Il Consiglio ricorda Pamela:
«Macerata non è rimasta a testa china,
ha lavorato per far rinascere la speranza»

L'INTERVENTO del presidente dell'assise Luciano Pantanetti ha preceduto il minuto di silenzio per commemorare la 18enne uccisa un anno fa: «E’ la prima volta che un cittadino comune, né amministratore, né dipendente comunale viene commemorato in questo consesso. La città non dimentica». Sit in di Fratelli d'Italia in corso della Repubblica con striscione di protesta

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Il minuto di silenzio per Pamela Mastropietro in Consiglio comunale

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

Non solo silenzio per ricordare Pamela Mastropietro. Oggi in Consiglio comunale a Macerata, prima del minuto di rito per ricordare la 18enne romana uccisa in via Spalato un anno fa, Luciano Pantanetti (presidente dell’assise) ha letto un breve intervento. In contemporanea, all’ingresso del palazzo della Provincia in corso della Repubblica, alcuni esponenti di Fratelli d’Italia e dell’opposizione hanno esposto degli striscioni con su scritto “Su Pamela potete solo fare silenzio”.

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Luciano Pantanetti

Pantanetti ha sottolineato che la commemorazione di oggi è «rivolta alla famiglia di Pamela. Ed è estremamente difficile riuscire a trovare le parole per descrivere e rappresentare i nostri sentimenti». Macerata, ha sottolineato Pantanetti, «ricorda. Non dimentica. Ricorda in maniera privata, riservata, come è sua caratteristica, senza urlare. Oggi questo ricordo lo manifesta in un luogo, il Consiglio comunale, che è l’organo elettivo più importante di questa collettività, sede rappresentativa di tutta la comunità.  E’ la prima volta che un cittadino comune, né amministratore, né dipendente comunale viene commemorato in questo consesso. Tuttavia per unanime volontà sia dell’amministrazione comunale in persona del sindaco che della Conferenza dei Capigruppo consiliari, si è deciso di onorare Pamela Mastropietro con questa commemorazione pubblica e con un momento di ricordo e di riflessione. Dopo la morte di Pamela Mastropietro Macerata non è rimasta a testa china ma ha riflettuto, ha lavorato per far rinascere la speranza, affrontando i nodi veri e concreti di una comunità scossa dalla tragedia. Una comunità che nonostante tutto non ha mai perso le proprie radici di appartenenza ma ha sempre riconosciuto il valore della diversità e della tolleranza nel tessuto delle relazioni interpersonali e sociali. Macerata, anch’essa vittima di tale tragedia, è stata lacerata da una profonda ferita. Una ferita che per poter essere rimarginata e guarita ha bisogno che tutti coloro che si sono macchiati di un crimine così brutale, efferato, malvagio, barbaro siano assicurati alla giustizia e puniti severamente. Gli stessi che hanno innescato ulteriori delitti definiti dal procuratore Giovanni Giorgio “crimini di odio commessi da persone schierate per le loro scelte ideologiche di estrema destra e di orientamento razzista”. Ci rasserena che in appena otto mesi e mezzo sia giunta la condanna di primo grado del responsabile di un ulteriore fatto di sangue. Ci auguriamo che altrettanta rapidità e attenzione caratterizzi il processo per la morte di Pamela. Macerata in questo anno, anche grazie all’aiuto di tutte le istituzioni presenti nel nostro territorio, ha cercato, attraverso un costante impegno, di metabolizzare quanto accaduto, ha cercato, la dove fosse possibile, di farne tesoro in maniera positiva, ha cercato una spinta propulsiva verso il futuro senza dimenticare, ma ricordando che verso la sofferenza delle famiglie non ci sono parole di conforto».

sit-in-pamela-fdiNel frattempo c’è stato il sit-in targato Fratelli d’Italia e Gioventù nazionale, anche se a reggere lo striscione c’erano anche Riccardo Sacchi (Forza Italia) e Francesca D’Alessandro. Presenti anche Elena Leonardi, consigliera regionale e Paolo Renna, consigliere comunale. E’ lui a dire a contorno del sit-in: «Dato che non ci hanno mai ascoltato, abbiamo optato per il silenzio». L’opposizione in consiglio infatti accusa il sindaco Carancini di aver sottovalutato il problema legato alla criminalità e allo spaccio ben prima del delitto di Pamela. Un tema riemerso anche oggi durante le interrogazioni quando Deborah Pantana si è scagliata contro l’assessore Mario Iesari, reo di aver ricordato che il rapporto della Dia non cita Macerata tra le città interessate dalla mafia nigeriana. Una parentesi in consiglio anche per premiare studentesse e studenti della scuola Enrico Fermi, che quest’anno hanno ricevuto un riconoscimento dal Senato nell’ambito del progetto “Testimoni di diritti”. Le classi sono entrate in Consiglio e hanno ricevuto un piccolo ricordo dalle mani del sindaco e di Pantanetti, prima che i lavori dell’assemblea proseguissero. Approvate, infine, anche le variazioni al bilancio di previsione.

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