di Gianluca Ginella
«E’ scomparsa da ieri una ragazza di 18 anni che vive in una struttura di Corridonia. La giovane, Pamela Mastropietro, si è allontanata portando con sé una grande valigia, un trolley di colore rosso e blu». Erano le 18,10 del 30 gennaio e questa è la prima notizia con cui Cronache Maceratesi iniziò a parlare di Pamela. Il giorno dopo, alle 11,45 del 31 gennaio, arriva la notizia di un cadavere che era stato fatto a pezzi e sistemato in due valigie rinvenute in una canalina a lato della carreggiata di via Dell’Industria, a Casette Verdini di Pollenza.
A notare le valigie era stata una automobilista che stava passando e che aveva avvisato la polizia municipale di Pollenza. Gli agenti erano intervenuti sul posto per controllare. Pensavano al provento di un furto, ma dentro c’era un orrore che non avrebbero mai più potuto scordare. Il primo step delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura era stato andare a controllare se ci fossero denunce di persone scomparse. E ce n’era una: proprio quella della ragazza di Roma che era ospite a Corridonia della comunità Pars. Il cadavere nella valigia era quello di una giovane donna, una ragazza che aveva le unghie curate.
C’era poi la descrizione della valigia con cui la ragazza si era allontanata: un trolley di colore rosso e blu e il cadavere era proprio in trolley di quel colore e in un secondo, beige. Inoltre anche alcuni oggetti portavano alla ragazza scomparsa dalla Pars. Ma la certezza si è avuta intorno alle 15 del 31 gennaio grazie alle analisi che erano state svolte in obitorio.
A quel punto non c’era più nessun dubbio che fosse Pamela. Ma chi poteva conoscere in provincia una ragazza di Roma che era stata sempre ospite di una Comunità? Chi poteva odiarla al punto da ucciderla e farne a pezzi il corpo? Apparentemente nessuno. Mentre ci si ponevano questi interrogativi il caso di Pamela era diventato nazionale.
I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata si sono concentrati inizialmente sulla Pars. Sono state acquisite le immagini delle telecamere ed è stato visto che una donna aveva dato un passaggio a Pamela per poi lasciarla in un punto di Corridonia. Lì sono state analizzate le telecamere ed è stato visto che Pamela saliva su di una Fiat Punto. L’auto è di un uomo di Mogliano.
I carabinieri lo hanno rintracciato e lo hanno sentito e l’uomo ha detto di aver passato con la ragazza qualche ora e di averla poi accompagnata alla stazione di Piediripa. In seguito è emerso che la sera del 29 Pamela ha trascorso la notte a casa di un taxista che vive a Macerata e che la mattina dopo ha accompagnato la 18enne in stazione perché l’intenzione della ragazza pareva quella di ripartire. Cosa che poi non aveva più fatto. Qui è entrato in scena un secondo taxista che aveva accompagnato Pamela ai Giardini Diaz. Lo stesso taxista poi ha incontrato per caso la ragazza, nella farmacia di via Spalato e l’ha vista allontanarsi con un ragazzo nero. A quel punto le indagini dei carabinieri hanno iniziato a muoversi su due fronti: uno in via Spalato, l’altro a Mogliano. Ma la prima si rivelerà la pista giusta.
I militari dopo aver visionato le telecamere della farmacia e verificato che era proprio Pamela la ragazza vista in farmacia, si sono mossi nella direzione indicata dal taxista che aveva visto la 18enne e il ragazzo nero imboccare il vialetto che si trova di fronte alla palazzina di via Spalato 124. I carabinieri si sono piazzati sotto la palazzina per vedere chi entrava e chi uscita. E’ stato allora che è uscito dalla palazzina Oseghale, che viveva all’ultimo piano con la compagna. Sulla porta c’era un nastro rosa perché da poco era nata la loro figlia. I militari lo hanno perquisito e addosso gli hanno trovato della droga. Poi sono saliti con lui a casa, all’interno hanno trovato i vestiti di Pamela. Oseghale prima ha negato, poi ha tirato in ballo un connazionale, Desmond Lucky (che poi risulterà aver spacciato una dose di eroina a Pamela). Inoltre dai loro cellulari emergerà anche un terzo nigeriano, Lucky Awelima. La sera del 31 gennaio l’immagine di Oseghale che con i jeans calati viene portato dai carabinieri all’interno della sua casa di via Spalato farà il giro d’Italia.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri Pamela ha incontrato Oseghale ai Giardini Diaz e da lì lui l’ha convinta ad andare a casa sua. Ed è in quella casa che la ragazza è stata uccisa, con due fendenti all’altezza del fegato. Secondo i carabinieri la ragazza è stata prima violentata dal nigeriano e poi uccisa da questo perché voleva andarsene e chiamare le forze dell’ordine. Dalle indagini è emerso anche che la ragazza è stata fatta a pezzi «in modo scientifico» dirà il medico legale Mariano Cingolani, chiamato ad eseguire una seconda autopsia. Oseghale, secondo gli accertamenti degli inquirenti, ha fatto a pezzi la ragazza, in parte ne ha scuoiato il corpo, poi l’ha lavato con la varechina. Una operazione che ha eseguito all’interno della casa dove viveva e sul terrazzo di questa, una casa che era stata affittato alla sua compagna dal proprietario.
