Dopo la decisione del Comune di chiedere ai proprietari dell’area verde che si trova di fronte alla palazzina di via Spalato 124, a Macerata, dove il 30 gennaio venne uccisa Pamela Mastropietro, i famigliari della 18enne intervengono con una nota comparsa Su Facebook. La famiglia dice di aver voluto attendere qualche giorno prima di intervenire. «Abbiamo letto che forse verrà intestato alle donne vittime di violenza, e non a Pamela: per noi va bene, nel senso che nulla chiediamo e nulla pretendiamo e che anche la tematica richiamata merita la sua importanza (a patto che venga correttamente inquadrata e non, come pure accade, abusata) e se, quanto avvenuto, possa servire a tenerla sempre a mente, ben venga. Ma, ottenuto questo risultato, e premesso che non è una targa di cui, come famiglia, abbiamo bisogno per ricordare Pamela (il cui martirio, invece, faremo di tutto affinché possa servire a far venire fuori tutto il marcio che c’è dietro la sua tragica fine) non possiamo che specificare alcuni particolari che forse sfuggono».
La famiglia dice che «quanto accaduto a Pamela non è stato un femminicidio, ma un qualcosa di demoniaco, messo in pratica da esseri che definire semplicemente pusher, come pure qualcuno ha fatto, è molto fuorviante. Solo chi ha visto le fotografie raffiguranti il corpo, o quel che ne rimane, di Pamela può ben comprendere quello che stiamo scrivendo, e certamente, costui, potrà convenire sul fatto che nessuna violenza è, nei fatti, equiparabile a questa. Non è, chiaramente, una gara – macabra – a chi abbia subito maggior danno, ma occorre analizzare distintamente i diversi fatti di sangue (tutti dolorosi, per chi ne rimane vittima ma, poi, soprattutto, per i parenti che sono chiamati a sopravvivere) per andarne ad analizzarne le origini, le cause, e, possibilmente, evitare, per il futuro, il ripetersene». La famiglia aggiunge che non «bisogna annacquare e fare di tutta l’erba un fascio: come è vero che non tutti gli immigrati siano cattivi, o che tutti gli italiani siano mafiosi, occorre però distinguere gli accadimenti, chi li provoca, come e perché, se davvero si vuole affrontare il problema e cercare di risolverlo o, quantomeno, di correre ai ripari». Per quanto riguarda Pamela, aggiungono i familiari: «le carte processuali non parlano di un femminicidio, ma di tutto un mondo in cui agiscono personaggi che, a vario titolo coinvolti, appartengono ad un retaggio “culturale” dove non è solo la vendita di morte (alias droga), il problema, ma proprio una concezione della vita umana molto diversa dalla nostra e derivante da un modo di pensare e di sentire agli antipodi, rispetto al nostro». Poi la famiglia cita alcuni passaggi della relazione del medico legale e su dove erano contenute parti del corpo della 18enne uccisa. «E’ uno dei passaggi meno macabri». «Siamo consapevoli che Pamela sia un caso scomodo – conclude la famiglia –, e che noi forse non siamo simpatici a qualcuno, per la battaglia che stiamo facendo. Ma proprio con la consapevolezza della forza che ci deriva dal voler portare tutto alla luce e del fatto che, di contro, ci sono moltissime persone che ci sostengono (anche e soprattutto a Macerata), ci permettiamo di lanciare un provocatorio suggerimento: se proprio non lo si vuole intestare a Pamela, per evidenti timori politici che non sfuggono neanche alla più ingenua delle persone, o economici (sì, perché abbiamo sentito, da qualcuno, anche di una temuta svalutazione delle case in quella via), lo si dedicasse (si fa ancora in tempo) a tutti gli esseri umani vittime di atrocità. Ecco, così, forse, da una parte ci si avvicinerebbe a quanto realmente accaduto in quella casa di Via Spalato. Ed il martirio di Pamela servirebbe davvero a ricordare un qualcosa di più ampio».
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…bene, quindi se ne approprieranno i soliti noti!! Io avrei mandato a quel paese tutti quanti!! gv
Proprio non va giù a questa amministrazione di vedere come un caso senza precedenti a Macerata e non solo questa infame crudeltà e di dedicare una stele a Pamela. Ma è da quando è successo che per Carancini e company sembra che tutto vada ammorbidito e che si sia trattato di un semplice incidente di percorso, percorso che a mio parere e non mi sembra sia il solo a pensarla, qualcuno gli ha favorito l’itinerario in tutti i gangli della città. Poi si lamentano se la minoranza non si è presentata alla discussione del bilancio a fare delle proposte ( parole di Carancini ) di cui non credo sia difficile immaginare quale accoglienza avrebbero avuto. Più o meno come quella di Marchiori consigliere di opposizione che si è visto rifiutare un aumento di stanziamento nella lotta contro lo spaccio e per le fonti storiche.
Io penso che sia sacrosanto dedicare a Pamela il parco di via Spalato. Sarebbe il minimo, a fronte di un delitto atroce e di una morte terribile.
Se i proprietari non fossero d’accordo, il Comune dovrebbe allora trovare un altro sito cittadino da dedicare a Pamela, vittima sacrificale della droga e di tutto ciò che di Male gira intorno alla droga.
Lo scempio di Pamela è la rivelazione dell’inferiorità culturale della sinistra, di un’ignoranza che non riesce a superare i propri pregiudizi. Il bisogno di rimuovere, di negare perfino il ricordo è violenza contro ogni intelligenza, contro ogni pensiero che non sia banale e superficiale retorica. Probabilmente si tratta più di una questione di insufficienza mentale che di empietà e questo è molto più desolante…
Per Pavoni. Ogni monumento è quasi per definizione un ricordo perenne. E la sinistra non vuole che si ricordi un fatto che può essere visto (anche se non detto che sia così) come una macchia, un peccato, nella vita del partito e dell’amministrazione comunale. Eppure il partito potrebbe contribuire in modo determinante nell’indirizzare il governo verso più sensate e sagge decisioni in campo economico-finanziario. In questo modo potrebbe rifarsi quella verginità che ha incautamente perduto con i suoi comportamenti in tema di immigrazione.
Per Pavoni. Ogni monumento è quasi per definizione un ricordo perenne. E la sinistra non vuole che si ricordi un fatto che può essere visto (anche se non è detto che sia così) come una macchia, un peccato, nella vita del partito e dell’amministrazione comunale. Eppure il partito potrebbe contribuire in modo determinante nell’indirizzare il governo verso più sensate e sagge decisioni in campo economico-finanziario. In questo modo potrebbe rifarsi quella verginità che ha incautamente perduto con i suoi comportamenti in tema di immigrazione.