di Federica Nardi
(foto di Fabio Falcioni)
Per la prima volta a Macerata il microfono è rimasto acceso per quasi sei ore, a disposizione di chiunque volesse parlare in assise sul tema dell’immigrazione. Il consiglio comunale aperto di questo pomeriggio, chiesto un anno fa e convocato per oggi, se di certo non è riuscito a conciliare le tante anime della città su un tema particolarmente delicato dopo i fatti di gennaio e febbraio, le ha perlomeno fatte sedere tutte insieme, nell’aula sinoidale della Domus San Giuliano. Grande assente il prefetto Roberta Preziotti, che non ha voluto prendere parte al Consiglio nonostante invitata più volte, soprattutto dall’opposizione, per parlare dei dati a disposizione della Prefettura sui progetti di accoglienza. In platea anche Alessandra e Marco Valerio Verni, la madre e lo zio di Pamela Mastropietro, che poco prima dell’inizio dell’assise hanno appeso degli striscioni fuori dai cancelli del complesso per chiedere giustizia per la 18enne uccisa (leggi l’articolo).
Marika Marcolini e Romano Carancini
«La politica – ha detto Carancini, ricordando anche i principi costituzionali -, ha il dovere di ascoltare su un tema particolarmente delicato. Confidiamo che si possa uscire con una condivisione di un percorso da fare insieme per mettere un nuovo mattone di condivisione in questa comunità». Certamente, come più di un intervenuto ha ricordato, il lunedì pomeriggio alle 15 molti non hanno potuto partecipare perché erano al lavoro. Ma le testimonianze e i pareri, anche molto diversi tra loro, non sono mancati. Ad aprire la fila di interventi, di 5 minuti ciascuno e una trentina in tutto (a moderarli in maniera impeccabile il presidente del Consiglio comunale Luciano Pantanetti), sono stati i rappresentanti di alcune associazioni che si occupano di accoglienza in città (Gus, Acsim, Refugees welcome e Centro di ascolto Caritas) e poi i sindacati che hanno sottolineato l’importanza del lavoro per chi esce dai progetti di accoglienza e che, senza reddito, finisce facile preda della criminalità organizzata. Il presidente del Gus Paolo Bernabucci ha anche tentato un gesto conciliatore con la madre di Pamela, rifiutato dalla donna (leggi l’articolo).
Ninfa Contigiani e Alessandra Verni
Alessandra Verni è stata interpellata da molti sia durante gli interventi che a margine del convegno (anche da Ninfa Contigiani, consigliere dem e presidente del Consiglio delle donne che ha avuto un momento chiarificatore con la mamma di Pamela riguardo le sue dichiarazioni sulla morte della figlia che avevano scatenato un mare di polemiche). Alla Verni si è rivolta anche Antonella Matassoli, maceratese che ha vissuto con la sua famiglia il clima d’odio che si è creato in città dopo febbraio. Sposata con un uomo di colore, poco meno di un mese fa sua figlia, racconta la donna «è stata aggredita in un locale in pieno centro solo perché ha la pelle un po’ più scura, nella totale indifferenza di tutti. Sono arrabbiata – ha poi aggiunto – con chi ha usato una mamma per scopi elettorali, tutti noi siamo dalla parte di Alessandra Verni». Anche Marco Valerio Verni è intervenuto, «nonostante mi fossi ripromesso di non farlo – ha detto -, perché se vogliamo parlare di immigrazione bisogna specificare bene i termini: migranti, richiedenti asilo e rifugiati. In Italia si accolgono migranti in maniera indiscriminata. La mia famiglia non è contro l’immigrazione, che è un fenomeno naturale ma deve rispondere a delle regole».
Antonella Matassoli con Alessandra Verni
Tra le testimonianze quella di N’vacaba Sanoh, 22enne accolto a Macerata da Refugees welcome.
N’vacaba Sanoh
«Sono orfano – ha raccontato – ogni giorno mi alzo alle 4 per andare a lavoro a Tolentino, alle 14 vado a fare il servizio civile alla casa di riposo di Villa Potenza e torno a casa alle 19,20. Voglio ringraziare il governo e l’Europa che mi hanno salvato tra il morire e il vivere. Vorrei cercare di fare capire ai maceratesi che tra noi immigrati non siamo tutti uguali. Non giudicate la vita di una persona se non conoscete la sua storia perché questo porta all’odio tra di noi. Noi siamo qua per salvare la nostra vita non per offendere i cittadini italiani. Veniamo da diversi Paesi e diverse culture. Uniamoci e combattiamo i nemici che vogliono portare paura nella nostra bella città e nella nostra vita. È il mio sogno».