Una volta compiuta questa macabra operazione, il nigeriano ha poi sistemato il corpo in due trolley e a questo punto Oseghale, sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ha chiamato un taxista abusivo che conosceva per farsi accompagnare in un punto dove abbandonare i trolley, questo verso le 20 del 30 gennaio. Un mistero resta perché gettare le valigie in un punto dove chiunque poteva vederle. Una delle ipotesi degli inquirenti è che il nigeriano non volesse gettarle dove poi sono state trovate ma intendesse andare in un altro posto che però non sarebbe riuscito a trovare. Anche perché quella notte nella zona c’era nebbia. Forse innervosito, agitato, ha deciso di far fermare il taxista per scaricare le valigie e andarsene. Un errore banale che è stato la chiave per incastrarlo subito.
Sarà comunque il processo al via il 13 febbraio a dover ricostruire i fatti e accertare se, come sostiene la famiglia di Pamela e in tanti pensano, in questa storia c’entrino anche altre persone e Oseghale non abbia agito da solo. Il processo si aprirà al tribunale di Macerata, davanti alla Corte d’assise.
Da sinistra: il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri, il procuratore Giovanni Giorgio e il colonnello Walter Fava che dirige il Reparto operativo
La madre di Pamela vicino al monumento dedicato alla 18enne nel luogo in cui sono stati trovati i trolley
Uccisa dal business della finta accoglienza
Assurdo che l'amministrazione comunale non senta il bisogno di ricordare....
Riposta in Pace Angelo
Meglio festeggiare capodanno con i migranti no!?
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Sconcerta che nel primo anniversario di questa morte terribile, che ha sconvolto l’Italia intera, l’Amministrazione Com.le di Macerata non abbia sentito il dovere di ricordare Pamela, sia pure con un breve comunicato.
D’altra parte, è da un anno che va avanti questa pervicace volontà dell’ente comunale di ignorare sostanzialmente la tragedia della povera ragazza romana.
Tanta gente crede ancora che sia stato il taxista camerunese a denunciare Oseghale ed è inquietante che gran parte della stampa l’abbia indotta in questo sbaglio… scarsa professionalità o eccessiva correttezza politica?
L’amministrazione comunale PD cerca di farsi dimenticare su questo marchio orrendo capitato a Macerata. Il PD è il primo partito responsabile del flusso incontrollato di migranti, di cui una minima percentuale fugge da guerre e carestie. I più vengono con il miraggio di una vita migliore che nei loro paesi di provenienza non avranno mai, perché guidati da cosche tribali, inette, opportuniste, ladre e a volte criminali, al soldo di neo colonialisti occidentali e orientali. L’Africa è andata fuori di testa se fa migrare bambini e ragazzi soli e donne incinte. Questi servono per giustificare e commuovere… Ricordo che anni fa nessuno avrebbe dato bambini e donne incinte, la ricchezza dell’Africa tribale. Magari oggi se li vendono. Siamo sicuri che molti di questi migranti non finiscono sui tavoli operatori per l’espianto degli organi, nei giri della pedofilia e della prostituzione, e i neonati sacrificati sugli altari di divinità immonde?
