Sulla Poste pay di Oseghale
«22mila euro sospetti»

MACERATA - In corso il processo per spaccio di droga per il nigeriano accusato di aver ucciso Pamela Mastropietro. Sentito il colonnello della Guardia di finanza Andrea Magliozzi che ha riferito dei movimenti di denaro sul conto del nigeriano. La gran parte dei soldi è stata versata in contanti, ma la provenienza è oscura. Per l'accusa è provento di spaccio

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Oseghale

 

I soldi di Innocent Oseghale passati sotto la lente nel corso dell’udienza al processo in cui il nigeriano, accusato di aver ucciso Pamela Mastropietro, deve rispondere di spaccio di droga. Nell’udienza che si è svolta ieri al tribunale di Macerata davanti al giudice Marika Vecchiarino, è stato sentito il colonnello Andrea Magliozzi della Guardia di finanza di Macerata. Ha riferito dei movimenti sulla Poste pay, del nigeriano dove sono transitati, ha detto, «circa 30mila euro». Una parte di questi, 3.550 euro, sono quelli che ha ricevuto dal Gus nel corso del periodo in cui era ancora inserito nel programma dell’ente. Altri 4.300 euro erano arrivati da vari amici e parenti nigeriani attraverso i bonifici. Ci sono poi altri 22.359 euro, versati in contanti sulla carta Poste pay nel corso di circa due anni, la cui provenienza non è chiara e comunque non è rintracciabile. Gli accertamenti della Finanza hanno riguardato due anni: dal 2015 al 2017. Oseghale era arrivato in Italia nel 2014. Uscito dal programma del Gus, il 30enne nigeriano non risulta aver svolto nessuna attività lavorativa. Risulta invece che sia stato coinvolto nello spaccio di stupefacenti in città, lui stesso aveva ammesso di spacciare marijuana. E l’ipotesi dell’accusa è proprio che i 22mila euro trovati sul conto possano essere provento di attività di spaccio. Oseghale è difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi. La prossima udienza saranno sentiti Desmond  Lucky e Lucky Awelima, all’inizio indagati dalla procura per l’omicidio di Pamela Mastropietro, ma per i quali poi è stata chiesta l’archiviazione. Entrambi compaiono però nella stessa indagine di spaccio, costola dell’inchiesta per l’omicidio della 18enne. Entrambi sono già stati condannati per quei fatti con rito abbreviato: 6 anni per Desmond Lucky e 8 per Awelima.



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