Rebecca Marconi
Rebecca Marconi, studentessa, ha riflettuto sul dibattito di questi mesi: «A volte – ha detto -, dai dolori più grandi è possibile costruire qualcosa di migliore. Ma non è quello che stiamo facendo, ci stiamo autodistruggendo. Sulla droga ad esempio, se siamo arrivati al punto di dover sradicare degli alberi per contrastare lo spaccio c’è qualcosa che non va. Dove stiamo sbagliando? E quali possono essere le reali attività di prevenzione? I tessuti della criminalità, chiediamoci da dove partono». Elena Compagnucci è invece preoccupata per «toni aggressivi e violenti nei confronti dei migranti. Mi ricordano molto la propaganda nazista agli albori. La politica deve dire la verità, altrimenti è propaganda».
Sammy Kounon con Alessandra e Marco Valerio Verni
Irene Rapanelli, dell’associazione “10F” nata dopo la manifestazione antirazzista del 10 febbraio, ha annunciato che in città nei locali pubblici circola un questionario per i maceratesi. «Vogliamo capire cose ne pensano i cittadini, quali sono le esigenze reali e di cosa c’è bisogno di parlare». Sammy Kounon e James T. Tamble hanno dato un messaggio molto simile: «Se un nigeriano (riferendosi a Innocent Oseghale, accusato dell’omicidio di Pamela Mastropietro, ndr), ha fatto una cosa sbagliata va punito lui – ha detto Tamble -, non può soffrire tutta la Nigeria per un individuo».
Non sono mancate le critiche, da più parti, all’attuale sistema di accoglienza e a come vengono gestiti i finanziamenti dalle onlus. Elena Leonardi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha ricordato che «molti fatti sono stati strumentalizzati. C’è stata un’accoglienza non dettata da ragioni umanitarie ma per fare business per alcune realtà. Gli agenti della Guardia di finanza solo tre giorni fa hanno ricevuto encomi per aver indagato su queste realtà che fanno business nell’accoglienza. Bisogna togliere il velo dell’ipocrisia e dirci le cose come stanno». Dopo l’intervento dei capigruppo l’assise ha anche approvato l’ordine del giorno con primo firmatario Maurizio Del Gobbo (Pd), ma frutto del lavoro di tutta la maggioranza, per chiedere al Governo, tra le altre cose, di «promuovere la gestione del delicato momento di transizione nella fase d’uscita degli immigrati dai progetti Sprar e Cas» e di «riattivare i “decreti flussi”, per gli ingressi delle quote di lavoratori stranieri regolari» a seconda delle necessità.
Sono poi intervenuti Leonardo Properzi, Mattia Orioli, Mangeb Princely Mangeb, Stefano Di Pietro, Paolo Trognoni, Stefano Casulli, Luigi Zura Puntaroni, Gianni Menghi, Alfonso Corradini, Andrea Lamona, Carlo Gasparetti, Carlo Cambi, Rebecca Marconi, Reinhard Sauer, Luigi Mosciatti, Mario Bettucci, Elena Compagnucci, Marina Santucci, Raffaele Pallotto.
Elena Leonardi con Alessandra e Marco Valerio Verni
Carlo Gasparetti
Certamente non sono tutti cattivi ma i cattivi che spacciano che rubano che non lavorano vanno mandati al loro paese.
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Bisognerebbe rileggere il memorabile discorso di ☀ GIOVANNI PAOLO II ☀ all’Unesco, del 1980.
Fu tutta un’apologia di quelle nazioni che “ LOTTANO PER CONSERVARE LA PROPRIA IDENTITA’ E I LORO PROPRI VALORI CONTRO LE INFLUENZE E LE PRESSIONI DEI MODELLI PROPOSTI DALL’ESTERNO ”.
Il Papa rivendicò “ IL PRIMATO ” dell’identità dei popoli e invitò a “ VIGILARE CON TUTTI I MEZZI SU QUESTA SOVRANITA’ FONDAMENTALE CHE POSSIEDE OGNI NAZIONE IN VIRTU’ DELLA SUA PROPRIA CULTURA… PROTEGGETELA!
NON PERMETTETE CHE QUESTA SOVRANITA’ FONDAMENTALE DIVENTI LA PREDA DI QUALCHE INTERESSE POLITICO O ECONOMICO. NON PERMETTETE CHE DIVENTI VITTIMA DEI TOTALITARISMI, DEGLI IMPERIALISMI O DELLE EGEMONIE, PER I QUALI L’UOMO NON CONTA CHE COME OGGETTO DI DOMINAZIONE “.
In questo quadro “ I MEZZI DI COMUNICAZIONE NON POSSONO ESSERE MEZZI DI DOMINAZIONE SUGLI ALTRI DA PARTE DI AGENTI DEL POTERE POLITICO COME DI QUELLO DELLE POTENZE FINANZIARIE CHE IMPONGONO IL LORO PROGRAMMA E IL LORO MODELLO ”.