Mi convinco sempre di più che molti bambini e ragazzi vengono venduti dalle famiglie o dai capitribù, come all’epoca della tratta degli schiavi in cui, quando non razziavano per conto degli schiavisti occidentali e arabi giovani e donne delle altre tribù, si vendevano i loro sudditi in cambio di armi da fuoco, alcol, stoffe e perline…
Come mai la chiesa cattolica maceratese non sente il dovere cristiano di dire almeno una messa o un rosario per Pamela? O partecipare alla preghiera di via Spalato? Ha paura di strumentalizzazioni? Oppure non vuole schierarsi poiché è già schiarata per la migrazione organizzata senza controlli, grazie alla quale entrano pure criminali? Ho sentito parecchi anni fa che associazioni cattoliche organizzavano matrimoni tra italiane e africani per dare a questi ultimi la cittadinanza, con conseguente divorzio dopo sei mesi? E se la cosa non avveniva gratis, si trovavano compiacenti italiane al costo di 12 milioni di lire. Arriva a tanto un buonismo irresponsabile della Chiesa cattolica? A che pro? Parte del clero ad ogni livello condivide il Piano Kalergi per la distruzione dell’Europa cristiana mediante la creazione di una nuova razza “Afro euroasiatica”, dominata da una élite massonico finanziaria?
Per l’avv. Bommarito. Sconcerta anche il silenzio dell’opposizione, che cerca sempre la minima occasione, un pretesto qualunque per demonizzare l’avversario politico.
Chi si dà alla politica lo fa sempre e solo per tornaconto personale. Da Macerata a Civitanova, andata e ritorno. Punto. Tutta la storia di Pamela è sempre stata sottotaciuta per cercare di non aggravare una situazione già molto pesante per l’amministrazione di Carancini che comunque fregandosene altamente ha continuato a fare come sempre e ad essere continuamente ed aspramente criticato da chiunque, simpatie politiche a parte che poi magari in corsa qualcuno avrà pur cambiato ed altri invece avranno mantenuto una fiducia cieca in lui, sperando di prendere il suo posto per continuare a lottare per gli stessi principi che hanno fatto di Carancini il miglior sindaco che Macerata abbia avuto e con la vicinanza affettuosa di tutti gli organi compresi quelli che suonano nelle chiese.
Questo sindaco non ha ancora capito di quello che e’ successo di orrore un anno fa’ a Macerata, e’ andato in Rai x dire che la nostra citta’ e’ accogliente, questo non e’ vero, bisogna che apra gli ” occhi” e guardi bene la realta’ che e’ ben diversa.
Se il corpo della ragazza è stato sezionato scientificamente,come afferma il medico,è stato accertato se il nigeriano accusato dell’omicidio poteva avere la competenza necessaria per sezionare scientificamente il corpo della ragazza?Se tale competenza non l’aveva,ci debbono essere necessariamente dei complici da scoprire in tutte le maniere.Quale motivo bloccherebbe ,se questo fosse,tale elementare tentativo?
Tutta l’amministrazione comunale e il suo illuminato sindaco si sentono tranquilli con la coscienza???
Io penso proprio di no!! Questo atteggiamento, forse dettato da ordini superiori, peserà sulla loro coscienza.
Io, fino a che avrò capacità di intendere, non perderò occasione per ricordare loro l’atteggiamento che hanno avuto nel ricordo della povera Pamela.
Completo il messaggio (messaggio 4). L’opposizione non ha colto, come invece spesso fa, la palla al balzo: non ha parlato della vicenda Pamela in luogo dell’amministrazione. Poteva invece farlo, evidenziando in tal guisa l’inerzia della maggioranza.
…mah, chissà, forse il ricordo di Pamela, poco gradito ad alcuni, potrebbe essere ancora una volta una cattiva pubblicità per le onlus che si occupano di accoglienza, così buone e caritatevoli nell’aiutare il prossimo (loro..), ed i poveri migranti in particolare, e quindi non ricordare serve soprattutto per tutelare la vita di queste associazioni, così necessarie per il bene del comun…ehm per il bene comune!! Credo proprio, però, che se qualcuno cercherà di non ricordare, molti altri, invece, ricorderanno, e ricorderanno molto di più di questo orribile fatto. gv
Per Rapanelli. Per fare qualunque cosa occorrono capitali e i fenomeni di cui parla lei non fanno eccezione. Pertanto mi preoccuperei più dei progressi che si manifestano ad est, in Asia (Cina, ad esempio, con il suo veloce sviluppo), di quello che succede a sud, in Africa. Staremo comunque a vedere.