Omicidio di Pamela,
respinte richieste della difesa:
no alla nuova perizia

MACERATA- La decisione dei giudici durante l’udienza di questa mattina. L'avvocato Verni: «Siamo soddisfatti. Significa che i giudici hanno già elementi sufficienti». La difesa: «Anche la procura aveva chiesto un ulteriore accertamento, poi ha cambiato idea. In caso di condanna potrà essere un elemento per l’appello». La sentenza prevista per il 29 maggio

- caricamento letture

 

Oseghale_Processo2404_FF-3-650x434

Innocent Oseghale oggi in tribunale a Macerata

 

di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)

Nessuna nuova perizia. I giudici della Corte d’Appello del tribunale di Macerata hanno respinto le richieste della difesa di Innocent Oseghale. La perizia richiesta era sulle due ferite al fegato con cui Pamela sarebbe stata uccisa da Oseghale.

Oseghale_Processo2404_FF-1-325x217

L’avvocato Marco Valerio Verni

Ferite provocate da due coltellate, secondo l’accusa. Su questo la difesa chiedeva accertamenti. In un primo momento la procura aveva dato l’ok, salvo poi cambiare idea e non prestare più il consenso ad un nuovo accertamento. I giudici della Corte d’assise di Macerata dove si sta svolgendo il processo il 3 aprile avevano rinviato la decisione a oggi. I giudici hanno ritenuto sufficiente la documentazione già prodotta e generica la richiesta di perizia della difesa. «Siamo soddisfatti. Sembra che per i giudici dubbi sulle perizie non ce ne siano. Hanno anche sottolineato che, nel caso, una perizia avrebbero potuto disporla loro. Ma non l’hanno fatto. Significa che ritengono di avere elementi sufficienti e chiari» ha detto l’avvocato Marco Valerio Verni che assiste la famiglia di Pamela. «Ce lo aspettavamo, specie dopo che la procura ha revocato la propria richiesta istruttoria – ha detto l’avvocato Umberto Gramenzi, che difende Oseghale insieme al collega Simone Matraxia -. Si vede che i giudici ritengono di avere elementi tali per poter arrivare a una sentenza. Resta il fatto che la procura inizialmente aveva fatto una richiesta di perizia, perché la richiesta c’era anche da parte della procura e questo può essere un elemento che in caso di condanna potremo utilizzare per l’appello». I giudici hanno poi ammesso agli atti del processo la documentazione prodotta dall’avvocato Verni e relativa al fatto che l’ex collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, che sostiene Oseghale in carcere gli confessò di aver ucciso la 18enne, svolgeva lavori nel periodo di detenzione e dunque poteva aver avuto occasione di incontrare il nigeriano.  

Prossima udienza l’8 maggio, poi il 15 e il 29 maggio quando è attesa la sentenza. Pamela Mastropietro è morta il 30 gennaio del 2018. Uccisa, dice l’accusa, dal nigeriano Innocent Oseghale che aveva conosciuto solo poche ore prima ai Giardini Diaz di Macerata. Il nigeriano, 30 anni, l’aveva uccisa, dice l’accusa, nel suo appartamento di via Spalato 124, lì poi ne aveva fatto a pezzi il corpo. Per la difesa invece la ragazza sarebbe morta a causa di un malore, legato ad assunzione di droga.

(Ultimo aggiornamento alle 11,27)

Oseghale_Processo2404_FF-5-650x433

Gli avvocati Andrea Marchiori e Marco Valerio Verni

Oseghale_Processo2404_FF-4-650x434

 

 

Articoli correlati



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
Podcast
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X