Invito l’Amministrazione Carancini (con le forze politiche della sua maggioranza) a fare una profonda autocritica su come è ridotta Macerata.
Era l’epoca del ‘rinascimento’ della Polonia come nazione e il papa era polacco, per questo c’era tutta questa enfasi sull’identità nazionale. L’autocritica va fatta non solo dalla maggioranza, ma anche dall’opposizione, che ha funzioni di controllo sull’operato della prima.
Apertura del consiglio aperto.
Primo intervento, Elena Leonardi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. ” Molti fatti sono stati strumentalizzati. C’è stata un’accoglienza non dettata da ragioni umanitarie ma per fare business per alcune realtà. Gli agenti della Guardia di finanza solo tre giorni fa hanno ricevuto encomi per aver indagato su queste realtà che fanno business nell’accoglienza. Bisogna togliere il velo dell’ipocrisia e dirci le cose come stanno”. Saluti ai familiari di Pamela e chiusura del consiglio aperto. Non dico che altri hanno meritato di dire la loro ma se questo significava anche ascoltare i soliti quaquaraqua, meglio chiuderla lì. Poche parole, precise, vere e soprattutto incontestabili.
Intollerabile negli africani è la loro mancanza di autocritica, di onestà intellettuale, il loro continuo ricattarci con il dramma della fame, della morte incombente, mentendo spudoratamente sulle cause di tutta questa sofferenza.
L’Africa non è un continente di morte, al contrario è un continente di nascite, di parti. I tassi di crescita demografica delle nazioni africane più povere sono 10 volte quelli italiani e allora smettiamola di dire che siamo tutti uguali perché non siamo uguali per niente. Se un italiano non è in grado di mantenere un figlio non lo fa, se un africano non è in grado di mantenere un figlio ne fa dieci, tanto poi ci pensano quei co.glioni di italiani a curarli e a mantenerli. Questa cultura finora è stata vincente, oggettivamente superiore alla nostra, ma nel lungo periodo non è tanto intelligente.
Ci sta’ pensando Salvini a questi nord-africani a cacciarli via, e’ veramente finita la “pacchia”.
prima che arrivassero tutti i disperati del mondo vivevamo meglio o peggio? l’occidente dopo lotte e sangue ha raggiunto un minimo di democrazia e diritti umani,niente è gratis.Anche gli altri popoli devono lottare e versare sangue per ottenere gli stessi diritti nel loro paese.Sono sicuro che tutti gli “UMANI SOLIDALI” occidentali si affiancheranno nella lotta ,in modo da dimostrare di essere veramente migliori degli altri.
Qualcuno comunichi al povero nigeriano che…se ce la prendiamo con la nigeria e’ dovuto al fatto che il buon 80/90% dei casini che avvengono e sono avvenuti nella nostra citta’ deriva proprio da suoi simpatici simili di etnia..la strada per tornarsene al paesello e’ aperta…e se portate con voi Bernabucci and co stavolta vi ci paghiamo profumatamente sopra!!!!
Straordinario ed attualissimo il discorso del 1980 all’Unesco di Papa Giovanni Paolo II pubblicato da Giuliano Meschini (1), esattamente contrario alla politica immigratoria dell’attuale Papa Francesco anche se recentemente ha affermato:”accogliere con prudenza…”
Bisognerebbe rileggere anche il discorso del 2006 all’Università di Ratisbona dell’altro grande Papa Benedetto XVI Joseph Ratzinger sull’Islam all’interno del problema immigrazione.
Intanto, questa mattina, sono stati arrestati a Latina 6 gestori responsabili di alcune sedicenti “ONLUS” operanti nella gestione di numerosi Centri di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.) per reati di falso, truffa aggravata, guadagni illeciti tramite l’utilizzo dei fondi destinati all’accoglienza per fini personali ed in nome della “solidarietà” !!!
Arrestato anche un africano del Gambia, arrivato su un barcone e richiedente asilo, per terrorismo.
E poi la sinistra politica “evaporata”, in città storicamente amministrate da sempre, anche ai ballottaggi di domenica scorsa, si chiede perchè???
Salvini non è più in campagna elettorale. Se allora moderasse le sue espressioni nel trattare i tempi di sua competenza otterrebbe consensi anche al di fuori del suo partito. Viceversa rischia di fallire nella sua missione di conferire all’Italia una stagione (quinquennio?) di legalità e sicurezza. D’altronde ha ragioni da vendere, tant’è che è stato votato ed eletto.
5 milioni di italiani in povertà assoluta. Totalmente invisibili, privi di interesse mediatico, esclusi da ogni attenzione, nessuna Ong che li imbarchi su una nave, nessun Gus che li accolga in un “progetto”, neanche un Carancini per chiacchierar…