltre che a cuore la città, qualcosa da dire.
Anche se se ne poteva conoscere in partenza l'esito, sarebbe stato bello partecipare ugualmente (Macerata non era considerata l'Atene delle Marche?). Per far questo occorrono però menti illuminate. Quelle che ci sono, (e ce ne sono) in questo momento vengono considerate fuori dal tempo e... i risultati si vedono.
Come stonano quei jeans e maglioncino rosso accanto alle eleganti divise dei carabinieri! Stare tra la gente significa anche saper indossare l'abito giusto al momento giusto. E' un'occasione persa.
Queste elezioni ci hanno insegnato alcune cose fondamentali. Innazitutto non servono i tanti manifesti, che costituivano solo un inutile sperpero di denaro. Gli Italiani hanno dimostrato di saper scegliere chi parla di politica etica, perchè di questo c'è fortemente bisogno. Le strumentalizzazioni (vedi per esempio l'ultimo tentativo di strumentalizzare il presunto malcontento degli abitanti di S.Lucia per i lavori in corso) non servono e non pagano poi in termini di consenso elettorale. La stragrande maggioranza dei cittadini ha capito inoltre che questa Europa (voluta da uomini come De Gasperi, Adenauer, Schumann), che ci ha garantito 70 anni di pace (prima in Europa si combattevano guerre mediamente ogni 10 anni circa), va sempre salvaguardata.
Forse Castiglioni avrà qualche problema per raggiungere la sua sede di lavoro, ma posso assicurarlo che gli abitanti di Santa Lucia non sono proprio inferociti.Il fatto che in questo momento non passano più decine e decine di TIR e mezzi pesanti in genere è di gran lunga più importante di qualche piccolo disagio provocato dai lavori in corso. Buona giornata a tutti
Bravo Mario per aver scritto in maniera egregia quello che pensano tantissimi Maceratesi.
Croce scriveva, nella sua "Storia d'Italia dal 1871 al 1915" riferendosi ai politici di quel tempo che in tutti si riscontrava una "formazione assai complessa e ricca di non prima sospettati elementi culturali". Oggi quella cultura purtroppo non è più presente nei nostri politici ma, ahime!, vedo che ne sono completamente sprovvisti anche gli industriali (tutti?). Forse proprio per questo (la cultura del resto non si va a comprare al mercato) credo che non si rendano neppure conto di quelle cose che affermano con tanta leggerezza.
L'affermazione(indubbiamente si tratta di un'affermazione) di M.S.Bianchini, che personalmente apprezzo per l'impegno serio con cui ha guidato l'assessorato che gli era stato affidato, è stato determinato dal formarsi di un'amalgama per molti versi simile a quello che a suo tempo si era formato a sostegno di Maulo. In parte si notava il desiderio di novità, in parte una sorta di antipolitica, quella stessa che ha portato una certa destra a governare l'Italia. Si sono visti rimettersi insieme gli stessi gruppi, associazioni e singoli personaggi. La novità che ha fatto la differenza, anche se prevalsa di poco, è quella invece del bisogno di politica, cui ha contribuito una fetta consistente degli ex popolari che nella precedente esperienza erano invece solo l'avversario da eliminare, ma che hanno sempre creduto nella Politica. Ora al candidato Carancini, cui va tutto il mio sostegno, non resta che scendere tra la gente, capirne i reali bisogni e presentare un programma fattibile che, pur in un momento di grave crisi qual è quello che stiamo vivendo, tenga conto conto di tali bisogni e tagli ogni e radice all'antipolitica.
Ardiccioni
Alberto
Utente dal
20/12/2009
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