Traini scrive dal carcere: lettera a CM

MACERATA - Il 29enne ha preso carta e penna dopo l'udienza preliminare per l'omicidio di Pamela. «La sua morte è stata per me “la miccia”, che ha innescato il mio folle raid»

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Luca Traini

 

Dopo il raid razzista a Macerata, Luca Traini, che ha detto di essere pentito per ciò che ha fatto, torna sulla vicenda di Pamela e lo fa con una lettera indirizzata a Cronache Maceratesi. Se a febbraio la sua reazione era stata di sparare a sei africani in giro per Macerata (fatti per cui è stato condannato a 12 anni), oggi, che si trova in carcere a Montacuto di Ancona, il 29enne ha preso carta e penna e in una lettera, ha scritto ciò che pensa dell’udienza preliminare che si è svolta lo scorso 26 novembre in cui era imputato Innocent Oseghale per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Ci avesse pensato allora ad usare la penna invece che la pistola non avrebbe peggiorato il clima che si era creato a Macerata dopo il brutale omicidio di cui è accusato Oseghale. La lettera dal 29enne, già condannato in primo grado a 12 anni per strage, è stata spedita dal carcere di Montacuto, ad Ancona. Traini nella lettera, scritta a mano su due facciate di un foglio di quadernone a righe, premette che la sua intenzione è di voler commentare gli ultimi fatti di cronaca relativi al processo per l’omicidio di Pamela. L’udienza preliminare si era svolta il 26 novembre e la lettera di Traini è datata 28 novembre.

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA INDIRIZZATA AL DIRETTORE.

«Mi rivolgo a lei – scrive Traini – volendo utilizzare il suo quotidiano per commentare gli ultimi fatti di cronaca, relativi al processo di Innocent Oseghale. La morte di Pamela Mastropietro è stata per me “la miccia”, che ha innescato il mio folle raid per le vie di Macerata, ancora oggi è una vicenda che mi tocca moltissimo… In questa udienza preliminare, la magistratura ha dato un segnale forte, rigettando la richiesta di rito abbreviato presentata dai legali del nigeriano. La famiglia di Pamela, che non ha accettato le scuse di Oseghale, ha giustamente ottenuto che si svolga con un rito ordinario, così che… non vi sia nulla di intentato! Ogni testimonianza di chi ha incontrato la Mastropietro in quei giorni può portare a nuovi sviluppi. Resto del parere che vi siano altri complici che hanno aiutato Oseghale, e confido che venga passato al setaccio tutto il contesto di luoghi e ambienti, in cui si spostò Pamela».

Per verificare l’autenticità della lettera, non potendo contattare l’autore, è stato sentito il suo legale che ha confermato la corrispondenza della firma e della calligrafia confrontandola con altro scritto di Traini.

 

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